FRATTAGLIE

..utopiche elucubrazioni di una mente istintiva

 

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FRATTAGLIE

Frattaglie di sogni spezzati,
utopie disperse di un sole
salato e lontano,
come luce pallida
e grigia
di un pianto
che sgorga dal cuore.

Frammenti chiamati
a raccolta
da un raggio
che ancora resiste,
che segue l'istinto
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di ricomporre
i frammenti di un sogno.

 

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Elucubrazione di un uomo

Post n°78 pubblicato il 22 Gennaio 2008 da allievadelgabbiano
 

Mi chiamo Giacomo, ho 50 anni e sono dirigente amministrativo presso una multinazionale. Non che il mio lavoro in sé possa dirvi qualche cosa di particolare, ma, da qualche parte, dovevo pur cominciare a presentarmi.

Non mi apro agli altri, non confido i miei problemi, non l’ho mai fatto…non ne sono capace.

Sono un uomo, non solo nel senso genitale del termine. Mi sento una persona corretta, intellettualmente onesta, irresistibilmente attratta da coloro che provano forti emozioni e sono capaci di manifestarle, anche se, a me, questa seconda parte riesce forse meno bene.  Sono in grado di assumermi le mie responsabilità e di mantenere fede agli impegni presi; l’ho fatto per tutta la vita. Ottempero ai miei doveri verso gli altri…verso le persone che hanno investito su di me e che io, talvolta, pur se involontariamente, ho deluso.

Vivo una vita strana, che sento mia soltanto in parte. Lavoro, il più delle volte con un certo entusiasmo, ed organizzo il mio tempo libero in funzione di altri, rimandando la mia vita a giorni in cui mi sentirò in diritto di viverla, senza sapere se mai arriverà quel tempo e senza riuscire a  trovare lo stimolo per pretenderla. E continuo a pagare.

Pago sensi di colpa che, assiduamente, racconto a me stesso di non voler più subire, pago debiti impagabili, e lo faccio con gli interessi, pur di evitare testardamente di ammettere che, forse, non sia umano riuscire sempre a gestire tutte le situazioni. Non riesco ad accettare che la mancanza del sorriso sul volto  delle persone che amo e che ho amato possa, anche in minima parte, essere causata delle mie azioni e dei miei desideri e di ammettere che, se gli altri non stanno bene, non è necessariamente, o solamente, una mia precisa responsabilità; e così  rimango, apparentemente imperturbabile,  imprigionato in questo gioco di ruoli,  ove sono padre, ex marito ma ancora coniuge, ex amante ma ancora debitore, sempre figlio.

In ognuno di questi ruoli sono perfettamente immedesimato, fin quando passo a quello successivo. E innalzo barriere, per tenere ben separate tutte le facce di questa mia vita. Raramente dedico un po’ di  spazio anche a me stesso, ma poi, inevitabilmente, arrivo al punto che le persone con cui interagisco chiedono qualche cosa di più, e, di nuovo, mi fermo, faccio un passo indietro, per ritrovarmi al punto da cui ero partito. Non perchè lo voglia, più semplicemente perché in questa vita così compartimentata, non rimane abbastanza per qualche cosa di nuovo.

Insomma, in fondo do a tutti  quelli che contano nella mia vita quello di cui hanno bisogno: a tutti, tranne che, forse, a me stesso.

Ho conosciuto una donna, un tipo un po’ difficile, forse, ma che sembra molto attratta da me. Chissà lei come mi vede…

 
 
 
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