FRATTAGLIE

..utopiche elucubrazioni di una mente istintiva

 

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Elucubrazione di alchimia, cucina e sensiby Strega Felice (4)

Post n°18 pubblicato il 04 Settembre 2007 da LaStregaFelice
 

Il mio primo esperimento alchemico lo ricordo ancor oggi perché fu il capostipite di una serie di insuccessi che, come spesso accade, si trasformano poi in lezioni di vita; noi streghe adulte abbiamo una sviluppata capacità di fare incantesimi, ma quando ancora siamo frugolette le nostre arti ci sono alquanto sconosciute e, di conseguenza, la crescita, a tal riguardo, avviene fondamentalmente su basi empiriche.

Il libro ereditato da quella strega di mia nonna riportava una ricetta dal titolo intrigante, affascinante e misterioso: soufflé …e che ci vuole, direte voi…e no…rispondo io…non scherziamo!

Volendo fare la saccente potrei affermare che il termine soufflé è il participio passato del verbo francese "souffler" che significa soffiare, ma, che in verità, tale locuzione descrive unicamente in modo trascurabile ciò che davvero accade a quel miscuglio di molecole quando viene governato ad arte. Potrei decidere, in futuro, di svelarvi alcuni misteri da me più tardi scoperti a tal proposito, ma non è questa la sede, e, soprattutto, non so se poi vi potrebbe interessare l’argomento.

Il soufflè è una stregata formulazione che nasce da una spuma di chiare d’uovo montate a neve  (cosa che, meraviglia delle meraviglie, può accadere anche nei mesi più caldi…) ed amalgamata con diversi ingredienti a seconda del risultato che si vuole ottenere: béchamel aromatizzate, se volete conquistare un mago che vive sul lago salato, latte al sentore di vaniglia, zucchero e tuorli se volete resuscitare un morto, sciroppi e frutta cotta se il vostro scopo è quello di rendere felici i folletti del bosco.

In ogni caso, l’ingrediente fondamentale è il bianco dell’uovo che, dopo essere stato montato a neve, deve essere addizionato agli altri ingredienti senza che la spuma si rompa ed in modo che il tutto possa gonfiarsi durante il processo alchemico di trasformazione innescato dalle parole magiche e dalla temperatura ma, soprattutto, ed è questo il punto focale di tutta la faccenda, mantenere il suo stato “gonfiato” anche all’uscita dal forno.

Il problema fondamentale è che le ricette non hanno tutte il medesimo grado di difficoltà e che una piccola strega dovrebbe avere l’accortezza di partire dall’abbecedario alchemico: sfortunatamente, nel mio caso, ciò non avvenne ed il risultato fu un’inquietante creatura  tutt’altro che gonfiata ma sicuramente verdastra, in molto simile al brodo primordiale impiegato da mio nonno in tanti esperimenti, dotata di vita propria che tentò di azzannare GocciaDiMiele, la mia micia streghetta, e che, devo confessare,  non fu neppure così semplice sopprimere.

E fu così che imparai la prima lezione ossia che per l’alchimia, comunque vadano le cose, sono sempre indispensabili due ingredienti basilari: l’umiltà e l’esperienza.

 

 
 
 
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