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"La tragedia è ormai triste realtà. Non ci sono più speranze". Lo ha detto all'ANSA Herbert Mussner, il manager di Karl Unterkircher, lo scalatore altoatesino finito in un crepaccio sul Nanga Parbat. "Nones e Kehrer stanno proseguendo verso la cima per poi tornare a valle su un'altra via. Fino al loro arrivo al campo base passeranno due, tre giorni", ha aggiunto Mussner. Unterkircher, 38 anni, lascia la moglie e tre bambini di tenera età. Il gardenese era presidente dell'Aiut Alpin Dolomites, il servizio di soccorso in montagna nelle valli ladine. Nel 2004 Unterkircher era stato ricevuto, con gli altri membri della spedizione italiana sul K2 e sull'Everest, dall'allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e dal papa.
"Walter Nones e Simon Kehrer stanno proseguendo con la scalata del Nanga Parbat perché tornare a valle per la stessa via è impossibile", lo ha detto all'Ansa Herbert Mussner, il manager di Karl Unterkircher che durante l'impresa è finito in un crepaccio. "Alle 6 di questa mattina - ha detto Mussner - mi ha chiamato Simon dicendo che Karl era caduto in un crepaccio e che il suo corpo era coperto di neve". Visto l'impossibilità di recuperarlo con i mezzi a disposizione Nones e Kehrer hanno deciso di proseguire con la scalata".
IMPOSSIBILI SOCCORSI A 7000 METRI
L'incidente di Karl Unterkircher é avvenuto sul Nanga Parbat ad oltre 7 mila metri di quota. Soccorsi in quella quota sono impossibili. A causa dell'aria rarefatta gli elicotteri non possono volare a quella altezza. Inoltre la parete è troppo esposta per consentire l'avvicinamento del mezzo. Il gardenese di 38 anni è caduto in un crepaccio. Si tratta di un incidente relativamente frequente sui ghiacciai. Il recupero è particolarmente difficile. Spesso l'alpinista muore già nella caduta nel crepaccio che può essere profondo anche dieci, venti metri oppure viene sepolto dalla neve che lo segue. Sulle Alpi i soccorritori utilizzano in genere un treppiede con verricello. Un soccorritore si fa calare, presta i primi aiuti, mette l'imbragatura al ferito per poi farlo recuperare lentamente agli altri uomini. Un intervento del genere è però impensabile a quota 7 mila.
SU YOUTUBE GLI ULTIMI FILMATI
Sono scaricabili su Youtube gli ultimi filmati di Karl Unterkircher. I video sono stati fatti dal gardenese nel campo base del Nanga Parbat e durante alcune scalate di allenamento. Via telefono satellitare Unterkircher li aveva messi su Youtube. Tra l'altro si vede una enorme valanga ripresa dall'altoatesino durante la scalata del Chongra (6.448 metri), una cima nelle vicinanze del Nanga Parbat.
KAMMERLANDER: KARL ERA MOLTO PRUDENTE
"Karl Unterkircher era uno scalatore di altissimo livello, fisicamente e mentalmente molto forte ma soprattutto molto prudente": lo ha detto Hans Kammerlander che l'anno scorso aveva scalato in compagnia di Unterkircher lo Jasemba, una cima in Nepal di 7.350 metri fino a quello momento inviolata. "Il rischio non è mai zero su montagne come il Nanga Parbat". "Sono profondamente scioccato. Scalare con Karl era un grande piacere", ha detto Kammerlander, raggiunto dall'ANSA durante un'escursione in val d'Ultimo, in Alto Adige. "Il mio pensiero ora va a Simon Kehrer e Walter Nones che devono superare la perdita del compagno più esperto e concludere la scalata".
Nanga Parbat: parte dall'Italia la missione di soccorso.
Silvio Mondinelli è pronto a partire per il Pakistan. Sarà lui a guidare la operazione in soccorso di Walter Nones e Simon Kehrer, in difficoltà sul Nanga Parbat dopo la drammatica scomparsa di Karl Unterkircher. La missione è stata organizzata in un lampo da Agostino Da Polenza che, valutata la criticità della situazione, non ha avuto dubbi: Nones e Kehrer sono provati, scalano su una parete insidiosa e ignota. Una volta fuori, potrebbero anche non riuscire a trovare la via per scendere. Bisogna intervenire.
Non c'è un minuto da perdere. La situazione, sul Nanga Parbat, è sempre più critica. Dopo la tragica caduta di Karl Unterkircher in un crepaccio, ora la preoccupazione è tutta per i suoi due compagni di cordata, Walter Nones e Simon Kehrer, che stanno disperatamente tentando di tornare al campo base per mettersi in salvo. Ma per farlo, si trovano costretti a proseguire sul difficile pilastro di roccia che li separa dalla cresta.
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SUL MIO COMODINO
Luglio 2008. A 6000 metri di altitudine
tre alpinisti italiani stanno aprendo una nuova via
per risalire la ripidissima schiena del Nanga Parbat,
uno dei giganti dell'Himalaya.
Si chiamano Karl Unterkircher, Walter Nones e Simon Kehrer.
Dopo un complicato passaggio sotto un seracco, improvvisamente,
senza dire una parola, Unterkircher scompare dentro un crepaccio
nascosto dalla neve fresca.
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