LA LUCE DOPO IL BUIO
uscendo dal buio della mia anima ..scoprendo che tutti siamo Luce..dipingo frammenti di colori..fotografo istanti di vita..raccolgo pensieri..per spargere LUCE ..perle di saggezza raccolte nei miei girotondi per internet..per ARRICCHIRE D'AMORE il ns cammino verso la LUCE..e semplicemente parlarci con il cuore di AMICIZIA!
Messaggi del 30/01/2005
Post n°812 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
:) ..sul pensiero creativo http://utenti.quipo.it/base5/ un link dove troverete una serie di proposte per allenare il nostro pensiero creativo e affinarlo! un caro abbraccio |
Post n°811 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
Pensiero del 30.01.2005 |
Post n°810 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
Vita (perle di saggezza orientale) Quando fu chiaro che il Maestro stava per morire i discepoli ne furono depressi. Il Maestro disse sorridendo: "Non capite che la morte conferisce bellezza alla vita?" "No. Noi preferiremmo invece che tu non morissi mai". "Tutto ciò che è veramente vivo deve morire. Guardate i fiori, solo quelli di plastica non muoiono mai". |
Post n°809 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°808 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°807 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°806 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°805 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°804 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°803 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°802 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°801 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°800 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°799 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°798 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°797 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°796 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°795 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°794 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°793 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°792 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°791 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°790 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°789 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°788 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°787 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°786 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°785 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°784 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°783 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°782 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°781 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°780 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°779 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°778 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°777 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°776 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°775 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°774 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°773 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°772 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°771 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°770 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°769 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°768 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°767 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°766 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°765 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
chiarisco..che io non sono pittrice...il mio sogno è stato semrpe di fare ...liceo artistico..invece ho fatto economia aziendale.. è da poco che sono riuscita a ..riprendere in mano i miei sogni di dipingere x hobbie..mia figlia fa accademia belle arti è brava io inceve..ma non importa mi va bene cosi'..giocare con i colori... |
Post n°764 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°763 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°762 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°761 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°760 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°759 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°758 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°757 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°756 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°755 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°754 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°753 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°752 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°751 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°750 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°749 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°748 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°747 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°746 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°745 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°744 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°743 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°742 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°741 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°740 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°739 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°738 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°737 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°736 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°735 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
Che bello!!! sono contenta aver scoperto che posso farvi condividere una parte di me!!! non sono delle migliori...queste foto..solo quelle che ho in memoria del cellulare..ma sono felice lo stesso!!! mi sembra meno virtuale questa casa casetta..è come vi aprissi la porta interiore di me stessa e vi invitassi a farne parte..sono proprio felice!!! riesco anche a scrivere abbastanza..i dolori sono sopportabili..domani seconda puntura al collo di ozono..cavoli..bastava avere pazienza..invece parlo bene e razzolo male..cavoli a merenda..la paura mi aveva proprio buttata giu'..invece..NON ho diabete non ho artrite come temevano..non sto benissimo ma neanche sono moribonda!!! wawwwwwwwwwwww dai gente che mi rimetto...che ne dite se sto bene..con la bella stagione incontrarci a Venezia?? sarebbe magnifico!!! un mega abbraccio dalla mia casa casetta virtuale.. vi adoro... Mirella :-)) spd....(speriamo di farcela) LA VITA E' SPLENDIDA!!!!!!!!!!!!!!!!!! |
Post n°734 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°733 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°732 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°731 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°730 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°729 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°728 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°727 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°726 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°725 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°724 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°723 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°722 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°721 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°720 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°719 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°718 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°717 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°716 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°715 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°714 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°713 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°712 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°711 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°710 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°709 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
Mi piacerebbe tanto farvi partecipi delle mie foto...ma putroppo non accetta formato della macchina digitale..provero' ad allegare quelle del cellulare..stamane sono riuscita a fare la mia prima PASSEGGIATA A PIEDI DAL 26 DICEMBRE!!!! wawwwwwwwwwwwwww CE L'HO FATTA...CON IL MIO CANE MAYA..lungo la Restera una oasi di paradiso di Treviso..lungo il fiume Sile... un abbraccio Mirella :)) |
Post n°708 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°707 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°706 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°705 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°704 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
:) Informazione e realtà - Giuliana Conforto Informazione e realtà Il "segreto" di un mondo libero, sano e giusto è la diffusione dell'informazione globale ad ogni membro della società. L'informazione è la realtà più importante e pregnante di qualsiasi società; ne determina la struttura, le istituzioni, le sorti del singolo individuo e dell'intera collettività. Tutto dipende dall'informazione; azioni di guerra e di pace, amici o nemici. Anche il denaro oggi non è più una moneta, ma un messaggio, certificato dalle banche che ne garantiscono la "realtà". Per trasmettere l'informazione, la società oggi usa il campo elettromagnetico. Ricerca scientifica e spaziale usano lo stesso campo senza trovare i mondi "soprannaturali" o dei "morti" dei quali parlano miti e religioni, da millenni. Siamo in un Universo incredibilmente vasto. Cento miliardi di galassie, ciascuna con cento miliardi di stelle e forse altrettanti se non più pianeti extra solari. Tutto deserto. Perché "divinità", "morti" o "alieni" non sono visibili? Perché usiamo il mezzo di trasmissione sbagliato. Usiamo cioè la luce elettromagnetica, un tipo di luce che inganna: è la luce riflessa della materia luminosa, un tipo di materia che è appena il 5% o forse solo lo 0,5% di tutta la massa esistente, secondo i dati più recenti. Osservando il solo campo elettromagnetico, la scienza sa di ignoare ben il 95% se non addirittura il 99,5% del tutto. Non sa nulla dell'immane massa oscura e "soprannaturale". L'astrofisica sa comunque che la massa oscura non rispetta le leggi "naturali", perché: non ha peso, cioè non sente la gravità; è libera, cioè non è vincolata dalla forza nucleare; è invisibile, non emette né assorbe luce elettromagnetica; è legata, in modi "invisibili" alla materia luminosa. L'unica luce che unisce la massa oscura a quella luminosa, è la Luce che la fisica chiama "debole"; è il lato luminoso della Forza Elettrodebole, portata dai suoi stessi messaggeri (i bosoni vettoriali W+, W-,Z°): La luce elettromagnetica è invece il lato oscuro della stessa forza: "illumina" una minuscola porzione che l'uomo scambia per il tutto. Tutti oggi conoscono il campo elettromagnetico, ma quasi tutti ignorano l'esistenza della Luce debole, che penetra ogni corpo dell'universo. Già il nome "debole", inganna; sembra trascurabile, mentre invece ha un ruolo importantissimo; dirige, nel cuore delle STELLE, la fusione nucleare che forgia gli elementi chimici, gli stessi che compongono tutti i pianeti e tutti i corpi visibili, anche quelli umani. Gli atomi sono prodotti infatti dalla Forza nel CUORE DELLE STELLE. Una diagnosi, la RMN, Risonanza Magnetica Nucleare, lega lo stato di salute del corpo umano all'orientamento degli spin nucleari; e l'orientamento degli spin dipende dalla forza debole. Non solo. La forza debole è il Messaggio che lega la porzione visibile a quelle invisibili dello stesso individuo, il mondo "naturale" ai mondi "soprannaturali". La forza debole è la vita cosmica che genera la forma e le funzioni degli infiniti livelli di realtà. La vita è una forza cosmica intelligente. Di chi è l'intelligenza, dei corpi o delle forze universali? La scienza non ha alcun modo di separare un corpo dalle forze universali che lo penetrano. Quindi la convinzione comune che l'uomo sia "intelligente" e che le forze universali non lo siano non ha alcuna prova scientifica. La peculiare "intelligenza" dell'uomo dipende dalla postura eretta del suo corpo, da un suo accoppiamento speciale con le forze universali che hanno come direzione privilegiata: OOla verticale. La scienza osserva solo il 5% di tutta la massa che la stessa scienza calcola. Il 95% che non osserva può essere altrettanto se non più intelligente. Nessuno può vietarlo né dimostrarlo. Chi lo sente, non ha bisogno di dimostrazioni. La vita è il messaggio genetico, la Forza che la fisica chiama Elettrodebole. In fondo è solo una questione di nomi. La vita è il messaggio intelligente, l'informazione vitale che comprende emozioni, eros, Amore, sogni, bisogni, desideri, intelligenza umana, creatività, coscienza, etc. Questo mondo è una sottile pellicola, un "film" di luce elettromagnetica, il riflesso della Luce Vera che genera il tutto ed anche tutta la vita biologica. Nell'istante del concepimento, il corpo umano è solo una minuscola cellula-uovo fecondata, con un suo DNA. La sequenza ordinata delle centinaia di milioni di basi, che compongono il DNA, moltiplica e differenzia le cellule secondo un ordine preciso, tale da definire il soma e la psiche dell'individuo. La ricerca sul menoma non ha spiegato come si sviluppa la sequenza del DNA. Se l'ordine fosse un puro "caso", il tempo necessario sarebbe superiore a quello della vita dell'universo; in un embrione umano si manifesta in pochi microsecondi. Il fatto è noto come "paradosso di Levinthal". Non è invece un paradosso se riconosciamo che il mondo è "realtà" virtuale, creata dal Messaggio Genetico Intelligente; lo stesso Messaggio che dona a tutta l'umanità la vera grande Risorsa: la libertà di credere a ciò che vuole. L'eterna realtà è il Messaggio intelligente. Le forme invece nascono, crescono e muoiono. Le forme sono diverse in funzione del livello di realtà. Le due forze, debole ed elettromagnetica, l'una trascurata e l'altra esaltata da questo mondo, sono i due lati della forza elettrodebole. Mentre occhi e consueti strumenti umani sono sensibili al solo lato oscuro (elettromagnetico), corpo e cervello sono sensibili anche al lato luminoso: debole? Per gli strumenti si, ma per il corpo no: è EROS, VITA, EMOZIONI, COSCIENZA. Quando negli anni '70, furono rivelate le particelle messaggere della Forza, note come bosoni vettoriali (W+, W-, Z°), è emersa una nuova e travolgente possibilità. Può nascere un'intensa relazione tra Luce debole e materia nucleare; relazione che conferma l'antica alchimia. Dei tre bosoni, quello neutro(Z°) è LUCE PESANTE ed è l'ENERGIA che la materia nucleare del cervello può assorbire, senza cambiare la sua composizione chimica e, quindi, senza alcun danno per il corpo. La Luce pesante smentisce un tabù millenario che è contro natura, contrario alle scoperte scientifiche ed anche alla religione più diffusa del pianeta, quella cristiana. Il tabù è l'idea che la materia sia immutabile. Il messaggio evangelico parla di resurrezione del corpo, fatto di materia. Tradizioni quali quelle Sufi ed ermetica, parlano di alchimia che trasmuta la materia nucleare. Oggi, in parte, la fisica conferma l'alchimia, ma ignora il significato umano della Luce debole ed, in particolare, della LUCE PESANTE. LA LUCE PESANTE (Z°) è L'AMORE COSMICO. Ricevere e trasmettere Amore è capacità di ogni singolo essere umano. AMARE la VITA è ASSORBIRE LUCE PESANTE, l'unica via che l'uomo ha per superare la sua paura e per far svanire la prigione elettromagnetica che opprime la sua mente. Lo conferma la teoria della Forza Elettrodebole. Se la forza o luce debole (W+,W-,Z°) aumenta, la luce elettromagnetica (γ) diminuisce. I due lati della Forza, debole e elettromagnetico, sono infatti come i due piatti della stessa bilancia. Sentire la Luce pesante (Z°) significa vivere l'eros, l'amore, l'Intelligenza cosmica, la vita, la coscienza dell'unità organica. Osservare solo la luce elettromagnetica, è credere alle apparenze ed all'inganno; diventa seduzione, corsa al successo, competizione, dipendenza, divisione. La Vita è il messaggio unico dell'intero Corpo Cosmico. Anche le forze vincolanti, che appaiono solo nell'Universo visibile, sono messaggi intelligenti che il corpo umano riceve sotto forma di ormoni, umori o stati della psiche. Per l'uomo, le forze GEN sono tre principi: VOLONTA', AMORE, SAGGEZZA. L'origine unica del tutto è la Coscienza organica, l'unità, l'armonia del corpo con i tre principi sovrani; è la forza che la fisica chiama la FORZA DI HIGGS (composta da bosoni di Higgs, H). tratto dal libro Universo Organico di Giuliana Conforto – Noesis Edizioni |
Post n°703 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
Le porte interiori |
Post n°702 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
Per una Buona Notte,piena di "Sogni Fantastici". Clicca sotto: -------------------------------------------------- La realta' e' la vera faccia del sogno, anche se la segna la lebbra del mondo materiale. Apri il Cuore e aprirai la porta alla Luce dell'Amore Universale eterno! --------------------------- |
Post n°701 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
QUANDO AL MATTINO TI SVEGLI, ringrazia (il tuo Dio) per la luce dell’aurora, per la vita che ti ha dato e la forza che ritrovi nel tuo corpo. Ringrazia (il tuo Dio) anche per il cibo che ti dà e per la gioia di essere in vita. Se non trovi motivo di elevare una preghiera di ringraziamento, allora vuol dire che sei in errore. Tecumseh |
Post n°700 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
Chi vuol essere un uomo giusto deve rispettare tutte le forme di vita su questa terra, dal compito scritto di un bambino di 12 anni: Kim Katsitsiosta
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Post n°699 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
Sono venuto al mondo con la pelle color bronzo. Tatanga Mani |
Post n°698 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°697 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°696 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°695 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
Servire gli altri, essere di qualche utilità alla famiglia, alla comunità, alla nazione o al mondo é uno degli scopi principali per i quali gli esseri umani sono stati creati. Non ti riempire di affari personali dimenticando i tuoi compiti più importanti. La vera felicità é solo per chi dedica la propria vita al servizio degli altri. dagli insegnamenti dell'Albero Sacro dei Nativi Americani |
Post n°694 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°693 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°692 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°691 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
IL SILENZIO
Un uomo Sacro ama il silenzio, ci si avvolge come in una coperta: un silenzio che parla, con una voce forte come il tuono, che gli insegna tante cose. Uno sciamano desidera essere in un luogo dove si senta solo il ronzio degli insetti. Se ne sta seduto, con il viso rivolto a ovest, e chiede aiuto. Parla con le piante, ed esse rispondono. Ascolta con attenzione le voci degli animali. Diventa uno di loro. Da ogni creatura affluisce qualcosa dentro di lui. Anche lui emana qualcosa: come e che cosa io non lo so, ma è così. Io l'ho vissuto. Uno sciamano deve appartenere alla terra: deve leggere la natura come un uomo bianco sa leggere un libro.Cervo Zoppo Sioux |
Post n°690 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
Preghiera per il Grande Spirito " Oh Grande Spirito, la cui voce ascolto nel vento, il cui respiro da vita a tutte le cose. Ascoltami; io ho bisogno della tua forza e della tua saggezza, lasciami camminare nella bellezza, e fa che i miei occhi sempre guardino il rosso e purpureo tramonto.Fa che le mie mani rispettino la natura in ogni sua forma e che le mie orecchie rapidamente ascoltino la tua voce. Fa che sia saggio e che possa capire le cose che hai pensato per il mio popolo. Aiutami a rimanere calmo e forte di fronte a tutti quelli che verranno contro di me. Lasciami imparare le lezioni che hai nascosto in ogni foglia ed in ogni roccia. Aiutami a trovare azioni e pensieri puri per poter aiutare gli altri.Aiutami a trovare la compassione senza la opprimente contemplazione di me stesso. Io cerco la forza, non per essere più grande del mio fratello, ma per combattere il mio più grande nemico: Me stesso. Fammi sempre essere pronto a venire da te con mani pulite e sguardo alto. Così quando la vita appassisce, come appassisce il tramonto, il mio spirito possa venire a te senza vergogna." Preghiera per il Grande Spirito Anonimo tramandata da Tatanka Mani (Bisonte che Cammina) (1871 - 1967) Assiniboine
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Post n°689 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
Vivi in Armonia " Vivi la tua vita in maniera tale che la paura della morte non possa mai entrare nel tuo cuore. Non attaccare nessuno per la sua religione; rispetta le idee degli altri, e chiedi che essi rispettino le tue. Ama la tua vita, migliora la tua vita, abbellisci le cose che essa ti da. Cerca di vivere a lungo e di avere come scopo quello di servire il tuo popolo. Prepara una nobile canzone di morte per il giorno in cui ti incamminerai verso la grande separazione. Rivolgi sempre una parola od un saluto quando incontri un amico, anche se straniero, in un posto solitario. Mostra rispetto per tutte le persone e non umiliarti davanti a nessuno. Quando ti svegli al mattino ringrazia per il cibo e per la gioia della vita. Se non trovi nessun motivo per ringraziare, la colpa giace solo in te stesso. Non abusare di niente e di nessuno, per farlo cambia le cose sagge in quelle sciocche e priva lo spirito delle sue visioni. Quando arriverà il tuo momento di morire, non essere come quelli i cui cuori sono pieni di paura, e quando arriverà il loro momento essi piangeranno e pregheranno per avere un 'altro poco di tempo per vivere la loro vita in maniera diversa. Canta la tua canzone della morte e muori come un eroe che sta tornando alla casa." Capo Tecumseh
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Post n°688 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°687 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°686 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
Chiesi a Dio di essere forte per eseguire progetti grandiosi: per realizzare grandi imprese:
perché gli uomini avessero bisogno di me:
di cui avevo bisogno e quasi contro la mia volontà.
Kirk Kilgour campione olimpionico nella pallacanestro rimasto paralizzato nel '76 a seguito di un incidente durante un allenamento. La preghiera è stata letta dall'autore al Papa durante il Giubileo dei malati a Roma. |
Post n°685 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
Chiesi a Dio di essere forte per eseguire progetti grandiosi: per realizzare grandi imprese:
perché gli uomini avessero bisogno di me:
di cui avevo bisogno e quasi contro la mia volontà.
Kirk Kilgour campione olimpionico nella pallacanestro rimasto paralizzato nel '76 a seguito di un incidente durante un allenamento. La preghiera è stata letta dall'autore al Papa durante il Giubileo dei malati a Roma. |
Post n°684 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
Chiesi a Dio di essere forte per eseguire progetti grandiosi: per realizzare grandi imprese:
perché gli uomini avessero bisogno di me:
di cui avevo bisogno e quasi contro la mia volontà.
Kirk Kilgour campione olimpionico nella pallacanestro rimasto paralizzato nel '76 a seguito di un incidente durante un allenamento. La preghiera è stata letta dall'autore al Papa durante il Giubileo dei malati a Roma. |
Post n°683 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
Chiesi a Dio di essere forte per eseguire progetti grandiosi: per realizzare grandi imprese:
perché gli uomini avessero bisogno di me:
di cui avevo bisogno e quasi contro la mia volontà.
Kirk Kilgour campione olimpionico nella pallacanestro rimasto paralizzato nel '76 a seguito di un incidente durante un allenamento. La preghiera è stata letta dall'autore al Papa durante il Giubileo dei malati a Roma. |
Post n°682 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
Chiesi a Dio di essere forte per eseguire progetti grandiosi: per realizzare grandi imprese:
perché gli uomini avessero bisogno di me:
di cui avevo bisogno e quasi contro la mia volontà.
Kirk Kilgour campione olimpionico nella pallacanestro rimasto paralizzato nel '76 a seguito di un incidente durante un allenamento. La preghiera è stata letta dall'autore al Papa durante il Giubileo dei malati a Roma. |
Post n°681 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
Chiesi a Dio di essere forte per eseguire progetti grandiosi: per realizzare grandi imprese:
perché gli uomini avessero bisogno di me:
di cui avevo bisogno e quasi contro la mia volontà.
Kirk Kilgour campione olimpionico nella pallacanestro rimasto paralizzato nel '76 a seguito di un incidente durante un allenamento. La preghiera è stata letta dall'autore al Papa durante il Giubileo dei malati a Roma. |
Post n°680 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
Chiesi a Dio di essere forte per eseguire progetti grandiosi: per realizzare grandi imprese:
perché gli uomini avessero bisogno di me:
di cui avevo bisogno e quasi contro la mia volontà.
Kirk Kilgour campione olimpionico nella pallacanestro rimasto paralizzato nel '76 a seguito di un incidente durante un allenamento. La preghiera è stata letta dall'autore al Papa durante il Giubileo dei malati a Roma. |
Post n°679 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
Chiesi a Dio di essere forte per eseguire progetti grandiosi: per realizzare grandi imprese:
perché gli uomini avessero bisogno di me:
di cui avevo bisogno e quasi contro la mia volontà.
Kirk Kilgour campione olimpionico nella pallacanestro rimasto paralizzato nel '76 a seguito di un incidente durante un allenamento. La preghiera è stata letta dall'autore al Papa durante il Giubileo dei malati a Roma. |
Post n°678 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
di Rudyard Kipling Se riuscirai a non perdere la testa quando tutti la perdono intorno a te, addossandoti la colpa; figlio mio! |
Post n°677 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
DESIDERATA Va serenamente in mezzo al rumore, alla fretta e ricorda quanta pace ci può essere nel silenzio. Finché è possibile, senza doversi arrendere conserva i buoni rapporti con tutti. Di la tua verità con calma e chiarezza e ascolta gli altri, anche il noioso, l’ignorante, anche essi hanno una loro storia da raccontare. Evita le persone prepotenti e aggressive, esse sono un tormento per lo spirito. Se ti paragoni agli altri, puoi diventare vanitoso e aspro perché sempre ci saranno persone superiori e inferiori a te. Rallegrati dei tuoi risultati come dei tuoi progetti. Mantieniti interessato alla tua professione benché umile; è un vero tesoro nelle vicende mutevoli del tempo. Sii prudente nei tuoi affari, poiché il mondo è pieno di inganno. Ma questo non ti impedisca di vedere quanto c’è di buono; molte persone lottano per gli alti ideali, e dappertutto la vita è piena di eroismo. Sii te stesso. Specialmente non fingere di amare. E non essere cinico riguardo all’amore, perché a dispetto di ogni aridità e disillusione esso è perenne come l’erba. Accetta di buon grado l’insegnamento degli anni, abbandonando riconoscente le cose della giovinezza. Coltiva la forza d’animo per difenderti dall’improvvisa sfortuna. Ma non angosciarti con fantasie. Molte paure nascono dalla stanchezza e dalla solitudine. Al di là di ogni salutare disciplina, sii delicato con te stesso. Tu sei figlio dell’universo, non meno degli alberi e delle stelle; tu hai un preciso diritto ad essere qui. E che sia chiaro o no, senza dubbio l’universo va schiudendosi come dovrebbe. Perciò sta in pace con Dio, comunque tu lo concepisca, e qualunque siano i travagli e le tue aspirazioni, nella rumorosa confusione della vita conserva la pace con la tua anima. Nonostante tutta la sua falsità, il duro lavoro e i sogni infranti, questo è ancora un mondo meraviglioso. Sii prudente!! E FA DI TUTTO PER ESSERE FELICE!!! PS:Manoscritto del 1692 trovato a Baltimora nell’antica chiesa di S. Paolo |
Post n°676 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
Chiesi a Dio di essere forte per eseguire progetti grandiosi: per realizzare grandi imprese:
perché gli uomini avessero bisogno di me:
di cui avevo bisogno e quasi contro la mia volontà.
Kirk Kilgour campione olimpionico nella pallacanestro rimasto paralizzato nel '76 a seguito di un incidente durante un allenamento. La preghiera è stata letta dall'autore al Papa durante il Giubileo dei malati a Roma. |
Post n°675 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
Chiesi a Dio di essere forte per eseguire progetti grandiosi: per realizzare grandi imprese:
perché gli uomini avessero bisogno di me:
di cui avevo bisogno e quasi contro la mia volontà.
Kirk Kilgour campione olimpionico nella pallacanestro rimasto paralizzato nel '76 a seguito di un incidente durante un allenamento. La preghiera è stata letta dall'autore al Papa durante il Giubileo dei malati a Roma. |
Post n°674 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
Chiesi a Dio di essere forte per eseguire progetti grandiosi: per realizzare grandi imprese:
perché gli uomini avessero bisogno di me:
di cui avevo bisogno e quasi contro la mia volontà.
Kirk Kilgour campione olimpionico nella pallacanestro rimasto paralizzato nel '76 a seguito di un incidente durante un allenamento. La preghiera è stata letta dall'autore al Papa durante il Giubileo dei malati a Roma. |
Post n°673 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
Chiesi a Dio di essere forte per eseguire progetti grandiosi: per realizzare grandi imprese:
perché gli uomini avessero bisogno di me:
di cui avevo bisogno e quasi contro la mia volontà.
Kirk Kilgour campione olimpionico nella pallacanestro rimasto paralizzato nel '76 a seguito di un incidente durante un allenamento. La preghiera è stata letta dall'autore al Papa durante il Giubileo dei malati a Roma. |
Post n°672 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
Chiesi a Dio di essere forte per eseguire progetti grandiosi: per realizzare grandi imprese:
perché gli uomini avessero bisogno di me:
di cui avevo bisogno e quasi contro la mia volontà.
Kirk Kilgour campione olimpionico nella pallacanestro rimasto paralizzato nel '76 a seguito di un incidente durante un allenamento. La preghiera è stata letta dall'autore al Papa durante il Giubileo dei malati a Roma. |
Post n°671 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°670 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
Dammi il supremo coraggio dell'Amore, Tagore
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Post n°669 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
un'ala soltanto, ( tu non vuoi volare senza di me) Don Tonino Bello |
Post n°668 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
non è strapparla, non è rosicchiarla, Don Tonino Bello |
Post n°667 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
Una Notte Sognai
Guardai indietro e vidi che per ogni giorno della mia vita Cosi andai avanti fino a che tutti i miei giorni si esaurirono. Domandai allora:"Signore,Tu che avevi detto che saresti Il Signore rispose:"Figlia mia,Io ti amo e ti dissi che (Anonimo Brasiliano) |
Post n°666 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
iIl Cantico delle Creature Altissimu, onnipotente, bon Signore, Laudato sie, mi' Signore, cum tucte le tue creature, Laudato si', mi' Signore, per sora luna e le stelle: Laudato si', mi' Signore, per frate vento Laudato si', mi' Signore, per frate focu, Laudato si', mi' Signore, per sora nostra matre terra, Laudato si', mi' Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore Laudato si', mi' Signore, per sora nostra morte corporale, Laudate e benedicete mi' Signore et rengratiate
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Post n°665 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
Il Guerriero della Luce "L'energia spirituale del cammino si serve della giustizia e della pazienza per preparare il tuo spirito"...
CORAGGIO.
Crede nei miracoli ed i miracoli cominciano ad accadere.
Ma il guerriero della luce sa che ne vale prezzo.
Tutti coloro che credono lo sanno.
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Post n°664 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
Il cammino verso la luce non è affatto semplice: delle volte si inciampa, delle volte ci si ferma senza accorgersene. Il vero guerriero però è capace di rialzarsi. Il vero guerriero non è perfetto, sbaglia, ma riesce a comprendere l'entità del suo errore, e trova il modo migliore per rimediare. Il vero guerriero impara dai propri errori."
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Post n°663 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
Il perduto modo di pregare di Gregg Braden I moderni ricercatori della preghiera identificano attualmente 4 modi di pregare usati oggi in Occidente. Esiste un modo ulteriore ? C’è anche un quinto modo di pregare che ci consente di partecipare all’esito degli eventi dentro i nostri corpi come pure del mondo attorno a noi ? Scoperte recenti in remoti siti di culto dove oggi rimangono queste tradizioni, combinate con una nuova ricerca entro alcune delle più sacre ed esoteriche tradizioni del nostro passato, mi condussero a ritenere che la risposta è Sì. Molto del nostro condizionamento nelle tradizioni occidentali dell’ultimo millennio e mezzo ci ha invitato a "chiedere" che specifiche circostanze del nostro mondo cambino a seguito di un intervento divino; che le nostre preghiere vengano esaudite. Nel nostro richiedere benintenzionato, comunque, è possibile che noi senza saperlo diamo proprio potere alle condizioni che noi preghiamo cambino. Per esempio, quando noi chiediamo: "Caro Dio, ti prego fai in modo che ci sia pace nel mondo", noi stiamo in effetti affermando che la pace al momento presente non esiste. Ora antiche tradizioni ci ricordano che le preghiere che chiedono sono una forma di preghiera, tra altre forme, che ci dà il potere di trovare pace nel nostro mondo attraverso la qualità del pensiero, del sentimento e dell’emozione che noi creiamo nel nostro corpo. Una volta che noi consentiamo alle qualità della pace di entrare nella nostra mente e diamo energia alla nostra preghiera attraverso i sentimenti di pace che sono nel nostro corpo, il quinto modo di pregare asserisce che il risultato richiesto è già avvenuto. La scienza dei quanti fa fare ora a questa idea un passo avanti, affermando che è precisamente a queste condizioni di sentimento che la Creazione risponde coll’armonizzare il sentimento (preghiera) del nostro mondo interiore con condizioni similari nel nostro mondo esteriore. Sebbene il risultato della nostra preghiera possa non essere apparente nel nostro mondo esteriore, noi veniamo invitati a riconoscere la nostra comunione con la Creazione e a vivere come se la nostra preghiera fosse già stata corrisposta. Con parole di un altro tempo gli antichi ci invitarono ad abbracciare la nostra preghiera perduta come una coscienza che noi diventiamo, piuttosto che una forma prescritta di azione che noi compiamo all’occorrenza. Con parole che sono tanto semplici quanto eleganti ci viene ricordato di essere "circondati" dalla risposta alle nostre preghiere e "avviluppati" dalle condizioni che noi scegliamo di sperimentare. Nell’idioma moderno questa descrizione ci suggerisce che, per effettuare un cambiamento nel nostro mondo, noi veniamo invitati ad avere prima le sensazioni del cambiamento già avvenuto. Dato che la scienza moderna continua a convalidare una relazione tra i nostri pensieri, sentimenti e sogni e il mondo che ci circonda, diventa più probabile che un ponte dimenticato colleghi le nostre preghiere con il mondo della nostra esperienza. La bellezza di questa tecnologia interiore è il fatto che essa è basata su qualità umane che noi già possediamo. Dai profeti che ci videro nei loro sogni ci viene ricordato che, nell’onorare tutta la vita, noi realizziamo niente di meno che la sopravvivenza della nostra specie e il futuro della sola casa che conosciamo.
Comparazione dei modi di pregare tramite l’esempio della pace globale:
1- Ci focalizziamo sulle condizione presenti dove riteniamo che la pace non esiste. 2- Noi possiamo sentirci privi di aiuto, di potere o adirati per gli eventi e condizioni che stiamo osservando. 3- Noi impieghiamo la nostra preghiera/richiesta per invitare un intervento divino di un Potere più elevato ad apportare la pace in relazione a individui, condizioni e luoghi dove riteniamo essa sia assente 4- Tramite la nostra richiesta noi possiamo senza saperlo confermare proprio le condizioni che noi desideriamo di meno. Quando diciamo per es.: “Per favore fai che là ci sia pace”, noi stiamo dichiarando che la pace non è presente in una particolare situazione. Facendo ciò noi possiamo effettivamente dare energia proprio alla condizione che abbiamo scelto di cambiare
Preghiera basata sulla logica: richiesta di intervento La nostra preghiera è già esaudita 1- Noi vediamo tutti gli eventi, quelli di pace e quelli che riteniamo di assenza di pace, come possibilità senza giudizio di giusto, sbagliato, cattivo o buono osservando.
4- La nostra preghiera ora consiste nel: a) riconoscere che la pace già è presente nel nostro mondo vivendo consapevoli che b) dando potere alla nostra preghiera col ringraziare per l’opportunità di scegliere la estratto dal sito http://www.eoslailai.com/
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Post n°662 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
IL DONO DELLA BENEDIZIONE di Gregg Braden
Uno dei più grandi doni che ci siano stati tramandati dalla tradizione degli antichi Esseni è un codice verbale che ci dà l’opportunità di affrontare con grazia le esperienze di vita che ci feriscono più profondamente. Questo codice relativamente oscuro nei tempi antichi e spesso discusso forse senza essere compreso nei tempi moderni è conosciuto come il DONO DELLA BENEDIZIONE. Attraverso il dono della benedizione ci viene chiesto di ammettere la possibilità che ogni evento che si svolge nel nostro mondo nelle nostre vite e alla nostra presenza abbia preso origine senza eccezioni, da una singola fonte di tutto ciò che esiste. Ci viene chiesto di ammettere la possibilità che esista una fonte di tutto ciò che è conoscibile durante l’esistenza umana e che, in quella prospettiva, qualunque evento accada, sia esso gioioso o doloroso, deve essere visto come parte dell’Uno, come parte del tutto di quella Fonte di tutto ciò che esiste. Nel momento in cui benediciamo un evento che ha ferito, o una persona che ci ha causato dolore o sofferenza affermiamo la natura divina o sacra di ciò che è accaduto, che è divina e sacra proprio perché esiste in virtù dell’Uno e come parte di esso. La benedizione è forse in assoluto uno dei più potenti codici vibratori che ci siano stati tramandati e raramente ci è stato mostrato come applicarlo. Il dono della benedizione rappresenta per noi l’opportunità di sbarazzarci delle cariche contenute nei nostri organismi e di procedere con le nostre vite. La benedizione può essere definita come una qualità di pensiero, sentimento ed emozione. Ci permette di riconoscere la natura santa, sacra e divina di qualunque evento sia occorso e non indica accettazione, consenso o condono di una qualunque azione, semplicemente riconosce la natura divina dell’evento e vi permette di procedere in avanti con la vita. Se c’è una fonte di tutto ciò che esiste, allora, senza eccezioni, tutto ciò di cui noi siamo testimoni nella vita deve appartenere a quella fonte, deve avere una natura sacra e divina. Quando benediciamo quello che ci ha fatto molto soffrire, affermiamo la sua natura santa e sacra, nient’altro. C’è qualcosa di magico che accade quando lo facciamo. Spiegare a parole forse qui non serve: è un’esperienza che si deve fare personalmente per riuscire a capire il ruolo della benedizione nella nostra vita. Durante questa parte del seminario, la gente spesso mi chiede: “Tu vuoi che noi benediciamo qualcosa? Chi siamo noi per benedire? Credevamo che solo le persone sante potessero farlo!” Io rispondo loro: “Se non voi, chi altri? Chi potrebbe essere più santo di voi? Chi potrebbe essere più sacro di voi? Voi che vi siete avventurati così lontano, alla presenza gli uni degli altri, nell’esperienza della creazione, voi che siete venuti su questo mondo per fare da testimoni gli uni agli altri ed a voi stessi? Quale atto potrebbe essere più santo di questo? Se non siete voi le persone che possono benedire un evento, allora chi può farlo?” Dunque cos’è questa benedizione? Cosa affermiamo quando benediciamo qualcosa? Abbiamo l’opportunità, quando siamo testimoni di qualcosa che ci ha ferito nella vita – e uso degli esempi che abbiamo già visto e forse anche altri che non abbiamo ancora visto – cosa succede se voi benedite ciò che vi ha profondamente ferito? Immaginate che persona potente bisogna essere per fare questo! Si tratta di guardare direttamente in faccia le cose che vi hanno causato la sofferenza più profonda, che vi hanno portato nelle oscure profondità delle vostre vite e di dire: “Io benedico questa cosa!” Con quella benedizione state solo dicendo che ciò che è accaduto è sacro, divino, santo, che fa parte dell’Uno anche se non capite che posto ha nell’insieme e nel fare questo c’è un senso di liberazione, anche se questo può non succedere la prima volta. Quando qualcosa ci ferisce nella vita di solito vanno presi in considerazione due o tre aspetti: l’origine della ferita, l’urgenza della ferita e talvolta anche il testimone della ferita. Per esempio il massacro in Ruanda, come lo si può affrontare? Non si riesce neanche ad immaginare 10.000 esseri umani massacrati dai propri concittadini, mentre giacciono morti e nudi lungo le strade di campagna del Ruanda! Come gestiamo una cosa del genere? Possiamo razionalizzarla qui nella testa, mentre qui, nel cuore resta qualcosa che fa male. Cosa succede se, pensando ai soldati che hanno preso le vite di quelle persone diciamo: “Siano benedetti quei soldati!”. Non si stanno affatto condonando le loro azioni, non si sta esprimendo accordo sull’accaduto, si sta solo riconoscendo che fanno parte dell’Uno. “Siano benedetti i soldati che hanno prese quelle vite, siano benedetti coloro che hanno dato la vita, siamo benedetti noi che ne siamo stati testimoni!” Sapete che potenza è necessaria ad un essere umano per fare questo? Non state acconsentendo al fatto che il gesto si ripeta, state solo rimuovendo la carica dal vostro corpo. Riuscite a sentirlo anche in questo momento? Se noi giriamo le spalle a quelli che ci sono apparsi come gli orrori di questo mondo e ci voltiamo e semplicemente li ignoriamo, non è così che possiamo trovare il nostro potere, i nostri più alti livelli di maestria li troveremo nell’essere testimoni di ciò che ci ha offerto la vita e nel ridefinire il significato di quegli eventi. Gli antichi ci hanno offerto un contesto per farlo. Se ne ridefiniamo il significato e riusciamo a liberarci, allora possiamo andare avanti nella nostra vita. Quello di cui stiamo parlando non ha nulla a che fare con il compiacimento e non riguarda un’azione che nasce dalla rabbia o dalla vendetta, riguarda piuttosto un’azione che scaturisce da un punto della nostra emotività che ha acquisito potere. La gente a volte mi domanda: ”Che succede se non riferiamo nessuna applicazione per questa legge o se non troviamo nessun riscontro nella nostra vita? Ed io chiedo loro: avete forse altra scelta? Avete due opzioni: o attraversate la vita trovando un modo per riconciliare ciò che essa vi offre, oppure l’attraversate considerando una serie di sfide piene di conseguenze. Quindi vi incoraggio ad invitare nella vostra vita quella grande forma di guarigione che è il dono della benedizione e se riuscite a capire il significato che ha per voi, preparate i fazzoletti di carta! Le lacrime non rappresentano necessariamente la tristezza, le lacrime sono anche un modo in cui il nostro fisico risponde alla rimozione della carica, trovando un nuovo equilibrio, equilibrio che giunge proprio nei momenti in cui meno ce lo aspettiamo. Nell’arco dei secoli, gli antichi popoli indigeni ci hanno rammentato il potere del pensiero e il ruolo che quel potere può avere nella nostra esistenza. La gente del Nuovo Messico del Nord racconta una storia particolarmente significativa sui propri antenati, sul potere del pensiero e su questa montagna che vedete alle mie spalle. Nel tardo ‘800 un gruppo di cacciatori passava per questi luoghi che fungevano da pascoli per grossi branchi di alci, bufali ed antilopi ed alla fine dell’autunno, proprio mentre uomini, donne e bambini stavano attraversando la zona di caccia della montagna una prematura tempesta invernale li colse di sorpresa. Non c’era cibo perché gli animali non ce l’avevano fatta ad arrivare in quella zona di pascolo, quindi ben presto i membri della tribù si resero conto che, se volevano sopravvivere, qualcuno sarebbe dovuto restare mentre altri avrebbero dovuto proseguire. Tutti decisero che per il bene dell’intera tribù le donne sarebbero restate e gli uomini avrebbero proseguito, avrebbero montato gli accampamenti ed in primavera sarebbero tornati, il prima possibile, a riprendere chi era rimasto indietro. Purtroppo un insieme di circostanze e molti altri fattori fecero sì che gli uomini della tribù non potessero tornare per ben due anni. Quando gli uomini si accinsero a ripartire per il luogo in cui speravano di ritrovare fra i superstiti le persone che amavano e che avevano dovuto lasciare, decisero che avrebbero svolto tutti insieme una cerimonia di ringraziamento per rendere onore ai doni che quella gente aveva concesso alla tribù restando indietro. Al loro arrivo scoprirono con gioia e sorpresa che non solo l’intero gruppo di donne era sopravvissuto, ma che, durante i due anni trascorsi, alcune di esse avevano concepito un figlio senza che il seme maschile avesse contribuito all’evento. Inizialmente questo fu un mistero per la tribù, perciò pregarono per ricevere un sogno di gruppo. Il sogno venne e mostrò alla tribù che era stato il potere del pensiero a permettere alle cellule delle donne che lo desideravano di concepire la vita. Recenti ricerche hanno dimostrato che questa vecchia storia che si raccontava 150 anni fa può contenere ben più di quanto sembri. In condizioni di laboratori, degli ovuli femminili sono stati toccati meccanicamente in modo da mettere nelle cellule la convinzione che fosse occorso il concepimento e, con quella convinzione, le cellule hanno cominciato a dividersi. Il concepimento può veramente avvenire senza l’intervento del seme maschile. E’ possibile che il potere del nostro pensiero sia così grande da permetterci perfino di dare origine alla vita nell’organismo umano? * * *
tratto dalla trascrizione della videoconferenza "Camminare tra i mondi"
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Post n°661 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
IL 7° SPECCHIO ESSENO di Gregg Braden
Dalla prospettiva degli antichi, il settimo mistero dei rapporti umani o settimo specchio esseno era il più sottile e, per alcuni versi, anche il più difficile. E’ lo specchio che ci chiede di ammettere la possibilità che ciascuna esperienza di vita, a prescindere dai suoi risultati, è di per sé perfetta e naturale. A parte il fatto che si riesca o meno a raggiungere gli alti traguardi che sono stati stabiliti per noi da altri, siamo invitati a guardare i nostri successi nella vita senza paragonarli a niente. Senza usare riferimenti esterni di nessun genere. Il solo modo in cui riusciamo a vederci sotto la luce del successo o del fallimento è quando misuriamo i nostri risultati, facendo uso di un metro esterno. A quel punto sorge la seguente domanda: “A quale modello ci stiamo rifacendo per misurare i nostri risultati? Quale metro usiamo?” Nella prospettiva di questo specchio ci viene chiesto di ammettere la possibilità che ogni aspetto della nostra vita personale – qualsiasi aspetto - sia perfetto così com’è. Dalla forma e peso del nostro corpo ai nostri risultati in ambito accademico, aziendale o sportivo. Ci renderemo conto insieme che, in effetti, questo è vero e che un risultato può essere sottoposto a giudizio solo quando viene paragonato ad un riferimento esterno. Siamo quindi invitati a permettere a noi stessi di essere il solo punto di riferimento per i risultati che raggiungiamo. Gli antichi consideravano l’ultimo specchio come il più impercettibile e per illustrarvelo vi racconterò un paio di storie. Verso la fine del mio periodo aziendale condividevo l’ufficio con una collega, perché lo spazio di lavoro a disposizione era limitato. Avevamo mansioni molto diverse. Siccome non c’era competizione fra noi, parlavamo e pranzavamo insieme spesso, diventando ottimi amici. Un giorno, tornato in ufficio dopo la pausa pranzo, la vidi sbiancare e sedersi mentre ascoltava i suoi messaggi in segreteria. Le chiesi cosa fosse successo e lei mi raccontò una storia che io sto per raccontare anche a voi al fine di illustrare il settimo specchio esseno. La mia collega aveva un’amica, sua coetanee, madre di una ragazza che si era diplomata un paio di anni prima. Era una bellissima ragazza, piena di talento, molto sportiva, brava a scuola, dotata di ottime capacità artistiche che aveva deciso, d’accordo con i genitori, di fare la modella dopo il diploma. Dopo aver svolto alcuni ottimi servizi da modella ed aver frequentato una scuola specializzata di New York aveva completato un’altra serie di incarichi e stava avviandosi verso una carriera di successo. Finiti quei primi servizi le agenzie cominciarono a dirle che per quel tipo di lavoro avrebbe dovuto cambiare un po’ il suo aspetto. Inizialmente le suggerirono di intervenire su cose semplici come il giro vita e la misura del seno, che venne aumentata per mezzo di un intervento chirurgico. I suoi genitori erano d’accordo perché sapevano che la professione lo richiedeva. Non passò molto tempo che le agenzie cominciarono ad esigere forme più estreme di cambiamento. Per esempio, quando la ragazza sorrideva aveva una sovraocclusione – che era pur gradevole da vedere – e le fu detto che una modella non poteva permetterselo e le chiesero di farsi operare. Lei obbedì, le sue mascelle vennero rotte e ricomposte. Immobilizzate con strumenti metallici, ma, onestamente, io ho visto foto di prima e dopo l’intervento, c’era ben poca differenza. Mentre le mascelle erano immobilizzate, la ragazza dovette limitare la sua dieta e dimagrì molto, il che di solito è desiderabile per una modella. In seguito alla perdita di peso le sue costole inferiori cominciarono ad essere più visibili. La gente del suo ambiente disse alla ragazza che non era un problema, si poteva risolvere tutto chirurgicamente. Infatti la ragazza si sottopose ad un intervento in cui le vennero asportate le costole fluttuanti inferiori. E a quel punto cominciò a succederle qualcosa. Forse sapete già che il perso corporeo attraversa delle fasi. Io stesso sono stato un podista a livello agonistico, per molti anni e c’erano periodi in cui potevo mangiare qualunque cosa senza riuscire ad aumentare di peso, mentre in altri periodi bastava semplicemente pensare al cibo per ingrassare. E’ come se il corpo entrasse in una sua fase. Può capitare di smettere di mangiare per un po’, mantenendo lo stesso peso costante o persino ingrassare, oppure cominciare a perdere peso. Poi, decidere di smettere e l’organismo invece continua a dimagrire, anche se si mangia normalmente. Questo è proprio ciò che accadde alla ragazza. Era entrata in una fase inarrestabile di dimagrimento e la telefonata che la mia collega aveva ricevuto quella mattina era della madre della giovane che, dall’ospedale le aveva comunicato la morte della figlia in seguito a complicazioni derivanti da malnutrizione. La giovane donna era stata portata all’ospedale perché il suo corpo non riusciva ad adattarsi a quel peso. La domanda che mi posi fu questa: “Perché questo è successo? Qual è la ragione?” Ancora un’altra storia. Alcuni mesi fa Melissa ed io ci siamo messi in viaggio. Per partire da casa nostra bisogna prendere in tutti i modi l’aereo ad Abuquerque ed usando certe compagnie aeree, di cui non faccio il nome, bisogna passare per Dallas prima di poter andare da qualunque parte. Quindi quando andavo a Toronto, dovevo volare fino a Dallas per arrivare a destinazione o a Kansas City per arrivare a Dallas. Se siete stati all’aereoporto di Dallas sapete che è enorme e che c’è una rete tranviaria – teoricamente, quando funziona - per portare i passeggeri da un terminal all’altro e, se funziona, è un ottima rete. Normalmente succede questo: si arriva all’uscita No. 6 e si deve andare all’uscita 44 che è distante mezzo miglio. Quel giorno eravamo in attesa dei tram ai piedi di una lunga scala mobile e davanti a noi c’era una coppia di anziani. Una donna e un uomo, apparentemente duro di udito. I due erano impegnati in un fitto dialogo in cui esprimevano giudizi sulla gente. Sembrava essere la loro attività abituale, tanto erano a loro agio nel farlo. Mano a mano che arrivava qualcuno dicevano: “Toh! Guarda quello come è vestito!” oppure “Guarda quella lì, hai visto che orecchini?” A un tratto, con la coda dell’occhio, ho visto scendere dalla scala mobile una donna molto grassa. Una volta avevo un cliente che pesava 200 chili e so che quella donna poteva pesare sui 180 chili. La donna reggeva una valigia vecchio stile, di linoleum con fibbie di metallo; c’erano più di 40 gradi a Dallas quel giorno e sicuramente la donna doveva avere un buon motivo per essersi messa in viaggio con quel caldo, viaggiando in quei sedili scomodi per lei con le caviglie gonfie e trascinandosi dietro quella brutta valigia. Venne a mettersi proprio accanto a noi e la coppia continuò a fare i suoi commenti come prima e, siccome l’uomo era duro di orecchi, noi tutti sentimmo quando disse alla moglie: “Guarda quella donna, non è terribile? Perché non fa qualcosa per sé stessa? Si dovrebbe vergognare di farsi vedere in giro in quello stato!” Era una rara opportunità, io ero qui, la coppia era qui e la donna grassa era lì. Ed io credo che tacitamente lei acconsentì a lasciarsi guardare negli occhi da me, perché mi guardò direttamente in volto. Anch’io la guardai direttamente negli occhi e lei non disse una parola, ma so che aveva udito tutto ciò che era stato detto. Stette zitta e mentre aspettavamo il tram i suoi occhi si riempirono di lacrime. Divenne rossa in viso ed era chiaro che stava tenendo duro per non piangere. Quel commento l’aveva ferita. Salimmo sul tram. La coppia si mise accanto a me e scambiammo quattro chiacchiere. Erano persone per bene, non avevano intenti malevoli. Avevano solo quell’abitudine inconscia a criticare. In quel momento seppi che avevamo avuto tutti una rara opportunità. La donna aveva avuto l’opportunità di sentirsi giudicare; la coppia aveva avuto l’opportunità di giudicare qualcuno ed io avevo avuto l’opportunità di esserne testimone. Entrambe le storie illustrano il settimo mistero esseno dei rapporti umani, il mistero del ricercare la perfezione nell’imperfezione della vita. La giovane donna che aveva perso la vita, con quali standard si misurava? L’avevano fatta sentire imperfetta e l’avevano costretta a cambiare il corpo che le era stato dato in questa vita. Che metro aveva usato? Quanto alla coppia che aveva percepito la donna come grassa e a me, che la descrivo come tale a voi adesso, fino a che non paragonate la vostra esperienza di vita ad un referente esterno, come potete non essere perfetti? Ciò che vi raccomando è questo: siate consapevoli del modello a cui vi rifate per misurare i vostri risultati. Che metro usate nella vita? In base a che cosa distinguete fra la vostra riuscita ed il vostro fallimento? Mettiamola così: io potrei darvi un foglio con una lista di criteri e dirvi di parlarmi delle vostre abilità sportive, delle vostre abilità accademiche, comunicative o amorose. Chiedere: Siete dei bravi amanti? E’ sempre una buona domanda. Non vi concederei più di 15 secondi per darmi una risposta, perché, a prescindere da cosa risponderete, se vi siete descritti come esseri meno che perfetti, a che cosa vi siete paragonati? Come fate a dire che state facendo qualcosa di non perfetto a meno che non facciate riferimento a qualcosa che sta al di fuori di voi stessi? Ne parlavamo proprio ieri quando sono andato nella sala proiezioni per vedere la registrazione di questo video che i tecnici erano riluttanti a mostrarmela perché c’era la sensazione che avrei potuto essere critico verso me stesso. Se io incarno questo specchio, se io vi do il meglio di me nel momento presente, il risultato è perfetto, fino a quando non mi paragono a qualcun altro. E’ perfetto, è il meglio che può essere in questo momento. Questo per gli Esseni è il nodo più delicato, perché siamo così pronti a giudicare noi stessi. Siamo noi i nostri critici più agguerriti Quindi vi invito ad esaminare la vostra vita ed a individuare le aree in cui sentite di non essere felici di voi stessi. Questo può accadere soltanto se non avete fatto del vostro meglio oppure se avete fatto del vostro meglio e vi siete paragonati a qualcun altro. Che metro usate? Nella nostra cultura, che metro usiamo? Noi veniamo paragonati a quest’uomo (ndr: indica l' immagine di Gesù). Sapete che cosa ha detto quest’uomo quando era qui? Disse: “Voi pensate che le cose che sto facendo io siano fantastiche, allora aspettate di vedere quello che sarete capaci di fare voi fra 2000 anni.” Sto parafrasando un po’. Disse anche: “Non mettetemi su di un piedistallo, voi siete molto, molto più bravi di me se realizzate il potere che c’è in voi, il potere del pensiero, del sentimento e dell’emozione e di ciò che farete con esso.” Questo è il settimo specchio esseno dei rapporti umani, lo specchio della perfezione. Questi sette specchi dei rapporti umani sono potenti, ci forniscono delle profonde intuizioni sul perché abbiamo vissuto la nostra vita in un certo modo e abbiamo avuto determinati rapporti umani. Gli Esseni, ci ricordano che ciascuno di noi passerà attraverso ogni specchio durante la propria vita, che ne siamo coscienti o nò. Spesso ci muoveremo in molti specchi simultaneamente perché siamo maestri e lo diventiamo sempre di più in questa vita. Nel passare attraverso gli specchi, noi procediamo attraverso la nostra vita, forse senza nemmeno renderci conto del perché facciamo queste cose. Sarebbe bello se ogni mattina si accendesse una bella luce al neon che ci dicesse: “Oggi, dopo aver fatto colazione, dopo che i tuoi familiari sono usciti, puoi cominciare il tuo lavoro sull’oscura notte dell’anima.” La vita non funziona così. Siamo invitati a conoscere noi stessi in presenza di altri, attraverso i nostri rapporti umani e quando quei rapporti sono sanati, noi diventiamo il beneficio di quella guarigione e lo portiamo in noi nel sogno ad occhi aperti della vita, camminando tra i due mondi del cielo e della terra. * * *
tratto dalla trascrizione della videoconferenza "Camminare tra i mondi"
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Post n°660 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
IL 6° SPECCHIO ESSENO di Gregg Braden
Il sesto specchio esseno dei rapporti umani ha un nome abbastanza infausto, infatti gli antichi lo chiamarono: l’Oscura notte dell’anima. Ma lo specchio in sé non è necessariamente altrettanto sinistro del suo nome. Attraverso un’oscura notte dell’anima, ci viene ricordato che la vita tende verso l’equilibrio, che la natura tende verso l’equilibrio e che ci vuole un essere estremamente magistrale per bilanciare quell’equilibrio. Nel momento in cui affrontiamo le più grandi sfide della vita possiamo star certi che esse divengono possibili solo dopo che abbiamo accumulato tutti gli strumenti che ci servono per superarle con grazia e con facilità, perché è quello il solo modo per superarle. Fino a che non abbiamo fatto nostri quegli strumenti non ci troveremo mai nelle situazioni che ci richiedono di dimostrare determinati livelli di abilità. Quindi, da questa prospettiva, le sfide più alte della vita, quelle imposteci dai rapporti umani e forse anche dalla nostra stessa sopravvivenza, possono essere percepite come delle grandi opportunità a nostra disposizione, per saggiare la nostra abilità, anziché come dei test da superare o fallire. E’ proprio attraverso lo specchio della notte oscura dell’anima che vediamo noi stessi nudi, forse per la prima volta, senza l’emozione, il sentimento, ed il pensiero, senza tutte le architetture che ci siamo creati intorno per proteggerci. Attraverso questo specchio possiamo anche provare a noi stessi che il processo vitale è degno di fiducia ed anche che possiamo aver fiducia in noi stessi mentre viviamo. La notte oscura dell’anima rappresenta per noi l’opportunità di perdere tutto ciò che ci è sempre stato caro nella vita e di vedere noi stessi alla presenza e nella nudità di quel niente. E proprio mentre ci arrampichiamo fuori dall’abisso di ciò che abbiamo perso e percepiamo noi stessi in una nuova luce, che esprimiamo i nostri più alti livelli di maestria. Gli antichi parlavano molto chiaramente della notte oscura dell’anima. Quando lavoravo nella Bayer Area venne come paziente un giovane ingegnere, che aveva moglie e due figlie che amava molto. Lavorava nel settore del software, dove la domanda era talmente alta che ben presto l’uomo cominciò a viaggiare molto. Dapprima forniva consulenze tecniche, poi iniziò a prender parte a delle fiere commerciali ed a trascorrere sempre meno tempo con la famiglia. Le poche volte che restava a casa provava una sensazione di estraneità. C’era poco di cui parlare nel fine settimana. Non sapeva cosa facevano le figlie a scuola e la comunicazione fra lui e la moglie languiva. A un certo punto il suo ufficio assunse una donna di Los Angeles, sua coetanea, anch’essa ingegnere, e i due cominciarono ad essere inviati in missione insieme. Non passa molto tempo che l’uomo cominciò a credere di essere innamorato della donna e lei di lui. Ad un certo punto la donna chiede di tornare a Los Angeles ed anche lui chiese il trasferimento da San Francisco, ottenendo un incarico proprio a Los Angeles. Il suo ufficio era molto dispiaciuto che se ne andasse ed i suoi amici pensavano che fosse impazzito. La sua famiglia soffriva molto. Lui pensò: “Mi dispiace di aver ferito questa gente, ma io vado ad iniziare la mia nuova vita” e si trasferì a Los Angeles. Un bel giorno, dopo tre settimane, la donna tornò a casa e gli disse: “Sai il nostro rapporto non è quel che credevo e vorrei che finisse qui.” L’uomo era sconvolto. Che paura universale si era risvegliata in lui? Era il fatto che lei gli avesse chiesto di andarsene che l’aveva distrutto. Cominciò ad avere scarsi risultati sul lavoro. Fu mantenuto in servizio per il periodo di prova e, siccome non migliorava, alla fine gli fu chiesto di dimettersi. Si ritrovò in una città estranea, senza amici, senza gruppo di sostegno, senza stipendio né lavoro e persino sulla lista nera di altre ditte dello stesso settore. Non aveva un luogo in cui tornare, perché aveva rinunciato a tutte le cose che gli erano state care. Il suo ufficio non lo rivoleva, la sua famiglia ed i suoi amici non erano disponibili. Venne da me e mi disse: “Cosa diavolo mi sta succedendo? Come faccio a riprendermi la mia famiglia?” Io molto sinceramente gli risposi: “Congratulazioni!, perché il solo modo in cui qualcosa del genere è potuto succedere nella sua vita è grazie al fatto che lei ha raggiunto il suo più alto livello di maestria.” Quando un essere umano conquista l’ultimo tassello di abilità, la creazione si apre dinanzi a lui che diviene libero di esprime tale maestria in qualunque cosa abbia creato nella vita. Quando la vita è più dura, quando ci vengono poste delle sfide più alte nel campo della salute, dei rapporti umani o della sopravvivenza è perché noi stessi ci siamo creati quelle situazioni solo dopo aver accumulato tutti gli strumenti necessari a tirarcene fuori con grazia. Qualunque madre lo sa. Non ve l’ha mai detto vostra madre che Dio non vi da mai più problemi di quanti non riusciate a sopportarne? L’ho visto succedere mille volte: questioni di salute, malattie potenzialmente letali, implosioni emotive. So con certezza che nella vita noi tendiamo verso l’equilibrio e che ci vuole un grosso sforzo per riuscire a sconvolgere quell’equilibrio e siccome siamo tutti dei maestri, sappiamo bene come farlo. In quanto maestri noi abbiamo appreso come creare forte disisquilibrio nelle nostre vite in modo da favorire il manifestarsi dello slancio che ci serve per dimostrare il grado di abilità da noi raggiunto. Ci viene offerta così un’opportunità rispetto alla quale non abbiamo nessun punto di riferimento, nessuno a cui chiedere o da cui andare. Non avendo mai avuto prima quella data esperienza, tutto ciò su cui possiamo contare è noi stessi ed è a quel punto che ci viene chiesto di rivolgerci verso i livelli più profondi del nostro essere.
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Post n°659 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
IL 5° SPECCHIO ESSENO di Gregg Braden
Nella mia opinione questo modello di rapporti umani, il quinto specchio esseno, è forse il più potente in assoluto, perché credo ci permetta di vedere meglio e più profondamente degli altri la ragione per cui abbiamo vissuto la nostra vita in un dato modo. Esso rappresenta lo specchio che ci mostra i nostri genitori nel corso della nostra interazione con loro. Attraverso questo specchio ci viene chiesto di ammettere la possibilità che le azioni dei nostri genitori verso di noi riflettano le nostre credenze e aspettative nei confronti di quello che potrebbe configurarsi come il più sacro rapporto che ci sia dato di conoscere sulla Terra e cioè il rapporto fra noi e la nostra Madre e il nostro Padre Celeste, vale a dire con l’aspetto maschile e femminile del nostro creatore, in qualunque modo lo concepiamo. E’ attraverso il rapporto con i nostri genitori, che essi ci mostrano le nostre aspettative e credenze verso il rapporto divino. Per esempio se ci troviamo a vivere un rapporto con genitori da cui ci sentiamo continuamente giudicati o per i quali anche fare del nostro meglio non è mai abbastanza, è altamente probabile che quel rapporto rifletta la seguente verità: siamo noi che crediamo, dentro di noi, di non essere all’altezza e che forse non abbiamo realizzato quello che ci si aspettava da noi attraverso la nostra percezione di noi stessi fino al Creatore. Questo è uno specchio potente e molto impalpabile, che, forse più di altri, ci può svelare perché abbiamo vissuto le nostre vite in un determinato modo. Tale specchio ha avuto un impatto incredibile nella mia vita. Un impatto ricco di implicazioni. Condividerò con voi una frase che poi studieremo da moltissime angolature, discutendo questo specchio in dettagli, perché la frase è molto ricca di significati. Prima però vi faccio notare che esistono ben pochi assoluti, che ci sono sempre delle eccezioni e che l’argomento che stiamo per affrontare va visto come una ricerca di modelli generali. Se, mentre vi parlo, sentite una voce interiore che dice: “Non è assolutamente così!” è possibile che abbiate appena contatto un’informazione molto potente nella vostra storia personale e che vi venga chiesto ora di decidere se questo è il momento opportuno per prenderne coscienza. Se la risposta è “si”, vuol dire che avete gli strumenti per farlo, se è “no”, voi avete sentito quali sono questi strumenti. Quindi, se mentre vi parlo provate un’emozione, oppure se la vostra temperatura corporea sale un po’, o se il battito del vostro cuore aumenta, o se sentite un formicolio alle dita (è un po’ come quando si è innamorati), forse vi sta succedendo ciò che vi ho appena preannunciato. Una risposta di questo tipo si realizza solo quando vi viene mostrato qualcosa di così profondo che in passato avete scelto di allontanarvene. Quindi la cosa da tener presente riguardo questo specchio è la seguente: a prescindere dalle caratteristiche che avete condiviso, pur senza giudicare, senza pensare al giusto e allo sbagliato, visto che stiamo lavorando sullo specchio della polarità che presenta solo segni positivi o negativi, c’è una buona probabilità che le parole che usate per descrivere i vostri genitori come li vedete oggi, da adulti, abbiano pochissimo a che fare con le persone di questa terra che voi chiamate mamma e papà. E’ molto probabile che le parole che usate per descrivere i vostri genitori terrestri, vi servano a descrivere uno specchio che i vostri genitori hanno retto impeccabilmente dinanzi a voi, per darvi una visione del rapporto più sacro che è dato conoscere sulla Terra. E’ anche molto probabile che il modo in cui percepite i vostri genitori sulla Terra, rappresenti lo specchio delle vostre aspettative verso il rapporto che intrattenete con la Madre e il Padre celesti. Lo ripeto: c’è una buona probabilità che il modo in cui vedete o come descrivete i vostri genitori, le parole che usate, siano quelle che descrivono le aspettative che avete sul rapporto con la vostra madre e il vostro padre divino. L’argomento può essere inquadrato da molte angolazioni. E lo faremo dettagliatamente fra poco per mezzo di un piccolo esercizio. Vi chiedo: è possibile che i vostri genitori, nell’invitarvi inconsciamente o consciamente in questo mondo, si siano assunti una responsabilità sottintesa di cui la nostra cultura si è dimenticata? Secondo la quale la madre e il padre terrestri, che ci mettono al mondo e si prendono cura di noi sarebbero dei surrogati, cioè l’approssimazione più vicina all’aspetto materno e paterno del nostro creatore Divino? Noi sappiamo che in realtà il Creatore non ha un’identità sessuale, non è né una madre, né un padre, bensì per così dire “una forza” in mancanza di una parola migliore in inglese. Vi chiedo ancora: “E’ possibile che i vostri genitori vi abbiano amato così tanto e forse a dei livelli di cui non sono stati e non sono essi stessi coscienti, da riuscire a reggere impeccabilmente davanti a voi uno specchio capace di mostrarvi, come voi concepite il rapporto non tanto con loro, ma con il vostro padre divino e la vostra madre divina?. E’ possibile che le volte in cui avete percepito la rabbia dei vostri genitori verso di voi in realtà abbiate percepito quella che credevate essere la rabbia del vostro Creatore verso di voi? E’ possibile, infine che, quando i vostri genitori sono orgogliosi di voi, vi danno l’incoraggiamento che vi fa sentir bene, voi in realtà stiate sentendo qualcosa che proviene dal vostro creatore? E’ possibile? Se è vero che gli specchi funzionano, io credo che questo sia precisamente ciò che accade. Credo che ci sia una buona probabilità che gli esseri umani siano capaci di amare a livelli così taciti e profondi da riuscire a scambiarsi questi specchi con grande precisione e credo anche che i nostri genitori hanno fatto proprio questo per noi. Con ciò non voglio sottintendere alcuna scusante per i loro comportamenti. Vi chiedo semplicemente di ammettere la possibilità che in effetti il rapporto con i vostri genitori o con chi vi ha allevato, nel caso siate siate stati adottati o abbiate vissuto in un orfanotrofio, vi abbia permesso di vedere uno specchio, nel quale siete riusciti a percepire le vostre credenze e aspettative su come credete che il vostro Creatore vi concepisca e su come voi lo concepite. Cosa provate pensando alla possibilità che i vostri genitori vi abbiano mostrato questo specchio? Ha un senso per voi? Proviamo a fare un esercizio. Vi invito a chiudere gli occhi e a fare un respiro profondo alla maniera dello Yoga, spingendo fuori il ventre durante l’inspirazione, in modo da far scendere bene il diaframma. Fate una breve pausa, poi espirate contraendo leggermente i muscoli del ventre. Ora vi chiedo di rivolgere a voi stessi il seguente invito: “Io acconsento a sentire. Io mi permetto di sentire.” Ripetete mentalmente: ”Io acconsento a sentire, Io mi permetto di sentire”. Datevi anche il permesso di ricordare, dicendovi: “Acconsento a ricordare” ripetetevi mentalmente: “Io ricordo, io acconsento a ricordare” A questo punto vi pongo una domanda: “Se qualcuno venisse da voi e vi dicesse che vi resta un solo minuto sulla Terra, trascorso il quale non sarete più presenti qui né potrete più comunicare con coloro che amate e che, durante quel minuto voi potreste dire qualunque cosa ai vostri genitori terrestri, cosa direste?” Che parole scegliereste? Vi invito a condividere con me le parole che usereste durante quel minuto. “Noi siamo uno” “Sii felice” “Ci vediamo presto” “Ti voglio bene” Va bene, ora se qualcuno venisse da voi e vi dicesse che vi resta un minuto da vivere in questo mondo in compagnia di coloro che amate e che in quel minuto voi potreste udire la voce di vostra madre o di vostro padre, dirvi qualunque cosa, che cosa vorreste sentirvi dire da vostro padre o da vostra madre? Vi invito a condividere con me quelle parole. Cosa vi piacerebbe di più sentirvi dire? Tenete gli occhi chiusi inspirate profondamente ed ascoltate. In quel minuto voi potreste udire qualunque frase. Mi rivolgerò agli uomini per primi: Signori se voi poteste udire una qualunque frase rivolta a voi dal vostro Creatore, lo udireste dire: “Figlio mio sono orgoglioso di te, figlio mio, ti voglio bene, Hai agito bene. Grazie, figlio mio” Ed ora alle donne: Signore, se voi poteste udire queste parole: “Figlia mia grazie! Hai agito bene! Figlia mia, torna a casa!” Cosa provate nell’udire queste parole? Riuscite a percepire una sensazione nel vostro corpo? Perché? In fondo sono solo parole? E’ possibile che abbiamo trascorso la maggior parte della nostra vita credendo di cercare amore rispetto e approvazione dai nostri genitori terrestri, in quanto essi sono la cosa più vicina alla nostra madre e al nostro padre divini? La realtà è questa. Nel profondo noi abbiamo sempre saputo che in realtà cercavamo l’approvazione del nostro Creatore, cercavamo il suo amore e il suo rispetto. E’ possibile? Se è così avete appena ricevuto una grossa quantità di informazioni sul perché avete vissuto la vostra vita in un determinato modo e su come l’avete vissuta. [...] I rapporti umani ci offrono la possibilità di guarire il rapporto con i nostri surrogati terrestri e nel fare questo noi saniamo anche il rapporto con la controparte divina. Il tutto funziona anche all’inverso, nel guarire il rapporto con la controparte divina deve per forza sanarsi anche il rapporto con i genitori terrestri. Tutto questo non significa che, in quanto figli, siete responsabili delle malattie dei vostri genitori o delle loro scelte di vita. Loro hanno semplicemente accettato, ad un determinato livello di consapevolezza di reggere dinanzi a voi lo specchio che riflette le vostre aspettative ed hanno scelto come proporvi quello specchio durante la loro vita. Una volta che i genitori sono sollevati dal peso dello specchio sorge la seguente domanda: “Si ricordano della loro vera natura?” “Esiste una parete della loro consapevolezza che fa dire loro: “ finalmente mio figlio ha compreso il messaggio, ora posso vivere la mia vita. Oppure rimangono tanto invischiati nel loro sistema di credenze da credere di essere quelle malattie. Questo è proprio il punto cruciale su cui noi stiamo lavorando tutti insieme per sanare noi stessi e per ricordare quelle possibilità. Non vi sembra che ciò abbia un senso? Si tratta di uno specchio impercettibile. Vi ricordate che all’inizio di questa sessione ho detto che gli specchi diventano sempre più impalpabili col nostro evolverci e che dobbiamo affrontare quelli più ovvii prima di poter vedere i più sottili. Siccome si tratta di specchi, il bello è che funzionano in entrambi i sensi. E questo è importante, perché non ci limitiamo di certo ad esaminare i casi negativi, infatti anche quando percepiamo i nostri genitori come esseri affettuosi, saggi, vulnerabili, forti, onesti e tolleranti, riceviamo il riflesso delle nostre credenze sul tipo di rapporto che abbiamo col Creatore, cioè percepiamo il nostro Creatore e noi stessi alla presenza di quella forza creativa. Quindi la riflessione che vi offro rappresenta una possibilità che è in sé sottile e potente che provoca tutta una serie di implicazioni lungo l’arco di un’esistenza. Se ciò ha un senso per voi, bene, se non lo ha vi invito ad archiviare mentalmente queste informazioni e, se in futuro dovesse verificarsi uno sgretolamento del vostro sistema di credenze, allora potrete andare a cercare questa cartella e lavorando su questo specchio, avrete un potente strumento a vostra disposizione. Lo specchio della madre e del padre, il vostro Creatore.
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Post n°658 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
IL 4° SPECCHIO ESSENO di Gregg Braden
Il quarto specchio esseno dei rapporti umani è una qualità un po’ diversa. Spesso nel corso degli anni ci accade di adottare dei modelli di comportamento che poi diventano tanto importanti da farci riorganizzare il resto della nostra vita per accoglierli. Sovente tali comportamenti sono compulsivi, creano dipendenza. Il Quarto mistero dei rapporti umani, ci permette di osservare noi stessi in uno stato di dipendenza e compulsione. Attraverso la dipendenza e la compulsione, noi rinunciamo lentamente proprio alle cose a cui teniamo di più. Cioè mentre le cediamo, poco a poco vediamo noi stessi lasciare le cose che più amiamo. Ad esempio, quando parliamo di dipendenza e compulsione, molte persone pensano all’alcol e alla nicotina che sono certamente capaci di creare tali stati. Ma ci sono altri modelli di comportamento più sottili come l’esercizio di controllo in ambiente aziendale o in famiglia o come la dipendenza dal sesso, dal possedere o generare denaro e abbondanza, anche questi sono esempi di compulsione e dipendenza. Quando una persona incarna un simile modello di comportamento, può star certa che il modello, che pur è bello di per sé, si è creato lentamente nel tempo. Poco a poco, noi rinunciamo alle cose che ci sono più care. Se riorganizziamo le nostre vite per far posto al modello dell’alcolismo o all’abuso di sostanze forse stiamo rinunciando a porzioni della nostra vita rappresentate dalle persone che amiamo, dalla famiglia, dal lavoro, dalla nostra stessa sopravvivenza. Il tratto positivo di questo modello è che può essere riconosciuto ad ogni stadio, senza bisogno di arrivare agli estremi perdendo tutto. Possiamo riconoscerlo, guarirlo, e ritrovare la nostra interezza ad ogni stadio.
Alcuni anni fa ho condotto, nel Sud-Ovest del Paese, un seminario composto da 40 uomini, tutti uomini – che diede ottimi risultati. Alcuni dei partecipanti erano dei cowboys, dei ragazzi che non si sarebbero tolti il cappello e gli stivali per nessun motivo al mondo. Mi dissero: Posso abbracciare un uomo in questa stanza, ma non lo farò mai là fuori. Per loro fu molto importante ricevere questa piccola informazione sul quarto specchio, perché erano tutti sposati, volevano bene alle loro mogli ed erano tutti continuamente attratti da altre donne al lavoro, o in ufficio e non capivano il perché. Questo è uno specchio potente che si applica anche al mondo aziendale ed io l’ho fatto. Ero manager nel settore delle telecomunicazioni, dirigevo due dipartimenti separati e collegati dove c’erano degli impiegati che credevano di essere innamorati gli uni degli altri. Di per sé non era un problema, anche se causava grossi sprechi di tempo: pause pranzo molto lunghe, un sacco di gomme forate, molti bambini ammalati, nonni deceduti… Io sospettavo che si trattasse proprio di questo. E’ da notare che il valore di questi principi sta nel fatto che li possiamo applicare nella vita di ogni giorno. Infatti invitai due degli impiegati – entrambi felicemente sposati – nella stanza delle riunioni e in tutto rispetto della loro privacy, chiesi loro di guardarsi negli occhi e di condividere che cos’era che li attraeva. Diedi quasi un respiro di sollievo, quando i due si resero conto che in realtà non erano innamorati, che non dovevano rischiare di rinunciare alle loro beneamate famiglie e che in realtà ciascuno vedeva nell’altro delle ampie parti di sé, che aveva perso. Che specchio potente! Un altro esempio: nel 1998 quando lavoravo per il programma Star... a Sud di Denver, alcuni alti ufficiali del Pentagono ci fecero visita per revisionare il programma. Ciascun dipartimento designò un delegato ed io, non so come, finii per essere scelto. Dopo la riunione ebbi l’opportunità d’incontrare personalmente alcuni degli ufficiali e di partecipare ad una conversazione, proprio prima di cena, durante la quale una persona del gruppo si rivolse ad un membro dell’équipe, che aveva raggiunto il rango di Corporate American e che rientrava tra i capi del personale. La domanda era: “Come ha fatto a raggiungere questa posizione? Cosa è dovuto succedere nella sua vita affinchè lei arrivasse a ricoprire un posto di potere e di controllo così prestigioso?” L’uomo rispose, molto consapevolmente, guardandoci tutti negli occhi e dicendo: “Per arrivare dove sono oggi, ogni volta che sono salito di un gradino ho dovuto rinunciare ad una parte di me stesso. Poi aggiunse: “Ben presto capii che avevo rinunciato a tutto ciò che mi era caro: i miei amici, la mia famiglia (mia moglie ed io siamo divorziati, i miei figli ed io non ci parliamo nemmeno più). Per me valeva la pena farlo perché lo scopo della mia vita era di esercitare questo potere e controllo”. Quindi l’uomo ne era consapevole ed io mi stupii della sua sincerità. So che noi tendiamo a far compromessi, cedendo in cambio parti di noi stessi per riuscire a sopravvivere. Quindi, quando vi scoprite fortemente, magneticamente attratti, verso altre persone, forse senza riuscire a dare un senso a ciò, forse anche quando siete attratti da una persona dello stesso sesso e cercate di etichettare quell’esperienza, come è capitato a molti miei clienti in anni recenti, a quel punto potreste pensare: “Sono una donna e mi piace stare accanto agli uomini, o viceversa: Sono un uomo e mi piace stare accanto alle donne.” Pensate a come è strano! Siamo essenzialmente delle anime asessuate, non siamo né maschi né femmine, finchè non entriamo nel corpo fisico, Poi, arrivando nel mondo della polarità, dobbiamo scegliere un genere o l’altro e nello scegliere, rinunciamo automaticamente a quello che abbiamo escluso. Siccome io sono un maschio. Sono arrivato in questo mondo scegliendo di polarizzarmi in un corpo maschile, nonostante la mia anima sia asessuata, cioè maschile e femminile insieme, quindi ho messo la mia parte femminile in secondo piano. Le donne invece mettono in secondo piano la loro parte maschile. Ecco perché può accadere di sentirsi inspiegabilmente attratti verso qualcuno che ha una polarità opposta alla nostra. Alcuni mesi fa ho svolto un seminario dove alcuni mi hanno chiesto: “Cosa significa quando si è attratti dalla stessa polarità?” Io credo che lo specchio funzioni. E’ uno specchio potente che non ha bisogno di etichette. E’ solo uno specchio. Ecco l’esempio di un caso su cui ho lavorato. Cosa succede se siete un maschio – spiritualmente asessuato – ma che, scegliendo di diventare un maschio in questo mondo, ha fatto in partenza una rinuncia della femminilità, al 50% dell’esperienza. Cosa succede se all’inizio della vostra vita di maschio vivete delle situazioni in cui vi viene sottratta la vostra mascolinità? Nel caso in questione si trattava di abuso. Hai rinunciato al tuo femminile per essere qui, e una volta che sei qui, ti viene portato via il tuo maschile! Cosa ti resta? Niente. Allora che cosa fai? Cerchi di rinforzare ciò con cui ti identifichi meglio in quel momento della tua vita. Se sei venuto al mondo come maschio e ti è stata portata via la mascolinità, cercherai di rinforzare la condizione maschile, che ti è vicina nel tempo, e forse cercherai la compagnia di un maschio, come accadeva all’uomo di questa storia, che si sentiva confuso e non sapeva spiegarsi perché lo faceva. Quando cominciò a capire il funzionamento dello specchio, il perché gli divenne estremamente chiaro e dopo alcuni mesi non aveva più quell’orientamento. Se l’avesse avuto sarebbe andato bene lo stesso perché, finchè non ci mettiamo sopra delle etichette, stiamo semplicemente parlando di modelli di energia. Non è interessante come funziona? Cerchiamo di rafforzare ciò che abbiamo perso o ceduto o che ci è stato portato via. Vi invito a porre attenzione alla vostra vita e al tipo di persone verso cui vi sentite fortemente attratti e a chiedervi che cosa possiedono di voi che è stato perso o ceduto o preso. Pensiamo ai rapporti amorosi, quante volte avete sentito parlare di coppie che si formano a causa di questa carica e poi la carica scompare e i due si rendono conto di non essere più innamorati?
In realtà forse il loro amore li ha serviti così bene, cioè sono riusciti a tal punto a guarire in sé stessi ciò che hanno visto nell’altro, che non sentono nessuna carica e cominciano ad incarnare l’interezza. Da quel momento in poi entrambi possono scegliere di continuare il rapporto sulla base di principi completamente diversi, basati sul fatto che ciascuno semplicemente riesce a godere della compagnia dell’altro.
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Post n°657 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
IL 3° SPECCHIO ESSENO di Gregg Braden
Il terzo specchio esseno dei rapporti umani è uno degli specchi più facili da riconoscere, perché lo percepiamo ogni volta che ci troviamo alla presenza di un’altra persona, quando la guardiamo negli occhi, e in quel momento accade qualcosa di magico. Alla presenza di questa persona, che forse non conosciamo nemmeno, sentiamo come una scossa elettrica, forse anche la pelle d’oca sulla nuca o sulle braccia. Che cosa è appena successo, in quell’attimo? Attraverso la saggezza del terzo specchio ci viene chiesto di ammettere la possibilità che, nella nostra innocenza, noi rinunciamo a delle grosse parti di noi stesi, per poter sopravvivere alle esperienze della vita. Possono venir perse, senza che noi ce ne rendiamo conto, o forse le perdiamo consapevolmente o ancora ci vengono portate via da coloro che hanno un potere su di noi. Talvolta quando ci troviamo in presenza di un individuo che incarna proprio le cose che abbiamo perduto e che stiamo cercando, per poter ritrovare la nostra interezza, i nostri corpi esprimono una risposta fisiologica per mezzo della quale realizziamo di nutrire un’attrazione magnetica verso quella persona. Se vi trovate in presenza di qualcuno e, per qualche motivo inspiegabile, sentite l’esigenza di passare del tempo con quella persona, ponetevi una domanda: che cosa ha questa persona che io ho perduto, ho ceduto, o mi è stato portato via? La risposta potrebbe sorprendervi molto perché in realtà riconoscerete questa sensazione di familiarità, quasi verso chiunque incontriate. Cioè vedrete delle parti di voi stessi in tutti. Questo è il terzo mistero dei rapporti umani. Nel 1992, stavo svolgendo una serie di seminari molto simili a questo in un bellissimo posto che, a quell’epoca, era una pensione ed un centro per ritiri spirituali. Avevamo affittato l’intera struttura, incluso la grande sala al pian terreno, dove ogni sera guardavamo i nostri video. Una sera stavamo guardando uno stupefacente video con Richard Holden che presentava una conferenza alle Nazioni Unite durante una sessione speciale di argomento archeologico incentrato su ciò che, secondo lui, era stato trovato su Marte nel 1976 dal progetto della sonda Viking. Era buio, la porta si aprì ed entrarono due persone che chiesero una stanza e, naturalmente, la pensione era tutta occupata da noi. Videro ciò che stavamo guardando e lo trovarono molto interessante, perciò chiesero di restare con noi ed io acconsentii. Alla fine della proiezione, quando si riaccesero le luci, guardai le due nuove arrivate, che erano due viaggiatrici e notai che stranamente una di loro aveva un aspetto molto familiare. Non l’avevo mai incontrata prima e tuttavia sentivo un senso di familiarità. Vi è mai successa la stessa cosa, magari in un aereoporto, in una stazione, in un centro acquisti? Anche le drogherie sono ottimi posti, perché lì nessuno ci pensa né ha aspettative di sorta. All’improvviso, anche se non stai cercando di incontrare gente o di procurarti qualcosa consciamente, qualcuno viene verso di te e tu percepisci questa persona che ti passa davanti e dici: “Santo cielo che cosa è stato?” Forse i nostri occhi si incontrano e per una frazione di secondo avviene una piccola magia, scocca una scintilla di riconoscimento reciproco. Nella nostra società questo comportamento non è bene accetto, perciò spesso troviamo il modo di distaccarcene. Se siamo per strada faremo qualcosa come mandare indietro i capelli, o come fissare una gomma da masticare appiccicata sul selciato o qualunque altra cosa che interrompa quel contatto. Che cosa succede in quel momento. Cosa succede quando guardate così qualcuno e sentite quel senso di familiarità? Ad un certo punto della mia vita ho lavorato con un gruppo di ingegneri e uno di loro provava sensazioni simili molte volte al giorno. Di regola gli accadeva con le donne. Ad esempio usciva dall’ufficio per pranzo oppure per riscuotere lo stipendio in banca o per fare qualche commissione il venerdì pomeriggio. Poi tornava, si sedeva immobile alla scrivania. Allora io gli chiedevo se c’era qualcosa che non andava e lui mi rispondeva: “Non riesco a lavorare, mi sono innamorato durante la pausa-pranzo.” Il mio collega si innamorava varie volte al giorno. Questo gli rendeva la vita un inferno. Questo è il modo in cui gli specchi si presentano a noi e questa è la ragione per cui vi racconto delle storie vere. Gli succedeva così spesso che noi colleghi avevamo perfino dato un nome a quell’effetto, lo chiamavamo Effetto Schiaffo. Lui usciva per pranzare e poi tornava e diceva sono stato schiaffeggiato 5 volte. Voleva dire che si era innamorato 5 volte. Riprendevamo il lavoro e intanto lui faceva cose diverse come chiamare la banca dove aveva incassato l’assegno per chiedere chi era la terza impiegata da sinistra, poi le telefonava e la invitava a prendere un caffè. Lei rispondeva di sì e mentre prendevano il caffè, lui osservava la cameriera e sentiva che se ne stava innamorando. Succedeva continuamente ed era un vero problema per lui perché aveva una moglie e due bei bambini a cui voleva molto bene. Quello che vi ho narrato era un caso estremo ma ve l’ho mostrato come esempio perché è molto appropriato. Cosa succede nel momento in cui proviamo quella sensazioni? Ebbene sto per raccontarvi ciò che è accaduto a me… Quella famosa sera, le luci si accesero, le donne erano lì sedute e quando guardai negli occhi una di loro ebbi la sensazione che accadesse qualcosa di magico. Lei ed io continuavamo a parlare anche dopo che tutti erano andati a dormire. Allora le chiesi se le andava di fare una passeggiata e lei acconsentì. La cittadina era così piccola che per attraversarla bastava un minuto. C’erano un museo, un ufficio postale, una gelateria e si era visto tutto. La donna ed io abbiamo percorso quel tragitto molte volte quella sera e poi alla fine ci siamo augurati la buona notte, senza che io le avessi chiesto come si chiamava, perché pensavo che la cosa sarebbe finita lì. Alla fine del seminario sarei dovuto rientrare nel nuovo Messico [...]. Il mattino in cui dovevo partire [...]. Mentre guidavo mi fermai ad un semaforo, alzai lo sguardo e all’angolo vidi proprio la donna che avevo conosciuto la sera prima. Lo vedete questa storia alla fine ha la sua coerenza. Lei mi vide e venne verso la mia macchina per salutarmi, intanto il semaforo era diventato verde e la gente aveva cominciato a suonare il clacson. Allora le chiesi se aveva già pranzato e lei mi disse di no, quindi la invitai a salire in macchina. Andammo a comprare le ultime cose per il gatto e poi ci recammo in un delizioso piccolo caffè quasi fuori città dove ci sedemmo a parlare. E parlammo, parlammo, parlammo… Restammo lì tutta la mattina. La gente che era venuta a far colazione se ne andò e il caffè diventò molto tranquillo, poi arrivarono i clienti dell’ora di pranzo, poi anche loro se ne andarono e ci fu di nuovo molta quiete. La donna doveva ripartire per la costa Orientale ed io per il Nuovo Messico. Alla fine ci dicemmo: “Beh, visto che dobbiamo partire sarà meglio muoverci.” Lei mi accompagnò alla macchina, le diedi un bacio d’addio sulla guancia e… ancora oggi non so quale sia il suo nome. Mentre la guardavo allontanarsi mi successe questo: sentii una grande tristezza dentro di me perché iniziavo già a sentire la sua mancanza. La osservai partire a bordo della sua auto e vidi le luci posteriori sparire lungo la strada. Dieci anni fa se mi fosse successa una cosa simile avrei detto che mi ero innamorato e avrei fatto qualcosa di molto romantico, come saltare in macchina per inseguirla, fermarla sull’autostrada e dirle cosa provavo per lei. Sapevo che mi stava succedendo qualcosa ma sapevo anche che non si trattava di questo. Rimasi seduto in macchina e all’improvviso cominciarono a scendermi sul viso delle grosse lacrime. Ricordo di aver pensato: Santo Cielo, questa deve essere una lezione veramente potente! Prima c’era stata quella sensazione di familiarità, ora c’era tristezza perché la donna stava partendo. Mi limitai a chiudere gli occhi ed a pormi una domanda come faccio spesso, dicendo: ”Padre chiedo che mi venga data la saggezza necessaria per comprendere la sensazione che prova il mio corpo.” Quando si fa una domanda come quella di solito ci si aspetta una risposta, invece io ottenni un’altra domanda; mi stavano facendo lavorare! La domanda era semplice! “Che cos’ha questa donna che ti manca?” Io non avevo pensato al “cosa” sapevo solo che mi mancava! Cominciai a riflettere su tutto ciò di cui avevamo parlato e ciò che avevamo condiviso la sera prima e al caffè e capii che quello che mi mancava veramente era la sua innocenza, la sua capacità di stupirsi delle cose. Era qualcosa di molto importante per me in quel momento della mia vita, perché ero passato attraverso il mondo accademico, il viaggio sacro nell’accademia e avevo trascorso molto tempo nel mondo aziendale. Tutto questo ha un costo, lo sapete anche voi. Cioè nel ricordare e nello sviluppare la conoscenza noi perdiamo l’innocenza. [...] Così quando capii che cosa mi mancava di quella donna, seppi che non me ne ero innamorato e che lei in poche ore era stata capace di reggere davanti a me lo specchio di una grande parte di me stesso che avevo perduto per ottenere ciò che mi ero prefisso di avere nella mia vita.. Credo che l’abbiamo fatto tutti in una certa misura. Tutti abbiamo ceduto consciamente delle grosse parti di noi stessi oppure le abbiamo perse senza neanche accorgercene, o ci sono state portate via da coloro che hanno avuto potere su di noi. E tutto questo l’abbiamo fatto per sopravvivere. Forse oggi più che mai in questa fase dell’umanità e della storia geologica, noi chiediamo a noi stessi di riportare a casa quelle parti di ognuno di noi per poterci conoscere nella nostra interezza e per avere l’esperienza di vita che scegliamo. Quella fu un’esperienza fantastica per me. Sapevo che quella donna mi aveva mostrato il terzo specchio esseno dei rapporti umani: quello che abbiamo perso, ceduto o che ci è stato portato via. La verità di quest’esperienza è che se siamo veramente sinceri gli uni con gli altri, veri gli uni con gli altri, possiamo vedere e sentire una porzione di noi stessi, semplicemente guardando negli occhi quasi tutte le persone che incontriamo. Possiamo cioè provare la sensazione del riconoscimento, della familiarità. Vi invito a percepire in voi questa sensazione. Fatelo in luogo pubblico, non importa se è in una stazione, in un aereoporto, o dal fruttivendolo, perché la gente in quei luoghi non si aspetta quel tipo di esperienza. Quando qualcuno entra nel vostro campo di consapevolezza e sentite quella sensazione, iniziate una conversazione su qualunque argomento, se vi succede come spesso accade, nella sezione della frutta, parlate di frutta e dite: Hmm! Che buon profumo! Che bell’uva! Che belle banane! Non importa che cosa dite. Iniziate una conversazione e, mentre i vostri interlocutori parlano, ponetevi mentalmente questa domanda: Cosa vedo in questa persona che io ho perso, ho ceduto o che mi è stato preso?” La risposta vi sorprenderà, ve l’assicuro
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Post n°656 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
IL 2° SPECCHIO ESSENO di Gragg Braden
Il secondo specchio esseno, dei rapporti umani, ha una qualità simile alla precedente ma è un po’ più sottile. Anziché riflettere ciò che siamo, ci rimanda ciò che noi giudichiamo nel momento presente. Se siete circondati da persone, i cui modelli di comportamento vi provocano frustrazione o scatenano la vostra rabbia o astio e se percepite che quei modelli non sono vostri in quel momento, allora chiedetevi: Mi stanno mostrando me stesso nel presente? Se potete onestamente rispondervi con un no c’è una buona probabilità che vi stiano invece mostrando ciò che voi giudicate nel momento presente. La rabbia, l’astio o la gioia che voi state giudicando. Pensiamo a quando varie persone impersonano gli stessi modelli per voi esprimendo rabbia ed astio. Vi è mai capitato di essere irritati o ansiosi di arrivare da qualche parte e di salire in macchina rendendovi conto che avete fatto continuamente delle scelte sbagliate: in banca avete scelto la fila più lenta, avete sbagliato la rampa di accesso nel raccordo stradale, e ora mentre guidate vi ritrovate dietro a macchine che vanno a 50 Km all’ora in una strada dove si potrebbe andare a 100? Può darsi che quelle persone vi stiano riflettendo ciò che siete in quel momento. Spesso il mistero del primo specchio rappresenta esattamente ciò che sta succedendo A volte siamo in presenza di persone che ci rimandano come siamo in quel momento e altre volte non è così. Allora la gente dice che gli specchi non funzionano. Invece funzionano! Se abbiamo la saggezza di comprendere cosa ci stanno dicendo. Alcuni anni fa ho avuto la rarissima possibilità di vedere entrare nella mia vita tre persone diverse durante lo stesso mese. Avrebbe dovuto essere un segno premonitore abbastanza chiaro per me! Quando tre nuovi rapporti umani, diversi fra loro, si presentano durante lo stesso mese, è come una bandierina che dice: “ Qui sta per accadere qualcosa! Credeteci! Uno era un potenziale rapporto amoroso Un altro era un potenziale rapporto d’affari. Il terzo era un misto di amicizia e di lavoro. Fu ciascuna di quelle tre persone a venire da me, ognuno di loro mi aveva cercato. Questo avrebbe dovuto essere il secondo segno. Il rapporto amoroso riguardava una persona con cui avevo lavorato; avevamo passato molto tempo insieme scoprendo vari interessi comuni e, stare con lei, aveva senso per me. Non era tanto una potente attrazione magnetica, quanto la cosa giusta da fare. Il secondo rapporto, quello d’affari, era molto interessante. Ero occupatissimo a svolgere seminari a tempo pieno in quel momento e una persona, un uomo, venne da me offrendosi di curare gli aspetti logistici del mio lavoro, il che mi avrebbe permesso di fare altre cose, che mi premevano di più, mentre lui avrebbe potuto svolgere compiti che gli riuscivano facili. Sembrava una buona idea. Il terzo rapporto era di amicizia e quasi di affari e riguardava un bravissimo falegname che si offrì di prendersi cura della mia casa nel Nuovo Messico Settentrionale durante l’autunno successivo quando avrei condotto un gruppo in Egitto. In effetti avevo già cominciato a cercare qualcuno che abitasse nella mia proprietà, quindi anche quella mi sembrò una cosa giusta da fare. L’uomo mi disse che gli sarebbe piaciuto stare da me in cambio di servizi di falegnameria e di custodia della casa. Tutto mi accadde quasi contemporaneamente in un periodo della mia vita in cui ero veramente molto impegnato. Io decisi di farlo e in quello stesso mese ciascuno delle tre persone che erano entrate nella mia vita, ognuna di loro cominciò a farmi impazzire. Mi facevano veramente imbestialire. C’era un modello che mi si era presentato varie volte nella mia vita. Quando le cose mi rendevano furioso, io usavo la logica e mi dicevo: “Beh, sei solo stanco, hai viaggiato molto, sei sotto pressione, in questo momento, prenditi un’altra settimana di tempo forse due, per vedere come vanno le cose.” Quindi partivo – e l’ho fatto anche con quelle persone. Facevo un viaggio, tornavo una decina di giorni dopo e tutto era come prima, e allora ripartivo. Avevo una routine a quell’epoca. Facevo un viaggio, tornavo all’aereoporto di Albuquerque, mi fermavo al bancomat per prelevare dei contanti, andavo a prendere i miei animali dal veterinario che li aveva in custodia, tiravo fuori l’auto dal parcheggio, facevo il pieno e guidavo per quattro ore fino a casa nel Nuovo Messico del Nord. Durante quello specifico viaggio iniziai la solita routine e non andai molto lontano perché, arrivato al Bancomat dell’aereoporto di Albuquerque, alle 5 di pomeriggio, mi vidi recapitare il messaggio che sul mio conto non c’era più niente. Sapevo che si trattava di un errore e che il conto era ben fornito, perché mi era appena stato concesso un permesso di costruzione per un’attività da realizzare sulla mia proprietà ed avevo molti soldi a disposizione per questo. Quindi decisi che avrei verificato tutto il lunedì mattina successivo. Guidai fino a casa e il lunedì mattina, puntualmente chiamai la banca dove mi dissero che non solo non c’era denaro sul conto ma che avevo anche 71 assegni scoperti e che per ciascun assegno c’era una penale da pagare. Poi mi chiesero quando sarei potuto passare in banca a discutere la situazione. Ci andai immediatamente Uno di quegli assegni era all’ordine del mio caro amico Jerry Home e questo è il modo in cui ci siamo conosciuti. Andai in banca e chiesi cos’era successo. Mi risposero che c’era stato un prelievo per mezzo di un bonifico telegrafico, che non era stato autorizzato da me, nonostante la banca avesse creduto il contrario e che tutto il denaro era stato prelevato fino all’ultimo centesimo. Quindi gli assegni che avevo già emesso erano scoperti e mi erano stati addebitati. Quando qualcosa del genere accade non c’è nessun senso nel razionalizzare. Non si può farci niente. Siccome non avevo neanche i soldi per fare benzina e per riprendere i miei animali dal veterinario, fui costretto a cercare di rendermi conto pienamente di cosa mi stava succedendo. Ricordo di aver pensato: “Santo cielo! Qui sta succedendo qualcosa di grosso”. Avevo appena terminato di svolgere una serie di seminari nel Nord Ovest del Pacifico durati circa un mese e gli organizzatori di quei programmi mi stavano dando mille ragioni per cui non c’erano ancora fondi per pagarmi. Nel frattempo l’uomo che viveva nella mia proprietà in cambio di lavori di falegnameria – questo è un argomento veramente molto delicato per me – diciamo che aveva scelto uno stile di vita che non solo non corrispondeva a quello della nostra proprietà, ma era anche illegale nello Stato del Nuovo Messico ed io gli avevo chiesto di cambiare stile di vita. Quindi tutte quelle cose mi accadevano contemporaneamente ed io mi sono detto: “Ebbene, se è vero che gli specchi funzionano, ovviamente me ne vengono presentati alcuni in questo momento. Cosa mi stanno dicendo?” Sono così andato a fare una passeggiata – non avevo molta scelta quel giorno – in una bellissima strada che da casa nostra si inoltra per circa quattro miglia fino alle gole del Rio Grande ed è un meraviglioso santuario naturale. Lungo quella strada c’è un’enorme montagna, chiamata il “Pick”. Gli indiani raccontano un sacco di storie su quella montagna sacra che segna la fine dei loro terreni di caccia. Avevo immaginato dei libri e condotto interi seminari su quella strada e poi ero andato a casa e li avevo trascritti al computer. Mi chiesi nuovamente: “Se gli specchi funzionano, che aspetto di me stanno riflettendo queste persone?” Sapevo che avrei dovuto trovare un filo conduttore comune- Quindi cominciai ad analizzare cosa rappresentava per me ciascuno di quei rapporti. Analizzai molte possibilità e quando ebbi finito sapevo che ciascun rapporto era collegato ad elementi di onesta, integrità e fiducia. Quindi mi sono detto: “Se questo specchio è vero, se queste persone stanno riflettendo tali modelli di comportamento, mi stanno forse mostrando che in qualche modo io manco di onestà, di integrità o di fiducia?” Ed ancora prima che io formulassi quella frase ero certo che non fosse così, perché quelle erano proprio le qualità che applicavo nel mio lavoro. Esattamente quelle. Allo stesso tempo ebbi un’illuminazione, così potente e sottile che mi fece realizzare questo: Gli specchi non mi stavano mostrando – come avevo pensato – un riflesso di ciò che io ero nel momento presente, mi stavano invece proponendo un’immagine più sottile: lo specchio di ciò che io giudicavo in quel momento, lo specchio di come giudicavo, proprio in quel momento. Solo questo. Avevo in me una fortissima carica su l’onestà, integrità e fiducia,. Era una carica tale che non ero disposto a permettere che esistesse in altre persone. Quando avete una carica emotiva su qualcosa, che cosa vi promette? Promette che la incontrerete nella vita. Io avevo quella carica. Ciascuna delle tre persone che erano entrate nella mia vita – ora lo so – era un potente ed abile maestro che impeccabilmente ha retto uno specchio davanti a me riflettendo le mie cariche più potenti. Il processo fu relativamente breve, anche se sarebbe potuto durare per anni. Forse era stato davvero così, forse quegli specchi mi erano già stati mostrati per molto tempo a dei livelli tanto sottili che non li avevo riconosciuti. Poi erano divenuti sempre meno impercettibili, fino a che successe qualcosa che non avevo potuto ignorare. In quel momento della mia vita mi fu mostrato quello specchio, in quel momento avevo davanti a me il secondo mistero dei rapporti umani ciò che giudichiamo nel momento presente. A proposito dell’uomo che si era offerto di organizzare i miei seminari, l’attimo in cui ci eravamo conosciuti a casa di un comune amico in California del Nord, era successo qualcosa di interessante. Non ci eravamo ancora incontrati di persona. Avevamo solo parlato per telefono e appena lo vidi gli posi una domanda che faccio raramente: “Qual è la sua data di nascita?” Rispose “28 giugno 1954”. Ed io ne fui molto stupito perché era anche la mia! Lo stesso giorno, mese e anno! Anch’io come tutti quelli del segno del Cancro vivo in un mondo fatto di sentimenti, sono un doppio segno del Cancro e questo significa il doppio di sentimenti, inoltre ho 5 o 6 pianeti nella dodicesima casa, tutti nel segno del Cancro, quindi il mio mondo è un mondo di sentimenti. Il mio sentiero di vita è stato quello di conciliare il sentimento con il mondo accademico e scientifico attraverso il lavoro nelle imprese e nelle università. Ho guardato in faccia quell’uomo e gli ho detto che, sicuramente anche lui, aveva avuto le stesse esperienze. Un altro uomo del Cancro! Che fantastica persona con cui entrare in affari!. Lui allora mi guardò direttamente negli occhi e mi disse qualcosa di cui non tenni conto perché stavo usando la logica. “Ah, io sono il suo gemello negativo” mi rispose. Io non ascoltati, perché la logica mi diceva “Sta solo scherzando”, però provavo una strana sensazione qui, anche con l’uomo che si trasferì nella mia proprietà per prendersene cura in cambio di ospitalità provai una certa sensazione ma non ci feci attenzione, perché la mia logica diceva: non lo conosci nemmeno, perché lo giudichi? Anche nel rapporto amoroso provai una certa sensazione e la mia logica mi disse: Beh, quella sensazione ti viene dall’ultima volta in cui hai sofferto, quindi dai una possibilità a questo nuovo rapporto!. La ragione per cui vi racconto queste storie è che in ciascuna di esse provai una sensazione immediata e che ciascuna mi procurò più di una lezione, come ho detto anche ad altri che hanno trovato questi esempi molto stimolanti. Era una lezione di cui non mi importava in quel momento. Durante la settimana in cui io riconobbi il modello del giudizio e cioè che ciascuna di quelle persone era un maestro nel rispecchiarmi le cose che giudicavo, ogni altro rapporto che esisteva in virtù del giudizio critico, iniziò a scomparire dalla mia vita. E’ un effetto a catena. Ve lo dico perché so che funziona proprio così. Se vivete un certo modello in un area della vostra vita, esso rispunta anche altrove e una volta che viene guarito ed appianato, anche in una sola aerea, guarisce dappertutto, simultaneamente, perché la nostra natura è oleografica. La consapevolezza funziona così: si riflette su moltissimi livelli diversi. Il rapporto con l’uomo che si era offerto di entrare in affari con me non funzionò affatto, anche se io sentivo di avergli dato ampie opportunità. In effetti però funzionò bene perché mi offrì uno specchio, anche se non sapevo cosa mi stava mostrando. Quindi un bel giorno chiamai quell’uomo al telefono e gli dissi: “Non intendo più lavorare con te”. La conversazione in realtà fu un po’ più elaborata, ma non voglio dilungarmi troppo. Riagganciai il ricevitore e nel farlo mi resi conto di aver appena disdetto tutti i miei programmi, tutte le mie fonti di reddito e per i 6 mesi successivi. Era un sabato pomeriggio e passai tutto il resto del giorno e la domenica a riflettere sul da farsi. La domenica sera trovai sulla segreteria telefonica il messaggio di una donna che non conoscevo che aveva sentito parlare dei miei seminari da amici comuni e che mi chiedeva di richiamarla. Mi disse che era interessata a sponsorizzarmi e a creare programmi per me in tutto il paese se accettavo di collaborare con lei. La prima cosa che le chiesi fu: “Qual è la sua data di nascita?” Lei disse “28 giugno 1954”. E’ una storia vera. La mia prima reazione fu di chiudere la comunicazione ma non riuscii a farlo e le raccontai tutta la storia. Lei mi chiese se intendevo dare una possibilità alla sua proposta. Questa volta feci attenzione a cosa sentivo e c’era qualcosa di diverso, perciò dissi di sì. Oggi quella donna è coordinatrice di seminari, svolge laboratori per conto suo ed ha scritto molti libri. Si chiama Joan Carrol Cornak, se la conoscete. Io non ho permesso al primo rapporto di inquinare il secondo perché sono riuscito ad aver fiducia in ciò che sentivo e a capire il significato della sensazione che provavo e si è realizzato fra noi un rapporto molto forte. Ed è stato attraverso quella persona che ho incontrato Melissa. Riassumendo, è interessante come funzionano queste cose, attraverso il secondo specchio del giudizio critico, mi è stato mostrato quali erano le mie più grosse cariche. Non tanto cosa io ero, quanto ciò che io giudicavo nel momento presente ed ho imparato una grande lezione sul discernimento e sulla fiducia. E’ stata una lezione relativamente poco gravosa in paragone di ciò che è venuto immediatamente dopo, perché ho cominciato ad avere a che fare con creditori, contratti ecc. E attraverso il mio potere di discernimento, ho evitato seri problemi potenziali. Quindi vi invito a passare in rivista le vostre vite, le persone che vi sono più care, perché sono quelle che fanno da calamita, siano esse relazioni amorose oppure rapporti di famiglia – questi ultimi non ci è dato di sceglierceli. Osservate le caratteristiche che le persone usano nel premere i vostri bottoni e chiedetevi: “Mi stanno mostrando me stesso nel momento?” Se la risposta onesta è “No”. Allora chiedetevi questo: “Mi stanno mostrando ciò che io giudico nel momento?” La risposta potrebbe sorprendervi.
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Post n°655 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
IL 1° SPECCHIO ESSENO di Gregg Braden Il primo specchio esseno, dei rapporti umani, è quello della nostra presenza nel momento presente. Il mistero del Primo specchio è incentrato su cosa noi inviamo nel momento presente, alle persone che ci stanno accanto. Quando ci troviamo circondati da individui e modelli di rapporto di comportamento in cui domina l’aspetto della rabbia o della paura, lo specchio funziona in entrambi i sensi, potrebbe invece trattarsi di gioia, estasi e felicità, ciò che vediamo nel primo specchio è l’immagine di quello che noi siamo nel presente. Chi ci è vicino ce lo rimanda, rispecchiandoci. |
Post n°654 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°653 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°652 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
Per una Buona Notte,piena di "Sogni Fantastici". Clicca sotto: -------------------------------------------------- La realta' e' la vera faccia del sogno, anche se la segna la lebbra del mondo materiale. Apri il Cuore e aprirai la porta alla Luce dell'Amore Universale eterno! --------------------------- |
Post n°651 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
Meditazioni quotidiane: 2° giorno - Lunedì INTRODUZIONE Queste meditazioni quotidiane sono state compilate dai Maestri per coordinare la forza delle Orazioni e dei Decreti di tutti gli studenti della Verità nel mondo intero. È meraviglioso poter considerare come in ogni angolo della Terra l’identica preghiera si elevi a Dio, in Lode a Lui, in sintonia con i Suoi Divini Messaggeri e come Benedizione per aiutare il nostro amato pianeta nella sua evoluzione. Queste meditazioni sono un lavoro ispirato dall’Amato Asceso Maestro El Morya, Direttore del Primo Raggio, l’Azzurro. Volume N. 4 della serie “Metafisica per Tutti” Autore: Conny Mendez LUNEDI’: SECONDO RAGGIO La Fiamma Dorata di ILLUMINAZIONE AMORE e PACE Direttore: Maestro Confucio Attività: Percezione Colore: Giallo Solare 1. MIO AMATO ESSERE CRISTICO “IO SONO” IN ME, Ti amo e Ti adoro! Io invoco la Fiamma Dorata del Cristo Cosmico di Amore e Illuminazione affinché mi avvolga in questo nuovo giorno. “IO SONO” L’ILLUMINAZIONE E LA SAGGEZZA DI DIO che mi dirige in tutte le mie azioni. Io ascolterò, comprenderò e benedirò tutto ciò che oggi avrò modo di contattare. 2. In questo momento io realizzo che dentro di me c’è una FIAMMA VIVA e salutare che corregge ogni mia imperfezione. Io realizzo che dentro di me c’è il VIVO E INFINITO POTERE CHE PROVVEDE a tutte le mie richieste e necessità. Io realizzo che nel mio corpo fisico è presente l’INTELLIGENZA VIVA con cui potrò percepire la perfezione che esiste nell’assenza primaria di tutte le cose. Io realizzo che esiste un solo POTERE; IL POTERE DI DIO NEL MIO PROPRIO CUORE, che realizza ciò che desidero in proporzione alla FEDE che nutro in LUI. Per tutto questo, mio Santo Essere Cristico “IO SONO” IN ME, io Ti chiamo, vieni e permetti al tuo Piano Divino di compiersi in me ed attraverso di me. 3. L’AMATO ASCESO MAESTRO KUTHUMI, precedente Direttore del Secondo Raggio, che assume, insieme al Lanto, la carica di Istruttore Mondiale, dice così: “Amati aspiranti, NON FATE GRANDI SFORZI per incontrare la PRESENZA DI DIO. Rilassatevi ed incontratela nella pace del vostro mondo emozionale sereno e tranquillo. Svegliatevi dal torpore spirituale; comprendete infine che il Maestoso Potere di Dio si trova nel pulsare dei vostri propri cuori. Permettete che questa Divina Natura, dal vostro cuore, splenda attraverso di voi come testimone della presenza Divina ancorata nel vostro luogo più intimo e segreto; splenda come testimone dell’ONNIPOTENTE POTERE ED AMORE della Presenza di Dio. Desiderate fare una cosa? Ogni mattina meditate sulla Natura di questa DIVINA PRESENZA, il Potere di questa PRESENZA, la maestria di questa PRESENZA. Contemplatela per un momento e poi cercate di elevarvi ancor di più e cercate di ESSERE QUESTA PRESENZA per una TRENTINA DI MINUTI. Questo è quanto io chiedo agli aspiranti che desiderano offrire il loro servizio. Fate attenzione, però, anche al più piccolo cenno di orgoglio spirituale; spesso, infatti, esso cerca di introdursi proprio nel centro di questo bel fiore che state creando con la vostra anima, al fine di rovinare le vostre intenzioni e la vostra perfezione”. 4. AMATO KUTHUMI, Ti amo, Ti benedico e Ti ringrazio per il tuo grande servizio a me ed a tutta l’umanità! Permetti che la tua Saggezza, la tua Pace ed il tuo Cuore Comprensivo mi avvolgano affinché io possa comprendere sempre meglio i miei fratelli e offrir loro l’aiuto che più è loro necessario. 5. L’Amato Maestro Lanto, ora istruttore mondiale e precedente Direttore del Secondo Raggio, dice così: “Spesso, offrendo la vita nel servizio, voi riscontrate quanto gli esseri umani possano essere ingrati ed indifferenti; ecco che allora vi demotivate e vi stancate di fare il bene. A volte, mentre la nostra presenza permea la vostra aura, possiamo sentire anche Noi lo scoraggiamento che vi pervade. In questi momenti fermatevi e riflettete su quelli di Noi che hanno trascorso milioni di anni dando un servizio simile al vostro. Milioni di anni che sono stati spesi riponendo la nostra Fiducia in voi e amandovi con Fede. Solo offrendo il vostro servizio voi potete usufruire della possibilità di bilanciare il lavoro fatto da Noi, ed offrire così ai vostri simili la fiducia ed il servizio che Noi abbiamo offerto a voi”. 6. AMATO LANTO: Ti amo, Ti benedico e Ti ringrazio per il tuo servizio al nostro pianeta Terra nel corso di tanti secoli! Aiuta tutti a sentire questa grande riverenza che Tu hai nei riguardi di tutti i viventi e l’amore che offri loro per aiutarli a raggiungere la perfezione. 7. CON L’ELEVAZIONE DEL MAESTRO LANTO ALL’INCARICO DI MAESTRO MONDIALE INSIEME ALL’AMATO KUTHUMI, L’AMATO CONFUCIO HA PRESO L’INCARICO DI DIRETTORE DEL SECONDO RAGGIO. 8. L’AMATO CONFUCIO, ANFITRIONE DEL RITIRO SULLE MONTAGNE e Direttore del Secondo Raggio, dice così: ogni Epoca Aurea comincia con un “embrione” formato da uno o due Esseri che mantengono acceso il Fuoco della Fiamma Violetta: la Presenza dell’ Asceso Maestro Saint-Germain e ciò che lo rappresenta sulla Terra. Questo “embrione” si sviluppa nel tempo, altri individui si aggiungono, e si espande con amore e intelligenza perché nel suo “cuore” si trova il Raggio Cosmico dell’Asceso Maestro Saint-Germain. Sei tu parte di questo embrione? Per poter realizzare un’Epoca Aurea anche tu sei tenuto a conformarti al Potere Onnicomprensivo dell’Amore Divino. Solo proteggendo questo “embrione”, e raffinando le cellule del Centro Cardiaco, può crescere e svilupparsi il “Corpo Spirituale”. 9. AMATO CONFUCIO, Ti rendiamo grazie per le tue parole d’amore. Donaci il tuo Potere del Silenzio affinché possiamo evolvere nella Pace il Piano che Dio ha previsto per l’Epoca Aurea. 10. L’AMATO JOFIEL, ARCANGELO DELL’ILLUMINAZIONE, dice così: “il mio servizio agli esseri umani consiste nell’insegnare loro come sviluppare la coscienza e scoprire così il Potere della Luce. Ricordate che nella Seconda Sfera le idee si cristallizzano e prendono forma. Supponiamo che tu intrattenga il desiderio di una nuova casa; supponiamo ancora che nella tua mente si formi un pensiero di questo tipo “Mi piacerebbe avere una casa con otto locali ed un giardino d’intorno”. Se questa idea ti è gradita i tuoi sentimenti la caricheranno di energia e la forza del tuo desiderio le darà vita e la porterà in manifestazione”. 11. AMATO JOFIEL, Ti amo, Ti benedico e ti ringrazio per tutto il servizio che hai dato a me ed a tutta l’umanità. CARICAMI con i tuoi sentimenti relativi al Potere di Dio presenti nel mio cuore. Con questi sentimenti sarò certo capace di dominare tutte le circostanze che mi ritroverò ad affrontare: le dominerò con il potere Esteriore dell’Amore e della Luce. Insegnami a realizzare nel mondo le idee Divine che mi vengono suggerite dal Cuore di Dio. 12. L’AMATO CASSIOPEA, Elohim della Saggezza, dice così: “Il proposito del Secondo Raggio è la percezione attiva e la contemplazione illuminata del Piano e del Disegno di Dio. Perciò coloro che hanno deciso di compiere la volontà di Dio devono essere in grado di ricevere sia l’Idea Divina che le istruzioni sul come realizzarla. Per questo motivo, dopo aver preso la decisione di mettere in atto la Volontà di Dio, la prima decisione da prendere dovrà essere quella di imparare ad ACQUIETARE la Mente. All’interno del vostro cuore risiede la Fiamma Dorata dell’Illuminazione che vi rivelerà la Verità!”. 13. AMATO CASSIOPEA, Ti amo, Ti ringrazio, e Ti benedico per tutto quello che Tu significhi per la nostra Terra e per tutta l’umanità. Aiutami a persistere nella conoscenza di questa scienza della “realizzazione concreta” affinché, in ogni giorno, io possa materializzare coscientemente un’idea ricevuta dal Padre. Grazie. |
Post n°650 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
Voi che vivete sicuri / nelle vostre tiepide case, / voi che trovate tornando a sera / il cibo caldo e visi amici: considerate se questo è un uomo / che lavora nel fango / che non conosce pace / che lotta per mezzo pane / che muore per un sì o per un no. Considerate se questa è una donna, / senza capelli e senza nome / senza più forza di ricordare / vuoti gli occhi e freddo il grembo / come una rana d’inverno. (Primo Levi) |
Post n°649 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
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Post n°648 pubblicato il 30 Gennaio 2005 da 53lucexte
Ricordi e Riflessioni Riporto nelle memorie un frammento dell'atto di erezione del Monumento Internazionale delle Vittime del Nazifascismo costruito nei pressi del campo di concentramento di Auschwitz: - all'Eterno disonore dei genocidi nazisti che con disumana ferocia realizzarono lo sterminio di intere Nazioni- all'Eterna gloria dell'Armata Sovietica, che il 27 Gennaio 1945 liberò Auschwitz - all'Eterno ammonimento contro i seguaci del fascismo e del nazifascismo Queste poche righe contengono secondo me un profondo significato: dobbiamo ricordare le sofferenze dei popoli che hanno visto migliaia dei loro figli venire brutalmente e sistematicamente trucidati nei campi di concentramento, dobbiamo ricordare che il 27 Gennaio 1945 tutto questo è cessato, dobbiamo ricordare che è nostro obbligo di esseri umani non permettere che odio e violenza possano riportare gli incubi passati. Insomma dobbiamo per sempre ricordare ... |
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