FRATTAGLIE..utopiche elucubrazioni di una mente istintiva |
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Quando non diversamente segnalato, i testi (ad eccezione della poesia "Frattaglie" scritta da un carissimo amico), i disegni e le fotografie presenti in questo blog sono di proprietà delle autrici.
Se vi piacciono, usateli pure, ma abbiate la cortesia di citare i nick.
Grazie. allievadelgabbiano & LaStregaFelice
GIOCO LETTERARIO
FRATTAGLIE
Frattaglie di sogni spezzati,
utopie disperse di un sole
salato e lontano,
come luce pallida
e grigia
di un pianto
che sgorga dal cuore.
Frammenti chiamati
a raccolta
da un raggio
che ancora resiste,
che segue l'istinto
infinito
di ricomporre
i frammenti di un sogno.
LASTREGAFELICE
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Nickname: allievadelgabbiano
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Sesso: F Età: 58 Prov: NO |
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« Elucubrazione sulle paure | Elucubrazione di alchimi... » |
Elucubrazione di alchimia, cucina e sensiby LaStregaFelice (6)Eccomi di nuovo qui, amici miei, per narrarvi come si svilupparono le mie capacità alchemiche tra mille esperimenti ed altrettanti fallimenti. L’uovo, una semplice sostanza, all’apparenza, ma in realtà simbolo del mondo e della vita, fu per me grande maestro di sapienza. “Fa' bollire l'ova fresche in l'acqua sane, che siano ben dure, et cotte monderale politamente et tagliate per mità cavarane fora tutti i soi rosci, guardando di non rompere il biancho, et di quelli rosci ne pistarai una parte con un poca d'uva passa, un poco di bon caso vecchio et uno del frescho; tem di petrosillo, maiorana et menta tagliate menute, agiognendovi uno o doi bianchi d'ova, o più, secondo la quantità che voli fare, con le spetie dolci o forti, como ti piace. Et questa tale compositione, mescolato ogni cosa inseme, farai gialla con il zafrano, et impierane quelli bianchi d'ova sopra ditte, frigendole in olio molto ad ascio; et per farli di sopra il suo sapore conveniente, prendirai alchuni di quelli rosci d'ova che sonno rimasti con una pocha d'uva passa. Et pistati inseme molto bene, li destemperarai con un poco de agresto et un poca di sapa, cioè vin cotto; gli passarai per la stamegna giognendovi un poco di zenzevero, un pochi di garofoli, et di canella (n.d.r….guarda che caso…) assai, facendo bollire un pochetto questo tal sapore. Et quando le ditte ova voli mandare ad tavola buttagli di sopra questo sapore. Il punto di partenza per cotanta superba raffinatezza consisteva, appunto, nell’ottenere delle uova ben sode, ossia come meglio detto dal Maestro: “per fare ova tuffate con la sua cortece metti le ova fresche in l’acqua freda, et falle bollire per spatio d’un paternostro o un poco più, et cavale fore”. Ma ahimè...la streghetta novizia giunse, io cominciai ad impartirle le perle della mia (assai scarsa) saggezza dimenticandomi così il paternostro e lasciando probabilmente l’ova in su lo foco almeno il tempo di dire tutto un rosario. E fu così che imparai un’altra importante lezione ossia che sempre, quando ci si pone di fronte all’alchimia, anche la più semplice, ci vogliono cura, concentrazione ed il rispetto dei giusti tempi. |
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