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Post n°243 pubblicato il 17 Marzo 2014 da pantouffle2011
Il sunto di questo drammone chemioterapico potrebbe essere: tamarro te lo sei preso, tamarro te lo tieni. E la cosa potrebbe finire lì, lo ammetto.
Ma è pur sempre un film diretto e scritto da Ozpetek, quello di Saturno Contro, Le Fate Ignoranti e La Finestra di Fronte. E che soprattutto m’ha fatto conoscere Filippo Timi: voglio dire, mica cotiche.
Per questo, e solo per questo, son rimasta fino alla fine senza cedere alla tentazione – forte – di addormentarmi a metà del primo tempo.
Ma io mi domando e dico: m’hai fatto amare personaggi venuti su dal nulla disegnandoli addosso a Serra Yilmaz. Dai uno spessore perfino a Bova nei panni del ragioniere tristanzuolo e mi fai piacere perfino Elio Germano che parla con i fantasmi. E poi? E poi mi fai un film come questo.
Un film dove la descrizione del protagonista maschile si può riassumere in un'unica parola: maschio. Di quelli tamarri, ma tamarri veri, con bisogni primari e basici dove già ti dice bene se sui tatuaggi non ci sono troppi errori di ortografia.
Ma è Ozpetek, ti dici, non può essere tutto lì. Minimo verrà fuori che il protagonista porta dentro di sè una ferita del passato che gli rende intollerabile la felicità. O almeno qualche voto d’amore fatto alla madre in punto di morte, come nei peggiori film di Rete4. Macchè. E’ solo tamarro, e tamarro resta.
Ma si vede che con la sceneggiatura si andava di fretta, perché anche il personaggio femminile si può riassumere con una sola parola: sì. Sì alle corna, sì a lavorare per portare a casa la pagnotta, sì a crescere ed educare i figli (mentre lui fa il simpatico), sì, sì e ancora sì.
E non si capisce perché se lo tenga, il tamarro, visto che ci litiga pure.
Tanto lo sanno tutti che un pendolo, per sua natura, non può fare altro che oscillare. Anche se è attaccato ad un inguine.
Ma alla fine è proprio lei che sente il bisogno di spiegarlo (se lo chiede perfino lui, serve dire altro?): dice che lo fa per amore. Che lei il tamarro l’ha sempre amato, fino all’ultimo tatuaggio. E sembra non accorgersi che lui sbaglia i congiuntivi anche quando russa.
E finalmente l’Ammore vince, lui abbandona le vacche le signorine che aveva sparse in giro e torna dalla moglie. Certo, lei s’è dovuta far venire il cancro per riprenderselo, certo lui ha ormai un po’ l’addominale forte da carboidrato, ma che c’entra, poteva andare peggio, poteva averci anche la stempia. L’importante è che l’amore trionfi.
Ma alla fine la colpa non è nemmeno degli uomini: è delle donne, che ancora si ostinano a credere nell’amore eterno. Che se tale non è, ce lo fanno diventare. Perché loro, le Donne Che Amano, i loro uomini son sempre fin troppo pronte a perdonarli.
Infine, un consiglio ad Ozpetek: se non riesci a far recitare dignitosamente Francesco Arca, lascia perdere: non serve che ci mostri il culo. Anche se devo ammettere che il pensiero che anche un didietro avrebbe recitato meglio di lui ha colpito anche me.
Ciao Guys.
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Gentile omaggio di Alberto9 :-)
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Mi fa piacere leggerti da queste parti. Ciao Michi :)
Sono dell'idea che gli uomini non cambieranno mai finché non cambieranno le donne, ovvero fino a quando faranno le crocerossine dell'amore eterno, sperando che lui cambi, ma sapendo benissimo che non cambierà mai, se non in peggio. Forse molte donne sono portate all'autoflagellamento per colpe ancestrali, ovvero per la maledetta tentazione di Eva che ci ha precipitato tutti in un mare di merda, ma quante generazioni dovranno ancora passare prima che la pena che si sono inflitte sia considerata estinta (non c'è una prescrizione anche per quella)?:-))))
Ho visto una serie infinita di Grandi Amori finire rovinosamente e frettolosamente nel nulla, a volte nel dramma, e tanti piccoli amori a cui non avresti dato un soldo durare cent'anni, diventando più forti e gradevoli nel tempo come un buon vino rosso.
Non esiste quindi una regola, anche se a volte ci vuole anche un po' di fortuna.
Se posso dare un consiglio alle donne, direi loro di non perdonare l'uomo che dicono di amare già al PRIMO vero sgarbo, alla prima violenza fisica o psicologica, al primo gesto insulso e/o volgare, al primo tradimento, (anche se fosse una scappatella di un giorno), e se proprio non ce la fanno, al SECONDO, ma non oltre. Solo così salveranno se stesse e il futuro dell'umanità, perché gli uomini cambieranno solo se loro non perdoneranno....Certo, ci vuole coraggio, specialmente all'inizio, quando si è in poche, e magari sole contro tutti, ma poi, l'esempio diventerà una pandemia che purificherà il Mondo non solo dai Tamarri, ma da questo Maschilismo becero e onnipresente che non umilia solo le donne, ma che impedisce agli uomini di apprezzare e di vivere la propria compagna in tutte le sue sfumature, e di godere appieno della sua meravigliosa complessità femminile, rinnciando a priori a quella complicità e a quella condivisione totali che sono invece l'essenza di un rapporto di coppia e che fanno venire alla luce dal profondo di ognuno di noi quel meraviglioso sentimento a molti purtroppo sconosciuto che in letteratura viene definito AMORE.
Ciao...CARLO!
P.S.- No so di Arca, ma ti assicuro che conosco decine di donne che sanno recitare molto ma molto meglio con il culo che con la bocca, infatti se ci fai caso le inquadrature migliori sono proprio riservate al loro di dietro, e mi sorprende che nessuno abbia mai pensato di premiarlo (il culo) con la famosa statuetta (naturalmente da infilare rigorosamente dentro al momento dell'assegnazione).