L'EDUCAZIONE MOTORIA, QUESTA SCONOSCIUTA...
Prima era semplicemente ginnastica, poi è diventata educazione motoria, in seguito "scienze motorie e sportive" e ultimamente "Corpo, movimento e sport". Possiamo girarla e rigirarla in mille modi, ma la musica non cambia: è sempre lei, la cara, vecchia, buona ginnastica o educazione fisica tanto trascurata, nonostante la sua grande importanza. Tutti i governi che sono passati negli ultimi anni hanno sempre sbandierato ai quattro venti l' assoluta necessità di fare attività fisica come forma di prevenzione. E poi? Poi è arrivata la contraddizione. La Riforma Moratti ha diminuito le ore di educazione fisica e il governo attuale non ha cambiato nulla in merito. Una sola ora di attività nella scuola primaria è del tutto inutile sia dal punto di vista didattico che da quello della salute. Entriamo inoltre nel cuore della questione: come viene fatta questa benedetta ora curriculare di educazione motoria? Risposta: molto male nella stragrande maggioranza dei casi. La materia è infatti affidata agli insegnanti di classe ed è abbinata ad altre discipline. Per farla breve, l'insegnante di italiano o di matematica si ritrova "sul gobbo" pure la ginnastica con conseguenze a volte catastrofiche. L'insegnamento di un'attività fisica o sportiva NON PUO' ESSERE IMPROVVISATO! Far giocare i bambini a palla ogni benedetta lezione NON E' educazione fisica! Lasciare che i bambini si rincorrano per la palestra NON E' educazione fisica! Far arrampicare i propri alunni su quadro svedese, spalliere o scale mediche senza la minima cognizione di ciò che si sta facendo NON E' educazione fisica ma è pura e semplice INCOSCIENZA! Evitare di portare i bambini in palestra perchè non si sa che pesci pigliare, prendendo la scusa del castigo, è MANCARE COMPLETAMENTE DI SERIETA'! E' recente la notizia dell'intento di far entrare diplomati ISEF o laureati in scienze motorie anche nella scuola primaria, come specialisti. Ben vengano, se devono mettere al riparo i bambini dal rischio di finire in mano a persone, magari ottimi insegnanti di italiano o aritmentica, ma completamente ignoranti in fatto di sport e movimento. Siano benvenuti se possono garantire ai più piccoli di svolgere un'attività fisica seria che non può fare altro che bene alla loro salute! Chi scrive non è ISEF o in possesso di laurea, tuttavia ha conseguito diversi brevetti d'istruttore in differenti discipline del fitness e nella danza e ha alle spalle una carriera agonistica decennale nell'atletica leggera. La mia personale esperienza mi ha consentito di organizzare un programma di lezioni mirate in base all'età dei bambini e alle loro potenzialità a livello fisico. Nella mia scuola c'è questa situazione positiva, ma in passato mi è anche capitato di non poter mettere a frutto le mie competenze perchè si rischiava di ledere la maestà di qualche collega. Colleghi che, per citare un esempio lampante, trasformavano la loro ora di insegnamento di motoria nell'ora di correzione quaderni, lasciando che i bambini si sfogassero per conto loro senza controllo. Va tuttavia affermato che ci sono anche colleghi di buona volontà che, pur non avendo esperienza, si documentano e cercano, se non di insegnare qualcosa di nuovo, almeno di evitare di far danno. La realtà più dolorosa purtroppo però è questa: la vera attività fisica nelle scuole elementari, vale a dire nella fase più cruciale dello sviluppo di una persona, in Italia non si fa. E' lasciata alla buona volontà di un insegnante (competente o no), allo spirito imprenditoriale di un dirigente scolastico (che organizza open day sportivi per tirare acqua al suo mulino) o in mano a un laureato in Scienze motorie precario (che tutto sogna fuorchè insegnare ginnastica a piccoli per forza di cose imbranati). Un altro dato di fatto piuttosto triste è rappresentato da un'educazione fisica che è considerata un di più da relegare a laboratorio extrascolastico, un soprammobile prezioso con cui abbellire gli spazi di commercializzazione della scuola stessa (i famigerati open day / specchietti per le allodole), un peso per maestri che la considerano una perdita di tempo. Cosa ne ricava la società? Solamente danni. Danni per la salute collettiva, per la professionalità degli insegnanti e per la scuola che diventa sempre meno credibile.