Post n°1641 pubblicato il
16 Gennaio 2019 da
Vince198
Sono venuta a Parigi per dimenticarti
ma tu ostinato me ne intridi ogni spazio.
Sei la chimera orrida delle gronde di Notre-Dame,
sei l'angelo che invincibile sorride.
Veniamo a patti (il contadino e il diavolo):
lasciami il giorno per guardare, leggere,
sprecare il tempo, divertirmi, escluderti.
Notti e sogni, d'accordo, sono tuoi.
(Maria Luisa Spaziani – da “La stella del libero arbitrio”)
..
Quel verbo, intridere, rende molto bene la difficoltà insita nella voglia di dimenticanza. Bagnare, inzuppare, impregnare: è l’effetto opposto ad una desiderata con cui ci si propone di voler guardare avanti. Il patto, poi, è una soluzione provvisoria fatta di malinconia, anche di rimpianti.
No, in casi del genere ci vuole la … forbice per recidere nettamente un legame che, pur sfilacciato, non ne vuol sapere di “morire”. Quante volte accadono fatti del genere? Credo innumerevoli..
Ci sono momenti che, pur desiderandolo ardentemente, non si riesce ad obnubilare. Infatti basta un niente .. una foto, una lettera, un paesaggio, una panchina, un bar o un film, notare due persone che si tengono teneramente per mano e chissà cos’altro, che certo "film" improvvisamente si rianima: simile ad un fermo immagine che riprende il suo cammino.
Come già detto in altre circostanze solo la consapevolezza della realtà in cui si è immersi può dare un risvolto definitivo, accettabile, confinando in una sfera di affetto sincero quello che non è più possibile (realmente) rivivere.
Riconducendolo nelle parti più profonde, intime della nostra coscienza dove c’è spazio, tanto spazio: basta saperlo individuare ed utilizzare con l’aiuto della ragione.
Già: più facile a dirsi che a farsi..
Inviato da: Vince198
il 06/11/2024 alle 16:08
Inviato da: feeline
il 06/11/2024 alle 14:17
Inviato da: Vince198
il 06/11/2024 alle 12:12
Inviato da: monellaccio19
il 06/11/2024 alle 11:17
Inviato da: Vince198
il 06/11/2024 alle 09:55