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Post n°1929 pubblicato il 05 Agosto 2024 da Vince198
«Occhio non vede, cuore non duole» Se non si è a conoscenza di un fatto sgradevole è difficile che questo possa struggere l’anima. (Proverbio tratto dal "Trionfo della morte" di Gabriele D’Annunzio). … Curiosando, ieri sera sul tardi - a notte fonda - nel web, dopo aver letto questo proverbio, mi sono chiesto: può essere veramente così? Sinceramente ho qualche dubbio: tutto dipende, come sempre, da eventi pregressi, quel che han lasciato dentro l’anima di chi, alla fine, consapevolmente ha mollato gli ormeggi, certi ormeggi per navigare verso altri lidi. Non entro in particolarità ché queste sono cose riguardano la sfera personale di ciascuno di noi. Sono, immagino, innumerevoli, delicate, al punto che le persone più sensibili certamente soffrono, lacrimano amaro inondando il proprio viso di un grande dispiacere però, come si usa dire in queste argomentazioni, chi osserva deve ricordarsi che un bel silenzio non è stato mai scritto. Una forma di rispetto non … negoziabile è sentitamente, sinceramente dovuta al dolore altrui. In questo mio rimuginare, mi tornano in mente versi di due poeti fra i miei preferiti, che hanno un’intonazione differente, contrastante: la prima di dolore, un forte dolore. Questa: Come son pesanti i giorni, (F.G. Lorca) L’altra, al contrario, è portatrice sì di forti dolori dell’anima, però nella seconda parte, si intravede piacevolmente una luce, una resurrezione del sentimento dell’amore svanito, inaspettata, per questo sconvolgente: Voglio che sappia Tu sai com’è questo: Orbene, Se d’improvviso Se consideri lungo e pazzo Ma ... Cari amici che ne pensate? Sono andato fuori dal seminato, oppure qualcosa di vero c’è in questi miei pensieri? Sempre infinitamente grato verso chiunque vorrà esprimere un’opinione, dire la sua, se vorrà farlo. |
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Occhio che non vede cuore che non duole è nei limiti che ho scritto, però è sufficiente che l'occhio abbia visto, anche percepito per un attimo qualcosa che genera dispiacere, anche il cuore ne risente.
Siamo esseri umani, del tutto perfettibili, abbiamo le nostre sensibilità, le ragioni e le colpe nascono con il confronto vis a vis, volendo anche vivace, guardandosi negli occhi che sono sempre lo specchio dell'anima.
Gli opposti, "logos e polemos" che ho citato nel post, esisteranno, vivranno sempre perchè strettamente legati l'uno all'esistenza dell'altro. Inutile pensare che esista solo la parte buona, il "logos".
Di fronte a certe ostentazioni negative credo che chiunque tornerebbe nell'ombra, confondendosi con altre ombre fino ad non essere più riconoscibile.
Tieni ben presente che il mio è un discorso, un esempio di carattere generale: sarebbe veramente banale esprimersi in quel modo, cioè darsi ragione ad ogni costo. No, proprio no!
Non so perchè mi viene in mente una frase di un film - Grand Hotel (1932) - interpretato da Greta Garbo:
«Grand Hotel .. sempre lo stesso: gente che viene, gente che va, tutto senza scopo.» (pronunciata dal dr. Otternschlag).
Certo pessimismo, quando s'intrufola silenziosamente nell'anima, alla fine deflagra con danni quasi sempre irreversibili. Ciao Ely, buona giornata ^___^
Non uso termini volgari perchè non mi va di farlo, però costoro dovrebbero rendersi conto che comportarsi come le male lingue, quelle che parlano per dietro, è un modo di agire vile, infame.
Direi, tutto sommato che chi si comporta in questo modo appartiene alla peggiore categoria enucleata da Sciascia in un suo noto romanzo (Il giorno della civetta): la migliore è "uomini", la peggiore è "piagliainc..". Quest'ultima è la categoria giusta, a mio modo di vedere, per questa misera gentaglia senza nè arte nè parte, uomini o donne che siano. Anzi le donne per me sono peggio in casi come questi, molto peggio, fanno sul serio schifo.
Ciao Ely, buon pranzo ^___^