FRATTAGLIE

..utopiche elucubrazioni di una mente istintiva

 

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FRATTAGLIE

Frattaglie di sogni spezzati,
utopie disperse di un sole
salato e lontano,
come luce pallida
e grigia
di un pianto
che sgorga dal cuore.

Frammenti chiamati
a raccolta
da un raggio
che ancora resiste,
che segue l'istinto
infinito
di ricomporre
i frammenti di un sogno.

 

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Elucubrazione sul perdono

Post n°60 pubblicato il 19 Novembre 2007 da allievadelgabbiano
 

Il credo religioso, imparato da bambina,  l’educazione impartitale, la cultura della società in cui viveva l’avevano spesso indotta a sentirsi inadeguata, a vivere sensi di colpa per il fatto di sentirsi intollerante verso quel contorto sistema di regole e norme sociali, morali e religiose che non aveva realmente scelto e che la portavano, continuamente ed inevitabilmente, a penalizzare gli impulsi che provenivano dalla sua stessa natura bollandoli come negativi, inusuali, troppo particolari per essere applicabili in quel suo mondo così predeterminato e rigorosamente perfetto.

Fu così che per molto tempo visse minando inconsciamente la fiducia in se stessa, negando, in parte, la propria natura e facendo propri modi di vivere ed ahimè, talvolta, anche di pensare, che non le appartenevano, ma che la facevano sentire più adatta all’ambiente in cui viveva e più amata dalle persone che stavano al suo fianco.

Ci fu un periodo in cui visse talmente convinta che il “giusto” fosse quello che gli altri si aspettavano da lei che smise addirittura di cercare dentro di sé la capacità di far fronte ai problemi della vita, aspettando che fosse qualcun altro a farlo per lei; ed il risultato, visto dall’esterno, non era neppure male… una giovane donna, abbastanza colta, gradevole nell’aspetto, realizzata nel proprio lavoro, con un “buon matrimonio”, perfetto quello, all’apparenza, una vita sociale ineccepibile.

Nulla veniva messo in discussione perché tutto appariva esattamente come (così pensava) ci si aspettava da lei. La razionalità, alla guida della sua vita ed una sensazione perennemente sopita di non essere davvero sé stessa.

Ma la vita, talvolta, ti pone di fronte a delle mirabolanti scoperte e a catastrofi che contrariamente ad ogni aspettativa ti restituiscono nuove speranze. Non racconterò il percorso di sofferenza che l’accompagnò in questa fase, fu necessario, purificatore, catartico: ciò che conta fu che un giorno, svegliandosi, le sembrò che quel velo che aveva per tanto tempo avuto dinnanzi agli occhi fosse caduto e tutto le apparve diverso, nuovo, possibile.

Aveva semplicemente creduto talmente a lungo di dover perdonare qualche cosa agli altri tanto da dimenticare di perdonare se stessa. Lo fece. E cominciò a sorridere.

(continua…forse)

 
 
 
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