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INGHILTERRA:ITALIANA SEDATA E COSTRETTA A PARTORIRE

Una Donna Italiana incinta, va in Inghilterra per un viaggio di lavoro poi,  come in un incubo, lei si risveglia e la bambina che portava in grembo da  nove mesi  non c'è più...le fanno un parto cesareo forzato, la figlia viene affidata ai servizi sociali inglesi e lei non ha più modo di vederla.

Questa è una vicenda molto complessa e  molte sono ancora le domande, le cose da chiarire.

Proviamo a  riassumere  i fatti.

Una donna italiana incinta, viene ricoverata in un ospedale inglese, sottoposta ad un cesareo forzato  e, a sua insaputa, affidano la sua bambina ai servizi sociali, in adozione. E' la storia di Alessandra Panchieri, una nostra concittadina di 35 anni, che vive a Chiusi in provincia di Siena,  " rivoglio mia figlia!... soffro come un animale, il giorno del parto dicevo che volevo ritornare in Italia, poi sono stata sedata e quando mi sono svegliata lei non c'era più!... me l'hanno presa!!!" queste sono alcune sue dichiarazioni.

Tutto ha inizio un anno e mezzo fa quando Alessandra si trova a Londra per frequentare un corso come assistente di volo all'aeroporto di Stansted . La donna ha già due figli, avuti da due diversi padri americani. All'epoca dei fatti è incinta del terzo figlio ed è all'ottavo mese di gravidanza. Fino ad allora la sua vita è stata molto complicata. Alessandra soffre di una sindrome bipolare  e il suo attuale desiderio è quello di andare a vivere in America  lasciando  che le sue bambine, compresa la terza, vengano accudite da una zia americana, lo fa sapere il suo avvocato Stefano Riva, che ha per questo presentato al tribunale dei minori di Firenze l'istanza di affidamento delle tre bambine, compresa la terza, oggi affidata ai servizi sociali inglesi.  

Volendo andare per gradi, Alessandra soffre di un disturbo bipolare che le causa forti crisi depressive, ed è proprio in seguito ad un attacco di panico che succede quello che è stato definito un caso giudiziario senza precedenti. Un giorno di luglio 2012, in preda ad un attacco di nervi, non trovando i passaporti delle due bambine, chiama la polizia che contatta i servizi sociali,  che poi decidono di ricoverarla in un ospedale psichiatrico. Da qui il racconto si fa inquietante!!! 

Sebbene poco dopo si senta meglio ed esprima il desiderio di essere dimessa, Alessandra non viene ascoltata. Trascorrono le settimane, si avvicina il momento del parto e senza che nessuno le chiedesse l'autorizzazione, su ordine della magistratura, viene sedata e sottoposta ad un cesareo. Al suo risveglio scopre di non essere più incinta, perché la sua bambina le è stata portata via ed affidata ai servizi sociali, non solo, la  piccola viene  inserita nella lista dei bambini in cerca di una famiglia in Inghilterra. Da quel giorno ha inizio la battaglia legale di una madre alla quale è stata letteralmente "strappata dal ventre" la figlia . Alessandra rientra in Italia si sottopone a delle cure e torna in Inghilterra per riavere sua figlia, ma il giudice del tribunale britannico  teme una ricaduta e riconferma la sua decisione. Per le autorità britanniche non è convincente neppure la proposta di affidare la bambina ad un parente stretto. Secondo quanto ha riportato il Telegraph,  i servizi sociali si difendono sostenendo di aver tutelato la bambina che oggi ha 15 mesi, e di credere che la malattia della madre potesse nuocerle.

Posto che sia vero, gli avvocati della mamma italiana chiedono il perché non sia mai stato contattato un familiare in Italia e  perché non sia stata considerata l'ipotesi di affidare la bambina ad un parente che si era detto disposto ad occuparsene almeno temporaneamente, inoltre la donna era davvero incapace di prendere decisioni come sostengono le autorità inglesi?.. ma poi, il parto cesareo era necessario? ...tutto quanto va ancora dimostrato.

Il caso è giunto all'attenzione  del parlamentare John Hemming, impegnato in una campagna per la riforma del diritto di famiglia nel Regno Unito. Il deputato sostiene che la prima domanda da porsi è  "come mai la donna non sia stata fatta rientrare in Italia  mentre era incinta" perché a suo avviso la giurisdizione resta al paese in cui la persona ha la residenza abituale.

E' comprensibile, quindi, come questa triste ed assurda vicenda, rischi di diventare un conflitto diplomatico tra Italia e Gran Bretagna.

C'è da chiedersi, a questo punto cosa intende fare e come si pone il nostro paese di fronte a tanta arroganza?!! Seppure la madre di queste bambine fosse in grave difficoltà e non potesse prendersi cura delle sue piccole, si può giustificare la decisione di un  tribunale  di indurre  al parto e togliere la bambina ad una donna contro la sua volontà e per giunta di altra nazionalità?!!.. e poi, essendo la bambina italiana, perché viene affidata ai servizi sociali Inglesi?I dubbi sono tanti e il caso è a dir poco singolare...ci sarà da vedere come andranno a finire le cose!

Pubblicato da Redazione radio DgVoice, Susanna.