Vois sur ces canaux Dormir ces vaisseaux Dont l'humeur est vagabonde; C'est pour assouvir Ton moindre désir Qu'ils viennent du bout du monde. Les soleils couchants Revêtent les champs, Les canaux, la ville entière, D'hyacinthe et d'or; Le monde s'endort Dans une chaude lumière. Là, tout n'est qu'ordre et beauté, Luxe, calme et volupté. (Charles Baudelaire, I fiori del male)
Inizia una nuova Estate, inizia già caldissima e con grave siccità nei grandi fiumi deputati a togliere la sete e permettere all’agricoltura di prosperare. Io da sempre soffro il caldo, accolgo questi giorni roventi sognando, spero imminenti, il refrigerio della brezza sul mare e quel sapore di avventura che vivo quando la prua supera il molo per lasciare i confini di casa e andare più lontano, poco o molto non importa. Nei giorni scorsi grazie alla complicità del mio amico e Kohai abbiamo all’improvviso deciso di staccare la spina e alzare le vele in direzione di Venezia: tre giorni per arrivarci a tappe ed uno per tornare a casa dritti come l’ago della bussola. Le ore di navigazione si prestano idealmente per intessere discorsi profondi, abbiamo così sviscerato il senso del viaggio, del motivo che spinge le persone per crudele necessità o, al contrario, per migliorare pacificamente le proprie visioni, a cambiare orizzonte, a vedere cose diverse cercando di cogliere quel senso ineffabile della vita reso evidente dalle curve dei delfini che nuotano accanto. C’è nel viaggiatore un senso appagante del nuovo vedere assieme ad un bisogno mai soddisfatto di intraprendere differenti percorsi una volta terminati quelli iniziati. Quale sarà dunque la prossima meta mi chiedo nel giorno più corto dell’anno, quali gradi leggerò sulla bussola per esprimere il mio bisogno di arrivare verso una nuova destinazione. Desideri nel cassetto ce n’è più d’uno, l’uomo però propone ma è il mare che dispone, con i suoi venti e le sue onde, perfino con le sue maree figlie della luna del sole e della pressione atmosferica. Raccolgo quindi l’invito di Baudelaire che Battiato ha trasformato in canzone per organizzare un nuovo viaggio, se nel frattempo non sarà possibile che sia quello salato del desiderio, possa essere almeno quello altrettanto introspettivo e avventuroso della scoperta dell’anima: Buona Estate :)
...il tuo post mi ha fatto ricordare il libro di Carlo Piano "Atlantide, viaggio alla ricerca della bellezza", un viaggio per mare a ritroso, attraverso luoghi, tempo, emozioni...non so perché ma me lo hai fatto ricordare :)...
Un libro che amo moltissimo: la tua citazione è perfetta e del tutto sincrona al mio pensiero. Senza fare torto all’autore, ma per ringraziarti di questi pensieri di viaggio che iniziano parlando di venti verso la ricerca della bellezza di Atlandide, cito le prime righe: Mare lungo. Così lungo e pigro che appesantisce le idee e rovescia le budella, con nuvole basse da sciogliersi in acqua. Confonde sopra e sotto. Le folate di vento, quel po’ che soffia, sono torride e gonfie di umidità. Dalle nostre parti si dice che tira scirocco, qui non so come si dica. So però che in Croazia lo chiamano Jugo e in Libia Ghibli.
Ancora grazie :)
Vorrei scrivere qualche riga del mio libro preferito che parla di acqua, di Venezia (Fondamenta degli Incurabili di I. Brodskij) ma scivolo in silenzio tra le parole che galleggiano...
Decisamente un grande poeta, non perché ha vinto il Nobel, ma per come sapeva tessere il canto delle parole. Un esule innamorato di Venezia al punto di tornarci spesso e volerla come destinazione finale del suo peregrinare terreno: è una bella forma di amore.
Raccolgo dalla mia libreria il Saggio che ami tanto e inizio a rileggerlo: “Una gelida sera di Dicembre. Uscito dal cubo di pietra illuminato di Santa Lucia, nel buio che nasconde la città, colpisce già sui gradini della Stazione, l’odore di Venezia d’Inverno: Era una notte di vento, e prima che la mia retina avesse il tempo di registrare alcunché fui investito in pieno da quella sensazione di suprema beatitudine, le mie narici furono toccate da quello che per me è sempre stato sinonimo di felicità, l’odore di alghe marine sotto zero”.
:)
Vengo in questo spazio in punta di piedi e leggo questo invito a intraprendere il viaggio dell'estate. Poi leggo i commenti e ci trovo cose a me sconosciute. Che bello quando parole profonde ne incontrano altre e si generano pensieri nuovi.
Ti immagino navigare mentre annoto i titoli dei libri che avete evocato. Buona estate :)
Cara Amica sconosciuta,
le piogge ferragostane hanno raffreddato questa estate rovente, la barca è tornata all’approdo riportando nuovi ricordi da riporre con un sorriso nel cassetto delle memorie, il Palio dell’Assunta si è corso per la gioia dei Lecaioli. Sono tutti segnali che la mia Estate lascia il passo all’Autunno, quel momento del viaggio intorno al sole che amo tanto.
Mi ha fatto molto piacere leggere la traccia che hai lasciato nel mio spazio ti invito solo, almeno qui, a non entrare in punta di piedi. Mi fai tornare la voglia di rileggere lo stralcio di una poesia di Spoon River che alberga in modo permanente nell’anima; sull’epigrafe di Edmund Pollard si legge: …Tutto è tuo, o viandante;
entra consapevole nella sala del banchetto;
non camminare di fianco come se fossi in dubbio
che tu sei la benvenuta – la festa è tua!
Non accettare il poco, rifiutando il resto
con un timido “Grazie”, quando sei affamata .
È viva la tua anima? Allora fa' che si nutra!
Torna presto a dare luce ai miei pensieri, grazie! :)
Mare lungo. Così lungo e pigro che appesantisce le idee e rovescia le budella, con nuvole basse da sciogliersi in acqua. Confonde sopra e sotto. Le folate di vento, quel po’ che soffia, sono torride e gonfie di umidità. Dalle nostre parti si dice che tira scirocco, qui non so come si dica. So però che in Croazia lo chiamano Jugo e in Libia Ghibli.
Ancora grazie :)
Raccolgo dalla mia libreria il Saggio che ami tanto e inizio a rileggerlo:
“Una gelida sera di Dicembre. Uscito dal cubo di pietra illuminato di Santa Lucia, nel buio che nasconde la città, colpisce già sui gradini della Stazione, l’odore di Venezia d’Inverno: Era una notte di vento, e prima che la mia retina avesse il tempo di registrare alcunché fui investito in pieno da quella sensazione di suprema beatitudine, le mie narici furono toccate da quello che per me è sempre stato sinonimo di felicità, l’odore di alghe marine sotto zero”.
:)
le piogge ferragostane hanno raffreddato questa estate rovente, la barca è tornata all’approdo riportando nuovi ricordi da riporre con un sorriso nel cassetto delle memorie, il Palio dell’Assunta si è corso per la gioia dei Lecaioli. Sono tutti segnali che la mia Estate lascia il passo all’Autunno, quel momento del viaggio intorno al sole che amo tanto.
Mi ha fatto molto piacere leggere la traccia che hai lasciato nel mio spazio ti invito solo, almeno qui, a non entrare in punta di piedi. Mi fai tornare la voglia di rileggere lo stralcio di una poesia di Spoon River che alberga in modo permanente nell’anima; sull’epigrafe di Edmund Pollard si legge:
…Tutto è tuo, o viandante;
entra consapevole nella sala del banchetto;
non camminare di fianco come se fossi in dubbio
che tu sei la benvenuta – la festa è tua!
Non accettare il poco, rifiutando il resto
con un timido “Grazie”, quando sei affamata
. È viva la tua anima? Allora fa' che si nutra!
Torna presto a dare luce ai miei pensieri, grazie! :)