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Post n°1895 pubblicato il 05 Febbraio 2024 da Vince198
«La fantasia abbandonata dalla ragione genera mostri impossibili; unita ad essa è madre delle arti e origine delle sue meraviglie.»
I suoi ultimi lavori sono stati “La lattaia di Bordeaux” e un ritratto del nipote Mariano. La sua produzione pittorica è molto vasta, sinceramente non posso enucleare tutto il suo lavoro di assoluto pregio; il suo stile pittorico è compreso nel passaggio tra l’epoca rococò e quella romantica. Di seguito alcuni suoi dipinti fra i più famosi conservati in Spagna presso il Museo del Prado. L’ultimo è conservato nella National Gallery di Londra. Uno dei tanti spunti, cari amici, per chi viaggia all‘estero, di poter ammirare questi splendidi dipinti. Spero in un prossimo futuro di poterlo fare anche io, andare nella bella Madrid, soprattutto per le esperienze positive vissute in quella città da miei amici e familiari. La maja desnuda
La maja vestida
II quadro, realizzato per il "principe della pace" Manuel Godoy, favorito della regina Maria Luisa, ha subito la stessa sorte della Ma/a desnuda, ma mentre quest'ultima, alla caduta del ministro, fu relegata nei depositi della Real Academia de San Remando, la versione vestita venne esposta prima nella stessa Accademia e in seguito al Museo del Prado. IL dipinto, che è eseguito quasi sicuramente dopo la Maja desnuda, divide ancora la critica sul suo misterioso e ambiguo significato, dal momento che è proprio questa versione a possedere una carica erotica assai più accentuata. Sebbene la giovane raffigurata sia estremamente somigliante a quella dell'altra tela, ovvero l'amante di Godoy, qui in realtà diviene l'emblema della donna esuberante e senza reticenze, immagine di un pittoresco tipo femminino. La fanciulla, inoltre, in una sorta di travestimento, sceglie un tipo di abbigliamento anticonvenzionale che sembra avere come unico scopo quello di far risaltare un corpo provocante e sensuale, lasciando allo spettatore il compito dello svelamento. E proprio di svelamento si doveva trattare, dal momento che l'opera probabilmente copriva la versione nuda e, sollevandosi grazie a un ingranaggio nella cornice, svelava il dipinto sottostante e mostrava anche la vera identità della donna, qui trasformata in una prosaica Venere.
Isabel de Porcel
Questo dipinto è quasi certamente identificabile con il ritratto di Doña Isabel de Porcel esposto alla Real Academia de San Fernando a Madrid nel 1806. Isabel Lobos de Porcel aveva sposato nel 1802 Antonio Porcel, membro del consiglio di Castiglia, del quale Goya avrebbe realizzato nel 1806 un ritratto andato perduto in un incendio nel 1956. Su uno sfondo nero, che fa risaltare ancora di più la figura, Goya ritrae Dona Isabel nel suo splendore, accentuato dalla leggera torsione del busto che esalta la sicurezza della donna e concorre a renderla ancora più affascinante. La donna indossa un elegante vestito andaluso, regione di cui era originaria, con la mantiglia da cui escono i capelli castani. Per contrasto, il nero dell'abito e la trasparenza del velo accentuano l'effetto dello scollo luminoso e della sensualità del volto. La bocca carnosa, gli occhi grandi, i tratti regolari e decisi donano alla figura una bellezza semplice e sensuale a un tempo. In questo dipinto l'artista riesce a cogliere, con straordinaria precisione descrittiva, l'appassionata vitalità della donna senza rinunciare a metterne in luce la personalità e il ruolo sociale. Dal punto di vista stilistico il ritratto è eseguito con una pennellata ricca e spessa, mentre il chiaroscuro viene ridotto al minimo. |
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A. Carracci
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Qualche volta cade, si fa male, però si rialza sempre e con maggiore cipiglio. Non molla mai!
Adoro la pittura da quella volta che, giovincello e 22enne a Roma, nella Basilica dei francesi, di lato al Senato della Repubblica dalle parti di Piazza Navona, sono entrato per curiosare et ... voilà, mi sono ritrovato nella cappella Contarelli davanti a tre dipinti del Caravaggio! Sono rimasto senza parole, estasiato, confuso, con la mente del tutto annebbiata di fronte a tanta bellezza. Da quella volta..
Ciao ragazzo, buon martedì ^____^
Amo il bello, amo quelle "pennellate" che toccano la sensibilità umana, l'anima che si arricchisce senza troppe difficoltà.
Quando sei davanti a un capolavoro ma non lo percepisci inizialmente, ti dico che ci vuole un pochino di tempo, tipo conoscere la storia di certi dipinti, il perchè, il per come e allora .. credimi, tutto si cristallizza nell'anima, quando osservi particolari che alle volte sfuggono all'attenzione, arrivi perfino a innamorarti della bellezza di un dipinto. Quello che ti fa sognare ad occhi aperti..
Buona giornata, Ely e .. grazie ^____^