Creato da maidiremichy il 10/12/2005
La mia avventura in africa
 

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« LA FINE SI AVVICINAFRAGOLINO »

11 GENNAIO 2007 - IL TERRORE NOTTURNO

Post n°148 pubblicato il 03 Febbraio 2007 da maidiremichy
Foto di maidiremichy

Dopo una normale giornata di lavoro, il crew inizia a cucinare mentre io cazzeggio con il mio pc. Poi ad un certo punto un boato e la sirena d'allarme.

Normalmente fanno delle esercitazioni e io ignoro sistematicamente la sirena d'allarme. Ma stavolta non era un esercitazione.

Il mio aereo ha bisogno di manutenzione e il giorno dopo dovevamo partire x l'uganda.

Ci precipitiamo tutti fuori e iniziamo a sentire e vedere botti e lampi di fuoco. Sono i fuochi d'artificio?? Tutti guardiamo x capire. Noi, i marocchini, i bangladeshi, siamo tutti la a guardare di fronte a noi questi lampi rossi. Merda non stanno festeggiando nulla, STANNO SPARANDO!!

Senza perdermi d'animo, mi precipito nell'ufficio del capo che nonostante siano le 20.30 e' ancora la.

dialogo:

io: che diavolo sta succedendo?

lui: non lo so, forse i ribelli stanno cercando di distruggere l'elicottero degli indiani.

io: minkia, ma sono in aeroporto sono vicini. (e inizio a tremare cosi forte che i denti facevano rumore)

lui: michy, bevi un po di whisky che ti aiuta.

io: io non bevo alcolici lo sai.

Gli spari erano sempre piu frequenti e piu vicini, per la prima volta in vita mia ho temuto di morire, ho temuto che questi bastardi arrivassero in aeroporto e siccome sono l'unica donna sono sicura che me ne avrebbero fatte di tutti i colori. Ho bevuto 3 Jack daniels black label e in effetti ho smesso di tremare.

Mia sorella mi ha chiamato proprio mentre sentivo le pallottole dietro al mio orecchio e piangevo come una pazza, ero ubriaca e terrorizzata, non facevo altro che dire "non voglio morire non voglio morire" e non riuscivo nemmeno a parlare in italiano. Mixavo le parole in italiano e in inglese mentre i piloti russi tentavano di tranquillizzarmi.

Io non riuscivo a smettere di piangere. Noi non viviamo in case, ma in container che possono essere distrutti con uno starnuto. Non mi sentivo al sicuro.

Veniamo a sapere che non stavano attaccando l'elicottero, ma che si stanno ammazzando tra di loro.

Ecco cosa e' successo: Il Presidente ha mandato gli stipendi x i militari. Le autorita locali hanno trattenuto i soldi e non li hanno pagati, cosi x protesta hanno iniziato a spararsi...Ci credete??

Hanno sparato tutta la notte, e gli spari erano cosi vicini che sembravano fossero dietro la mia finestra.

Ho visto un lavoratore locale indossare l'elmetto blu e il giubbino antiproiettile x andare a casa dalla moglie e dal figlio.

STAI ATTENTO JOHN

Mille volte mi sono chiesta cosa hanno provato le persone che hanno fatto la guerra. Ora lo so.

Quando l'alcol ormai aveva invaso ogni parte del mio corpo mi sono buttata a letto abbracciando il mio peluches a forma di mucca e piangendo ho pregato. Non voglio morire.

Hanno sparato x tutta la notte e la mattina. Una pallottola ha colpito il mio aereo e cosi hanno sospeso tutti i voli. E anche il giorno dopo e quello dopo ancora.

Abbiamo fatto meeting sulla sicurezza, cosa fare cosa nonf are, con il sottofondo musicale delle pallottole. Io non voglio morire.

La mattina del 13 ci dicono che possiamo partire, noi eravamo pronti ma all'ultimo momento 'no, non potete'.

Non possiamo andare in citta a comprare cibo, non possiamo uscire dall'aeroporto, tutte le forze armate sono allertate, ho visto i carri armati passarmi sotto al naso, ho visto i militari coraggiosi andare incontro a questi pazzi che conoscono solo la lingua della guerra.

Un altro giorno a chiedermi 'ma xke sono qua?'

Non riesco a chiamare il mio amore, e' in sudafrica in questo momento. Voglio dirgli che lo amo, voglio dirgli che ho paura, voglio sentire la sua voce, voglio essere tranquillizzata. Il telefono non prende.

La mattina seguente il mio lavoratore locale e' venuto a lavorare e mi ha detto che ha passato una notte di inferno. La sua casa e' stata risparmiata, ma i militari congolesi sono entrati nelle case x rubare violentare uccidere. Mentre sentiva le urla delle case vicine (in citta vivono in case di fango una vicina all'altra) pregava Dio che risparmiassero lui e la sua famiglia.

Finalmente il sabato mattina otteniamo l'autorizzazione a partire. Non ho dormito x piu di una settimana. E anche adesso il mio sonno e' disturbato da ogni minimo rumore.

Perche' sono qua?

Ho passato il week end ad Entebbe, pronta x partire il lunedi finalmente in vacanza con l'uomo con cui vorrei passare il resto dei miei giorni, possibilmente non in congo..., ma questa e' un altra storia....

 
 
 
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