Viva l'italia

Ciao, innanzitutto ti volevo fare i complimenti per essere stato di parola: al giorno d'oggi non è cosa da poco mantenere fede a quanto viene detto e, da questo punto di vista, mi fa piacere constatare che tu sei diverso da molte altre persone. Solo una cosa: tu scrivi ora che Azouz è stato accusato dai Media. Diciamo che questo è vero. Ma è anche vero che, in un primo momento, anche tu ti sei comportato come hanno fatto i mass media: hai dato troppo in fretta per certo che l'assassino fosse il Marzouk. Sarebbe cosa bella ammettere di essersi sbagliati: in fin dei conti non c'è niente di male. Il mio è comunque solo un suggerimento, nulla più. Penso che comunque sia stata una cosa positiva questo tuo ultimo post. PS come al solito le mie riflessioni esulano dal giudizio sella Legge per l'indulto (legge che io non trovo giusta) e su chi l'ha fatta approvare.

Non posso dire di essermi sbagliato, perchè io non ho accusato nessuno, ho solo riportato una notizia con tanto di fonte e l'ho poi commentata come meglio credevo, e come ho ribadito nel post non cambio assolutamente idea sui commenti.

TERRORISMO,VIOLENZA E REATIIl concetto di terrorismo rappresenta il punto di partenza per l’analisi di un fenomeno che nel corso dei secoli ha visto aumentare costantemente il suo peso politico.In sostanza,la pratica terroristica ,si adatta ed è mossa da una particolare situazione socio politica..Ne deriva quindi che il terrorismo non possa essere considerato una forma di lotta di classe, ma intesa principalmente in termini borghesi, strumentali e antirivoluzionari.Si ritiene opportuno che partendo dal concetto di terrorismo, si debba passare, per uno stretto legame,al concetto di violenza ,che in politica ha un suo ruolo cruciale. I governi hanno perseguito storicamente fini innumerevoli e molto diversi tra loro,ma il mantenimento della coesistenza pacifica è prioritario ad ogni altro fine: soltanto in una situazione pacifica,il potere politico può ottenere condizioni e organizzazioni di attività umane, che sono dirette verso obiettivi più complessi ma assolutamente essenziali.Ora mantenere le condizioni esterne della convivenza pacifica ,significa impedire le azioni violente tra i gruppi e gli individui che fanno parte della comunità,e, l’esperienza consolidata delle realtà sociali, ha dimostrato che per questo scopo è indispensabile il ridimensionamento degli interventi violenti dello Stato, del ridimensionamento degli interventi dispotici, e la promozione di una nuova cultura che favorisca la socializzazione e il senso del collettivo. Troppo spesso il potere ricorre a una esaltazione dei reati per giustificare i suoi interventi oppressivi, e non ricorre ad una obiettiva analisi delle cause che nel tempo hanno provocato tali episodi di violenza, senza prendere atto che le cause di tali comportamenti sono stati prodotti da una mancanza di giustizia sociale,e da una enorme disuguaglianza di partecipazione ai beni che vengono prodotti dal mondo del lavoro. E’ un discorso molto complesso, di non semplice soluzione, ma ritengo che se vogliamo veramente una pace sociale,il superamento delle guerre civili,dobbiamo iniziare a proporci il grave problema della soluzione della morte per fame,enormemente diffuso in tutto il mondo, compreso anche i paesi dove si sostiene che esista un comune reale benessere.

Caro don Ulisse, nel tuo commento tocchi diversi punti fondamentali dal quale non dovremmo mai distogliere l'attenzione, a volte però tali buoni principi vengono ignorati proprio dalla classe politica, che invece di contribuire alla diffusione di tali principi li sommergono, come per l'appunto inserire nell'organico politico persone che devono la loro fama ad eventi palesemente antistatali, come ho già fatto presente in altri miei post precedenti, un'altro grave fatto per lo stato e per tutti noi è anche quello di intitolare una sala del nostro senato ad un delinquente, che esempio possiamo prendere noi da questo? e che esempi lasciamo ai nostri figli?