FRATTAGLIE

..utopiche elucubrazioni di una mente istintiva

 

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FRATTAGLIE

Frattaglie di sogni spezzati,
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salato e lontano,
come luce pallida
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di un pianto
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Frammenti chiamati
a raccolta
da un raggio
che ancora resiste,
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di ricomporre
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Elucubrazione di alchimia, cucina e sensiby LaStregaFelice (8)

Post n°27 pubblicato il 19 Settembre 2007 da LaStregaFelice
 

Dio fece il cibo, ma certo il diavolo fece i cuochi. (James Joyce - in Ulisse)

Anche io ebbi un primo grande amore… lui si chiamava Gioborg, era un magnifico elfo dei boschi, minuto, elegante, un po’ “farfallone” con tutte le streghette del paese e, anche per questo molto ambito (dicevano fosse imparentato con Casanova, ma non fu mai dimostrato).

Lo vidi un giorno, fermo sulla strada, con la chitarra in mano a cavalcioni del suo unicorno special truccato ed in quello stesso momento Afrodite, arrabbiata con Bacco, suo fidanzato di turno, ed  il figlio Eros  (del quale non si seppe mai con certezza chi fosse il padre, dati i costumi piuttosto liberi della mamma) passarono da quelle parti.

Il giovinetto, grassoccio e sempre ignudo, si divertiva ad accendere innumerevoli passioni, saettando a casaccio con le sue frecce d'oro, ed io fui colpita al cuore dal dardo; ma quello stordito di Eros non pensò che fosse opportuno colpire anche Gioborg e fu così che mi trovai in una situazione a dir poco molto ma molto sgradevole…innamoramento non corrisposto…

…massima sventura per una strega in erba!

Piangendo tutte le mie lacrime corsi da nonna Giselle e lei, con le sua solita grazia ed esperienza mi disse: “piccola mia, a nulla serve piangere, tu sei una strega…suvvia…raccogli queste gocce preziose in un lacrimatoio, prepara codesta ricetta, guarniscila con petali di rose ed innaffia questi ultimi con il nettare dei tuoi occhi quindi offri la speciale alchimia per cena all’oggetto del tuo amore”:

INGREDIENTI: 100 g di cioccolato fondente amaro (non fate scherzi!! che sia buono...almeno al 70, meglio se al 90% di cacao); 90 grammi di burro; 2 tuorli; 2 uova intere; 180 grammi di zucchero a velo; 75 grammi di farina, petali di rosa q.b.; lacrime di strega q.b.


Sciolsi a bagnomaria il cioccolato insieme al burro, con delicatezza, senza fretta, e quando fu pronto lo tolsi dal fuoco lasciandolo intiepidire; presi le uova (che per fortuna, avevo imparato a maneggiare con maggiore destrezza di un tempo) e le  sbattei assieme ai tuorli ed allo zucchero a velo, aggiungendo quindi  il cioccolato e, infine, la farina setacciata. Imburrai abbondantemente degli stampini monodose (naturalmente a forma di cuore),  e versai il magico composto negli stampi riempiendoli fino a un centimetro dal bordo mettendo quindi il tutto in ghiacciaia (ma si …si…potete usare il frigorifero…) per minimo un’ora.

La cottura fu breve…solo 12 minuti a 230 °C furono sufficienti e, per terminare l’alchimia…i petali di rose e le lacrime di strega…GIOBORG FU MIO.... 

E fu così che imparai l’ennesima lezione: per ogni tipo di alchimia ci vogliono sempre due ingredienti fondamentali: l’amore e la passione.

In realtà, è doveroso che vi avvisi, il seguito non fu della serie “e vissero felici e contenti”…Gioborg mi fece le corna con tutte le streghette del paese fin che ne mise incinta una che sposò e con la quale fece altri 4 figli mentre entrava ed usciva da varie comunità…ed io piansi un sacco di altre lacrime, che essendo però amare, non riuscii ad utilizzare in nessuna ricetta.

Curioso è pensare che tanti anni dopo mi imbattei in questa stessa alchimia che mi fu servita con un calice di nettare al profumo di rose…ma questa è un’altra storia.

 
 
 
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