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Post n°302 pubblicato il 08 Agosto 2010 da Zero.elevato.a.Zero
Convalescenza: Mi inchino di fronte alle necessità della vita, che nelle sua ricerca di equilibrio mi fa attraversare scompensi di salute e periodi di convalescenza. Lo faccio ringraziando quel mistero che, nonostante la mia affezione per la fisica quantistica basata sul calcolo probabilistico, mi porta a verificare in modo costante una concatenazione degli eventi che si colloca molto lontana dal centro della campana di Gauss.
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Questa musica è così bella ed immortale che non è mai "troppo" ascoltarla..
Serena domenica***
sommo i miei ai mille auguri dei tuoi amici che hanno saputo starti vicino con il loro affetto
un augurio che sa già di guarigione, dew
Un affettuoso saluto***
Bello tornare a rileggerti e riascoltare il Maestro in una delle sue piu' suggestive e delicate armonie...
Grazie e bentornato.
Il Quartetto Opus 132 si inquadra in pieno in quell'ultima stagione compositiva del genio di Bonn che solitamente viene definita del “terzo stile”. In questi anni tutti i vari acciacchi del grandissimo compositore, raggiunsero il loro livello più critico, venendo a minare definitivamente, il fisico di un uomo che, pure avendo 55 anni, ne dimostrava già più di 70. In quell'estate del 1825, egli uscì per l'ennesima volta da una grave malattia intestinale che, fin da quando aveva poco più di 30 anni, non gli dette che momenti di breve tregua. Naturalmente in quel periodo essa si ripresentò in una maniera acutissima e dolorosissima ma, ancora una volta, la volontà di vita del compositore ebbe la meglio, Nel comporre questo movimento con la Canzona in modo Lidio, Beethoven si richiamò alla musica più antica per rivolgere un ringraziamento, cristiano e pagano allo stesso tempo, alla Divinità che, ancora una volta, lo aveva graziato dalla morte. Il canto che esce è una melodia di fortissima intensità emotiva e bellezza veramente sublime. In questa melodia, il compositore di Bonn anticipò ancora una volta chi lo seguì e, in questo caso specifico, la “melodia infinita” di filiazione wagneriana. A questo Adagio si contrappone come sempre il secondo tema che, in una consuetudine beethoveniana, trae spunto dalla forma-sonata e dai “principi contrapposti” del filosofo Kant, un Andante – il crescendo di cui lei accenna - dove Beethoven annotò “Avvertendo nuove forze” come a suggellare con questo geniale inciso la forza e l'ottimismo che, a dispetto di tutte le avversità della vita, volle trasmettere agli ascoltatori suoi contemporanei e futuri in tutta la sua musica Quell'ottimismo che rende le opere del Maestro di Bonn ancora più preziose e significative.
Grazie per questa occasione e ancora tanti auguri di tutto il bene!
Daniele
Noi passeremo, ma il mistero celato in ogni dono di vita, continuerà ad essere la nostra storia, non senza le note musicali che ci hanno attraversato.
Non a caso Beethoven.
Blue.chips
come un gabbiano cieco
Io ti ritroverò, ti riconoscerò
(Gino Paoli - Io ci sarò)