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A morte l'imperialismo!
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Una interessante riflessione di Zizek sui diritti umani, utilizzati come grimaldello ideologico per giustificare i nuovi massacri imperialisti:
" I diritti umani delle vittime sofferenti del Terzo Mondo’ rappresentano oggi il diritto dei poteri occidentali di intervenire politicamente, economicamente, culturalmente e militarmente nei paesi del Terzo Mondo a proprio piacimento, in nome della difesa dei diritti umani.”
"I ‘diritti umani’ sono, in quanto tali, una falsa universalità ideologica, che nasconde e legittima la reale politica dell’imperialismo occidentale, gli interventi militari e il neocolonialismo.”
Lo ricordo, visto che non tutti, neppure a sinistra, ce l'hanno chiaro!
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E' il 22 giugno del 1974 e sono in pieno svolgimento i Mondiali di calcio tedeschi. Ad Amburgo è di scena l'atteso match tra Germania Ovest e Germania Est. Superfluo ricordare come la partita avesse forti connotazioni politiche: la Germania capitalista contro quella socialista.
E avvenne l'inatteso: la DDR, la squadra degli "sfigati" e degli sconosciuti automobilisti della Trabant, diede una lezione alle star della RFT (Breitner, Müller, Vogts e Beckenbauer). Il gol vittoria porta la firma del "carneade" Sparwasser, festeggiatissimo dai suoi compagni e dalle poche migliaia di tifosi al seguito con le loro bandiere con compasso e martello.
Nel documentario qui sotto (dopo i primi minuti dedicati ai Mondiali di Corea-Giappone) la ricostruzione sportiva, e non solo, di quella memorabile partita.
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Queste le dichiarazioni di Dimitris Christofias, presidente comunista (Akel) di Cipro, in visita a Mosca:
"La Repubblica di Cipro non deve rinunciare alla propria sovranità o cedere alle pressioni per una soluzione alla questione cipriota, sono categorico. A mio parere, dopo lo scioglimento del Patto di Varsavia, la NATO non aveva alcun motivo di continuare ad esistere, eppure la NATO trascina a tutt'oggi l'Unione Europea nelle sue avventure. Lo considero inaccettabile. Sono orgoglioso che il mio paese, membro dell'Unione Europea, non sia legato alla NATO o ad altri patti militari. Fintanto che sarò Presidente, Cipro non aderirà alla NATO. Ho fiducia nel mio governo e in quelli a venire."
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E' finalmente successo! Sabato nella mia città sono venuti a trovarmi i cari gianlucaot e synthesis. Non li ringrazierò mai abbastanza per la stra-ordinaria iniziativa!
Una giornata, con qualche intervallo, di discussioni (finalmente!) su diversi argomenti per capire (ma dubbi ne avevamo pochi) che, nel rispetto dei diversi percorsi, le identità di veduta sono molte.
Alla fine ci si sente meno solo e con un poco di coraggio in più!
A presto, stalinisti trinariciuti.
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Sull'onda della recente vittoria (con qualche macchia) nelle elezioni amministrative che hanno confermato il largo consenso che gode la rivoluzione bolivariana, Hugo Chavez ha dato il via al processo e al dibattito per la riforma costituzionale. L'obiettivo è abrogare la norma che limita a due i mandati presidenziali.
Pieno appoggio anche dal Partito Comunista
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In un momento di grave penuria finanziaria, Cuba ha ricevuto un forte aiuto dalla Cina mediante un nuovo credito che ha coinciso con la visita del presidente Hu Jintao.
La Cina ha concesso a Cuba un credito di 70 milioni di dollari per la riparazione e la ricostruzione di ospedali. Inoltre, ha dilazionato il pagamento di due debiti pendenti. Uno di 7 milioni di dollari (risalente al 1988) che avrà un posticipo di cinque anni, e l’altro relativo al debito commerciale accumulato nel 1994/95 (per un ammontare non specificato) che potrà essere estinto nel 2018.
Gli accordi firmati sono una boccata d’ossigeno, dato che negli uragani di quest’anno Cuba ha perso circa 10 mila milioni di dollari, in pratica le risorse equivalenti a tutte le sue esportazioni annuali.
La Cina ha pure fatto donazioni per quasi 10 milioni di dollari.
Hu è stato ricevuto in forma ufficiale da Fidel, che da quando si è allontanato dalla vita pubblica nel luglio 2006, ha concesso colloqui per un ridotto numero di persone. Le foto dell’incontro ritraggono i due leader in atteggiamenti amichevoli, e mostrano un Fidel di buon aspetto fisico. Nel corso del colloquio Hu Jintao ha rinnovato a Castro l’appoggio cinese a Cuba “nella salvaguardia della sovranità dello Stato e l’opposizione all’ingerenza straniera”, confermando l’aiuto materiale di Pechino a favore della causa socialista dell’isola.
La sua visita ufficiale è stata l’occasione per formalizzare nuovi contratti per la vendita di zucchero e nichel cubani, accordi per il recupero della rete sismologica, la riparazione delle infrastrutture portuali e delle abitazioni.
La Cina è il secondo socio commerciale di Cuba, con uno scambio pari a 2 mila 600 milioni di dollari nel 2007. Questo volume rappresenta il 2% delle transazioni cinesi in America Latina, ma più del 20% delle importazioni cubane. Le due nazioni hanno una decina di convenzioni che riguardano ospedali ed impianti di biotecnologia nel paese asiatico.
Fonte: www.resistenze.org
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Altra tappa importante per il proseguimento della rivoluzione bolivariana e socialista: domenica 23 novembre sono in programma le elezioni regionali. Un'occasione per tenere all'angolo, anche in regioni chiave come lo Zulia, gli astiosi golpisti ex padroni della repubblica latinoamericana.
Queste le parole di Chavez, leader del PSUV: "Il 23 tutti i cittadini a votare e poi tutti in strada per la salvaguardia dei risultati".
Per tenersi informati:
- Abn info
- Aporrea
- Venezuelanalysis
Diretta tv:
- Vive tv
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Il mio articolo tratta del processo di formazione del Partito Comunista degli Usa. Sullo sfondo le lotte del movimento operaio, la rivoluzione bolscevica e la repressione.
Leggi l'articolo
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Alla faccia dei tanti espertoni che pronosticavano l'uragano sulla Cina!
Comunque, riporto alla nostra attenzione.
La crisi finanziaria in Cina: la recessione non è un problema
“La Cina ha aperto il suo sistema bancario ed essa stessa investe in Occidente ma, con un'economia così dipendente delle esportazioni, la Cina si ammalerà”, si sente dire. Sarà vero?
di Boudewijn Deckers
Cifre provenienti da fonti affidabili confutano quest’affermazione. Il Fondo Monetario Internazionale (FMI), per esempio. Il 7 ottobre scorso, il FMI pubblicava le sue previsioni sulla crescita economica nel mondo. Gli USA e l'UE scivolano verso una recessione, con una crescita dell'ordine dello 0%. Le economie in divenire del Sud subiranno anch’esse il contraccolpo della crisi, ma in misura molto inferiore. Così, il FMI prevede che la crescita economica del paese di punta in questo campo, la Cina, decadrà dal 11,9% nel 2007 al... 9,7% nel 2008 e 9,3% nel 2009. Non è dunque in nessuna maniera una questione di recessione.
Le banche cinesi meno implicate nei prodotti a rischio
Gli analisti pensano inoltre che quest’abbassamento di crescita sarà benaccetto. Il governo di Pechino difatti tenta da mesi di ridurre la crescita e di domare l'inflazione. “Quando vediamo il caos che attualmente regna negli USA ed altrove, abbiamo l'impressione che le banche cinesi, ed il sistema finanziario cinese in generale, siano meno implicate nei prodotti finanziari a rischio, molto sofisticati”, stima Louis Kuijs, della Banca Mondiale a Pechino. Secondo la CCTV, le banche cinesi hanno investito solamente il 3,7% delle loro capacità totali in questo genere di prodotti. Da questo fatto, alcune isolate istituzioni sono incorse nelle perdite, finora (tra cui Ping An, che ha investito 2,5 miliardi di dollari in Fortis, ma si è ben presto ritirata).
Le leve dell'economia sono molto ben controllate dallo Stato
Il giornale britannico Financial Times constata che “finora, la crisi economica ha avuto poco impatto sulla Cina”. L'articolo elenca parecchie ragioni di ciò. “La Cina non è assolutamente dipendente dall'afflusso del capitale straniero. Il controllo che esercita sul capitale la protegge dagli investimenti esteri poco sicuri. Le banche pubbliche cinesi hanno tenuto molto prudentemente le mani in tasca, là dove le istituzioni finanziarie giapponesi si sono precipitate per entrare nel sancta sanctorum dei giganti malati o nel frattempo abbattuti di Wall Street”. Lo stato cinese tiene dunque ben salde le redini dell'economia.
Il settimanale americano Newsweek valuta che credere che il mercato abbia cacciato il comunismo sia un'illusione. “Al contrario”, dice la rivista, “i dirigenti cinesi ritornano ai metodi dalla programmazione centrale comunista per affrontare i problemi economici tipici del mercato”.
Il Primo ministro Wen Jiabao ha dichiarato, in un discorso inviato al Parlamento, che il settore dello Stato aveva oramai una migliore influenza sull'economia rispetto a cinque anni fa. Questo poiché le autorità hanno reso più forti, anche sul piano del capitale, i settori di punta.
Il filosofo politico britannico John Gray lo ha spiegato con precisione: “Dalla fine della guerra fredda, i governi americani hanno sempre impartito la lezione agli altri paesi in materia di finanze sane, mirando soprattutto alla Cina. Però, la Cina deve appunto il suo successo al fatto che, sistematicamente, non ha tenuto in alcuna considerazione i consigli occidentali. In questo momento, non sono le banche cinesi ad essere in fallimento!”
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Inviato da: cassetta2
il 13/10/2020 alle 09:42
Inviato da: Science fiction
il 01/08/2013 alle 09:22
Inviato da: puzzle bubble
il 03/05/2012 alle 15:51
Inviato da: l4g
il 30/07/2010 alle 10:19
Inviato da: npafriulivg
il 26/04/2009 alle 10:43