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Post n°164 pubblicato il 27 Marzo 2024 da daniela.g0
Tag: brogli, Chiesa Cattolica, colpo di Stato, Corte di Cassazione, cristianità, dimissioni, elezioni, Giuseppe Pagano, Italia, Leone XIII, massoneria, Monarchia, Repubblica, Vigesimo quinto anno La prima pagina del Corriere della Sera del 6 giugno 1946 che dichiarava la vittoria del voto repubblicano, in seguito alla proclamazione dei risultati del referendum istituzionale del 2 e 3 giugno
I dubbi sulla legittimità della proclamazione della Repubblica: colpo di Stato? Antonio Parisi, giornalista e scrittore, ha riportato recentemente importanti retroscena che riguardarono la proclamazione della Repubblica Italiana. Nel corso di un'intervista rilasciata per l'emittente Radio Radio, Parisi ha affermato: "Qualche anno fa sono state ritrovate a Roma in via Tiburtina e via Prenestina, dove si trovavano le tipografie di un importante imprenditore italiano, le schede mancanti richieste dalla Corte di Cassazione mai pervenute. Scrive Vezio Crisafulli, costituzionalista e membro della Corte Costituzionale, come in data 18 giugno 1946 la Corte di Cassazione si fosse riunita per la seconda volta e dovette prendere atto, dal ministro dell'Interno, del risultato. Ma si rifiutò di proclamare la Repubblica. Il tutto avvenne tra le gravi minacce di Pietro Nenni, Sandro Pertini e altri che paventavano l'imminente scoppio di una guerra civile se non si fosse dichiarata la Repubblica. Il presidente della Corte di Cassazione si chiamava Giuseppe Pagano e diede le dimissioni, insieme con gli altri membri, per protesta. La Repubblica Italiana afferma di essere nata in forza di un atto popolare perfetto: le leggi ad esempio sono un atto popolare perfetto ma se manca la firma del Presidente della Repubblica è una non - legge. Così una sentenza della magistratura se manca la firma del magistrato è una non - sentenza: Crisafulli afferma che se Umberto di Savoia non subì la debellatio allora la Repubblica nacque in forza di un colpo di Stato, compiuto da Alcide De Gaspari, che la notte tra il 12 e il 13 giugno si proclamò capo dello Stato senza attendere il risultato della Corte di Cassazione. Il re trovandosi di fronte a un sostanziale colpo di Stato, partì per l'esilio al fine di scongiurare lo scoppio di una guerra civile. Tanto che il deputato Vincenzo Selvaggi, poi deputato dell'Assemblea Costituente, invitò il re all'arresto immediato di tutti i partecipanti al colpo di Stato. Nel 1959 inoltre la magistratura di Roma affermò che Umberto di Savoia era "ancora re e non ex re". Aggiungo un piccolo particolare riguardante uno degli uomini coinvolti nell'intricata vicenda: Vincenzo Selvaggi, che nel 1953 tornò in parlamento nella II legislatura alla Camera con il Partito Nazionale Monarchico e passò poi nelle file del Partito Monarchico Popolare, morì prematuramente nel 1957, quando era ancora deputato, all'età di soli 43 anni. Subentrò nella sua carica Luigi Zuppante.
Le tempeste non toccano il fondo, e passano Alla Vigesimo quinto anno del 1903, fanno eco le parole scritte da papa Leone XIII nella sua precedente enciclica: Inimica Vis del 1892. Afferma il pontefice: "Ora sono in pericolo la fede degli avi e la salvezza assicurata agli uomini da Gesù Cristo, e conseguentemente anche i benefìci della civiltà cristiana. Infatti, la setta dei Massoni, non temendo nulla, non indietreggiando davanti a nessuno, aumenta ogni giorno d'audacia: il suo contagio è penetrato in tutte le comunità ed essa si sforza sempre più per insinuarsi in tutte le istituzioni pubbliche, cospirando in tal modo, secondo la sua abitudine, per strappare al popolo italiano la religione cattolica, principio e sorgente dei beni supremi. Da qui i molteplici artifìci per attaccare la fede divina; da qui il disprezzo della legittima libertà della Chiesa oppressa dalle leggi. Si ammette così in teoria ed in pratica che la Chiesa non ha in sé il diritto e la ragione d'essere di una società perfetta; che lo Stato debba avere la prevalenza su di lei e che il potere civile debba avere la precedenza sul potere spirituale. Da questa dottrina perniciosa e falsa, più volte condannata dai giudizi della Sede Apostolica, derivano molti mali, e specialmente il fatto che i governanti civili si arrogano dei diritti che non appartengono ai loro poteri, e non esitano punto ad appropriarsi di quello che hanno tolto alla Chiesa." Ma torniamo alla successiva Vigesimo quinto anno: "[...] L'impiego, dappertutto, delle medesime armi della calunnia e dell'eccitamento popolare, mostrano l'identità dei propositi e la parola d'ordine uscita da uno stesso centro di direzione. Episodio del resto che si associa a quel piano prestabilito, e che si va largamente traducendo in atto, per moltiplicare i danni già da Noi annoverati, e soprattutto per restringere fino alla totale esclusione l'insegnamento religioso, formando così generazioni d'indifferenti e d'increduli; per impugnare con la stampa la morale della Chiesa, per schernirne finalmente le pratiche e profanarne le feste." Già qui viene ben delineato il ruolo cruciale di continua mistificazione della verità svolto dalla stampa (e successivamente dagli altri media) che istiga le masse verso un decadimento dei costumi e soprattutto dei valori. Cui si aggiunge l'attacco alla fede stessa della Chiesa. Tuttavia papa Leone XIII conclude lasciando sempre aperta la porta alla speranza, che nella fede diviene certezza, che le trame della massoneria ordite ai danni della Chiesa e del popolo italiano non giungeranno mai all'esito voluto. Anzi, Dio stesso "fornirà mezzi nuovi e impensati" perché le forze del male non prevalgano. "Non vorremmo che il quadro delle dolorose condizioni presenti avesse punto da abbattere nell'animo dei credenti la piena fiducia nel divino aiuto, che maturerà a suo tempo e per le sue vie il finale trionfo. Noi siamo altamente contristati nell'intimo del cuore, non però trepidi degl'immortali destini della Chiesa. La persecuzione, come dicemmo da principio, è il suo retaggio, perché Iddio ne trae beni più alti e preziosi, provando e purificando i Suoi figli. Ma pur permettendo le vessazioni e i contrasti, manifesta la Sua divina assistenza, che fornisce mezzi nuovi ed impensati, onde l'opera resta e ricresce senza che prevalgano le forze congiurate a suo danno. Diciannove secoli di vita, durata tra il flusso e riflusso delle umane vicende, insegnano che le tempeste non toccano il fondo, e passano." Il trionfo alle recenti elezioni russe ancora una volta di Vladimir Putin da una parte, e la passerella che Donald Trump sta compiendo alle primarie del suo partito, dall'altra, ci indicano ormai che la Cristianità non è affatto sconfitta: la guerra dell'Anticristo voluta dalla massoneria è persa, almeno per il momento. Anche se sappiamo dalla Sacra Scrittura, e precisamente dal libro dell'Apocalisse di Giovanni, che l'Anticristo tornerà in ultimo a sollevarsi. Tuttavia, secondo le parole pronunciate dalla Madonna stessa a Fatima, potremo sperare prima in un lungo "tempo di pace" che precederà la venuta dell'Anticristo. Mai come nel tempo presente infatti la massoneria mondiale si trova in così grande difficoltà: i progetti delle élite per il Nuovo Ordine Mondiale sono andati definitivamente in fumo e continuano a susseguirsi strani eventi. La dinastia dei Windsor, legata a doppio filo con la massoneria, dopo la morte della regina Elisabetta si trova in grande crisi e sembra prossima alla fine. Carlo è gravemente malato ed è sparito dalla scena pubblica, la nuora Kate ha subito un delicato intervento all'addome e non si è più vista pubblicamente. Piuttosto, sono state fatte circolare foto ritoccate e un filmato dubbio, che in molti ritengono abbia ripreso una sosia e non la principessa. Così anche William sembra essere uscito di scena e non aver alcuna intenzione di rimpiazzare il posto lasciato vuoto dal padre. "Le tempeste - come scrisse papa Leone XIII - non toccano il fondo e passano." La Cristianità, ma quindi anche la Chiesa Cattolica, sono ben lungi dall'essere sconfitte, malgrado le infiltrazioni massoniche abbiano attaccato la Chiesa al suo interno. Così lo stato invisibile italiano ha subito insieme al governo Meloni un'altra cocente umiliazione: il governo aveva preparato infatti un testo di "condanna delle elezioni" avvenute in Russia pochi giorni fa. Ma il Dipartimento di Stato di Anthony Blinken ne ha bloccato il testo: è la stessa Repubblica degli Elkann a darci la notizia. "Una divergenza di vedute tra il Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca e il Dipartimento di Stato sarebbe all'origine del mancato comunicato di condanna delle elezioni russe da parte del G7." Questo, se mai ce ne fosse ancora bisogno, ci fornisce chiare indicazioni su chi ha effettivamente il controllo del governo degli Stati Uniti d'America; il quale governo malgrado i primi proclami non ha mai inviato gli armamenti tanto richiesti da Zelensky in Ucraina. Dopo la sparizione e la fuga della vice presidente Kamala Harris, infatti, l'amministrazione Biden non è mai stata realmente in controllo. L'Unione Europea è ormai isolata e lo stato invisibile italiano non fa eccezione. Sembrano davvero gli ultimi colpi di coda di una bestia colpita mortalmente, ma che tarda a morire. Ancora Repubblica ci informa: "Con una decisione a sorpresa, oggi il primo ministro irlandese Leo Varadkar ha annunciato le sue dimissioni. Il Taoiseach (come si chiama in lingua gaelica il leader di governo) ha annunciato in una conferenza stampa improvvisata a Dublino di lasciare ‘per motivi personali e politici, ma soprattutto politici', senza però andare nei dettagli". A precedere Varadkar lo scorso dicembre, il primo ministro del Galles, Mark Drakeford, che aveva annunciato le proprie dimissioni sia dalla carica di primo ministro che da quella di leader del Partito laburista del Galles. Il globalismo sta perdendo pezzo a pezzo i suoi sostenitori mentre il governo Meloni si trova isolato e privo dei suoi referenti sovranazionali. Matteo Salvini tenta ancora di riconquistare un improbabile consenso lodando adesso il presidente Putin.
Un uomo da non dimenticare Vigesimo quinto anno, che abbiamo ricordato, rimane il testamento spirituale di papa Leone XIII, colmo di fede e di speranza, che ci delinea un acuto quadro dell'epoca oltre che, in maniera impressionante, quello attuale. Ma ci dice tanto anche su quello che fu il temperamento e la forza di un uomo eccezionale. Leone XIII, al secolo Vincenzo Pecci, originario della provincia di Roma, sarebbe morto solo l'anno successivo all'età di 93 anni.
Papa Leone XIII in un fotogramma di una pellicola del 1898, girata da William Dickson per la Biograph: è il primo filmato della storia in cui compare un papa
Per tutta la vita, anche da pontefice, visse in modo sobrio e senza pretese: abituato a vivere persino senza riscaldamento nei mesi più freddi, acconsentì ad accendere i caloriferi dei suoi appartamenti vaticani solo pochi anni prima di morire, su espresso consiglio dei medici. Lavorò alacremente fino all'ultimo, lottando contro la morte, e in modo incessante. Così scrisse La Domenica del Corriere, sei giorni dopo la sua morte, avvenuta il 20 luglio 1903: "La storia ricorderà a lungo la lotta che il pontefice sostenne con la morte, quantunque tutti prevedessero che in causa della tarda, eccezionale età egli non potesse giacere a lungo malato. Dal 5 luglio i fedeli s'attendevano ogni mattina l'annuncio del decesso. I romani accorrevano in piazza San Pietro per osservare la finestra della camera da letto e trarre oroscopi dalla durata del tempo che rimaneva aperta per il cambio d'aria, ma ognuno apprendeva tosto con lieto stupore che l'illustre infermo aveva ricevuto i suoi cardinali, s'era occupato delle faccende relative al governo della Chiesa, era passato dal letto su la poltrona e persino aveva all'indomani dell'estrema unzione corretto le bozze della sua ultima poesia in latino. Con l'ostinazione dei fanciulli e dei vecchi vigorosi, Leone XIII si è spesso ribellato alle ingiunzioni dei suoi medici, a dir la verità senza immediato suo danno." E' il ritratto stesso della forza instancabile della Chiesa, che mai, per mezzo della croce e del sicuro sostegno del suo Signore ma anche della Chiesa celeste, che nello Spirito Santo non fa sosta alcuna nella sua incessante preghiera rivolta al Padre, potrà essere vinta dalle forze oscure del male.
Post n°163 pubblicato il 26 Marzo 2024 da daniela.g0
Tag: Anticristo, brogli, elezioni, Italia, Leone XIII, massoneria, Monarchia, Napoli, paganesimo, Repubblica, scristianizzazione, smascherare, Stato, stato profondo, strage, via Medina, Vigesimo quinto anno La copertina del libro di mons. George Dillon, pubblicato nel 1885, in risposta all'appello di papa Leone XIII "a strappare la maschera dalla Massoneria"
La guerra dell'Anticristo contro la Chiesa Cattolica e la Civiltà Cristiana Il direttore di LifeSiteNews, John-Henry Westen, ha ospitato nel suo Show alla fine di maggio dello scorso anno Joshua Charles, convertito alla fede cattolica dal Protestantesimo e curatore di una nuova edizione di un libro che tratta del rapporto della Chiesa con la massoneria. Alcuni brani della sua intervista risultano molto interessanti in merito a molti aspetti che riguardano la Chiesa Cattolica ma anche su quanto avviene prevalentemente nella società occidentale da alcuni secoli. E sul ruolo nascosto della massoneria fino all'arrivo dell'Anticristo. Come riporta Westen, la Chiesa Cattolica ha diffuso ripetute condanne nei confronti della massoneria sin dalla sua nascita ufficiale nel Settecento. Nel 1885, il sacerdote cattolico mons. George Dillon, DD, pubblicò un libro in lingua inglese che descriveva dettagliatamente il complotto nascosto ordito dalla massoneria per rovesciare la Chiesa e distruggere la Cristianità, e il libro a sua volta ricevette l'approvazione di papa Leone XIII. Il pontefice lo giudicò talmente attendibile che ne pagò la traduzione e la stampa in italiano. Joshua Charles ha recentemente curato la nuova edizione del libro di Dillon pubblicato dalla TAN con il titolo: The War of the Antichrist with the Church and Christian Civilization, che spiega perché la Chiesa ha ripetutamente condannato la massoneria e quale siano i suoi ultimi obiettivi. Secondo Charles, "La differenza essenziale è che noi cattolici crediamo di non poter salvare noi stessi. Dobbiamo ricevere lo Spirito Santo nel Battesimo e nei sacramenti se cadiamo, e questo ci viene dato dalla grazia di Dio, e quando ci viene dato, le nostre anime diventano un tempio per la Sua presenza... La radice della [massoneria ] è il contrario, la divinità risiede già nella natura umana... latente, per così dire, in attesa di essere sbloccata mediante loro stessi, dalla loro gnosi, dalle loro conoscenze, dalle loro conoscenze particolari, dai loro rituali, dai loro segni, dai loro simboli. E che in questo è la salvezza invece di una partecipazione alla natura divina stessa, credono che sia già presente. E quindi quando ci dirigiamo verso il panteismo, abbiamo la sensazione che il divino sia intrinseco alla natura stessa. E non c'è bisogno della grazia." Charles ha spiegato che i massoni hanno come obiettivo finale la reintroduzione delle religioni misteriche pagane pre-cristiane, come i Misteri Eleusini nell'antica Grecia o il Mitraismo nell'antica Roma. "I veri libri massonici... affermano esplicitamente che sono la restaurazione del sistema misterico pagano che ha preceduto l'Incarnazione di Nostro Signore", ha detto Charles. "E sappiamo dall'apostolo Paolo, che credo stia citando i Salmi, che gli déi delle nazioni sono demoni. Quindi prima dell'Incarnazione di Nostro Signore, ci fu letteralmente un atto di alleanza tra l'uomo e il demoniaco. E questo teneva il mondo, attraendolo all'ignoranza e alla superstizione." "E così i misteri cristiani finiscono per soppiantare e distruggere, anzi sconfiggendoli, i misteri pagani. Ebbene, la massoneria si considera una restaurazione di questi misteri pagani. Questo è quello che dicono molti di loro", ha continuato. "E quindi il motivo per cui vogliono restaurare questi misteri pagani è perché si tratta del sistema pre-cristiano in cui l'uomo trovava la salvezza in qualche falso tentativo di essere come Dio, che è ciò a cui Satana ci aveva tentato in primo luogo." Charles ha continuato affermando inoltre che il mezzo di questa reintroduzione dei culti misterici pagani è, secondo fonti massoniche, la reintroduzione di un'alleanza attiva tra gli esseri umani e il demoniaco. Abbandonando un momento l'intervista, aggiungerei che si spiegano bene sotto questa luce le incredibili affermazioni che Vladimir Putin, presidente della Federazione Russa, ha rilasciato durante una recente intervista al canale televisivo PИA HOBOCTИ. Putin ha dichiarato: "Da secoli le élite occidentali usano riempirsi il ventre di carne umana e le tasche di denaro ma esse devono comprendere che il festino del vampiro sta per finire." Charles ha spiegato ancora che nella massoneria esistevano due partiti, un Partito Intellettuale e un Partito della Guerra, guidati da un direttorio segreto, l'ultimo direttore del quale, suggerisce Charles, sarà l'Anticristo. "Mons. Dillon sosteneva che esistesse un elenco segreto che controllava centralmente tutti o la maggior parte dei gruppi occulti nel mondo che cercavano di rovesciare la Cristianità", mi ha detto Charles. "Ha affermato che questa directory era diretta da un individuo con pochissime persone intorno a lui che ne erano a conoscenza." "Questa directory controlla tutto a livello centrale", ha continuato Charles. "E quello che fa è ciò che viene chiamato il Partito Intellettuale e il Partito della Guerra. Il Partito Intellettuale sono le idee, i legislatori, qualunque cosa. Il Partito della Guerra sono, immagino che potremmo dire, gli attivisti, i manifestanti di strada, forse quelli che diventano violenti. E fondamentalmente... il Partito Intellettuale sa sempre cosa stia facendo il Partito della Guerra. Ma il Partito della Guerra non sempre sa cosa faccia il Partito degli Intellettuali, quindi vengono tenuti separati." [...] "Con l'Illuminismo... abbiamo iniziato a considerare la natura come qualcosa da manipolare e controllare a fini di potere, mentre... nella... mentalità cristiana medievale... la natura era sacramentale, nel senso che guardavi qualcosa nella natura e la associavi automaticamente a Dio. In che modo questa fatto naturale punta a ciò che è più alto di se stesso? Le cose sono cambiate davvero con l'Illuminismo". Secondo Charles, a causa del rifiuto del Magistero della Chiesa da parte dei primi protestanti, non c'era più un senso di certezza in materia religiosa, e questa mentalità si è diffusa nella filosofia e nelle scienze naturali, cambiando "la visione dell'uomo della natura da sacramentale a meccanicistica". L'obiettivo dei massoni specificamente contro il Cattolicesimo, sostiene ancora Charles, è legato alla venuta dell'Anticristo. Sottolineando che la sua opinione è un'opinione basata sui commenti patristici della Scrittura, sostiene che l'uso da parte di san Paolo del termine "uomo dell'iniquità" nella sua lettera ai Tessalonicesi, universalmente ritenuto l'Anticristo, significa che Cristo e la Sua Chiesa sono le fonti della legittimità. Quindi, sostiene Charles, il programma massonico di reintrodurre i culti misterici pagani significa non solo una sfida alla distinzione cattolica tra ordine temporale e spirituale, qualcosa di estraneo al paganesimo che Charles ritiene i massoni vogliano reintrodurre, ma anche l'introduzione dell'Anticristo. "Ora, perché è importante questa distinzione? Perché il potere temporale, un potere puramente naturale, privo di grazia, non è capace di condurre le persone a Dio", ha proseguito. "C'è bisogno del potere spirituale, nel senso che le nostre menti... hanno bisogno della grazia... per discernere ciò che Dio richiede. La stessa cosa con il potere temporale. Il potere temporale ha bisogno del potere spirituale per guidarlo nella giusta direzione." Charles ha spiegato anche che il katéchon [dal greco antico τὸ κατέχον: ciò o colui che trattiene, n. d. r.], a cui fa riferimento san Paolo, la forza frenante che impedisce al mistero dell'iniquità di manifestarsi, è, nella sua comprensione, la Chiesa Cattolica, e che i culti misterici pagani sono il mistero dell'iniquità, che porta alla ascesa dell'Anticristo. [...] Qui aggiungerei le recenti parole rilasciate dall'arcivescovo Carlo Maria Viganò in occasione del "Primo Giorno della Memoria dell'Olocausto Sanitario", che si è svolto in Italia l'11 marzo scorso, che procedono esattamente in questa direzione. Viganò sostiene infatti che la cabala globalista vorrebbe instaurare il regno dell'Anticristo sulla Terra. Ma ha sottolineato anche, di fronte a quello da lui stesso definito come "olocausto sanitario", che "questi assassini si ritroveranno presto a rispondere dei loro crimini, se non davanti al tribunale del mondo, certamente davanti a Dio". Riferendosi quindi alle affermazioni del dottor Massimo Citro della Riva, Viganò ha commentato: "con questo termine (olocausto sanitario, n. d. r.) lei evidenzia da un lato la portata del crimine commesso dai servitori dell'OMS, e dall'altro la volontà di 'sacrificare' milioni di vittime al Moloch globalista. Non perda di vista questo elemento fondamentale: lo sterminio - con modalità non dissimili da quelle che i regimi totalitari del secolo scorso provocarono - ci mostra l'aspetto rituale del Great Reset e rivela la cultura di morte abbracciata da chi lo promuove." Ma facciamo ritorno all'intervista condotta dal direttore di LifeSiteNews: Più tardi, durante la nostra conversazione, Charles ha citato papa san Gregorio Magno, dottore e padre della Chiesa. Riferendosi ai Moralia su Giobbe di san Gregorio, Charles ha riferito: "La Chiesa prima della comparsa dell'Anticristo sarebbe stata gravemente indebolita. San Gregorio afferma... che la voce della dottrina sarebbe rimasta silenziosa. Afferma... che la penitenza sarebbe stata più debole, che ci sarebbero stati meno miracoli". Charles ha spiegato anche che san Gregorio fornisce due ragioni sul perché questo sarebbe accaduto, che concordano con ciò che san Paolo discute nella sua lettera ai Tessalonicesi. "San papa Gregorio Magno dice che la ragione per cui questa [debolezza della Chiesa] è permessa è affinché coloro... che non amano Nostro Signore, si mostrino chi e cosa sono, e tanto più facilmente cadano. Inoltre, coloro che amano Nostro Signore meriteranno ancora di più per il fatto che potranno contare sempre meno su ciò che vedono e sempre di più su ciò che sanno [da ciò che insegna l'immutabile Magistero della Chiesa]".
Vigesimo quinto anno Da un pontefice vissuto nell'antichità come san Gregorio Magno, facciamo ora un grande salto ad un altro papa vissuto più recentemente, che, come abbiamo già visto, si è battuto con tutte le sue forze nel corso della sua lunga vita contro l'assalto che la massoneria ha lanciato non soltanto contro la Chiesa Cattolica ma anche contro tutta la Cristianità. Sto parlando di papa Leone XIII, che scrisse nel 1902, quasi a termine del suo pontificato, la lettera apostolica Vigesimo quinto anno. Nel corso della sua coraggiosa lettera, Leone XIII tratta di molte realtà dell'epoca che si rivelano ancora adesso di un'attualità impressionante. In particolare il pontefice tratta dell'entità Stato e della sua invisibile infiltrazione ad opera dei massoni, e sul destino e il ruolo cruciale svolto dalla Chiesa Cattolica.
Papa Leone XIII in una fotografia scattata intorno al 1898
Molte di queste affermazioni si integrano bene con le precedenti, fornendoci un quadro più ampio per la comprensione degli odierni fatti storici. Scrive papa Leone XIII: "La santa Chiesa di Cristo dovette sostenere in ogni tempo contrasti e persecuzioni per la Verità, per la giustizia. Istituita da Lui medesimo per propagar nel mondo il regno di Dio, e mercé la luce della legge evangelica guidare la decaduta umanità a un soprannaturale destino, cioè all'acquisto di beni immortali da Dio promessi, ma superiori alle nostre forze, urtò necessariamente contro le passioni che pullularono al piè dell'antica decadenza e corruzione, vale a dire contro l'orgoglio, la cupidigia e l'amore sfrenato dei godimenti terreni, e contro i vizi e i disordini che da esse procedono, e che nella Chiesa trovarono sempre il più poderoso ritegno. Né il fatto di queste persecuzioni vorrà recarCi stupore, se furono dal divino Maestro a nostra norma predette, e se sappiamo che dureranno quanto il mondo. Che disse infatti ai suoi Discepoli, inviandoli a portare il tesoro delle sue dottrine a tutte le genti? Ognuno lo sa: "Sarete perseguitati di città in città, sarete odiati e vilipesi per il mio nome, sarete tradotti innanzi ai tribunali e condannati a supremi patimenti". E volendo incoraggiarli alla prova, additò se come esempio: "Si mundus vos odit, scitote quia me priorem vobis odio habuit" ["Se hanno odiato me, odieranno anche voi", n. d. r.] (Gv 15,18). Ecco le gioie, ecco le ricompense promesse quaggiù. [...] Dischiuso così il cammino, sopraggiunge il filosofismo orgoglioso e beffardo del secolo decimottavo [1700, n. d. r.], e va più oltre. Ei toglie a scherno il sacro codice delle Scritture e ripudia in fascio tutte le Verità divinamente rivelate, coll'intento finale di spegnere nella coscienza delle nazioni ogni religiosa credenza, ogni alito di spiriti cristiani. Uscirono da queste fonti i funesti e deleteri sistemi del razionalismo e panteismo, del naturalismo e materialismo, che instaurano sotto nuova sembianza errori antichi già pur confutati vittoriosamente dai Padri e apologisti dei tempi cristiani. [...] [...] E in quest'opera perniciosa e sleale va innanzi agli altri una setta tenebrosa, che la società porta da lunghi anni nei suoi fianchi, come un morbo letale, che ne contamina la sanità, la fecondità e la vita. Personificazione permanente della rivoluzione, costituisce una specie di società a rovescio, il cui scopo è un predominio occulto sulla società riconosciuta, e la cui ragione d'essere consiste nella guerra a Dio e alla sua Chiesa. Non sarebbe d'uopo neppure nominarla, ché tutti raffigurano a questi contrassegni la massoneria, della quale parlammo di proposito nella Nostra Enciclica "Humanum genus" del 20 Aprile 1884, denunziandone le malefiche tendenze, le false dottrine, le opere nefaste. Questa setta, che abbraccia nell'immensa rete quasi tutte le nazioni e si collega con altre sette, che muove con occulti fili, allettando i suoi affiliati con l'esca dei vantaggi che loro procura, piegando i reggitori ai suoi disegni or con promesse, or con minacce, è giunta ad infiltrarsi in tutti gli ordini sociali ed a formare quasi uno stato invisibile ed irresponsabile nello Stato legittimo. Piena dello spirito di Satana che, come diceva l'Apostolo, sa all'uopo trasfigurarsi in angelo di luce (2 Cor 11,14), vanta fini umanitari, ma tutto sfrutta ad intento settario, e mentre dichiara di non aver mire politiche, esercita larga azione nel movimento legislativo e amministrativo dello Stato; mentre professa rispetto alle autorità imperanti e perfino alla Religione, mira come a scopo supremo (ed i suoi stessi regolamenti lo affermano) allo sterminio dell'impero e del sacerdozio considerati da essa come nemici della libertà."
Lo "stato invisibile e irresponsabile" Leone XIII chiarisce senza mezzi termini come la massoneria abbia penetrato tutti gli strati della società, benché fosse ancora il 1903. Ma il rilievo più interessante è che papa Leone XIII parli di fatto di uno "stato invisibile ed irresponsabile" all'interno dello Stato legittimo. Ne ho parlato soltanto poco tempo fa: come ci trovassimo ormai davanti ad un anti-Stato che di fatto si è impadronito dello Stato legittimo. E' la "setta", la massoneria, l'unica responsabile della situazione, capace di mistificare la realtà celandosi dietro le apparenze di una falsa onestà e trasparenza. E' molto significativo a tal proposito quell'angelo di luce in cui sa trasformarsi la massoneria secondo le necessità del momento per ingannare. Qualche fondatissimo dubbio occorre porlo anche sulla legittimità stessa dello Stato repubblicano. Non si possono dimenticare le insistenti voci di brogli elettorali che accompagnarono la proclamazione della Repubblica nel giugno 1946. Né si può dimenticare il copioso sangue versato nelle proteste che si verificarono in quelle ore febbrili che ne precedettero la proclamazione. Al referendum istituzionale del 2 - 3 giugno 1946 la Repubblica ottenne 12 milioni di voti e la Monarchia 10 milioni. Ma l'Italia si trovava divisa: il Sud per la Corona, il Nord contro. La maggioranza doveva essere calcolata sul totale dei votanti (incluse quindi le schede bianche e nulle), e visto i numerosi ricorsi presentati dai monarchici il risultato non era affatto chiaro. Il 10 giugno la Corte di Cassazione comunicò il verdetto delle urne ma non proclamò la Repubblica, riservandosi di esaminare le contestazioni. Davanti all'incertezza dell'esito del referendum e allo scontro tra De Gasperi e Umberto II, cominciarono a diffondersi notizie di brogli a danno della Monarchia, e i napoletani, dal 5 giugno scesero in piazza invocando il re. La città di Napoli era già stata teatro in precedenza di scontri sanguinosi, e l'allora ministro dell'Interno Giuseppe Romita aveva militarizzato la città con la polizia ausiliare. Da più parti quindi si gridò ai brogli che accesero gli animi in città e la sera del 7 giugno 1946 una bomba, scagliata da mani ignote, colpì un gruppo di manifestanti monarchici e ferendo mortalmente un giovane, Ciro Martino, morto poi in ospedale.
La strage dei giovani Napoletani Il giorno successivo si diffuse la voce, rivelatasi poi completamente infondata, di un arrivo a Napoli di Umberto II, deciso a battersi per la monarchia. Si formò un grande corteo monarchico, che si scontrò con un blocco di ausiliari di pubblica sicurezza inviati dal ministro dell'Interno Romita per controllare la situazione. Nello scontro morì, ferito alla testa, il quattordicenne Carlo Russo; la situazione non degenerò ulteriormente solo grazie all'intervento dei Carabinieri, al tempo ritenuti un'arma fedele al re. L'8 giugno durante incidenti con le forze di pubblica sicurezza rimase ucciso il sedicenne Gaetano d'Alessandro. Qualche giorno dopo, precisamente l'11 giugno, mentre si era in attesa della proclamazione ufficiale dei risultati del referendum, si ebbero in via Medina scontri violentissimi: nella via all'epoca esisteva la sede napoletana del Partito Comunista Italiano. Quel giorno si diffuse la notizia che la sede del partito esponeva oltre alla bandiera rossa con falce e martello anche una bandiera tricolore priva dello stemma sabaudo e recante invece l'effigie di una testa di donna turrita, nel campo bianco al posto dello stemma sabaudo. Per i monarchici si trattava di una vera e propria provocazione. Un corteo monarchico si recò allora in via Medina, dove si trovava la sede del partito, e cercò di togliere il tricolore esposto, ma venne bloccato da un cordone della polizia. I manifestanti tentarono di raggiungere il balcone dove era esposto lo stendardo con una scala che fu prontamente fatta cadere: il marinaio che era arrivato in cima morì il giorno dopo in ospedale. Ne seguì una feroce e sanguinosa repressione: presto arrivarono i rinforzi che non esitarono minimamente a sparare sulla folla. L'ordine arrivò da Roma, i monarchici lo attribuirono direttamente a Giorgio Amendola. Alla fine della giornata si contarono ben nove manifestanti monarchici uccisi e una cinquantina di feriti; tra i morti anche la giovane studentessa Ida Cavalieri che, avvolta con un tricolore con la corona sabauda, fu investita da un'autoblindo delle forze dell'ordine. Di quei momenti terribili, dove furono massacrati anche ragazzini di soli quattordici anni, non ci resta quasi più nulla. Qualche sgranata fotografia, non un filmato. I libri di scuola avrebbero poi cancellato quell'episodio come se non fosse mai avvenuto, come se la vergogna di quelle morti di giovani minorenni (la maggiore età allora si raggiungeva a 21 anni) potesse e dovesse essere cancellata dalla memoria di tutta l'Italia. Ma a noi il compito di non dimenticare: a guerra finita, alle innumerevoli stragi compiute dai partigiani, si aggiungeva ancora altro sangue versato da giovanissimi italiani. Il volto "simbolo" di Anna Iberti incarnava "il nuovo ruolo della donna", attraversando un buco nella copertina del Corriere della Sera del 6 giugno 1946 con la notizia dei risultati della nascita della Repubblica Italiana. Ma a questo volto, anche se la "falsa storia" ha cancellato ogni traccia, dovrebbe esserne accostato un altro, sempre di una giovane donna: quello senza sorriso di Ida, di soli 19 anni, gli occhi spenti e un corpo senza vita avvolto in un tricolore italiano. Era questo "il nuovo ruolo della donna", che la Prima Repubblica aveva preparato?
Fotografie scattate a Napoli subito dopo gli scontri
Il popolo "sovrano" era costretto ad imparare che il prezzo pagato per esercitare la sua "sovranità" consisteva anche negli scontri violentissimi con le forze dell'ordine e nell'abbondante sangue versato: come già accaduto nella storia, le uniche "rivoluzioni" destinate "a buon fine" sarebbero state quelle manovrate dalla massoneria.
Fine prima parte
Post n°162 pubblicato il 14 Marzo 2024 da daniela.g0
Tag: 'ndragheta, Bergoglio, camorra, Chiesa Cattolica, cristianesimo, decadimento etico, inganno, Italia, Leone XIII, mafia, massoneria, massoni, ordine, quadro, Sacra Scrittura, unità d'Italia Il grande papa Leone XIII, in una fotografia ufficiale scattata l'11 aprile 1878
Il sovvertimento dell'ordine fondato sul Cristianesimo "Insinuandosi sotto specie di amicizia nel cuore dei Principi, i Frammassoni mirarono ad avere in essi complici ed aiuti potenti per opprimere il Cristianesimo; e a fine di mettere nei loro fianchi sproni più acuti, si diedero a calunniare ostinatamente la Chiesa come nemica del potere e delle prerogative reali. Divenuti con tali arti baldanzosi e sicuri, acquistarono influenza grande nel governo degli Stati, risoluti per altro di crollare le fondamenta dei troni, e di perseguitare, calunniare, discacciare chi tra' sovrani si mostrasse restio a governare a modo loro. Con arti simili adulando il popolo, lo trassero in inganno. Gridando a piena bocca libertà e prosperità pubblica; facendo credere alle moltitudini che dell'iniqua servitù e miseria, in cui gemevano, tutta della Chiesa e dei sovrani era la colpa, sobillarono il popolo, e lui smanioso di novità aizzarono ai danni dell'uno e dell'altro potere. Vero è bensì che dei vantaggi sperati maggiore è l'aspettazione che la realtà: anzi oppressa più che mai la povera plebe si vede nelle miserie sue mancare gran parte di quei conforti, che nella società cristianamente costituita avrebbe potuto facilmente e copiosamente trovare." Così fu travolto Francesco II di Borbone e spazzato via il Regno delle Due Sicilie, dopo un'eroica resistenza a cui dovette seguire la capitolazione di Gaeta, il 13 febbraio 1861. Al cadere del suo Regno, queste le parole dell'ultimo re delle Due Sicilie: "Traditi egualmente, egualmente spogliati, risorgeremo allo stesso tempo dalle nostre sventure; perché mai ha durato lungamente l'opera dell'iniquità, né sono eterne le usurpazioni". Nel 2020 fu annunciata dal cardinale Crescenzio Sepe l'apertura della sua causa di canonizzazione, per la quale Francesco II di Borbone è attualmente riconosciuto con il titolo di Servo di Dio dalla Chiesa Cattolica. Mentre le "grida a piena bocca" di "libertà e prosperità pubblica" sono giunte fino ad oggi invariate, insieme all'inganno con cui la massoneria prospetta alla "povera plebe" una vita migliore ma che si scopre invece sempre più oppressa nelle sue miserie. Papa Leone XIII, al termine della sua enciclica Humanum Genus dichiara: "[...] Chiunque ha cara quanto deve la professione cattolica e la propria salute, non si lusinghi mai di poter senza colpa iscriversi, per qualsivoglia ragione, alla setta Massonica. Niuno si lasci illudere alla simulata onestà; imperocché può ben parere a taluno che i Massoni nulla impongano di apertamente contrario alla fede e alla morale: ma essendo essenzialmente malvagio lo scopo e la natura di tali sette, non può essere lecito di darvi il nome, né di aiutarle in qualsivoglia maniera".
La squadra e il compasso, con la lettera "G" centrale che indica il "Grande Architetto"(satana), simbolo delle logge massoniche
Il decadimento etico e culturale della società occidentale Alla luce delle parole di papa Leone XIII, che fu anche il protagonista di una visione terrificante dove sentì anche la voce di Cristo discutere con il demonio sul futuro della Chiesa, non si può non pensare all'assoluto degrado morale che si è impadronito della nostra società occidentale. Degrado che, proprio come descritto da Leone XIII, sarebbe stato programmato dalle sette massoniche per poter controllare meglio i popoli. Basti pensare allo spaccio di droghe nel nostro Paese. All'indomani della caduta del regime fascista, l'Italia è stata gradualmente invasa dalla droga americana e da una moltitudine di spacciatori che hanno invaso via via scuole e strade delle città italiane con il placet di quello che lentamente, tra Prima e Seconda Repubblica, si è trasformato più in un anti-Stato che in uno Stato apparentemente democratico. Così è avvenuto lo stesso con lo spalancamento delle porte agli immigrati clandestini, molti dei quali provengono dalle patrie galere degli Stati di origine. Di ruberie ai cittadini e stupri di gruppo persino a ragazzine di soli tredici anni, avvenuti in pieno centro città, si parla poco. E quando se ne parla, i media omettono perlopiù di riportare che i colpevoli siano stranieri. E ancora, una degenerazione morale che ha importato, a modello americano, l'ideologia LGBTQ+ da propinare nelle scuole ai bambini delle elementari mentre al contempo viene sapientemente eliminato qualsiasi riferimento alla religione cattolica durante l'insegnamento scolastico. Ma il decadimento etico è arrivato sin nella Chiesa, persino al suo stesso interno: non deve stupire il quadro che Bergoglio tiene alle sue spalle nello studio, eloquente sul degrado morale in cui versano gli alti esponenti del clero. Quell'uomo nudo che vorrebbe rappresentare Gesù Cristo, nell'atto di chinarsi su Giuda, mostra un'anca che non sembra, a mio parere, affatto maschile. La corporatura dell'uomo Gesù di Nazareth doveva essere possente: ciò si evince facilmente leggendo l'episodio della cacciata dei mercanti dal Tempio, dove Gesù stesso non esita a farsi una "sferza di cordicelle" per cacciare via i venditori che profanavano "la casa del Padre mio" (cfr. Gv 2,13-17). L'episodio è attestato concordemente da tutti e quattro i Vangeli (cfr. anche Mt 21,12-13; Mc 11,15-17; Lc 19,45-46). In particolare l'evangelista Giovanni, il "testimone oculare" dei fatti, ci scrive come Gesù "scacciò tutti fuori dal tempio con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiavalute e ne rovesciò i banchi". Inoltre l'immagine lasciata sulla Sacra Sindone, preziosa dal punto di vista storico, indica che doveva necessariamente trattarsi di un uomo molto alto per l'epoca: si parla di oltre un metro e ottanta di altezza, capace quindi di incutere soggezione negli interlocutori, la cui altezza media era largamente inferiore. La "misericordia per tutti" (ma spesso solo per alcuni) di Bergoglio sembra ignorare il giudizio senza appello che Gesù rivolge a Giuda, il traditore (oltre che ladro e mentitore): «Il Figlio dell'uomo se ne va, come è scritto di lui, ma guai a colui dal quale il Figlio dell'uomo viene tradito; sarebbe meglio per quell'uomo se non fosse mai nato!» (Matteo 26,24)
Il controverso dipinto che attualmente si trova nello studio personale di Jorge Bergoglio
E non è l'unico caso: ci sono statue di nuova realizzazione in alcune parrocchie italiane che osservandole risultano quantomeno dubbie. Grandi santi del calibro di Francesco d'Assisi rappresentati con una morbida anca che ricorda quella femminile, capo coperto (dal cappuccio) e braccia incrociate, in perfetta posa massonica. Succede a pochi chilometri dalla mia abitazione, all'interno di una chiesa cattolica. Alcuni hanno capito, ma altri ancora non si accorgono di nulla. D'altronde il giudice Giovanni Falcone, alla secca domanda: "Chi comanda a Palermo?", rispose senza mezzi termini: "Comandano i cavalieri, ma sul giornale questo lei non può scriverlo", alludendo ai cavalieri del Santo Sepolcro. A significare l'occulto mescolamento tra esponenti del mondo religioso cattolico e massoneria, che procede ormai da secoli, e che mette la Chiesa in grave pericolo. E non solo, anche lo Stato Italiano. Come bene aveva presagito il grande pontefice Leone XIII. La massoneria, da cui dipendono molto strettamente mafia, 'ndrangheta e camorra, in quanto in effetti sue creature, ha spadroneggiato nel nostro Paese a partire dall'Unità d'Italia. Così scrive lo scrittore Ubaldo Sterlicchio: «La mafia siciliana e la camorra napoletana, prima della conquista piemontese, erano semplici organizzazioni malavitose come quelle che esistono e sono sempre esistite in ogni paese del mondo. Relegate ai margini della società civile, esse venivano efficacemente combattute dalla polizia borbonica, ai cui membri, per questa ragione, nell'ambiente della criminalità, fu affibbiato l'appellativo di "feroci". Ma, grazie al determinante contributo fornito all'impresa dei Mille, mafia e camorra uscirono dall'anonimato e furono legittimate a tutti gli effetti, compiendo un notevole salto di qualità: da delinquenza parassitaria si trasformarono in criminalità imprenditoriale e si radicarono saldamente nel potere politico. Da quel momento, esse divennero una macchia indelebile, un cancro inestirpabile per questa travagliata Italia. «[...] Non sorprende, quindi, anche la recente notizia, peraltro ben documentata da un video dei carabinieri, concernente l'attuale formula-giuramento del rito di affiliazione della 'ndrangheta, che così recita: "Nel nome di Garibaldi, Mazzini, La Marmora, con parole di umiltà formo la santa società. Giuro...". Inoltre, secondo la ricostruzione degli investigatori, Giuseppe Garibaldi rappresenta il "capo del Locale di 'ndrangheta" (cioè il responsabile locale dell'organizzazione), Giuseppe Mazzini il "contabile" ed Alfonso La Marmora riveste la carica di "236° mastro di giornata", una delle più alte nella medesima associazione delinquenziale. L'evocazione di questi tre potenti uomini del Risorgimento, in vita notoriamente affiliati a logge massoniche e da morti celebrati (non casualmente!) negli ambienti della malavita organizzata, sono la chiara dimostrazione dell'occulto collegamento esistente fra le associazioni criminali e quelle massoniche, un'interconnessione che, a partire dal 1860, costituisce la struttura portante del sistema di potere affaristico Italico». Questo occulto collegamento non può sfuggire ai successori degli apostoli, quali rappresentano i vescovi di santa romana Chiesa. Malgrado tutto, però, il messaggio che adesso alti prelati pretenderebbero di veicolarci sfacciatamente, e in aperto contrasto con tutti i pronunciamenti ufficiali nel corso della storia da parte del Magistero della Chiesa Cattolica, è che in fondo non esista alcuna opposizione tra Chiesa e massoneria. Entrambe in ultima analisi sarebbero animate "dagli stessi buoni propositi". Non si deve mai dimenticare invece "la simulata onestà" ostentata dai massoni, cosicché sfugge realmente ciò che essi "impongono di apertamente contrario alla fede e alla morale", secondo le autorevoli parole di papa Leone XIII. Le attività filantropiche della massoneria - e aggiungo anche le attività filantropiche che caratterizzano associazioni come Rotary e Lions - non devono ingannare nessuno, tantomeno la recente e sfrontata apertura del clero bergogliano alla massoneria. Sembra che la falsa chiesa stia accelerando febbrilmente le sue attività, sapendo bene come la situazione internazionale sia ormai incandescente e gli equilibri geopolitici stiano mutando in fretta. La recentissima notizia delle dimissioni di Victoria Nuland da vicesegretario di Stato degli Stati Uniti si può considerare di portata storica: la Nuland, di origine ebraica e dalla lunga carriera politica, definita anche da alcuni suoi detrattori come "un demonio incarnato", è considerata responsabile del colpo di Stato in Ucraina del 2014 e il conseguente rovesciamento del governo del presidente Viktor Yanukovich. È stata accanita sostenitrice dell'Ucraina contro la Russia e il suo nome è associato a una serie di questioni fondamentali in politica estera. Mentre negli Stati Uniti procede al contempo il viaggio trionfale di Donald Trump all'interno delle primarie del suo partito. Ma quel che più conta adesso è che nessuno si lasci ingannare. Le parole dell'apostolo Paolo suonano come un monito da non dimenticare, dove i termini "Principato" e "Potestà" indicano qui le potenti e diaboliche forze del male: «Badate che nessuno vi inganni con la sua filosofia e con vuoti raggiri ispirati alla tradizione umana, secondo gli elementi del mondo e non secondo Cristo. E' in Cristo che abita corporalmente tutta la pienezza della divinità, e voi avete in lui parte alla sua pienezza, di lui cioè che è il capo di ogni Principato e di ogni Potestà.» (Colossesi 2,8-10)
Post n°161 pubblicato il 13 Marzo 2024 da daniela.g0
Tag: Chiesa Cattolica, cristianesimo, delitti, Francesco Coccopalmerio, Humanum Genus, incontro, lettera enciclica, logge, Mario Delpini, massoneria, Milano, naturalismo, segretezza
La Chiesa Cattolica proibisce il coinvolgimento e l'appartenenza alle logge massoniche, anche se vi sono persone che si dichiarano essere sia massoni che cattolici. Costoro affermano di attendere il tempo in cui il Vaticano cesserà la persecuzione dei massoni revocando i divieti contro i cattolici di aderire alla massoneria. Ma la storia della Chiesa ci dimostra come molti pontefici del passato reagirono con estrema durezza affermando l'assoluta incompatibilità del Cattolicesimo con le dottrine insegnate nelle logge massoniche. Già papa Clemente XII, nel 1738, nella bolla pontificia In Eminenti, sulla condanna della massoneria, giudicò l'appartenenza alla massoneria tanto pericolosa da imporre una scomunica latae sententiae su qualunque cattolico vi avesse aderito. La revoca della scomunica era riservata alla Santa Sede, i pontefici successivi richiesero inoltre al cattolico che avesse aderito alle logge che facesse conoscere al proprio vescovo i nomi di tutti gli altri cattolici che conosceva essere anch'essi massoni. La sentenza di scomunica di papa Clemente XII fu espressamente rinnovata più volte dai pontefici successivi. La ritroviamo annessa al Codice di Diritto Canonico del 1917 e, sebbene non esplicitamente menzionato nel Codice del 1983, uno speciale intervento e chiarimento della Congregazione per la Dottrina della Fede, intitolato Dichiarazione sulla massoneria con il successivo Inconciliabilità tra fede cristiana e massoneria, disponeva che la disciplina e il giudizio della Chiesa nei confronti della massoneria rimanessero invariati rispetto al Codice del 1917. Così si esprime la suddetta Dichiarazione: "Rimane pertanto immutato il giudizio negativo della Chiesa nei riguardi delle associazioni massoniche, poiché i loro principi sono stati sempre considerati inconciliabili con la dottrina della Chiesa e perciò l'iscrizione a esse rimane proibita. I fedeli che appartengono alle associazioni massoniche sono in stato di peccato grave e non possono accedere alla Santa Comunione." La Congregazione ha così mantenuto la sanzione, che resta in vigore fino ad oggi.
Papa Clemente XII (1652-1740) in un ritratto di Agostino Masucci
L'incontro senza precedenti di Milano Mons. Mario Delpini, arcivescovo di Milano, ha voluto insieme al cardinale Francesco Coccopalmerio cercare il dialogo tra la Chiesa Cattolica e la massoneria attraverso un incontro, senza precedenti, tenutosi nel capoluogo lombardo il 16 febbraio scorso. Ciò appare davvero incredibile se si considera la ferma condanna che tutti i pontefici del passato, insieme ai documenti ufficiali della Chiesa, hanno mosso senza mezzi termini contro la massoneria. Mons. Coccopalmerio ha auspicato l'apertura di un dialogo e anche una collaborazione tra Chiesa e massoneria che deve proseguire nel tempo magari con un "tavolo permanente". Inoltre la Chiesa deve ammettere di essersi sbagliata su questa associazione segreta e rimuovere ogni ostacolo alla comunione per i membri appartenenti alla massoneria. Un piccolo inciso, che vale la pena qui di riportare, riguarda alcune voci insistenti diffuse negli ambienti cattolici, secondo le quali mons. Coccopalmerio sarebbe coinvolto in orge omosessuali. Erano presenti all'incontro i tre Gran Maestri delle tre logge italiane - Stefano Bisi per il Grande Oriente d'Italia (GOI), Luciano Romoli per la Gran Loggia d'Italia dell'ALAM (GLDI) e Fabio Venzi (in collegamento da Roma) per la Gran Loggia Regolare d'Italia (GLRI); l'arcivescovo Delpini, il già citato cardinale Coccopalmerio, il teologo francescano Zbigniew Suchecki e, soprattutto, il vescovo Antonio Staglianò, presidente della Pontificia Accademia di Teologia. Ciò che ne è uscito, in sintesi, è che in barba agli innumerevoli pronunciamenti della Chiesa Cattolica contro la massoneria, la misericordia di Francesco prevale su tutto. E' il "tutti insieme appassionatamente" che la falsa chiesa sta propugnando ormai da troppo tempo. A nulla sono valsi i richiami dottrinali pronunciati da padre Sucheki, il quale aveva preparato una relazione completa sui pronunciamenti della Chiesa contro la massoneria: è sembrato soltanto un atto dovuto, e anche un po' snobbato da mons. Staglianò, apparso insofferente ai richiami di dottrina.
Papa Leone XIII e la sua battaglia contro la massoneria Un pontefice che si oppose con particolare fermezza all'assalto che la massoneria da secoli ha lanciato contro la Chiesa Cattolica, fino a riuscire persino ad infiltrarla al suo interno, fu papa Leone XIII. Nella lettera enciclica Humanum Genus, Leone XIII espone alcune ragioni fondamentali per cui la massoneria è stata condannata come inconciliabile con il Cristianesimo.
Segretezza assoluta: giuramenti di sangue e complotti nascosti Innanzitutto, tutti i membri della massoneria sono vincolati dal giuramento di segretezza. Nel mettere in guardia i cattolici dall'adesione alla Loggia massonica, Leone XIII indica nella severità del segreto massonico il primo indizio di un intento criminale dietro l'apparente facciata della fratellanza: "Il candidato deve promettere, anzi, d'ordinario, giurare espressamente di non rivelar giammai e a nessun patto gli affiliati, i contrassegni, le dottrine della setta. Così, sotto mentite sembianze e con l'arte d'una continua simulazione, i Frammassoni studiansi a tutto potere di restare nascosti, e di non aver testimoni altro che i loro. Cercano destramente sotterfugi, pigliando sembianze accademiche e scientifiche: hanno sempre in bocca lo zelo della civiltà, l'amore della povera plebe: essere unico intento loro migliorare le condizioni del popolo, e i beni del civile consorzio accomunare il più ch'è possibile a molti. Le quali intenzioni, quando fossero vere, non sono che una parte dei loro disegni." Perché tanta segretezza? Perché temere che membri e progetti possano diventare noti? «Chi fa il male odia la luce e non viene alla luce - dice Gesù nel suo discorso a Nicodemo - affinché le sue opere non vengano smascherate. Ma chi opera la verità viene alla luce, affinché appaia chiaramente che le sue opere sono state compiute in Dio» (Giovanni 3,19). Inoltre si noti come fin da allora erano presenti tutte quelle connotazioni che caratterizzano pienamente il nostro tempo: "le sembianze accademiche e scientifiche" (e chi non ne ha viste ai tempi del COVID?) e "lo zelo della civiltà e l'amore della povera plebe", che impegnano così tanto i nostri probi politici. Non soltanto poi la Loggia massonica vincola tutti i membri con un giuramento di segretezza, ma nasconde molte cose ai membri inferiori che sono invece conosciute e pianificate da quelli di rango superiore. In questo modo la segretezza protegge la Loggia dagli infedeli non iniziati e separa i membri inferiori da quelli di rango superiore. Ammonisce papa Leone XIII, "la legge del segreto vi domina e molte sono le cose, che per inviolabile statuto si debbono gelosamente tener celate, non solo agli estranei, ma ai più dei loro adepti: come, ad esempio, gli ultimi e veri loro intendimenti; i capi supremi e più influenti; certe conventicole [adunanze segrete, n. d. r.] più intime e segrete; le risoluzioni prese, e il modo ed i mezzi da eseguirle. A questo mira quel divario di diritti, cariche, offici tra' soci; quella gerarchica distinzione di classi e di gradi, e la rigorosa disciplina che li governa". In questo modo tutto ciò che riguarda i massoni viene avvolto nel segreto. Un effetto concreto di tale segretezza è che i membri inferiori della Loggia possono diventare strumenti inconsapevoli dei piani criminali dei membri superiori, di cui hanno poca o nessuna conoscenza. Il carattere vincolante del segreto massonico che protegge tali disegni non è preso alla leggera all'interno della loggia: i giuramenti prestati sono giuramenti di sangue in cui un uomo perde la vita se tradisce le attività segrete dei suoi compagni muratori o rifiuta l'obbedienza a un superiore. Secondo Leone XIII, "inoltre, per essere arruolati, è necessario che i candidati promettano e si impegnino a essere d'ora in poi strettamente obbedienti ai loro capi e maestri con la massima sottomissione e fedeltà, e siano pronti a eseguire i loro ordini su la minima espressione della loro volontà; oppure, se disobbedienti, sottoporsi alle pene più atroci e alla morte stessa. Di fatto, se si giudica che qualcuno abbia tradito le gesta della setta o abbia resistito agli ordini impartiti, la punizione viene loro inflitta non di rado, e con tanta audacia e destrezza che spesso il sicario sfugge alle ricerche ed ai colpi della giustizia". Condannando l'asservimento al quale il giuramento massonico riduce i membri della Loggia, papa Leone XIII lamenta: "Or bene questo continuo simulare, e voler rimanere nascosto: questo legar tenacemente gli uomini, come vili mancipii [schiavi acquisiti mediante mancipazione, n. d. r.], all'altrui volontà per uno scopo da essi mal conosciuto: e abusarne come di ciechi strumenti ad ogni impresa, per malvagia che sia: armarne la destra micidiale, procacciando al delitto la impunità, sono eccessi che ripugnano altamente alla natura. La ragione adunque evidentemente condanna le sette Massoniche e le convince nemiche della giustizia e della naturale onestà".
L'intenzione espressa di distruzione della Chiesa Cattolica, in particolare del papato Tuttavia, la vera ostilità e l'immane pericolo della massoneria, e il motivo della sua stretta segretezza, vanno ricercati nel suo odio verso la Sede Apostolica e nell'intenzione di distruggere la Chiesa con la demolizione del papato. Ciò era chiaro già al tempo di Leone XIII e si manifestò drammaticamente nelle aperte proteste a Roma durante i pontificati di Pio X e Benedetto XV. Così scrive Leone XIII nel 1884, riferendosi al coinvolgimento dei massoni nel rovesciamento dello Stato Pontificio e alla loro opera volta a rimuovere ogni influenza della Chiesa all'interno della società civile: "Ma contro l'Apostolica Sede e il Romano Pontefice arde più accesa la guerra. Prima di tutto egli fu sotto bugiardi pretesti spogliato del Principato civile, propugnacolo della sua libertà e de' suoi diritti; poi fu ridotto ad una condizione iniqua, e per gli infiniti ostacoli intollerabile; finché si è giunti a quest'estremo, che i settari dicono apertamente ciò che segretamente e lungamente avevano macchinato fra loro, doversi togliere di mezzo lo stesso spirituale potere dei Pontefici, e fare scomparire dal mondo la divina istituzione del Pontificato. Di che, ove altri argomenti mancassero, prova sufficiente sarebbe la testimonianza di parecchi di loro, che spesse volte in addietro, e persino recentemente dichiararono, essere veramente scopo supremo dei Frammassoni perseguitare con odio implacabile il Cristianesimo, e che essi non si daranno mai pace, finché non vedano a terra tutte le istituzioni religiose fondate dai Papi." Tale odio per la Sede di Roma si manifestò apertamente nel 1917, allorquando i massoni celebrarono il loro bicentenario marciando a Piazza San Pietro in Vaticano con striscioni che dichiaravano: "Satana governerà in Vaticano e il Papa lo servirà come guardia svizzera". L'evento fu testimoniato - come già riportato su questo blog - in prima persona da san Massimiliano Kolbe, il quale successivamente fondò la Milizia dell'Immacolata per contrastare l'assalto della massoneria contro la Chiesa Cattolica e operare per la conversione degli appartenenti alle logge.
Una fotografia di papa Leone XIII scattata intorno al 1898
Il Naturalismo come fondamento della massoneria "Tanto più che altre e ben luminose prove ci sono della sua rea natura. Per quanto infatti sia grande negli uomini l'arte di fingere e l'uso di mentire, egli è impossibile che la causa non si manifesti in qualche modo pe' suoi effetti. "Non può un albero buono dar frutti cattivi, né un albero cattivo frutti buoni" (Matteo VII, 18). Ora della Massonica setta esiziali [che provocano danni irreparabili, n. d. r.] ed acerbissimi sono i frutti. Imperocché dalle non dubbie prove che abbiamo testè [or ora, n. d. r.] ricordate apparisce, supremo intendimento dei Frammassoni esser questo: distruggere da capo a fondo tutto l'ordine religioso e sociale, qual fu creato dal Cristianesimo, e pigliando fondamenti e nome dal Naturalismo, rifarlo a loro senno di pianta." Non può sfuggire qui la similitudine con i tempi attuali, dove la preoccupazione per la natura, il clima, i presunti cambiamenti climatici, hanno assunto ormai dimensioni epocali. Ragione per cui l'uomo e tutta la civiltà da lui creata devono piegarsi e addirittura annichilirsi, in ragione della salvezza planetaria. Anzi si auspica, in pieno contrasto con i comandamenti di Dio, lo spopolamento della Terra per il bene supremo della tutela della Natura. Il tutto sotto un'aura di presunta scientificità, secondo la filosofia naturalistica e il suo criterio di obbedienza alla scienza, che rinuncia a qualsiasi connotazione etica. Non si deve dimenticare come in ambito filosofico i naturalisti si spinsero fino ad affermare che la scienza avrebbe dovuto raccogliere l'eredità millenaria della filosofia, fino a sostituirla. Come non si deve dimenticare che il naturalismo nacque nella Francia massonica del XIX secolo.
Negazione del peccato originale, della Redenzione e della Rivelazione Infine, sotto l'espressa intenzione di distruggere la Chiesa e il papato, i massoni sposano dottrine in diretta contraddizione con la fede cattolica. Negano fermamente il peccato originale e ogni rivelazione divina soprannaturale. Invece, seguendo i filosofi razionalisti dell'Illuminismo, i massoni ritengono che la ragione umana sia il giudice ultimo di tutte le cose, e che la natura umana non sia né incline al peccato né bisognosa della grazia redentrice di Cristo. Dovrebbe essere chiaro che la negazione del peccato originale include necessariamente la negazione di tutta l'opera di redenzione compiuta attraverso l'Incarnazione, la morte e la risurrezione di Cristo, poiché senza la caduta non c'è bisogno di redenzione. La base ultima di questa negazione del peccato originale e della redenzione in Cristo risiede nel rifiuto della Rivelazione soprannaturale da parte dei massoni. È questo rifiuto che pone la Loggia massonica in una così amara ostilità nei confronti della Chiesa. Come scrive ancora papa Leone XIII: "Ora fondamentale principio dei Naturalisti, come il nome stesso lo dice, egli è la sovranità e il magistero assoluto dell'umana natura e dell'umana ragione. Quindi dei doveri verso Iddio o poco si curano, o mal ne sentono. Negano affatto la divina rivelazione; non ammettono dogmi, non verità superiori all'intelligenza umana, non maestro alcuno, a cui si abbia per l'autorità dell'officio da credere in coscienza. E poiché è privilegio singolare e unicamente proprio della Chiesa Cattolica il possedere nella sua pienezza, e conservare nella sua integrità il deposito delle dottrine divinamente rivelate, l'autorità del magistero, e i mezzi soprannaturali dell'eterna salute, somma contro di lei è la rabbia e l'accanimento dei nemici. Si osservi ora il procedere della setta Massonica in fatto di religione, là specialmente dov'è più libera di fare a suo modo, e poi si giudichi, se ella non si mostri esecutrice fedele delle massime dei Naturalisti. Infatti con lungo ed ostinato proposito si procura che nella società non abbia alcuna influenza, né il magistero né l'autorità della Chiesa; e perciò si predica da per tutto e si sostiene la piena separazione della Chiesa dallo Stato. Così si sottraggono leggi e governo alla virtù divinamente salutare della religione cattolica, per conseguenza si vuole ad ogni costo ordinare in tutto e per tutto gli Stati indipendentemente dalle istituzioni e dalle dottrine della Chiesa." A seguito della iper-esaltazione della ragione umana e dell'ordine naturale operata dall'Illuminismo, fino alla negazione della fede e di tutto l'ordine soprannaturale della grazia, i massoni non possono tollerare la pretesa della Chiesa all'autorità divina nell'insegnamento della dottrina e della morale, o nella dispensazione di aiuto divino mediante la grazia dei sacramenti. Rifiutando la rivelazione soprannaturale come denigrazione della ragione umana, i liberi muratori negano di conseguenza il bisogno di redenzione dell'uomo, poiché è attraverso la Rivelazione che conosciamo il peccato di Adamo, da cui nasce il bisogno di un Redentore. Leone XIII chiarisce che tale negazione del peccato originale porta necessariamente ad una corruzione della morale sia dell'individuo che della società: "Inoltre, la natura umana è stata macchiata dal peccato originale, ed è quindi più disposta al vizio che alla virtù. Per una vita virtuosa è assolutamente necessario frenare i movimenti disordinati dell'anima, e rendere le passioni obbedienti alla ragione. In questo conflitto molto spesso le cose umane devono essere disprezzate, e devono essere sopportate le più grandi fatiche e sofferenze, affinché la ragione possa sempre prevalere. Ma i Naturalisti e i Massoni, non avendo fede in ciò che abbiamo imparato dalla Rivelazione di Dio, negano che i nostri progenitori abbiano peccato, e di conseguenza pensano che il libero arbitrio (Conc. Trid. Sess. VI, De justif., c. I) non sia affatto indebolito e incline al male. Al contrario, esagerando piuttosto la potenza e l'eccellenza della natura e ponendo in essa soltanto il principio e la regola della giustizia, non riescono nemmeno a immaginare che ci sia bisogno di una lotta costante e di una perfetta fermezza per superare la violenza e il dominio delle nostre passioni." Sottolineando il modo in cui la corruzione della morale serve allo scopo principale dei muratori di condurre gli uomini sotto il loro controllo, Leone XIII collega questo con l'estrema segretezza dei loro progetti: "Poiché generalmente nessuno è abituato ad obbedire così sottomesso agli uomini astuti e intelligenti come coloro la cui anima è indebolita e distrutta dal dominio delle passioni, ci sono stati nella setta dei massoni che hanno chiaramente stabilito e proposto che, con astuzia e con uno scopo preciso, la moltitudine dovrebbe essere saziata con una illimitata licenza di vizio, poiché, una volta fatto ciò, sarebbe facilmente caduta sotto il loro potere e autorità per qualsiasi atto di audacia." La degenerazione morale della società deriva dall'espressa negazione del peccato originale da parte del massone e serve convenientemente allo scopo massonico di utilizzare gli uomini nell'esecuzione di attività criminali. E' impressionante come queste affermazioni di papa Leone XIII si rivelino oggi tanto attuali. Lo stesso pontefice infatti, non avrebbe mai potuto immaginare fino a che punto si sarebbe spinta la "illimitata licenza di vizio" e il come la massoneria avrebbe efficacemente arruolato - anche in modo inconsapevole - gli uomini e li avrebbe sfruttati per il raggiungimento dei suoi scopi criminali.
Fine prima parte. Qui la seconda parte dell'articolo.
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