Noblesse oblige...

Noblesse oblige 14/10

In pochi sanno che talvolta soffro di una leggera forma di claustrofobia. E vivo questa sensazione con più fastidio del dovuto, capitandomi molto raramente e, quindi, inaspettatamente. Per fortuna dura pochi attimi.

Per questo motivo ho vissuto con preoccupazione la vicenda dei minatori in Cile e, nelle settimane scorse, talvolta mi è capitato di pensare a loro e alla loro condizione forzata. Stamattina alla radio han detto che finalmente il primo di essi è stato portato alla superficie e, guidando guidando, ho provato a riflettere sul significato, sull'emozione di quell'attimo, e non ci sono migliori parole che queste...

Luogo è là giù da Belzebù remoto
tanto quanto la tomba si distende,
che non per vista, ma per suono è noto

d'un ruscelletto che quivi discende
per la buca d'un sasso, ch'elli ha roso,
col corso ch'elli avvolge, e poco pende.

Lo duca e io per quel cammino ascoso
intrammo a ritornar nel chiaro mondo;
e sanza cura aver d'alcun riposo,

Risalimmo sù, el primo e io secondo,
tanto ch'i' vidi de le cose belle
che porta 'l ciel, per un pertugio tondo.

E quindi uscimmo a riveder le stelle.

Subito dopo la cronaca di quanto successo a Genova, invece, mi sono ritrovato a canticchiare il Maestro: "alla riscossa stupidi, che i fiumi sono in piena, potete stare a galla...E non è colpa mia, se esistono carnefici, se esiste l'imbecillità..."
Talvolta, le parole altrui esprimono meglio le proprie sensazioni...