Creato da: lecasame il 04/04/2010
Con calma e per piasèr

 

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DIFENDIAMOCI!

Intanto difendiamoci
da chi ci sta sbranando,
poi penseremo a individuare
chi glielo sta lasciando fare.

 

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UN GIORNO MIGLIAIA DI UOMINI LASCERANNO...

Proclama all’occidente 
del presidente algerino Houari Boumediene
nel 1974 dal podio delle Nazioni Unite:

“’Un giorno milioni di uomini lasceranno l’emisfero sud per fare irruzione nell’emisfero nord. E non in modo amichevole.

Verranno per conquistarlo, e lo conquisteranno popolandolo con i loro figli. E’ il ventre delle nostre donne che ci darà la vittoria”.

.........................................

 

IL CUCULO

... quando si schiude l’uovo del cuculo, il piccolo intruso sbatte fuori dal nido i suoi “fratellastri” caricandosene sul dorso le uova e gettandole fuori, o spingendo giù gli altri uccellini del nido se sono già nati...

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SPOT PARTITO DEMOCRATICO SVEDESE

 

QUESTA E' SPARTA!

 

Dichiarazioni DIRITTI UMANI

Dichiarazione Universale
dei diritti umani

................................

Dichiarazione Universale
dei diritti dell'uomo nell'islam

................................

 

Messaggi di Aprile 2012

 

Effetto Monti: Dopo Benetton anche Calzedonia in Serbia, darà lavoro a 1000 operai

Post n°852 pubblicato il 30 Aprile 2012 da lecasame

Effetto Monti: Dopo Benetton anche Calzedonia in Serbia, darà lavoro a 1000 operai

28 apr 2012 – E’ di ieri la notizia che Luciano Benetton sara’ nei prossimi giorni in Serbia per concordare i termini di una espansione dell’attivita’ del suo gruppo nel paese balcanico, dove darà lavoro a 2700 dipendenti.

Oggi l’annuncio che l’italiana Calzedonia, leader nel settore calze e lingerie, ha ottenuto otto ettari di terreno per la realizzazione di un proprio stabilimento a Subotica, nel nord della Serbia.

Come riferisce la Tanjug, il sindaco Sasha Vucinic ha firmato con il responsabile dell’ufficio in Serbia di Calzedonia Francesco Rufolli un accordo in base al quale il gruppo italiano potra’ disporre del terreno nella zona industriale di Mali Bajmok, senza dover effettuare alcun pagamento.

Se tutto andra’ secondo i piani, la costruzione del nuovo stabilimento potra’ cominciare a fine maggio-primi di giugno, con i lavori previsti in un periodo di dieci mesi. L’investimento ammonta a 20 milioni di euro, e in una prima fase l’impianto Calzedonia occupera’ mille operai. (ANSAmed)

http://www.imolaoggi.it/?p=16633

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Sono sempre di più quelli che scappano. L'Italia sta per crollare?

 
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ALLARME: arriva la Tubercolosi totalmente incurabile, con l’immigrazione

Post n°851 pubblicato il 29 Aprile 2012 da lecasame

20 marzo 2012

ALLARME: arriva la Tubercolosi totalmente incurabile, con l’immigrazione

Londra – All’alba del Capodanno del 2004, dopo mesi di perdita di peso, sofferenza, febbri, sudorazioni notturne e mancanza di respiro, Anna Watterson è stata ricoverata in ospedale per tosse con sangue. È stato strano essere diagnosticata con la tubercolosi, una malattia associata alla povertà – soprattutto perchè Watterson era un benestante avvocato della capitale britannica. Curata, l’infezione di Watterson rifiutò di cedere al triplice attacco antibiotico messo in atto dai medici per combatterla. Dopo che in sei settimane le pillole non ebbero avuto alcun effetto, alla Watterson è stato detto che aveva una Multifarmacoresistente Tubercolosi o MDR-TB e la ricoverarono per mesi in un reparto di isolamento ad un regime di farmaci iniettati che lasciano il malato con nausea, contuso e incapace di uscire al sole. “I miei amici erano veramente scioccati,” dice la Watterson. “La maggior parte di loro aveva solo sentito della TBC dai romanzi vittoriani.”
Ma oggi, assistiamo al rapido aumento dei tassi di tubercolosi farmaco-resistente in alcune delle città più ricche del mondo, proveniente da continenti come Africa e Asia. Londra è stata soprannominata la “capitale d’Europa per la tubercolosi”, e un recente studio ha documentato casi di una Tubercolosi “totalmente farmaco resistente” in India, da dove potrebbe diffondersi in Europa. “Non possiamo permettere che questo genio esca dalla lampada. Perché una volta che lo ha fatto, non so come potremo controllare la TB,”ha detto Ruth McNerney, un esperto di tubercolosi al London School of Hygiene and Tropical Medicine.

ALLARME

La TB è un’infezione batterica che distrugge il tessuto polmonare dei pazienti, che li fa tossire e starnutire e diffondere i germi attraverso l’aria. Chiunque con una TB attiva può facilmente infettare altre 10-15. Nel 2010, 8,8 milioni di persone avevano la TB e la sede a Ginevra dell’Oms ha previsto che più di 2 milioni di persone contrarrà la TB multifarmacoresistenti entro il 2015. Il tasso di mortalità in tutto il mondo della TB attualmente è tra due e tre persone al minuto. La sorpresa, poi, dei casi totalmente incurabili in India, hanno sollevato allarme internazionale. L’OMS ha convocato una riunione speciale mercoledì per discutere se la comparsa di ceppi di TB che sembrano essere resistenti a tutti i farmaci noti, meriti una nuova definizione di “Tubercolosi totalmente resistente ai farmaci” o TDR-TB. Se così, vorrebbe dire aggiungere un livello “incurabile” dell’evoluzione nel corso degli anni da TB normale, che è curabile con sei mesi di trattamento antibiotico, alla nascita di MDR-TB, poi ampiamente resistenti ai farmaci TB #XDR-TB #. Che cosa è così frustrante su tale progressione, dice Lucica Ditiu dell’OMS di Stop TB Partnership, è che la tubercolosi farmaco-resistente “è una totale responsabilità dell’uomo”.

“I medici, operatori sanitari, le infermiere, interi sistemi sanitari hanno prodotto MDR-TB. Non è un bug che è venuto dalla natura. Non è una mutazione spontanea. Esso è avvenuto perché i pazienti sono stati trattati male – con farmaci di scarsa qualità, o non abbastanza farmaci o con insufficiente osservazione così il paziente non ha finito il corso di trattamento,” ha detto Ditiu. Ditiu è un po’ rassicurato che l’OMS si riunisce a guardare i recenti casi estremi di farmaco-resistenza, che genererà almeno i riflettori su questa malattia spesso dimenticata. Ma lei dice mentre le definizioni sono centrali per linee guida internazionali e protocolli di trattamento, che fanno poca differenza a persone ammalate.

QUANDO I FARMACI NON FUNZIONANO

La situazione in India è un esempio calzante. Dr Zarir Udwadia, uno specialista di tubercolosi al National Hinduja Hospital a Mumbai, ha pubblicato un documento sulla Gazzetta di clinica delle malattie infettive alla fine dell’anno scorso che documentano i quattro casi di TBC TDR. Egli ha detto a Reuters che ha ora ha identificato 12 casi per i quali egli ha tutti ma corto di opzioni di trattamento. Tre sono già morti. Egli ha testato un potente farmaco anti-TB dopo l’altro su campioni colture da questi pazienti – tra cui trattamenti di prima linea come isoniazide, rifampicina e streptomicina e una gamma di farmaci di linea secondo come moxifloxacina, kanamicina ed ethionamide. Ogni medicina non riuscita. “Se si aggiungono tutto in su, erano resistente ai 12 farmaci in totale,” ha detto. Come altri, Udwadia incolpa la scarsa pratica medica. Non soggetti a prescrizione medica e uso di antibiotici-the-Counter è diffusa in India e non può essere alcuna coincidenza che il paese ha ora uno degli oneri più alti del mondo, con più di 100.000 casi MDR-TB. L’evoluzione verso una Tbc totalmente resistente ai farmaci “era un incidente in attesa di accadere”, ha detto Udwadia. “Per arrivare a questo stadio, devi avere amplificato la resistenza negli anni, con un sacco di uso improprio di farmaci (antibiotici). E nessun altro paese genera intorno a farmaci di seconda linea liberamente come India ha fatto”.

DIFFUSIONE

Una delle più grandi difficoltà nell’affrontare TB è

la facilità e la velocità con cui si diffonde.

Quando i pazienti tossiscono, starnutiscono o sputano, essi spingono migliaia di goccioline che trasportano il germe nell’aria intorno a loro. Per chi viaggia in spazi ristretti, una malattia come la TB può facilmente chiedere un passaggio. Un buon esempio è la TBC-Farmaco resistente, che ha colpito la prima volta in Sud Africa nel 2006. Appena quattro anni dopo, nel 2010, l’OMS ha detto che era già diffusa a “livelli record” in tutto il mondo e in un totale di 58 paesi aveva segnalato almeno un caso di XDR-TB. Ditiu teme che un modello simile potrebbe emergere con TDR-TB. “Stia dilagando, si sta diffondendo mentre noi parliamo in questo momento,” ha detto. “La situazione è estremamente preoccupante”.

Anna Watterson, quando contrasse l’infezione, viveva nel quartiere nord-ovest di Brent, un’area di Londra con una grande comunità di immigrati. Come milioni di altri nella capitale britannica, usava la metropolitana quasi tutti i giorni.


 

Immaginate ora quei simpatici clandestini, magari sbarcati pochi mesi prima dall’Africa, con i quali condividete gli spostamenti in treno o in bus.
Oppure i figli di immigrati subsahariani, originari di luoghi dove la Tbc è endemica, che starnutiscono allegramente sulle facce dei vostri figli nelle scuole di ogni ordine e grado.

Potreste anche pensare alle corsie d’ospedale, alla piscina pubblica o allo zingaro che bussa con violenza al finestrino.
Ecco, pensate a tutto questo, e poi dite sì all’immigrazione.

http://news.yahoo.com/drug-resistant-white-plague-lurks-among-rich-poor-113851688.html

http://identità.com/blog/2012/03/20/allarme-arriva-la-tubercolosi-totalmente-incurabile-con-limmigrazione/

 
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BARBONE MAROCCHINO ACCOLTELLA DUE OPERATORI DELLA CARITAS

Post n°850 pubblicato il 29 Aprile 2012 da lecasame

«Torni più tardi». Alla mensa dei poveri clochard prende a coltellate due persone

I due uomini sono ricoverati in gravi condizioni, uno con i polmoni perforati, l'altro per un fendente vicino al cuore

ROMA - Non accetta di essere messo alla porta e per questo accoltella due persone. È accaduto alle 13.50 circa durante la distribuzione dei pasti nella mensa dei poveri della Basilica di Santa Maria in Trastevere. Un clochard

marocchino

di 44 anni si è presentato alla porta dove c'è la distribuzione dei pasti, ma è stato invitato a tornare più tardi dall'addetto alla sicurezza perché di posti all'interno della mensa non ce n'erano più.

GRAVI IN OSPEDALE - Il clochard sul momento si è allontanato ma poco dopo

è tornato con un coltello

e ha aggredito due persone, un sardo di 41 anni e un altro uomo che si trovava vicino a lui, un ospite della struttura, un rumeno di 21. I due sono caduti a terra colpiti al torace da diverse coltellate. I due, entrambi feriti all'addome, uno con i polmoni perforati e l'altro per un fendente vicino al cuore, sono stati portati rispettivamente al Santo Spirito e al San Camillo. Il marocchino dopo un tentativo di fuga è stato bloccato dalla polizia e

arrestato per duplice tentato omicidio.

Rinaldo Frignani e Redazione Roma online

http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/12_aprile_29/coltelli-trastevere-2004266925912.shtml

 
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VU' CUMPRA' SENEGALESE REAGISCE A CONTROLLI POLIZIA, ARRESTATO

Post n°849 pubblicato il 29 Aprile 2012 da lecasame

29 aprile 2012

Sanremo: reagisce ai controlli della Polizia, arrestato vù cumprà 31enne senegalese

Khadim Diouf Mbake

Nonostante le non poche difficoltà lo straniero veniva comunque bloccato e con l’ausilio di una volante veniva accompagnato in Commissariato dove, essendo privo di documenti, veniva identificato come Khadim Diouf Mbake 31enne senegalese.

Nel pomeriggio di ieri, gli agenti del Poliziotto di quartiere hanno notato, vicino al negozio Prenatal di piazza Eroi Sanremesi, tre cittadini

senegalesi di cui uno portava in spalla un vistoso zaino e due grosse buste in nylon dalle quali si intravedevano numerose borse.

Ritenendo che lo straniero avesse con sé merce con marchio contraffatto, gli operatori decidevano di fermarlo per procedere sia alla sua identificazione che al controllo della merce. Al momento dell’identificazione lo straniero, che veniva trovato in possesso di

numerosa merce contraffatta, reagiva con inaudita violenza, colpendo gli agenti con pugni e spintoni in varie parti del corpo, facendoli cadere rovinosamente a terra.

Nel corso della colluttazione gli altri senegalesi si appropriavano della merce del loro connazionale dandosi alla fuga. Nonostante le non poche difficoltà lo straniero veniva comunque bloccato e con l’ausilio di una volante veniva accompagnato in Commissariato dove, essendo privo di documenti, veniva identificato come Khadim Diouf Mbake 31enne senegalese.

Sottoposto a rilievi foto dattiloscopici da riscontro AFIS e da accertamenti archivio SDI risulta

pregiudicato per reati specifici in materia di vendita e commercio di oggetti con marchio contraffatto. A seguito delle violenze subite gli agenti sono stati giudicati guaribili in giorni 20 per distorsione cervicale e giorni 15 per distorsione cervicale e contusione ai gomiti. Il senegalese è stato arrestato per i reati di resistenza, violenza e lesioni ed è trattenuto presso le camere di sicurezza di questo Commissariato in attesa dell’udienza di convalida dell’arresto che si terrà domani mattina.

Carlo Alessi

http://www.sanremonews.it/2012/04/29/leggi-notizia/argomenti/cronaca/articolo/sanremo-reagisce-ai-controlli-della-polizia-arrestato-vu-cumpra-31enne-senegalese.html

 
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DUE CALABRESI BLOCCATI SUL TIR CON 60MILA € DI ACCIAIO RUBATO

Post n°848 pubblicato il 28 Aprile 2012 da lecasame

In territorio di Pompiano (Brescia)

Bloccati sul tir con 60mila euro di acciaio rubato

BRESCIA - 28 aprile 2012

Profilati di acciaio del valore complessivo di 60 mila euro. Questa la merce rubata nella notte fra venerdì e sabato a Ospitaletto, e intercettata poche ore dopo dai carabinieri di Trenzano a bordo di un rimorchio, rubato anch'esso.

In manette sono finiti

due calabresi di casa nel Cremonese,

bloccati lungo l'Orceana, in territorio di Pompiano di ritorno dalla trasferta notturna. I due erano entrati in azione nella notte. Sono partiti da casa a bordo di una motrice e, una volta giunti in viale Europa a Ospitaletto, l'hanno agganciata a un semirimorchio stipato con 350 quintali di acciaio.

Durante il viaggio di ritorno una pattuglia di carabinieri ha notato il bilico in transito, che non si ferma all'alt.  Il mezzo pesante viene fermato a Pompiano, sull’Orceana, dove uno degli indagati tenta di fuggire. Lo hanno bloccano. Stessa sorte per il complice.

http://www.giornaledibrescia.it/in-provincia/bassa/bloccati-sul-tir-con-60mila-euro-di-acciaio-rubato-1.1179893

 
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NORDAFRICANI LE STRAPPANO LA COLLANINA D'ORO DAL COLLO

Post n°847 pubblicato il 28 Aprile 2012 da lecasame

Brescia, aggredita in centro per la catenina d'oro

BRESCIA - 28 aprile 2012

La avvicinano senza dare nell'occhio, aspettano il momento giusto e le strappano la collana. Una scena durata pochi secondi: la vittima è una donna di 75 anni. Attorno alle 17 di venerdì cammina col marito in via Fratelli Bronzetti, nel centro storico di Brescia.

Arrivano in due, dalla testimonianza probabilmente nordafricani,

e senza perdere troppo tempo puntano la catenina d'oro che la donna ha al collo. Pochi gesti e uno dei due la strappa, la donna praticamente non ha il tempo di reagire. Il marito sì, però, e cerca di fermare il rapinatore. Ne scaturisce una colluttazione, ma il malvivente riesce a fuggire. Gli agenti della polizia intervenuti hanno raccolto la testimonianza, ora cercano i due seguendo la descrizione fornita dalla coppia.

http://www.giornaledibrescia.it/in-citta/brescia-aggredita-in-centro-per-la-catenina-d-oro-1.1179854

 

 

 
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DISABILE SCIPPATO DA DUE DONNE STRANIERE

Post n°846 pubblicato il 28 Aprile 2012 da lecasame

A Rezzato disabile scippato da due donne

Rezzato (BS) - 23 aprile 2012

Sembrava volessero soltanto un aiuto per raggiungere una strada, ma alla fine gli hanno strappato una catenina e un bracciale.  Stiamo parlando delle

due donne sui 35-40 anni di origine straniera

che giovedì mattina

hanno scippato un disabile di Rezzato.

I fatti si sono consumati in via Gennari.

«Da una Bmw
- ha raccontato la vittima, invalido del lavoro, costretto in carrozzella - è scesa

una donna con il velo.

E, a volto scoperto, ha iniziato a propormi della bigiotteria. Io, pensando che avesse bisogno di un'indicazione l'ho ascoltata. Ma la situazione è subito degenerata: nonostante le avessi detto di non aver bisogno di nulla, la donna non accennava ad andarsene. In suo aiuto è così scesa dall'auto anche un'altra ragazza con una cartina. Le due mi hanno strappato un braccialetto d'oro e una catenina.

Poi l'uomo al volante dell'auto le ha chiamate, sono salite in macchina e se ne sono andate».

http://www.giornaledibrescia.it/in-provincia/garda/a-rezzato-disabile-scippato-da-due-donne-1.1172633


 
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migliaia di donne italiane violentate da soldati marocchini tra il ’43 e il ’45

Post n°845 pubblicato il 27 Aprile 2012 da lecasame

Storie taciute: migliaia di donne italiane violentate da soldati marocchini tra il ’43 e il ’45

Alberto Moravia ci scrisse un libro e Vittorio De Sica ne ricavò un film, La Ciociara, con Sofia Loren, dove si mostra lo stupro delle due protagoniste, madre e figlia. Dopo più di cinquant’anni si torna a parlare di «marocchinate».
Allora questa parola la usavano tutti e si capiva subito di cosa si parlava.
Con questo brutto termine vengono indicate quelle donne, ma anche bambini di entrambi i sessi, uomini, religiosi e in qualche caso animali, vittime delle violenze dei soldati marocchini del Corps expeditionnaire francais (Cef), comandati dal generale Juin. Furono migliaia.
Come afferma lo studioso belga Pierre Moreau: “Mai tali tragici avvenimenti sono stati menzionati dalla letteratura storica della seconda guerra mondiale, tanto in quella in lingua francese, quanto quella in lingua olandese ed inglese”. Invece è dimostrato che non fu solo la popolazione degli Aurunci a subire le violenze durante le famose cinquanta ore di «premio» promesse da Juin alle truppe se avessero sfondato la linea di Cassino, ma che il fenomeno partì dal luglio ’43 in Sicilia, attraversò il Lazio e la Toscana e terminò solo con il trasferimento del Cef in Provenza, nell’ottobre del ’44.
Un’altra fondamentale novità che la denuncia e gli studi apportano alla vulgata su questi fatti è che non furono solo i marocchini a macchiarsi di tali nefandezze, ma anche algerini, tunisini e senegalesi. Nonché «bianchi» francesi: ufficiali, sottufficiali e di truppa. E qualche italiano aggregato ai «liberatori».
Quando gli eserciti anglo americani giunsero nel gennaio del 1944 di fronte alla linea Gustav, i loro comandanti certamente non pensarono che la celere avanzata verso Roma, si sarebbe trasformata in una logorante e sanguinosa guerra di posizione.
Nei seguenti mesi invernali, infatti, il generale Harold Alexander, comandante in capo delle forze alleate in Italia, si ostinò ad attaccare frontalmente le difese tedesche nel settore di Cassino riuscendo a perdere nell’arco di tre distinte battaglie, che comportarono anche la distruzione della storica abbazia, oltre 60.000 uomini.
A fronte di questi evidenti insuccessi, nello studio tattico di quella che doveva essere la quarta ed ultima Battaglia per Cassino che portò all’occupazione angloamericana di Roma, il generale Alexander decise di tentare una manovra di aggiramento delle difese tedesche.
L’attacco si doveva sviluppare attraverso i monti Aurunici, partendo da Castelforte via Ausonia, monte Petrella, Esperia. Obiettivo finale: il paese di Pontecorvo e la via Casilina. Si sarebbe ottenuto così l’Aggiramento dei difensori di Montecassino.
A svolgere questo difficile e delicato compito furono chiamate le truppe del “Corps expeditionnaire Français” (C.E.F.) agli ordini del generale Alphonse Juin.
Le forze del C.E.F. comprendevano 99.000 uomini per la maggior parte marocchini e algerini provenienti dalle colonie francesi. Completava l’organico una piccola aliquota di senegalesi.
La caratteristica di queste truppe coloniali era l’eccellente addestramento nei combattimenti montani. «Vivere e battersi in montagna era qualcosa di naturale per questi soldati, e un terreno che altri avrebbero considerato un ostacolo era per i nordafricani un alleato».
Questi uomini «selvaggi avvolti in luridi barracani, che per mesi, per impedire che compissero violenze sessuali ai danni delle popolazioni civili, erano stati sottoposti al coprifuoco, ed impediti ad uscire dai loro accampamenti recintati con filo spinato», erano denominati “goumiers”, in quanto non erano inquadrati in formazioni regolari, ma organizzati in “goums”, ossia gruppi composti da una settantina di uomini, molto spesso legati tra loro da vincoli di parentela.
All’alba del giorno scelto per l’attacco, il 14 maggio 1944, il generale Juin inoltrò agli uomini della IIa divisione di fanteria (gen. Dody) e della IVa divisione da montagna (gen. Guillaume) il seguente proclama: «Soldati! Questa volta non è solo la libertà delle vostre terre che vi offro se vincerete questa battaglia. Alle spalle del nemico vi sono donne, case, c’è un vino tra i migliori del mondo, c’è dell’oro. Tutto ciò sarà vostro se vincerete. Dovrete uccidere i tedeschi fino all’ultimo uomo e passare ad ogni costo. Quello che vi ho detto e promesso mantengo. Per cinquanta ore sarete i padroni assoluti di ciò che troverete al di là del nemico. Nessuno vi punirà per ciò che farete, nessuno vi chiederà conto di ciò che prenderete».
Tale allucinante promessa venne purtroppo rispettata alla lettera.

Nei giorni che seguirono la battaglia, terminata il 17 maggio con la caduta di Esperia, i 7.000 “goumiers” sopravvissuti (erano partiti all’attacco in 12.000) devastarono, rubarono, razziarono, uccisero, violentarono. Circa 3.500 donne, di età compresa tra gli 8 e gli 85 anni, vennero brutalmente stuprate. Vennero sodomizzati circa 800 uomini, tra cui anche un prete, don Alberto Terrilli, parroco di Santa Maria di Eperia, il quale morì due giorno dopo a causa delle sevizie riportate. Molti uomini che tentarono di proteggere le loro donne vennero impalati.
In una relazione degli anni ’50, che alla luce di recenti ricerche riporta dei dati per difetto, testualmente si legge: «circa 2.000 donne oltraggiate, di cui il 20 per cento affette da sifilide, il 90 per cento da blenorragia; molti i figli nati dalle unioni forzose, Il 40 per cento degli uomini contagiati dalle mogli, oltre 800 assassinati perché accorsi a difendere l’onore delle loro madri, mogli, figlie. L’81 per cento dei fabbricati distrutto, il 90 per cento del bestiame sottratto; gioielli, abiti e denaro totalmente rubati».
La prima notizia di un loro stupro è dell’11 dicembre 1943; si tratta di 4 casi che coinvolgevano – secondo fonti americane – i soldati della 573° compagnia comandata da un sottotente francese «che sembrava incapace di controllarli». Notin annota: «sono i primi echi di comportamenti reali, o più spesso immaginari, di cui saranno accusati i marocchini».
Tanto immaginari però non dovevano essere se, già nel marzo 1944, De Gaulle, durante la sua prima visita al fronte italiano, parla di rimpatriare i goums (o goumiers, come venivano chiamati) in Marocco e impegnarli solo per compiti di ordine pubblico.
In quello stesso mese gli ufficiali francesi chiesero insistentemente di rafforzare il contingente di prostitute al seguito delle le truppe nordafricane: occorreva ingaggiare 300 marocchine e 150 algerine; ne arrivarono solo 171, marocchine.
Dopo lo sfondamento della linea Gustav, la «furia francese» travolse soprattutto il paesino di Esperia, che aveva come unica colpa quella di essere stato sede del quartier generale della 71° divisione tedesca. Tra il 15 e il 17 maggio oltre 600 donne furono violentate; identica sorte subirono anche numerosi uomini e lo stesso parroco del paese.
Il 17 maggio, i soldati americani che passavano da Spigno sentirono le urla disperate delle donne violentate: al sergente Mc Cormick che chiedeva cosa fare, il sottotenente Buzick rispose: «credo che stiano facendo quello che gli italiani hanno fatto in Africa».
Ma gli alleati erano sinceramente scandalizzati: un rapporto inglese parlava di donne e ragazze, adolescenti e fanciulli stuprati per strada, di prigionieri sodomizzati, di ufficiali evirati.
Pio XII sollecitò (il 18 giugno) De Gaulle in questo senso, ricevendone una risposta accorata accompagnata da un’ira profonda che si riversò sul generale Guillaume, capo dei «marocchini». Si mosse la magistratura militare francese: fino al 1945 furono avviati 160 procedimenti giudiziari che riguardavano 360 individui; ci furono condanne a morte e ai lavori forzati.
A queste cifre sicure occorre aggiungere il numero, sconosciuto, di quanti furono colti sul fatto e fucilati immediatamente (15 «marocchini» solo il 26 giugno). Si tratta comunque di alcune centinaia di casi.
Le fonti italiane danno cifre molto diverse. Una ricerca in merito parla di 60 mila donne stuprate. Un numero enorme, spaventoso. In realtà la stima delle vittime non è chiara, ci si basa principalmente sulle richieste di indennizzo delle quali non si conosce la veridicità.
Fu proprio a Esperia che nacquero le prime voci sulla «carta bianca».
Resta il fatto che la disposizione dei francesi nei nostri confronti non era delle migliori: nessuno aveva dimenticato la pugnalata alle spalle del 10 giugno 1940, il bombardamento di Blois senza necessità militari, i mitragliamenti delle colonne di rifugiati a sud della Loira . Però pur ammettendo una certa riluttanza delle autorità francesi nel punire le violenze, la disparità con le cifre di parte italiana resta enorme.
Questi dati si fondano sulle 60 mila richieste di indennizzo presentate dalle donne italiane. I francesi pagarono da un minimo di 30 mila a un massimo di 150 mila fino al 1 agosto 1947.
Da quel momento a pagare fu lo Stato italiano, stornando i fondi dai 30 miliardi dovuti alla Francia per le riparazioni di guerra. Molti problemi nacquero dal fatto che le donne, oltre all’indennizzo, chiesero anche la pensione come vittime civili di guerra e che per legge i due benefici non erano cumulabili. Ne scaturì un groviglio di questioni burocratiche, ritardi, lamentele.
A organizzare le proteste furono soprattutto le comuniste dell’Udi. Nel 1951 un’affollatissima assemblea di donne in un cinema di Pontecorvo affrontò la questione delle marocchinate, provocando un infuocato dibattito parlamentare. Ma, indipendentemente dalle ragioni dell’«uso pubblico della storia», in tutta quella vicenda restano interrogativi pesanti e angosciosi.
Ammettere di essere stata stuprata è per una donna un’esperienza devastante. Eppure furono in 60 mila a farlo. La spiegazione di Notin è raggelante. Su quegli stupri furono messe in giro molte «voci».
Nei paesi colpiti spesso furono i sindaci a raccogliere le richieste di indennizzo e, nell’interesse della comunità, si arrivò a dichiarare la violenza anche quando non era stata subita. Il fatto è che la miseria travolse anche il pudore e le 60 mila marocchinate furono costrette a scegliere lo scandalo e la vergogna di uno stupro «falso» per ottenere i soldi «veri» che servivano alle loro famiglie e alla loro comunità.
Sin qui, dunque, la tragica cronaca dei fatti.

De Gaulle stringe la mano a un membro del goum

Mentre precedentemente si individuò come unico e solo responsabile il Generare Juin, oggi si può senz’altro affermare che le maggiori responsabilità ricadono su ben altre persone, quali il generale De Gaulle diretto superiore di Juin ed il ministro degli affari economici del governo francese in esilio a Londra, André Diethelm, che nei giorni del terrore “goumiers” si trovavano in Ciociaria per la precisione ad Esperia. Non poterono quindi non vedere come si comportarono i loro coloniali!

Altrettanto evidente, a chi guardi ai fatti con obiettività, è la responsabilità del Generare Harold Alexander, che sentitosi chiedere da Juin l’autorizzazione a mettere in pratica tale scellerato disegno, anziché farlo immediatamente arrestare, diede il suo consenso, limitandosi a contrattare il termine temporale dello scempio (50 ore) senza curarsi minimamente della sorte delle inermi popolazioni. «Per lui l’impresa dei goumiers significava soltanto aver fatto una breccia nelle difese tedesche, attraverso la quale far passare comodamente gli inglesi della 78a divisione, tenuta sinora di riserva»
A fronte di quanto detto, si può certamente sostenere che non si trattò di azioni casuali e sporadiche, derivanti da una concezione ancestrale e tribale della guerra propria dei nordafricani, come qualcuno in passato ha affermato.
Vista la presenza in quei luoghi del comandante del Comitato di Liberazione Nazionale francese (De Gaulle), di un ministro del governo francese (Diethelm), e visto il consenso di Alexander, anche se mancano prove documentali, non si può non esser legittimati a pensare che tale infame azione possa essere stata pianificata direttamente al tavolo dello stato maggiore alleato.
Ancor più comprensibile è che le istituzioni repubblican-resistenziali abbiano relegato per 50 anni questi episodi in un angolo oscuro della storia, viste le evidenti e dirette responsabilità nei fatti sommariamente descritti.
Non si deve dimenticare che il 13 ottobre del 1943 il governo Badoglio dichiarò guerra alla Germania, divenendo il cobelligerante degli angloamericani, e dunque  corresponsabile delle azioni dello stato maggiore alleato.
A riprova di quanto affermato, sta il fatto che, per quanto se ne sa, in merito a questi episodi mai fu sollevata una protesta da parte del governo di Unità Nazionale presieduto da Ivanoe Bonomi, così come del resto nulla è stato fatto dai vari governi nei 50 anni successivi, per “loro” i fatti della Ciociaria non sono mai accaduti.
A tanti anni di distanza questo crimine, così come tanti altri, le foibe, il massacro dei bimbi di Gorla, il lancio delle penne esplosive e delle bombe a farfalla, i delitti commessi dai partigiani, non possono essere taciuti solamente perché commessi dalla parte vincitrice.

http://www.pacioli.net/ftp/maturita/iacomelli/marocchinate.htm

 
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Gli italiani non sono razzisti, sono stanchi

Post n°844 pubblicato il 27 Aprile 2012 da lecasame

Gli italiani non sono razzisti, sono stanchi

13 gennaio, Recanati: un albanese di 26 anni spara ad un connazionale 41enne all’interno di un bar, uccidendolo.
29 gennaio, Firenze:  due cittadini romeni hanno assalito una vettura della Polizia, intervenuta per aiutare un loro connazionale. I poliziotti hanno riportato lesioni per dieci giorni, uno degli aggressori aveva  un coltello.
9 febbraio, Pistoia: rissa in carcere tra detenuti albanesi, ferito un agente di polizia penitenziaria.
12 febbraio, Bologna: due tunisini e una rom adescano tre studenti veneti, tra cui un minorenne, li portano in un capannone e li derubano dopo averli picchiati.
15 febbraio, Roma: romeno adesca turista statunitense, la porta nel parco di villa Borghese e la stupra dentro una vecchia cabina elettrica dismessa.
15 febbraio, Torino: in corso san Maurizio scoppia in piena notte un maxi-rissa tra cinesi, che si danno appuntamento con bottiglie di vetro e mazze da baseball. Arrestati in dieci.

16 febbraio, Teramo: agente di polizia penitenziaria aggredito in carcere da detenuto di etnia rom.

2 marzo, Firenze: un albanese di 28 anni aggredisce un passante e spara per strada con una pistola scacciacani.

3 Marzo, Rimini: rumeno arrestato per furto e aggressione. La Squadra Mobile ha fermato a Rimini un rumeno per rapina aggravata, in esecuzione di un’ ordinanza di custodia cautelare.

6 marzo, Savona: due albanesi vengono alle mani con due italiani all’interno del centro commerciale Ipercoop. Al termine della lite, uno dei due albanesi, ubriaco, aggredisce altre 4 persone.

21 marzo, Montebelluna (TV): due albanesi aggrediscono e picchiano Mauro Maurin, vincitore del Gf 10.

9 aprile, Ventimiglia: 4 romeni ubriachi aggrediscono un giovane 20enne, il padre interviene a difenderlo ma viene ucciso dal branco a calci e pugni.

30 aprile, Roma: 6 filippini naturalizzati italiani violentano a turno una 17enne romana in una pineta, tenendola  in ostaggio tutta la notte.

3 maggio, Roma: un 38enne romano viene picchiato a sangue, morirà in ospedale il 17 giugno. Il 23 luglio sarà arrestato un 28enne albanese in Italia clandestinamente, cui la vittima faceva da prestanome: è uno degli autori del pestaggio.

19 maggio, Roma: un romeno bastona un pensionato di 86 anni che voleva difendere la sua bicicletta dal furto: la vittima è stata sottoposta ad un intervento chirurgico ad un occhio.

20 maggio, Fermo: due albanesi accoltellano un 32enne di Fermo, perforandogli un polmone. La vittima un mese dopo finirà in coma a causa di un brutto incidente stradale in circostanze poco chiare.

29 maggio, Nettuno (Roma): pirata della strada romeno investe e uccide bimbo 16enne in bicicletta.

29 maggio, Milano: al parco Sempione scoppia una rissa tra sudamericani e nordafricani, interviene un senegalese che viene colpito da una coltellata al fianco.

9 giugno, Milano: quattro nomadi, di cui due minorenni, fuggono in auto dopo una rapina, investendo ed uccidendo un 28enne italiano.

13 giugno, Roma: romeno 29enne, ubriaco alla guida, investe ed uccide un bosniaco di 28 anni.

14 giugno, Verona: detenuto magrebino con un manico di scopa aggredisce in carcere cinque agenti.

15 giugno, Varese: uomo aggredito da rumeno. Era nel bagno delle Corti – Brutale aggressione in centro città: il fatto si è verificato attorno alle 12.30 nella zona del centro commerciale Le Corti [...] Si tratta di un quarantenne romeno pluripregiudicato per reati contro la persona e il patrimonio, già noto alle forze dell’ordine di Varese per l’abitudine di stazionare senza occupazione presso le stazioni ferroviarie cittadine e piazza Repubblica.

19 giugno, Bologna: detenuto extracomunitario rifiuta di farsi perquisire ed aggredisce due agenti, ferendoli.

20 giugno, Fano: 8 albanesi entrano in una villa di notte in cerca di gioielli. Non trovando nulla si accaniscono su marito, moglie e figlio presenti in casa, malmenandoli per due ore.

1 luglio, Savona: due albanesi, di 30 e 32 anni, assieme ad un 25enne savonese, provocano e picchiano cinque minorenni all’interno di un bar.

7 luglio, Ivrea: detenuto extracomunitario aggredisce a calci e pugni tre agenti di polizia penitenziaria.

17 luglio, Altamura: maxi-rissa con accoltellamenti tra quattro albanesi e due fratelli romeni.

19 luglio, Padova: rissa tra tunisini e nigeriani per il controllo dello spaccio, coinvolti in sessanta.

22 luglio, Varese: tre albanesi aggrediscono con pugni, calci e bottigliate due uomini italiani e due donne peruviane davanti ad un locale, ferendo gravemente all’addome uno dei due italiani.

23 luglio, Cuneo: ragazza invalida violentata da due marocchini. Incontro casuale in discoteca e poi abusi in una casa.  Violentata dal ‘branco’ dopo un incontro casuale in discoteca a Dogliani: la vittima e’ una ragazza piemontese di 20 anni, invalida civile al 46% per problemi di natura psichica. I presunti responsabili, operai di origine marocchina, immigrati regolari che vivono a Dogliani, sono stati arrestati dai Carabinieri per violenza di gruppo aggravata.

25 luglio, Cerreto Guidi (Fi): tre albanesi aggrediscono, rapinano e picchiano una coppia di fidanzati, stuprando la donna e rinchiudendo l’uomo nel bagagliaio dell’auto nella quale si erano appartati.

27 luglio, Torino: nordafricano aggredisce bambina di 11 anni per strapparle la collanina e prende a bottigliate la mamma che cerca di difenderla.

30 luglio, Parma: due tunisini picchiano e derubano nel parcheggio dell’ospedale Maggiore un cittadino bulgaro residente a Parma.

31 luglio, San Benedetto del Tronto: 6 albanesi aggrediscono due connazionali all’interno di una discoteca.

28 agosto, Carugate (MI): due romeni 20enni stuprano un’italiana 40enne in una discarica.

prosegue

 
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Gli italiani non sono razzisti, sono stanchi

Post n°843 pubblicato il 27 Aprile 2012 da lecasame

2° parte

Gli italiani non sono razzisti, sono stanchi

3 settembre, Savona: due albanesi caricano in auto con la forza una ragazza russa, ex fidanzata di uno dei due. Quando lei riesce a liberarsi, con l’aiuto di due passanti, gli aggressori picchiano anche uno dei due soccorritori.

3 settembre, Alassio: marocchino di 30 anni insegue una giovane 21enne, la palpeggia, e, alla reazione della ragazza, la ferisce alla schiena con i cocci di una bottiglia.

5 settembre, Ragusa: due tunisini armati di una pala e un tubo di ferro picchiano e colpiscono ripetutamente al capo un romeno.

8 settembre,  Torre Pellice: 21enne romeno uccide a coltellate il rivale in amore e minaccia di morte l’ex fidanzata.

18 settembre, Bologna: rumeno ubriaco investe e uccide 21enne. È stato arrestato con l’accusa di omicidio colposo aggravato dall’aver guidato la vettura in stato di ebbrezza  un romeno di 27 anni che il giorno prima attorno alle 21 ha investito e ucciso, mentre era la volante di un’Alfa 156, un ciclista di 21 a Mordano, vicino ad Imola.

19 settembre, Rimini: due marocchini aggrediscono e rapinano un bagnino 64enne.

19 settembre, Viareggio: quattro aggressioni a catena con accoltellamenti nella stessa notte. Vittime e aggressori cittadini immigrati, movente la guerra tra bande di extracomunitari per il controllo della droga.

20 settembre, Treviso: due romeni avvicinano un giovane trevigiano, lo percuotono con calci e pugni e gli rubano portafoglio e cellulare. Alla vittima sarà riscontrata una grave emorragia cerebrale.

25 settembre, Vicenza: rissa e bottigliate tra nigeriani davanti ad un locale di Ponte Alto. All’arrivo della polizia, le volanti saranno accolte da lanci di bottiglia.

28 settembre, Sanremo: immigrato nordafricano aggredisce due agenti del Commissariato.

28 settembre, Roma: in zona pineta Sacchetti un 45enne ecuadoriano colpisce ripetutamente al volto con bottiglie di vetro un connazionale. All’arrivo dei Carabinieri, altri due ecuadoriani colpiscono con calci e pugni i militari.

28 settembre, Lecce: un 17enne viene picchiato da alcuni coetanei all’uscita della scuola, il 2 ottobre sarà arrestato un 16enne di origini albanesi identificato come uno degli aggressori.

29 settembre, Cammarata (Ag): romeno aggredisce selvaggiamente con un bastone di legno il custode di un’azienda agricola, rubando poi alcuni oggetti custoditi all’interno dell’azienda stessa.

6 ottobre, Formia: romeno residente in un campo rom alle porte di Napoli sequestra e violenta più volte una donna italiana: arrestato il 10 ottobre a Casoria (Na).

8 ottobre, Montesilvano (Pe): 4 romeni accoltellano di notte due albanesi fuori da un locale.

9 ottobre, Vallenoncello (PN): maxi-rissa tra due fazioni di immigrati. Una decida di romeni da una parte e quattro albanesi dall’altra.

9 ottobre, Trofarello (TO): Al casello autostradale un tir schiaccia un’auto contro il pullman su cui viaggiavano i giocatori del Toro, causando due morti e un ferito grave. A bordo del Tir cinque Rom: due di origine bosniaca saranno arrestati il 22 dicembre. Avevano rubato il Tir con 20mila bottiglie di vino, e non volevano pagare il pedaggio.

10 ottobre, Castelnovo Monti (Re): tre albanesi picchiano con calci e pugni un 44enne italiano davanti ad un bar della frazione Felina.

11 ottobre, Milano: ad una fermata del metro, algerino colpisce ripetutamente al volto un 51enne italiano e gli strappa di dosso la collanina.

20 ottobre, San Remo: due minorenni marocchini aggrediscono una donna 40enne.

23 ottobre, Potenza: in un bar scoppia una rissa tra due marocchini, uno dei due accoltella l’altro, uccidendolo.

24 ottobre, Treviso: 26enne colombiano stupra brutalmente una studentessa 20enne nei pressi della stazione.

25 ottobre, Roma: cinque giovani cinesi violentano una studentessa italiana di 21 anni.

27 ottobre, Pistoia: un 32enne albanese aggredisce e picchia il direttore della Caritas di Pistoia, davanti alla mensa Caritas.

27 ottobre, Lucca: in manette rumeno ubriaco, ha distrutto la casa della badante e aggredito i poliziotti. Arrestato un 21enne rumeno per aver perso il controllo, sotto gli effetti dell’alcool, in un’abitazione in zona San Marco, distruggendo mobilia e suppellettili e aggredendo i poliziotti giunti sul posto.

28 ottobre, Trieste: detenuto tunisino minaccia agente con una lametta, lo aggredisce e lo malmena.

30 ottobre, Vibo Valentia: due romeni assaltano una stazione dei carabinieri, aggredendo alcuni militari.

5 novembre, Reggio Emilia: magrebino aggredisce e accoltella ad una spalla un georgiano clandestino.

6 novembre, Taranto: giostraio romeno 30enne arrestato per stupro e molestie nei confronti di una connazionale 12enne.

6 novembre, Firenze: 4 albanesi ubriachi aggrediscono e picchiano un 19enne, figlio di un consigliere comunale. Intervengono due amici dell’aggredito, e sono botte pure per loro.

8 novembre, Ortona: preso il rumeno che aggredì a calci e pugni il gestore di un bar di Ortona, la sera del 23 ottobre. Si tratta di un 37enne rumeno residente a Orsogna. In quella circostanza, l’aggressore colpì alle spalle la vittima poco prima della chiusura, mentre l’uomo si accingeva alle pulizie di fine giornata, e portò via l’incasso giornaliero di 200 euro.

12 novembre, Codogno: barista aggredito, marocchino gli lancia bicicletta. Il gestore di un bar della città si è rifiutato di dare da bere ad un uomo perchè aveva già bevuto molto ed era ubriaco. E quando ha iniziato anche a diventare molesto, si è messo ad urlare e ha lanciato addosso al barista e ad altre persone presenti un’arma insolita: una bicicletta. Sono stati allertati i Carabinieri, che con non poca fatica, sono riusciti a bloccare l’individuo. Si tratta di un marocchino 30enne, irregolare in Italia, arrestato per danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale.

14 novembre, Lucca: tre marocchini aggrediscono e feriscono gravemente due connazionali.

16 novembre, San Remo: botte tra marocchino clandestino e moldavo clandestino in pieno centro.

17 novembre, Roma: uccise e bruciò due persone: arrestato un 30enne romeno. Nel luglio scorso il titolare di una falegnameria, Bruno Lanna e un suo amico di vecchia data, Mario Mattozzi, vennero trovati morti: i loro corpi dati alla fiamme e con segni riconducibili a colpi di ascia sulla testa. I carabinieri di Frascati, alle porte di Roma, hanno arrestato un cittadino romeno di 30 anni, ritenuto responsabile del duplice omicidio, avvenuto ad Artena, alle porte di Roma. Si tratta di un ex dipendente della falegnameria. L’uomo dopo aver commesso il delitto si era nascosto in Romania.

19 novembre, Firenze: in piazza Santo Spirito scoppia una rissa tra spacciatori nordafricani, che si prendono a bottigliate. Ad avere la peggio un 25enne tunisino che resta a terra ferito gravemente.

21 novembre, Brescia: marocchino arrestato per aggressione e stupro. E’ stato arrestato  il marocchino di 24 anni che a Rovato in Provincia di Brescia ha aggredito una coppia di ragazzi violentando poi la donna.

21 novembre, Milano: dipendente Atm aggredito in stazione da un immigrato. Si accascia: infarto. Ricoverato in arresto cardiaco. Si è sentito male due-tre minuti dopo il colpo. L’aggressore è un senegalese 18enne.

22 novembre, Legnano: un albanese di 30 anni picchia selvaggiamente una prostituta, rubandole 20 euro.

24 novembre, Messina: tre romeni aggrediscono un albanese in piazza Messina, ferendolo in testa con una bottiglia.

25 novembre, Treviso: giovane preso a calci e rapinato Arrestati i due aggressori romeni. Due romeni sono stati arrestati dai Carabinieri di Treviso per la violenta aggressione ad un giovane, 25 anni, di Meduna di Livenza.

25 novembre, Roma: in piazzale Prenestino un minorenne tunisino e un libico di 28 anni, entrambi clandestini, aggrediscono un 20enne nato a Cagliari ma di origini egiziane, uccidendolo con coltellate ad addome, schiena e torace.

27 novembre, Ferrara: quattro tunisini armati di catene aggrediscono e derubano tre connazionali.

27 novembre, Genova: extracomunitario ubriaco colpisce in testa una 16enne italiana con una bottiglia di vetro.

28 novembre, Alassio: pestaggio tra albanesi in piazza del Popolo.

28 novembre, Milano: marocchino accoltella ed uccide un connazionale.

28 novembre, Vasto: due giovani romeni, residenti da tempo a Vasto, aggrediscono con un bastone un connazionale.

29 novembre, Martinengo (BG): rissa tra tre marocchini, uno dei tre perderà un occhio.

1 dicembre, Reggio Calabria: marocchino ubriaco si fa curare al Pronto Soccorso dicendo di essere stato investito da un’auto, ma durante la visita va in escandescenze e malmena brutalmente due medici.

2 dicembre, Cinisello Balsamo: un tunisino è arrestato per aver rubato lo scooter ad un operaio italiano. L’uomo aveva agito con complici, colpendo più volte la vittima prima di fuggire con il bottino.

4 dicembre, San Remo: 33enne romeno picchia selvaggiamente un connazionale che sarà ricoverato in prognosi riservata.

4 dicembre, Torino: rissa tra spacciatori africani e residenti del quartiere italiani che cercavano di allontanarli.

7 dicembre, Rimini: ubriaco tunisino aggredisce e molesta scommettitori all’interno di un punto Snai, e all’arrivo dei carabinieri si scaglia contro di loro.

11 dicembre, Venezia: albanese di 48 anni avvicina in stazione una donna, ferendola al fianco con un coltello a serramanico.

13 dicembre, Reggio Emilia: due tunisini aggrediti e accoltellati da alcuni connazionali.

14 dicembre, Santa Croce sull’Arno (Pi): 3 albanesi aggrediscono un loro connazionale con bastoni, calci e pugni.

15 dicembre, Novi Ligure: due marocchini e un albanese picchiano e accoltellano un tunisino, uccidendolo, nei pressi della stazione ferroviaria.

15 dicembre, Trieste: due senzatetto polacchi aggrediscono e rapinano un violinista 89enne residente in provincia di Trento, colpendolo con un pugno. La vittima muore il 19 dicembre.

17 dicembre, Reggio Emilia: detenuto di origine magrebina aggredisce in carcere un agente, ferendolo con una lametta.

17 dicembre, Biella: detenuto albanese aggredisce un sovrintendente di polizia in carcere.

18 dicembre, Civitanova Marche: Ambulanti abusivi extracomunitari aggrediscono vigili urbani durante un controllo, mandandone tre all’ospedale. La più grave una donna, colpita al volto da un pugno.

19 dicembre, Pisa: cinque tunisini inseguono in piazza Garibaldi, armati di coltelli, un cittadino palestinese. Aggressione sventata dalle forze dell’ordine.

20 dicembre, Bologna: tunisino senza patente cerca d’investire poliziotto e sferra pugni agli agenti. Alla vista di una volante, un tunisino di 39 anni in sella ad uno scooter ha accelerato zigzagando nel traffico di Bologna. Ha perso il controllo del mezzo, è caduto. Poi è risalito e, dopo aver tentato di investire un poliziotto, ha sferrato calci e pugni agli agenti prima di essere arrestato.

20 dicembre, Casoria: notte da incubo per una famiglia composta da madre, padre e figlia. Bastonati, imbavagliati e rapinati in casa da romeni. Sono stati sorpresi nel sonno, picchiati con bastoni e minacciati con le pistole. E ancora colpiti con pesanti ceppi di legna, legati mani e piedi con il nastro adesivo, imbavagliati e tenuti con la canna della pistola puntata alla tempia.

21 dicembre, Faenza: marocchino di 21 anni violenta in strada in pieno centro una ragazza di 22, in una cabina telefonica.

21 dicembre, Perugia: marocchino 36enne prende a bottigliate e colpisce con una coltellata al fianco la moglie incinta, sospettata di avere una relazione con un italiano.

22 dicembre, Bologna: arrestato un 16enne bosniaco, “capetto” di una baby-gang che a metà settembre aveva aggredito e picchiato un 14enne.

22 dicembre, Genova: marocchino di 38 anni, con precedenti penali ed espulsione a carico, aggredisce connazionale con una lametta da barba, ferendolo al collo.

24 dicembre, Milano: la sera della vigilia di Natale un pensionato milanese 83enne viene rapinato e picchiato nell’androne di casa da tre giovani Rom. Finirà all’ospedale.

25 dicembre, Milano: tunisino accoltella all’addome la moglie, italiana 35enne.


E questa è solo una piccola parte di un lunghissimo elenco di crimini compiuti da immigrati nel nostro Paese solo in questo 2011.
Gli italiani non sono razzisti, sono solo stanchi…stanchi di vedere immigrati che nelle graduatorie hanno la priorità su di loro, sono stanchi di non essere padroni di appendere un crocifisso nelle scuole dei propri figli per non mancare di rispetto ai compagni musulmani, sono stanchi di sentirsi dire che dobbiamo fare il possibile per integrare gli immigrati, quando dovrebbero essere loro a fare il possibile per integrarsi.
Gli italiani non sono razzisti, ma esistono i folli… perchè se un musulmano fa una strage di cristiani è un folle, mentre se accade il contrario è un razzista? I pazzi esistono ovunque e quindi non mettiamoci sempre di mezzo il razzismo…

Cercavo una frase adatta per concludere questo articolo, come sempre mi viene in aiuto qualcuno che purtroppo non c’è più..

E quest’Italia, un’Italia che c’è anche se viene zittita o irrisa o insultata, guai a chi me la tocca. Guai a chi me la ruba, guai a chi me la invade.
Oriana Fallaci

http://www.qelsi.it/2011/gli-italiani-non-sono-razzisti-sono-stanchi/

 

 
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TRE ROMENI VIOLENTANO UNA DONNA NEL TRAPANESE

Post n°842 pubblicato il 26 Aprile 2012 da lecasame

Stupro di gruppo, tre fermi nel Trapanese
Vittima una donna di 35 anni, violentata ripetutamente dai tre romeni. Un quarto ha invece tentato di aiutarla, e successivamente ha denunciato l'accaduto ai carabinieri

I carabinieri hanno fermato tre presunti autori di uno stupro di gruppo consumato a febbraio a Balata di Baida, frazione di Castellammare del Golfo, nel Trapanese. I tre sono stati individuati dai militari grazie alla collaborazione della vittima, una 35enne che è stata ripetutamente violentata.



I tre fermati sono il 43enne Mihai Todireanu, il 37enne Costica Zaharia e il 39enne Ioan Foca. I tre, tutti romeni, la notte della violenza si erano recati con una scusa presso l'abitazione della donna e del suo convivente. Qui, completamente ubriachi, hanno minacciato il compagno della vittima per impedirgli di intervenire e ripetutamente violentato lei. Un quarto romeno, che era insieme ai tre, avrebbe invece cercato di aiutare la vittima, senza però riuscirvi, e successivamente ha avvertito i carabinieri.

Grazie proprio alla sua testimonianza, oltre a quella della donna e del convivente, è stato possibile ricostruire la notte di terrore e di identificare i tre stupratori.

Considerato che, da accertamenti effettuati tramite l'Interpol, Mihai Todireanu è risultato ricercato dalle autorità rumene, e quindi propenso a fuggire dopo aver commesso reati, i magistrati titolari dell'inchiesta hanno disposto il fermo dei tre, che i militari hanno rintracciato e condotto in carcere a Trapani.

http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/sicilia/articoli/1044268/stupro-di-gruppo-tre-fermi-nel-trapanese.shtml

 

 
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WikiLeaks: come Obama truccò le elezioni

Post n°841 pubblicato il 26 Aprile 2012 da lecasame

WikiLeaks: come Obama truccò le elezioni

WikiLeaks, Obama truccò le elezioni del 2008 .
Nel 2008 la Campagna di John McCain aveva prove che i democratici avevano truccato le urne in Pennsylvania e Ohio sulla notte delle elezioni, ma McCain scelse di non perseguire le frodi elettorali. Questo secondo le mails interne di Stratfor(servizio di intelligence), pubblicate da WikiLeaks.

In una email inviata il 7 novembre 2008 e intitolata “Insight – Dems & Dirty Tricks ** solo uso interno**,” il vice presidente dell’intelligence Fred Burton scrisse:

1) I “neri democratici” sono stati sorpresi a truccare le urne in Philly e Ohio come riportato la notte delle elezioni e il senatore McCain ha scelto di non combattere. La questione non è morta all’interno del partito. Ora diventa una questione di sequenza ora su come e quando sarà “utilizzata”.[2]

In una email inviata due giorni precedenti e intitolata “Insight – McCain # 5 ** uso interno solo – Pls non inoltrare **,” Burton scrisse:

Dopo le discussioni con la sua cerchia interna, che spiega il ritardo nel suo discorso, McCain ha deciso di non perseguire le frodi elettorali in PA e Ohio, nonostante il suo staff desiderasse farlo. Ha detto di no. Personalmente riteneva di poter ottenere un’ingiunzione federale per interrompere il processo elettorale. Ma McCain sentì sarebbe dannosa per il nostro paese e non avrebbe fatto bene alla nostra nazione la possibilità di suscitare uno scoppio di violenza per le strade.

Burton è un ex vice capo della divisione di antiterrorismo del dipartimento di stato per il servizio protezione diplomatica (DSS). Il DSS assiste il dipartimento della difesa nel seguente conduce e facendo analisi forense di hard disk sequestrati dal governo degli Stati Uniti in indagini penali in corso.

Stratfor fornisce servizi di intelligence riservate alle grandi società e agenzie governative, tra cui l’US Department of Homeland Security, i Marines statunitensi e la U.S. Defense Intelligence Agency.

WikiLeaks ha pubblicato 973 pezzi di ciò che dice essere una “cache” di 5 milioni di email interne di Stratfor (datata tra il luglio 2004 e dicembre 2011) ottenuta intorno a Natale.

Solitamente i giornali e i media di distrazione di massa sono pieni delle pubblicazioni di Wikileaks, stranamente, stavolta è stato il vuoto assoluto.

In realtà, queste mail sono solo la conferma di una politica americana profondamente oligarchica e bicefala. I due “partiti”, altro non sono che l’espressione esteriore della stessa struttura di potere. Questo è dimostrato, dall’assoluta mancanza di una qualsiasi reale intenzione di vincere, da parte di McCain durante la campagna del 2008: doveva vincere Obama, così aveva deciso il Sistema e così andò. Anche con frodi elettorali.

McCain, da brava espressione del Sistema, doveva recitare la parte dello sparring partner ideale. E così fece.

Oggi, arriva la conferma anche dalla pubblicazione da parte di WikiLeaks delle memorie interne alla campagna del Repubblicano.

Difronte a chiari brogli elettorali, decise di non “agire”. E’ normale, non era quella, la parte che era stato chiamato a recitare.

Al Sistema, serviva una fantoccio nero, da agitare difronte alle minoranze impoverite dallo scoppio della bolla immobiliare. Un feticcio che le tenesse buone, e non disturbasse l’oligarchia la potere.


  1. http://www.businessinsider.com/leaked-stratfor-emails-democrats-tampered-with-2008-election-2012-4
  2. http://wikileaks.org/gifiles/docs/339396_re-insight-the-dems-and-dirty-tricks-internal-use-only-pls.html

 

http://xn--identit-fwa.com/blog/2012/04/25/wikileaks-come-obama-trucco-le-elezioni/

 
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Linosa: sbarcano 78 invasori

Post n°840 pubblicato il 26 Aprile 2012 da lecasame

Linosa: sbarcano 78 invasori

Un gommone con 78  clandestini somali, tra cui 15 donne, partito alcuni giorni fa dalle coste libiche è approdato a Linosa, la piu’ piccola delle isole Pelagie. Subito sono scattate, a spese dei contribuenti, le procedure per i soccorsi coordinate dai carabinieri della stazione dell’isola. Le loro condizioni di salute sono buone, ed è ovvio vista l’organizzazione di questi viaggi vacanze. Nelle prossime ore saranno trasferiti in un centro di accoglienza dove saranno mantenuti a spese degli Italiani.

26 aprile 2012

http://www.agrigentoflash.it/2012/04/24/linosa-sbarcati-78-somali/

 
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TORINO, NEL FRIGO DEL CIRCOLO AFRICANO SPUNTANO TOPI CONGELATI

Post n°839 pubblicato il 25 Aprile 2012 da lecasame

Torino, nel frigo del circolo africano spuntano i roditori congelati

25 aprile 2012

Stavano dando alla caccia di un traffico di droga, che nell'ultimo mese aveva già portato a cinque arresti per spaccio. E invece, gli agenti dei Nuclei progetti operativi e mirati della polizia municipale si sono trovati di fronte a qualcosa di difficilmente immaginabile. Nel frigo e nelle dispense di quel

circolo gestito da africani

nel quartiere Vanchiglia erano conser­vati non solo alimenti in cattivo stato di conservazione. Ma addirittura

roditori essiccati e congelati pronti per essere preparati nella

cuci­na del locale, anch'essa in

condizioni igieniche raccapriccianti.

Doveva essere l'operazione che avrebbe dato il colpo mortale a un sospetto traffico di droga che, secondo i vigili urbani, continuava a proliferare attorno al circolo gestito da africani e frequentato prevalentemente da connaziona­li. Ma dopo i

cinque arresti

messi a segno nell'ultimo mese, evidentemente i pusher ave­vano preferito interrompere momentaneamen­te i propri affari, anche per timore che qualcu­no dei colleghi finiti nelle rete dei vigili potes­se raccontare quali erano le reali specialità del locale. I clienti continuavano a varcare quella soglia, ma nulla: tutti venivano allontanati con la precisa indicazione che lì, da comprare, non c'era più nulla.
A quel punto gli agenti sono entrati in azione per verificare di persona quali erano i traffici del circolo. E anche loro si sono potuti rendere conto in prima persona che le "specialità della casa" erano ben altre. Si è quindi proceduto a un sequestro giudiziario per il mancato rispet­to delle norme igieniche e alla confisca non solo dei famigerati roditori essiccati, ma anche di

lumache senza guscio e non spurgate, di

semi divorati da muffe e parassiti, di

pesce e crostacei che emanavo miasmi mefitici visto il loro stato di conservazione.

Abbastanza perché il titolare fosse denunciato dai vigili urbani.

 http://www.cronacaqui.it/torino/24809_torino-nel-frigo-del-circolo-africano-spuntano-i-roditori-congelati.html

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Buona cucina africana...

 
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SICILIANA SOTTO PROTEZIONE, TRUFFA ANZIANA PADOVANA

Post n°838 pubblicato il 23 Aprile 2012 da lecasame

Collaboratrice di giustizia
truffa anziana per 14mila euro

La donna era sottoposta al programma di protezione

PADOVA - Una donna sottoposta al programma di protezione per collaboratori di giustizia, originaria della Sicilia, è stata bloccata dalla Polizia di Stato a Padova, dopo aver truffato 14.000 euro ad una anziana. La collaboratrice aveva conosciuto la vittima in un bar, facendole credere di essere molto malata, così come il figlio.

Fatale è stato l'ultimo prelievo di mille euro, avvenuto in una banca del centro storico, che ha insospettito gli addetti allo sportello, che hanno informato il 113. Sul posto è giunto un equipaggio della Squadra Mobile che, dopo aver assistito allo scambio di denaro, ha bloccato la truffatrice recuperando la somma. La donna è stata denunciata. (Ansa)

http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2012/21-aprile-2012/collaboratrice-giustizia-truffa-anziana-14mila-euro-2004167118911.shtml

 
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LA CICALA E LA FORMICA

Post n°837 pubblicato il 20 Aprile 2012 da lecasame

LA CICALA E LA FORMICA

 

VERSIONE CLASSICA
La formica lavora tutta la calda estate; si costruisce la casa e accantona le provviste per l’inverno.
La cicala pensa che, con quel bel tempo, la formica è stupida; ride, danza, canta e gioca tutta l’estate.
Poi giunge l’inverno e la formica riposa al caldo ristorandosi con le provviste accumulate mentre la cicala trema dal freddo, rimane senza cibo e muore.

 

VERSIONE AGGIORNATA

 

La formica lavora tutta la calda estate; si costruisce la casa e accantona le provviste per l’inverno.
La cicala pensa che, con quel bel tempo, la formica è stupida; ride, danza, canta e gioca tutta l’estate.
Poi giunge l’inverno e la formica riposa al caldo ristorandosi con le provviste accumulate.
La cicala tremante dal freddo organizza una conferenza stampa e pone la questione del perché la formica ha il diritto d’essere al caldo e ben nutrita mentre altri meno fortunati muoiono di freddo e
fame.
La televisione organizza delle trasmissioni in diretta che mostrano la cicala tremante dal freddo nonché degli spezzoni della formica al caldo nella sua confortevole casa con l’abbondante tavola piena di ogni ben di Dio.
I telespettatori sono colpiti dal fatto che, in un paese così ricco, si lasci soffrire la povera cicala mentre altri vivono nell’abbondanza; i sindacati manifestano davanti alla casa della formica in solidarietà della cicala mentre i giornalisti organizzano delle interviste domandando perché la formica è divenuta così ricca sulle spalle della cicala ed interpellano il governo perché aumenti le tasse della formica affinché essa paghi la sua giusta parte.
In linea con i sondaggi il governo redige una legge per l’eguaglianza economica ed una ( retroattiva all’estate precedente ) anti discriminatoria.
Le tasse sono aumentate e la formica riceve una multa per non aver occupato la cicala come apprendista, la casa della formica è sequestrata dal fisco perché non ha i soldi per pagare le tasse e
le multe: la formica lascia il paese e si trasferisce in Liechtenstein.
La televisione prepara un reportage sulla cicala ora ben in carne, sta terminando le provviste lasciate dalla formica nonostante la primavera sia ancora lontana; l’ex casa della formica, divenuto alloggio sociale per la cicala, comincia a deteriorasi nel disinteresse della cicala e del governo.
Sono avviate delle rimostranze nei confronti del governo per la mancanza di assistenza sociale, viene creata una commissione apposita con un costo di 10 milioni.
Intanto la cicala muore di overdose mentre la stampa evidenzia ancora di più quanto sia urgente occuparsi delle ineguaglianze sociali; la casa è ora occupata da ragni immigrati.
Il governo si felicità delle diversità multiculturali del paese così aperto e socialmente evoluto.
I ragni organizzano un traffico d’eroina, una gang di ladri, un traffico di mantidi prostitute e terrorizzano la comunità.
Il partito della sinistra propone l’integrazione perché la repressione genera violenza e violenza chiama violenza.

 
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AL SUD 80 MILIARDI OGNI ANNO: LOMBARDIA, EMILIA E VENETO PAGANO

Post n°836 pubblicato il 19 Aprile 2012 da lecasame

AL SUD 80 MILIARDI OGNI ANNO: LOMBARDIA, EMILIA E VENETO PAGANO

18 aprile 2012
di GIANLUCA MARCHI
 

È  l’altissima spesa pubblica che continua a rappresentare la palla al piede di questo sgangherato Paese, con effetti che si ripercuotono  negativamente sull’economia reale e sul sistema produttivo, tanto che le piccole e medie imprese stanno cadendo come birilli. E il governo dei professori, i geni della lampada che sanno tutto e non capiscono un cacchio, pensano di risolvere i problemi con l’articolo 18.

Un paio di giorni fa ho dato affettuosamente dei “coglioni” ai lombardi che, secondo i numeri elaborati da Giuseppe Bortolussi su dati del 2007, hanno un residuo fiscale di 43 miliardi all’anno, cioè lasciano nelle casse dello stato questa enorme somma che rappresenta la differenza fra le tasse pagate e i servizi pubblici forniti ai cittadini.

E’ come se andassimo a comprare un etto di prosciutto che costa  4 euro e perché siamo noi ci viene fatto pagare 8 euro.

Il dibattito su questo mio articolo è stato molto vivace e qualcuno, molto diligentemente, mi ha messo sulla strada di un altro studio, più recente, pubblicato infatti nel giugno del 2011: “Federalismo, sussidiarietà ed evasione fiscale” realizzato da Unioncamere del Veneto, in collaborazione con il Consiglio e la Giunta Regionale del Veneto.

Secondo questa analisi, facendo una media per il triennio 2007-2009, i dati sono terrificanti: il

residuo fiscale annuo della

Lombardia ammonta a 70 miliardi€, segue

l’Emilia Romagna con 18, 192€,

 il Veneto con 16,585 e

il Piemonte con 13,483

(nel grafico sopra trovate il residuo fiscale procapite per abitante).

L’elaborazione di Unioncamere Veneto, effettuata su dati del

ministero dello Sviluppo economico, dice che

ogni anno dalle Regioni più ricche vengono trasferiti alle Regioni più povere circa 80 miliardi€.

Se a questa somma mastodontica aggiungiamo circa 10 miliardi che provengono dalla Ue, che tuttavia non producono alcuna crescita accettabile per

una delle aree più arretrate ma più beneficiate dell’Europa comunitaria.

Penso che non ci sia da aggiungere altro a queste cifre. Mi limito a dire che

il Nord non può più reggere questa situazione.

 

Di seguito limitiamoci a ripercorrere alcuni passi della ricerca in questione:

La Pubblica Amministrazione italiana non gestisce con efficacia le proprie risorse. Nel 2010 le spese totali sono risultate pari al 51,2% del Pil (in lieve diminuzione rispetto al 52,5% nel 2009). Se il debito e la sostenibilità sono problematiche di difficile soluzione nel breve periodo, un recupero di efficienza nell’impiego delle possibilità di spesa sarebbe possibile ed auspicabile, soprattutto in un momento di mancanza di risorse e di attesa di una concreta ripresa economica. Una bassa efficienza della Pubblica Amministrazione appare come una delle principali cause che conducono a debiti pubblici elevati, bassa attrattività degli investimenti, basso livello dei servizi erogati alla popolazione. Per di più, un’elevata spesa pubblica unita ad un già consistente debito, può portare in periodi di bassa crescita all’impossibilità di implementare politiche espansive al fine di rilanciare la crescita.
A livello regionale si evidenzia una distribuzione “disequilibrata” delle risorse. La spesa pubblica nelle Regioni meridionali è più bassa, ma la sua incidenza sul Pil è molto più alta, in ragione del basso livello di sviluppo economico: la spesa del settore pubblico sul Pil delle regioni del Sud è di oltre 15 punti percentuali superiore a quella del Centro-Nord. In particolare, nella media 2007-2009 l’incidenza percentuale della spesa delle Amministrazioni pubbliche sul Pil in Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna è inferiore al 40%

Per dare sempre più aiuto alle imprese del territorio e incoraggiarle in questo cammino di ripresa è quindi sempre più importante riordinare la finanza pubblica agendo sia sul sistema perequativo che sui tagli alle spese e agli sprechi.
L’Italia inoltre si configura come il Paese nel quale la Pubblica Amministrazione esercita la maggiore redistribuzione interna delle risorse per realizzare la coesione nazionale.

Il totale infatti delle risorse che ogni anno in Italia vengono trasferite dalle Regioni più ricche a quelle più povere per il principio della perequazione nazionale (che definiamo residuo fiscale) ammonta a circa 80 miliardi di euro; a questi si aggiungono i circa 10 miliardi di euro dell’UE (coesione comunitaria). Nonostante ciò le aree più deboli non hanno conseguito quella crescita economica che si è invece realizzata in altre aree economicamente più arretrate nell’Unione europea.
In particolare, dal Veneto lo Stato centrale preleva molto di più di quanto effettivamente restituisca in termini di spesa pubblica. Inoltre, il Veneto, regione con residuo fiscale in attivo, non alimenta il debito pubblico: anzi, grazie al maggior prelievo statale (e alla minore spesa) contribuisce a ridurre l’indebitamento annuo e, conseguentemente, limita l’incremento dello stock del debito. Il quadro per le Amministrazioni periferiche si caratterizza per la costante scarsità di risorse a disposizione rispetto agli oneri di spesa a loro carico: la mancata attuazione del federalismo e una perequazione dimensionalmente rilevante e ancora basata su criteri di tipo “storico” producono un quadro generale di incertezza di risorse che mette in difficoltà i governi locali.
L’attuale assetto istituzionale appare estremamente penalizzante per la Regione. Le risorse aggiuntive che vengono prelevate dallo Stato italiano in Veneto e destinate verosimilmente alla perequazione territoriale, mediamente nel triennio 2007-2009 ammontano a oltre 16 miliardi di euro (3.405 euro per abitante). Alla luce di questi dati, è possibile individuare proprio nella cifra di oltre 16 miliardi di euro il costo annuo per il Veneto della mancata attuazione del federalismo fiscale. Il drenaggio di risorse da parte dello Stato italiano può essere misurato, infatti, come una mancata opportunità di investire in Veneto le imposte versate dai contribuenti locali.
Alla luce di questi dati, è possibile individuare proprio nella cifra di oltre 16 miliardi di euro il costo annuo per il Veneto della mancata attuazione del federalismo fiscale. Il drenaggio di risorse da parte dello Stato italiano può essere misurato, infatti, come una mancata opportunità di investire in Veneto le imposte versate dai contribuenti locali.
Per valore del residuo fiscale il Veneto si colloca al terzo posto della graduatoria delle Regioni italiane in avanzo finanziario, alle spalle della Lombardia (70.041 milioni) e dell’Emilia-Romagna (18.192 milioni). In termini procapite il Veneto ha registrato un residuo fiscale pari a 3.405 euro per abitante, oltre la metà di quello della Lombardia (7.198 euro) e di poco inferiore a quello dell’Emilia-Romagna (4.203 euro). Al gruppo delle Regioni che vantano un saldo fiscale positivo fanno parte anche Piemonte, Lazio e Toscana. Fatta eccezione per Marche, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Liguria, Umbria e Abruzzo, che registrano un residuo positivo molto contenuto,

tutte le altre Regioni evidenziano un saldo negativo.

Vale la pena sottolineare che

la somma delle entrate tributarie prelevate in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna servono per bilanciare i disavanzi maturati da tutte le Regioni del Mezzogiorno”.

http://www.lindipendenza.com/al-sud-80-miliardi-annui-pagano-lombardia-emilia-e-veneto/

 

 
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Zaia contro Monti: «È un curatore fallimentare e deve andare a casa»

Post n°835 pubblicato il 19 Aprile 2012 da lecasame

Zaia contro Monti: «È un curatore fallimentare e deve andare a casa»

«Dopo 6 mesi ancora nulla sul fronte del federalismo, ha solo aumentato le tasse e non è un grande segnale»


VENEZIA - Il premier Monti? È «un curatore fallimentare, persona meno indicata per far ripartire le aziende e l'economia» e per questo deve fare le valigie e andarsene a casa. Questa l'opinione del presidente del Veneto Luca Zaia.

Sei mesi di lavoro e ancora niente sul fronte del federalismo. «Penso che Monti se ne debba andare a casa - aggiunge Zaia - e non lo dico perché sono leghista. Dopo 6 mesi non avere ancora visto nulla sul fronte del federalismo e, per la contabilità, aver solo aumentato le tasse non è un grande segnale per un territorio come il nostro, che vive di economia».

Zaia ha criticato l'operato dell'esecutivo a margine dell'inaugurazione in Fiera del salone delle nuove tecnologie in campo sanitario "Met.it": «Monti mi preoccupa non poco - ha aggiunto Zaia - perché ha il comportamento del curatore fallimentare. Gli interessa solo far pagare il conto a quelli che hanno i crediti e non gli interessa nulla delle aziende». «Noi - ha concluso - non vogliamo far fallire le aziende ma farle ripartire».

La questione dei suicidi degli imprenditori «non può essere liquidata come fa Monti». «Monti venga ad esprimere i suoi concetti in Veneto e noi gli spiegheremo la situazione che viviamo in questo momento». È l'invito, non senza una punta di polemica, di Zaia al premier, dopo le sue dichiarazioni sui suicidi di imprenditori. «Ci vuole rispetto per queste persone - precisato Zaia - e per le loro famiglie. Vorrei ricordare al signor presidente del Consiglio che questi imprenditori non si sono suicidati nei bagni delle sale da gioco o nei villaggi turistici, ma all'interno della loro azienda». Qui in Veneto, ricorda ancora il governatore, «abbiamo la piccola e media industria, non i bond internazionali. Il datore di lavoro ha un impegno che è etico e morale nei confronti dei propri lavoratori e la sua sfida è la stessa dei suoi dipendenti. E se uno arriva a suicidarsi - rincara Zaia - ci saranno pure dei motivi, non sempre riconducibili all'inefficienza dell'ente pubblico, visto che spesso sono anche i privati a non pagare i loro conti».

http://www.ilgazzettino.it/articolo.php?id=191750&sez=REGIONI

 
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Pakistano stupra le figlie perchè non indossano il Burqa

Post n°834 pubblicato il 18 Aprile 2012 da lecasame

Violenze e abusi su familiari

Arrestato muratore pakistanoIl 53enne riteneva moglie e figli «troppo occidentali»
Abusi anche sessuali. Denunciato dalle figlie

Percosse e violenze, anche di natura sessuale, nei confronti della moglie e dei figli, per imporre i costumi tradizionali della loro terra d'origine. Con questa motivazione, un muratore

pakistano

di 53 anni che abita sul primo Appennino bolognese, avrebbe

soggiogato per anni l'intera famiglia: la moglie, cinque figli (tra cui due minorenni) e la nuora.

L'uomo è stato arrestato dai carabinieri che, al termine di una indagine durata tre mesi, gli hanno notificato un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, chiesta dal Pm Simone Purgato, con le accuse di maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale.

La vicenda è emersa grazie al coraggio delle figlie, che vivono e studiano in Italia da anni e che, con il supporto dei servizi sociali del Comune, hanno trovato la forza di raccontare tutto ai carabinieri. Dagli accertamenti emersi durante le indagini, maltrattamenti e azioni prevaricatorie sarebbero andati avanti da circa sette anni, soprattutto nei confronti delle figure femminili della famiglia.

Se non indossavano i costumi 'tradizionalì, venivano immediatamente accusate di condotte sessuali scandalose e punite con gesti violenti:

calci, pugni, bastonate, testate, lanci di scarpe, oltre alle minacce con coltelli da cucina

che i conviventi, per timore, avevano iniziato a nascondere. In alcune circostanze, secondo quanto ricostruito dai carabinieri, ci sarebbero state anche attenzioni morbose verso le figlie, mai sfociate tuttavia in rapporti sessuali veri e propri. Per uno dei figli maschi invece, di 14 anni, il comportamento violento del padre consisteva in percosse immotivate e forti limitazioni alle relazioni sociali con coetanei e compagni di scuola. Ad aggravare le cose sarebbe stato anche il frequente abuso di alcol. In casa, nascosta sotto il letto dell'uomo, i carabinieri hanno sequestrato una

mazza in ferro lunga circa un metro, con alcuni bulloni avvitati all'estremità per aumentarne il potere offensivo.

 Sarebbe stato lo stesso muratore, al momento dell'arresto eseguito sabato scorso, a giustificare il proprio comportamento come semplice applicazione di «antichi e saggi usi e costumi tradizionali della propria terra di origine». (Ansa)

http://corrieredibologna.corriere.it/bologna/notizie/cronaca/2012/17-aprile-2012/violenze-abusi-familiari-arrestato-muratore-pakistano-2004115533641.shtml

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Il primo che mi parla di immigrazione come risorsa lo prendo a mazzate...

 
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NORDAFRICANO ARRESTATO PER STUPRO DI UNA GIOVANE BRESCIANA

Post n°833 pubblicato il 18 Aprile 2012 da lecasame

 Extracomunitario nordafricanostupra per ore una ragazza bresciana

 Ventitreenne stuprata, preso l’aggressore

Un extracomunitario nordafricano ha stuprato per ore una ventitreenne ferendola gravemente

BRESCIA

I carabinieri sono riusciti a individuare l’autore di una violenza sessuale compiuta la sera del 18 giugno nell’abitazione della vittima presso la zona del Carmine. In manette cittadino marocchino di 37 anni che in passato aveva frequentato la sorella della vittima.

Ha stuprato una ragazza di 23 anni e non è tornato a casa per giorni, sperando di far sparire le sue tracce.

Ma non è riuscito a farla franca: a nove giorni dallo stupro i carabinieri della stazione di piazza Tebaldo Brusato l’hanno rintracciato e gli hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dall’ufficio del GIP di Brescia.

In cella con l’accusa di violenza sessuale, è quindi finito un cittadino

marocchino

di 37 anni,

clandestino e

già noto alle forze dell’ordine per lesioni, rapina e spaccio.

L’uomo, dopo aver tentato di volatilizzarsi, quando è stato messo alle strette ha negato tutto dicendo ai carabinieri che quanto affermato dalla ragazza «sono tutte stupidaggini» e di aver già «avuto con lei altri rapporti in precedenza».

Un comportamento abbastanza consueto da parte di chi è accusato di violenza sessuale, il tentativo di screditare quanto riferito dalla vittima. Ma contro il marocchino ci sarebbe una serie di prove tali da inchiodarlo: non a caso, nell’ordinanza il gip fa riferimento a indizi gravi.

Oltre al racconto della giovane, contro l’immigrato ci sono infatti i vestiti della giovane strappati con furia, il racconto dell’amico che l’ha soccorsa, le ecchimosi e i graffi refertati al pronto soccorso con una prognosi di qualche giorno. 

Il drammatico episodio di violenza sessuale risale alla sera del 18 giugno 2010. È un venerdì e la ragazza rientra a casa una volta terminato il lavoro in un esercizio commerciale del centro di Brescia. 

Sta passando nella zona del Carmine, quando incontra il cittadino straniero che la avvicina e le ricorda che si sono conosciuti in passato, in quanto lui aveva condiviso un appartamento con la sorella.

Alla 23enne riaffiora il ricordo, ma la vicenda è talmente a ritroso nel tempo che non riesce a ricordare il nome dell’uomo.

Non ha motivo di aver paura e prosegue verso casa, facendosi tranquillamente accompagnare. La ragazza vive da sola, l’uomo sale nell’appartamento, ma trascorsi cinque minuti lei gli fa capire che è il caso di allontanarsi, perchè è stanca e vuole andare a dormire.

A quel punto il 37enne si avvia alla porta, ma quando sta per uscire – secondo il racconto della vittima – si gira di colpo e con uno scatto imprevedibile la afferra per le spalle e la spinge sul divano. Poi – ha raccontato la 23enne ai carabinieri di Brescia – le chiede di fare sesso, ma la ragazza non vuole e lo dice chiaramente.

Di fronte al rifiuto, il marocchino diventa una furia, la picchia, la strattona, la graffia, le strappa i vestiti e riesce a ottenere con la violenza quello che la ragazza gli aveva negato.

Dopo lo stupro il 37enne se ne va. La vittima terrorizzata e dolorante chiede aiuto a un amico che la accompagna in ospedale.

I medici accertano che c’è stata violenza, e che la ragazza è piena di lividi e di graffi. La giovane non va però subito dai carabinieri: è spaventata, non sa bene come comportarsi. Tuttavia l’amico che l’ha soccorsa la convince a non lasciare perdere, perchè il violentatore merita di finire in prigione.

Il 22 giugno la giovane si presenta ai carabinieri e racconta la sua notte di orrore. I militari individuano quindi il marocchino, ma a casa con la madre e la sorella non è tornato, proprio dalla sera del 18.

Nel frattempo la caccia si concentra sull’intera città, sulle zone più frequentate dai marocchini, finché i Carabinieri individuano il sospetto nelle vicinanze della stazione e gli notificano l’ordinanza.

Lui nega, ma per gli investigatori è solo il tentativo di infangare la ragazza, vittima della violenza sessuale.

http://www.cronacamilano.it/cronaca/1921-magrebino-stupra-per-ore-una-ragazza-bresciana.html

 
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