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Il maresciallo Tito

Post n°67 pubblicato il 06 Dicembre 2006 da Non_sono_comunista
 

Josip Broz, noto alla storia come Tito, nacque in Croazia il 25 maggio del 1892 a Kumrovec, un poverissimo villaggio, vicino Zagabria. Suo padre era croato e sua madre slovena.

      Tra il 1911 e il 1913 lavorò in Slovenia, Cecoslovacchia, Germania e Austria come operaio metallurgico. Nel 1913 svolse il servizio militare a Zagabria nell’esercito asburgico e così lo scoppio della 1°guerra mondiale lo colse sotto le armi. Inviato sul fronte di Galizia cadde prigioniero dei Russi ritrovandosi pertanto a Mosca nel pieno della Rivoluzione cui prese parte arruolandosi nell’Armata rossa e aderendo al PCUS.

Nel 1920 tornò in Jugoslavia per dedicarsi all’attività politica dando inizio alla ristrutturazione del Partito Comunista del quale fu in seguito nominato Segretario Generale.

Quando morì ai suoi funerali parteciparono i capi di stato di tutti i paesi occidentali tranne Carter e Giscard d’Estaing. Con lui finirono gli anni dell’unità nazionale iugoslava e le varie etnie che, seppur col pugno di ferro, era riuscito a far convivere pacificamente diedero inizio alla tragedia delle guerre che nell’ultimo decennio hanno tenuto tutto il mondo intero con il fiato sospeso.

 

Commenti al Post:
arjuna_88
arjuna_88 il 06/12/06 alle 20:26 via WEB
Potrei odiare Tito maresciallo assassino. Potrei sputare sul suo nome e la sua tomba. Potrei fare cortei e slogan anticomunisti. Ma non lo farò, io piango i miei fratelli infoibati.
 
 
Non_sono_comunista
Non_sono_comunista il 06/12/06 alle 22:40 via WEB
Bravo arjuna_88, anche tu sei molto attento agli argomenti del blog, in questi post sono stato volutamente il più neutrale possibile, per capire le reazioni e per vedere l'informazione (o disinformazione) e di conseguenza la totale indiffirenza che questi post hanno generato nei lettori, questo sta purtroppo a significare che solo pochi conoscono veramente a fondo la storia della propria patria, gli unici che hanno lasciato un commento sapendo a cosa mi riferivo e di cosa stavo parlando sei tu e Dike... Forse potremmo fare presente questo al ministero della pubblica istruzione...
 
MagoGandalf2006
MagoGandalf2006 il 11/12/06 alle 11:43 via WEB
E' proprio cronaca sportiva di questi giorni: con il mondiale di volley maschile ha chiuso i battenti anche l'ultimo simulacro di unione fra stati riconducibile all'ex Jugoslavia. La Serbia & MonteNegro si e' classificataquarta perdendo il derby balcanico con la Bulgaria e con il gradino piu' basso del podio veniva persa anche la possibilita' di salutare con le tre dita alzate. Tito mori' nel 1980, un lustro dopo Franco e come el Caudillo, rimase in sella fino all'ultimo. Al pari del generalissimo venne rapidamente archiviato: la Spagna nemmeno 10 anni dopo la scomparsa del suo leader entrava nella CEE, mentre la Jugoslavia 10 anni dopo l'addio senza rimpianti al maresciallo croato sprofondava negli abissi di una guerra che nei balcani sa essere piu' sporca che altrove. Per far convivere le tante etnie dell'ex-Jugoslavia non uso' tanto il pugno di ferro quanto la propaganda ed il bilancino. Limito' l'ipoteca serba, demografica e politica, sulla federazione jugoslava a vantaggio dei croati, sconfitti nella IIWW in quanto alleati dell'asse ed autori di un tentato genocidio ai danni dei serbi. Infatti, alla fine della IIWW, per riorganizzare la laceratissima federazione su basi ideologiche cerco' di creare un contrappeso allo strapotere serbo in ambito federale. Per fare cio' Tito riabilito' propagandisticamente la Croazia (la colpa venne data tutta ad Ante Pavelic seguendo uno schema applicato in tutte le nazioni sconfitte) e le assegno' nuovi territori. Cosi' paradossalmente la Croazia sconfitta si espandette prendendosi l'Istria, unica conquista jugoslava della IIWW, Krajna e Pannonia cioe' territori a maggioranza serba. Non fu certo la medicina giusta: le questioni giacevano irrisolte ed il fuoco covava sotto la cenere, la Jugoslavia in seguito fu attiva anche in politica estera dove si propose quale stato-leader dei cosiddetti "paesi non allineati". In questo consiste l'eredita' di Tito: le sue alchimie etniche in uno scenario esplosivo di default che hanno prodotto 8 anni di guerra e di pulizia etnica che solo la cattiva coscienza europea ha potuto relegare in secondo piano. Di lui restano solo la cancrena del Kossovo, trasformato in una sorta di Afghanistan talebano bagnato dall'adriatico, e le macerie di una Serbia spinta fuori dall'Europa mentre la Turchia -sua nemica di sempre- e' de facto iperattivo membro dell'UE. Per questo motivo Tito e' sempre stato un croato per i serbi ed un comunista per i croati. Gli unici suoi nostalgici, spiace dirlo, sono proprio i giuliano-dalmati. Il loro internazionalismo, il loro sinistrismo: sul sito politically-correct "Histria" le parole "Italia" e "comunismo" vengono menzionate il meno possibile: sembrerebbero essere gli unici che Tito sia riuscito a convincere in trenta anni e passa di governo. Non c'e' da meravigliarsi troppo in fondo, il sentimento di appartenenza italiano e' sottozero e questo lo sappiamo bene. Al contrario, serbi e croati hanno in comune -oltre all'odio reciproco- il feroce attaccamento tribale alla loro etnia. Come dire collante ideologico per uno stato concepito su base etnica contro identita' etnica all'interno di uno stato ideologico. La storia delle foibe? In Italia la conoscono solo i tifosi livornesi che se la spendevano con un coretto infame all'indirizzo dei tifosi alabardati durante le partite di B fra Livorno e Triestina di qualche anno fa. Tale richiamo pero' non funziono' granche' contro i tifosi croati. Ne abbiamo avuto la controprova quando l'Italia, alla sua prima uscita da campione del mondo, scelse la Croazia come avversario e Livorno come citta' ospitante: 2 fesserie in un colpo solo. Sul campo una squadra col sangue agli occhi fece a pezzi gli scarti del campionato vestiti d'azzurro, rifilandoci la terza sconfitta in 5 incontri (gli altri 2 sono pareggi) negli ultimi 10 anni: per nostra fortuna non furono nostri avversari negli ottavi... Sugli spalti invece i ragazzi dei Bad Blue Boys, tifosi della Dinamo Zagabria, annichilirono l'Ardenza disponendosi a forma di svastica. I tifosi amaranto si calmarono immediatamente e misero la mordacchia alla loro "coscienza democratica": meglio aspettare Livorno-Lazio o qua nelle foibe ci finiamo pure noi.... Non a caso la guerra fra Serbia e Croazia ebbe il suo prologo calcistico durante una partita Dinamo Zagabria-Stella Rossa... Grazie per esserti occupato di un tema a me caro da sempre; spero di non aver abusato troppo dell'ospitalita' che mi auguro di poter ricambiare.
 
 
Non_sono_comunista
Non_sono_comunista il 11/12/06 alle 12:37 via WEB
é stato un piacere leggerti, non un disturbo, hai arricchito l'argomento da me introdotto e sul quale purtroppo poco si conosce ma molto si dovrebbe dire, visto che a scuola ci insegnano solamente una parte di storia...
 
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