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Don Bosco e Manfredini

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Don Matteo Rigoni (don Bonetti, don Beltrami, ultimo saluto a don Bosco - 1888)

Post n°10 pubblicato il 10 Dicembre 2008 da my.point.of.view

MESSAGGIO NUMERO 16
Memorie di Don Matteo Rigoni degli anni 1884/1888
Ex Direttore della Scuola Manfredini - Salesiani di Don Bosco

Finché giunse il giorno della raccolta, la professione religiosa, in Ottobre. A questa grande giornata precedette una preparazione prossima adatta, cogli esercizi spirituali di 10 giorni, predicatici da Dn. Bonetti, inviatoci da Dn. Bosco, colla festosa notizia che per la professione ci saremmo trasportati a Valsalice, e che colà Dn. Bosco stesso avrebbe ricevuto la nostra professione religiosa. […] Siamo alla vigilia del giorno sospirato. Nel pomeriggio ciascuno dà l'addio nel suo cuore al caro nido del Noviziato, e di tutti con letizia di Paradiso si parte alla volta di Torino per inaugurare la nostra nuova dimora di Valsalice con un atto che ci avrebbe legati sempre più a Dn. Bosco, alla Congregazione, a Dio. La mattina ad ora fissata ci accoglie tutti fra le sue mura la vecchia chiesetta di Valsalice. Più di metà abbiamo fatto la professione perpetua, quasi tutti dei rimanenti la professione triennale. Ma specialmente due circostanze hanno reso memoranda quella funzione, l'una la professione di Dn. Andrea Beltrami, il cui pensiero dominante era: «colla professione acquisto l'innocenza battesimale»; mai fu visto così allegro e contento come quel giorno, quell'anima destinata ai più alti voli dello spirito. L'altra circostanza la presenza di Dn. Bosco. Ecco il momento; Dn. Bosco si avanza accompagnato da un bel gruppo di sacerdoti; il passo è stentato, egli è curvo, cadente; la commozione è grande, ma è lui che ha voluto, stringere per l'ultima volta, quasi al suo seno, l'ultima eletta schiera dei suoi figli, in questa terra. Al termine della funzione venne alla balaustra a dirci che avevamo offerto al Signore tre gemme preziose, una di oro, un'altra d'argento, la terza di diamante. Volle aggiungere qualche parola di spiegazione, ma la commozione lo colse, lo arrestò, e non potè più proseguire; le sue lagrime furono più eloquenti di qualsiasi parola. Tutto finito, e usciti di chiesa, io fui il primo ad incontrarmi con Dn. Bosco alla porticina della sacrestia. Gli baciai pel primo la mano, ed egli stringendomela forte, con un sorriso intenzionale mi disse: «Ora non mi scappi più». Questa parola l'ho capita fino al fondo, e ne ringrazio infinitamente il Signore e Dn. Bosco della potenzialità magnetica di quella parola, poiché mi legò siffattamente a Dn. Bosco e alla sua famiglia la Congregazione Salesiana, che non solo non sono scappato, ma neppure provai la minima tentazione di abbandonare Dn. Bosco, il più tenero dei Padri. Di questa ultima fase della mirabile vita di Dn. Bosco ritengo ancora un ricordo uscito dalle sue sante labbra. Se ne stava tutto raccolto, seduto sopra un seggiolone nella sala che fu poi per più anni sala di studio per i chierici. Era rivolto verso un altare provvisorio che si incontrava subito appena entrati dall'unica porta. Conun mio compagno, e con un po’ di coraggio ci siamo avanzati verso Dn. Bosco per baciargli la mano. Alzò lo sguardo, ci riconobbe, e ci disse: «Siate sempre divoti di Maria Ausiliatrice, che Ella a suo tempo vi tirerà su in Paradiso». Gli abbiamo ribaciato la mano, e ci siamo ritirati, lasciandolo in braccio alle sue contemplazioni. Stava forse facendo il ringraziamento alla Santa Messa celebrata a quell'altare. Quelle parole ritengo come l'ultimo ricordo di Dn. Bosco. Chi sa a quanti avrà lasciato questo ricordo in diverse forme. Ecco il lume di vita eterna sparso si può dire da Dn. Bosco per tutto il mondo: divozione a Maria: caparra del Paradiso. Sparsa ovunque una tal semente di vita eterna, raccolta sul Calvario dalle labbra […] di Gesù: «Ecce mater tua» i buon Padre volge gli occhi al Cielo, sospirando alla patria: Cupio dissolvi et esse cum Chrysto. Nel mese di dicembre Dn. Bosco va sempre declinando, e ripetendo a chi gli fa auguri di guarigione: «Desidero andar presto in Paradiso; di là potrò assai meglio lavorare per la nostra Pia Società e pei miei figli e proteggerli. Qui non posso più far niente per essi». […] Il giorno 29 festa di S. Francesco di Sales! Esternamente allegri scomparirono canto musicale, pontificale in chiesa e dolore in tutti i cuori! Il giorno 30. Dn. Rua permise ai confratelli e ai ragazzi dell'Oratorio di vedere per l'ultima volta il loro grande benefattore e padre. Anche noi chierici siamo nel pomeriggio partiti da Valsalice e siamo giunti all'Oratorio in silenziosa e mesta processione; […] Il buon padre era là col capo un po’ rialzato e un po’ volto a destra; il suo volto tranquillo, gli occhi un po’ socchiusi, e le mani distese col Crocifisso sul petto. Abbiamo sfilato uno ad uno davanti a lui composto nella calma impressionante della serena agonia. Piangenti abbiamo baciato quella mano che tante volte si era alzata per benedirci, e tacitamente rivolgemmo l'ultimo addio a un santo Padre, ricordando il suo saluto: «Vi attendo tutti in Paradiso».

 
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