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La Luce di Mizar

 
 

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Le suggestive foto dei Sassi che vedete in questo box sono state scattate da Gerardo Fornataro, che mi onora della possibilità di arricchire e valorizzare il mio blog con i suoi lavori.
Grazie Gerardo.


































































































 
 

 

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Segni sulla Terra

Post n°153 pubblicato il 04 Novembre 2008 da mizar_s_light
 

Un filo logico lega i volti della Terra ad uno degli enigmi più affascinanti dell'archeologia.
Esiste un luogo sul nostro pianeta, desertico ed inospitale, senza traccia di alberi né arbusti, in cui genti lontane hanno lasciato una testimonianza indelebile del loro passaggio, con maestria e precisione che lascia allibiti. Quel luogo è la Pampa peruviana e sto parlando delle linee di Nazca.

Furono scoperte nella prima metà del secolo scorso, quando i voli di linea iniziarono a sorvolare una area a ridosso della cordigliera fino a quel momento priva di interesse, perché da terra nulla sono se non delle indecfrabili linee realizzate asportando i ciotoli vulcanici che ricoprono la superficie, ma dal cielo lo spettacolo è incredibile. Incredibile perché la perfezione di disegni e linee è maniacale, ne sono state contate circa 13mila che scalano montagne e discendono pendii in tutte le direzioni della rosa dei venti e si perdono all'orizzonte per decine chilometri, non si curano di burroni e strapiombi, riemergono sempre impeccabilmente e rigorosamente rettilinee tanto da sembrare, in alcuni casi, delle piste di atterraggio e decollo.


Ancor più suggestivi sono i Grabados, disegni di vario genere e forme geometriche perfette che si estendono su un'area di 10.000 ettari  (cliccate sui link per vedere le immagini). Una figura umana che pare un astronauta, un cane, una balena, una scimmia lunga un centinaio di metri con un' enorme coda arrotolata a spirale, un condor ad ali spiegate con un apertura di 180 mt., un uccello (apparentemente un colibrì) il cui becco misura 100 metri ed un enorme ragno che secondo l’astronoma
Phyllis Pitluga rappresenta la costellazione di Orione, che ritorna ancora una volta ad essere rappresentata sulla Terra. Ce ne sono tante altre che non hanno un'interpretazione precisa e nel 2006 un’equipe giapponese ne ha scoperto delle nuove. Siamo di fronte a uomini (tralasciando le teorie più fantasiose) dalle incredibili abilità geometriche e astronomiche, un binomio diffuso su tutto il pianeta, dall’Egitto all’Asia, ma chi erano?

Pare si tratti della civiltà precolombiana di Nazca, che abitava il Perù meridionale tra il 500 ed il 300 a.C. e che non ha lasciato tracce che possano permetterci di ricostruirne la storia. Si pensa che anche loro erigessero templi a forma di piramide per l’adorazione delle proprie divinità, e che successivamente siano stati assorbiti dagli Incas che sottomisero tutte le popolazioni peruviane.  In che maniera abbiano realizzato i disegni e le linee è un rompicapo che appassiona decine di archeologi, l’ipotesi più accreditata e realistica induce a pensare che abbiano dapprima realizzato disegni in scala ridotta, che sarebbero stati successivamente riportati ingranditi sul terreno con l'aiuto di un opportuno reticolato di corde, in maniera simile a come sono stati scolpiti i volti dei Presidenti statunitensi sul monte Rushmore. Rimane enigmatico comunque il rinvenimento di alcuni cocci di vasi, risalenti alla stessa epoca, sui quali pare sia ritratto qualcosa che assomigla ad una mongolfiera. Che quest’antica civiltà fosse in grado di volare ed ammirare dall’alto le proprie opere? E' questo il motivo per cui sono visibili solo da centinaia di metri d'altezza?

Le linee di Nazca non sono comunque le uniche grandi opere visibili dall’alto presenti sul pianeta. Sempre in Perù a qualche centinaio di chilometri a nord di Nazca, nei pressi della città di Pisco, vi sono figure che rappresentano degli animali ed un uomo, ma realizzate con una tecnica diversa. Poco a sud di Lima invece,
su di un pendio a strapiombo sull’oceano vi è un enorme disegno sulla roccia, una specie di tridente o candeliere alto circa 250 metri, magnifico al punto che i primi esploratori spagnoli videro in quella figura un segno dell’approvazione divina della loro conquista, denominandola “segno miracoloso del Crocifisso”.
In Cile, nel deserto di Acatama, si estende per 120 mt. il Curaca (stregone) o gigante di Acatama, e numerosi sono ancora nel lungo e frastagliato Paese sudamericano i disegni ammirabili dal cielo. Ne ritroviamo ancora in altri continenti, in California è incisa nel deserto
una figura umana dal torso stranamente rettangolare dagli arti lunghi e sottili, spirali uguali a quelle di Nazca sono state ritrovate in nordamerica ed in Siberia. Nel Sussex, contea dell’Inghilterra meridionale, vi sono una cinquantina di figure di cui la più famosa rappresenta un uomo, ed è alta 7 metri e larga 15, più a nord, nell’Oxfordshire, una pittura rupestre risalente a 3000 anni fa, lunga oltre 100 metri, rappresenta un cavallo.

Enigmi che si intrecciano ad enigmi, pezzi di puzzle che si sono persi per sempre, genti che migliaia di anni fa erano capaci di opere che noi, oggi, riusciremmo (forse) a realizzare solo grazie alle nostre macchine. La storia cela popoli molto più grandi di noi.

 
 
 
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Un blog di: mizar_s_light
Data di creazione: 08/12/2007
 

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MIZAR

Zeta Ursae Majoris

Dall'arabo Miz'ar (cintura) è la stella centrale del "timone" della costellazione del Grande Carro, porzione dell'Orsa Maggiore e si trova a 60 anni luce dalla terra.
Il suo nome originario era Mirak, fu ribattezzata nel sedicesimo secolo da Giuseppe Scaligero.
Sua compagna inseparabile è Alcor, distante dalla terra 80 anni luce, più difficilmente visibile data la vicinanza ad una stella molto più luminosa, tanto che gli arabi la chiamavano Al-Suha "La trascurata". Nelle notti senza luna e fuori dalle città la si può vedere brillare debolmente, sopratutto se si cerca di non guardare direttamente Mizar. Nell'antichità la capacità di saper individuare nel firmamento le due stelle era considerata segno di buona vista.

I moderni telescopi hanno scoperto che il sistema Mizar-Alcor è tra i più complessi e tra i più affascinanti di quelli conosciuti. Entrambi gli astri infatti si dividono in sistemi multipli, Mizar è in realta una coppia strettissima di due stelle, Mizar A e Mizar B, che sono a loro volta una doppia ed una tripla, Alcor invece è una doppia.

Il motivo per cui Mizar è il mio nick e la luce di Mizar è il nome del mio blog è insito proprio in questa breve descrizione. Il suo sembrare un unica stella alla sola vista essendo in realtà un sistema molto complesso rispecchia la mia personalità ed il mio modo di pormi con gli altri. La prima impressione che trasferisco al mio interlocutore è sempre fuorviante rispetto alla mia vera essenza, la mia personalità è molto variegata e complessa e spesso mi piace "giocare" a far trasparire un lato piuttosto che l'altro. Mi piace essere poliedrico.
La luce di Mizar è una metafora del mio pensiero, perchè come la sua luce è il frutto e la somma delle luci delle stelle che la compongono, così il mio pensiero è il risultato dell'interazione di tutte le componenti della mia personalità.

Ed io non le conosco tutte...

 

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01 Febbraio 2009 - Diga San Giuliano - Matera

 

 

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