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Post n°76 pubblicato il 11 Gennaio 2008 da gugolet
il primo a scalare l'Everest E' morto, a 88 anni, Edmund Hillary, l'esploratore neozelandese che per primo, insieme allo sherpa Tenzing Norgay, aveva raggiunto la cima dell'Everest, il 29 maggio del 1953, a quota 8.850. Una passione, quella per la montagna e per il popolo Sherpa del Nepal, che si era tradotta, negli anni, nell'impegno di solidarietà con la costruzione di scuole, ospedali e piste d'atterraggio sugli altopiani dell'Himalaya.
(Everest, la prima ascensione) La tragedia di Mallory - Irvine e la prima ascensione di Sir. Edmund Hillary e della spedizione inglese nel 1953. La più grande impresa sulla montagna più alta della terra.Sir Edmund Hillary è il primo uomo a raggiungere la vetta del monte Everest, nel 1953. Nato nel 1919 a Auckland, in Nuova Zelanda, si appassiona di alpinismo fin da giovanissimo. Per coltivare la sua passione, deve spostarsi prima in Europa, sulle Alpi, poi, finalmente sull'Himalaya, dove scala undici diverse montagne sopra ai 6000 m prima di sentirsi pronto a tentare la scalata dell'Everest. Dal 1865, vi era l'indicazione dell'esistenza di questo alto picco, così nominato in onore di Sir John Everest, sovrintendente generale del gruppo di rilevamento trigonometrico in India. Ma la montagna era gia nota da secoli alle popolazioni locali dei due versanti. Il suo nome tibetano è Chomolungma, ovvero Dea Madre, mentre quello nepalese Sagarmata, Alto nel cielo. Tra il 1920 e il 1952, molte spedizioni avevano fallito nel tentativo di conquista, anche perché nel frattempo i permessi di ingresso per il Tibet si facevano sempre più difficili da ottenere. Tragica fu la spedizione del 1924 che vide protagonista l'inglese Mallory, intellettuale, letterato, appassionato di alpinismo, e protagonista della ricognizione effettuata nel 1921 per individuare una via di accesso al "tetto del mondo". Mallory sosteneva che l'Everest andava scalato "by fair means" senza cioè ricorrere all'ausilio delle bombole di ossigeno. Nella spedizione del 1924 la cordata di punta era costituita da Somervell e Norton, due forti alpinisti. Il primo si arrese a 8150 metri mentre il secondo continuò da solo sino a circa 8573 metri per poi arrendersi e rientrare a causa della grande fatica fisica e delle difficoltà alpinistiche. Fallita la cordata di punta ecco entrare in scena Mallory il quale scelse come compagno Irvine. Buon canottiere, mediocre alpinista, ma grande esperto in bombole di ossigeno. I due, allontanatisi dall'ultimo campo con forte ritardo, presumibilmente per problemi alle valvole delle bombole, lasciarono un biglietto un po' confuso dove confondevano le ore del pomeriggio con quelle del mattino. Abbandonato il criterio dei "fair means", si lanciarono all'attacco. Di loro rimane qualche secondo di immagini cinematografiche, riprese da un altro membro della spedizione, che li ritrae in uno squarcio di nebbia come puntini sulla cresta sommitale dell'Everest, molto lontani dalla vetta e in grave ritardo rispetto ad una ragionevole tabella di marcia. Ancor oggi non è del tutto chiaro cosa avvenne quel giorno. Rimane l'interrogativo sul fatto che Mallory e il suo compagno abbiano o meno raggiunto la vetta. Il suo corpo venne ritrovato e la morte imputata a lesioni compatibili con una caduta ma non si può sapere se avvenuta durante la salita o la discesa. Molte considerazioni alpinistiche escludono che i due possano avere raggiunto la vetta, in particolare le grandi difficoltà tecniche del superamento di un punto della cresta indicato come "secondo salto". Nel 1953 Sir Edmund Hillary viene inserito da John Hunt nella spedizione inglese. Guidata dal colonnello John Hunt, includeva gli alpinisti George Lowe, George Band, Charles Evans, Tom Bourdillon, Alfred Gregory, Mike Westmacott, Wilfrid Noyce, Charles Wylie, Mike Ward (medico), Tom Stobart (operatore cinematografico), Griff Pugh (fisiologo) e James Morris (giornalista). Il Picco Sud è raggiunto a maggio, ma tutti i membri sono costretti a tornare indietro. Tutti tranne Hillary e lo sherpa nepalese Tenzing Norgay, che aveva già partecipato ad altri cinque tentativi. E finalmente il pomeriggio del 29 maggio 1953 le parole più famose al mondo: "bene, abbiamo fatto fuori quel bastardo!" pronunciate in coincidenza con l'incoronazione della regina Elisabetta II. L'Everest era stato vinto, 90 anni dopo la sua iscrizione ufficiale sulle carte. Punto chiave della salita quello che ancor oggi è conosciuto come "l'Hillary Step", un difficile salto di roccia e ghiaccio poco sotto la vetta. Superato dai due grazie a delle appropriate manovre di corda. |
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Luglio 2008. A 6000 metri di altitudine
tre alpinisti italiani stanno aprendo una nuova via
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uno dei giganti dell'Himalaya.
Si chiamano Karl Unterkircher, Walter Nones e Simon Kehrer.
Dopo un complicato passaggio sotto un seracco, improvvisamente,
senza dire una parola, Unterkircher scompare dentro un crepaccio
nascosto dalla neve fresca.
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