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WIND debito di un miliardo con Enel

Post n°219 pubblicato il 24 Aprile 2008 da russocaio
 

ILSOLE24ORE 23-04-08: Si scoprono le carte sulle future mosse di Naguib Sawiris. Pressato da 11 miliardi di euro di debiti e con un miliardo da pagare a breve all'Enel, il magnate egiziano delle tlc padrone di Wind è pronto a giocare i "jolly" Orascom e private equity.

di Simone Filippetti

Sawiris vende tutto per pagare Enel. Conti vende tutto per pagare Gazprom. Noi vendiamo tutto per pagare a Wind e Enel.

Il 13 giugno l'uomo d'affari dovrà versare un miliardo di euro alla compagnia elettrica italiana (come saldo per l'acquisto del 26% di Weather, la holding che ha il 100% di Wind), ma Sawiris ha un asso nella manica: la liquidità che c'è in Orascom, la compagnia di tlc egiziana di proprietà. Sawiris si sta muovendo su un doppio binario: da una parte incamerare risorse grazie al buy back e ai dividendi di Orascom e dall'altra chiudere la trattativa coi fondi per la vendita di un pacchetto di Weather, vendita aperta da tempo e "congelata" dopo la bufera giudiziaria scoppiata sulla vendita di Wind (per la quale Sawiris è indagato dalla magistratura di Roma) e l'attacco legale sferrato dal finanziere Alessandro Benedetti (anch'egli finito sotto indagine). Dalle due operazioni Sawiris potrebbe complessivamente incassare oltre un miliardo di euro, una cifra tale da mettere al sicuro Sawiris dall'impegno verso l'Enel (che vendendo a fine 2006 la quota che possedeva in Weather è uscita del tutto dalle tlc). Attualmente Orascom ha un eccesso di liquidità, spiegano alcune fonti societarie, dovuta alla cessione del 3% in Hutchison Asia (joint-venture con Li Ka-shing) e alla compagnia che gestiva le licenze mobili in Irak. Così la compagnia ha deciso di avviare un piano di buy back da 1,6 miliardi di dollari sul 10% del capitale, tramite un'offerta sul mercato. Ieri Weather ha annunciato di voler cedere un pacchetto in offerta e, poiché l'acquisto di titoli avverrà pro-quota, Sawiris (che detiene il 50% più un azione di Orascom) potrebbe incassare circa 800 milioni di dollari e non si diluirà. Tecnicamente l'incasso del buy back finirà nella lussemburghese Weather Capital, ossia due livelli più sotto della Weather Investment II, la società che fisicamente ha contratto il debito con l'Enel. Ma far risalire liquidità ai piani alti non sarebbe difficile. Agli introiti del buy back, per l'imprenditore si aggiungono poi anche i dividendi di Orascom, rimpolpati quest'anno a 19 centesimi di dollaro (+33%). Da tempo sul tavolo del 53enne imprenditore del Cairo, 63esimo uomo più ricco del mondo con un patrimonio stimato da Forbes in 10 miliardi di dollari, sono aperti numerosi fascicoli, a partire proprio dalla vendita di una quota di Weather. Ma i mesi sono passati senza che nessuna di questi deal si sia ancora chiuso, e lo scatto in avanti degli ultimi giorni, secondo alcune fonti, è da mettere in relazione all'avvicinarsi della deadline con l'Enel: il businessman egiziano ha deciso di accelerare col private equity. I fondi sono interessati a una quota di minoranza di Weather e secondo indiscrezioni non confermate, la cessione interesserebbe il 15% di Weather a un valore di circa 800 milioni di euro. In pista ci sono Apax Partners, il fondo guidato da Giancarlo Aliberti, e il private equity americano Ta Associates: quest'ultimo, specializzato in partecipazioni di minoranza, viene descritto in pole position. Il condizionale è però d'obbligo visto che Sawiris ha intavolato colloqui fin dallo scorso agosto e più volte la trattativa si è arenata. A conti fatti, se tutto andrà in porto, la doppia partita potrebbe fruttare a Sawiris 1,1 miliardi di euro (circa 350 milioni, al cambio attuale euro-dollaro, dal buy back di Orascom, più altri 800 dall'eventuale vendita al private equity). Fonti vicine a Sawiris, interpellate ieri sera, non hanno confermato che gli introiti andranno a ripagare l'Enel, anche se questo scenario non è stato escluso. Sawiris, comunque sia, sta mettendo fieno in cascina per le mosse future. Oltre a onorare il debito con l'Enel, hanno riferito indiscrezioni che non hanno trovato riscontro al Cairo, il magnate dovrebbe coprire una minusvalenza da alcune centinaia di milioni di euro derivante dallo sfortunato investimento, fatto dal magnate egiziano a titolo personale, in azioni della francese Vivendi.

 
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