Creato da marina1811 il 04/01/2009

PAROLE ONDEGGIANTI

Tutto ciò che ho voglia di scrivere

 

L'era glaciale 3

Post n°13 pubblicato il 01 Settembre 2009 da marina1811
Foto di marina1811

In questo nuovo capitolo Ellie è in attesa di un pargolo da parte del fedele Manny, Sid sentendosi solo e non parte della famiglia cerca di trovare la ''mamma'' che ha in se, adottando 3 piccoli T-REX, mentre Diego non si sente in forma (esilarante la scena dell'inseguimento con un capra) e vorrebbe lasciare la ''famiglia''.
In tutto questo trambusto, la vera mamma dei T.REX trova e riprende i cuccioli, ma involontariamente rapisce anche l'ingenuo Sid, portandolo in una terra verde e rigogliosa nascosta sotto il ghiaccio, in cui vivono -nascosti- i dinosauri scampati all'estinzione .
Cosi inizia l'avventura dei nostri ''eroi''.
Alla ricerca di Sid incontrano un nuovo personaggio, Buck (il miglior personaggio di questo 3 capitolo): un furetto avventuroso con qualche problema di personalità
In questo nuovo territorio Manny e comapany affronteranno molti guai e molti pericoli, ed ogni scena sarà farcita da un ottimo humour.

 
 
 

Il più bello dei mari

Post n°12 pubblicato il 01 Settembre 2009 da marina1811

 
 
 

Carcere

Post n°11 pubblicato il 30 Agosto 2009 da marina1811
Foto di marina1811

Sera di fine luglio, caldo afoso nonostante l'ora tarda, mi trovo a passeggiare tra le stradine di Lucca, entriamo a casa, zona via Pelleria, quarto piano, dalle finestre si vedono le mura e dall'altra parte il carcere.... chiaccheriamo tranquilli seduti sui divani del salotto con le finestre aperte e i piedi scalzi sul parquet ....iniziamo a sentire delle grida e ne ridiamo pensando siano ragazzi per strada che si divertono... poi comincia un rumore ritmico, forse un suono, anzi un richiamo...è metallico e ripetitivo, fin troppo ripetitivo per avere origine umana....non riusciamo a capirne la provenienza ...chiacchieriamo ancora ma ormai sono troppo presa da questo suono, non ho mai sentito nulla di simile...aumenta e si mischia ad altri rumori...si fa sempre più forte e vi si aggiungono voci....grida umane paiono animali....mi alzo e apro la finestra che dà sull'altro lato...mi appare davanti il cortile interno del carcere su cui danno le finestre sbarrate...è buio ma strane luci lampeggiano all'interno dell'edificio e scopro che è da lì che vengono tutti questi rumori....pentole che sbattono a ritmo infernale e ossessivo sulle grate, letti che picchiano contro i muri, gole che gridano richiami animali, piedi che battono forte i pavimenti...ormai ognuno collabora ed è un concerto straziante...un coro all'unisono che mi lacera dentro e mi fa riflettere, rimango immobile, inebetita ad ascoltare, ....qui in questa bella casa borghese a due passi dall'inferno....nel caldo torrido di quest'estate 2009 i detenuti ammassati nelle celle che sono forni hanno inscenato una protesta di suoni e la città sente mentre tenta di addormentarsi perchè il carcere qua è nella città, è dentro le mura, ne fa parte integrante....

e iniziano le riflessioni...troppe e troppo grandi per noi piccoli essere umani, per noi semplici e miseri cittadini, così lontani da quegli immani poteri e da quegli enormi interessi che ci governano e dall'alto dirigono il percorso del nostro paese e così anche delle nostre vite... carceri stipate di essere umani, anzi di carne umana che vegeta in stretta celle sovraffollate dove non c'è niente da fare e tantomeno da dire...che quando usciranno di lì forse saranno uguali ma più probabliamente saranno peggio...dove sta la funzione riabilativa del carcere? dove sta la capacità di reinserimento di chi ha sbagliato... continuano a chiudere dentro ladri e criminali ma tali resteranno se il sistema non cambia...perchè non dare loro la posssibilità di far qualcosa e potersi così mantenere, tenersi attivi, imparare un mestiere, perchè non aiutarli a trascorrere quel tempo di prigionia in maniera più proficua e più umana, perchè non farne persone migliori... l'aiuto non può essere quello di mettere tutti fuori grazie a sconti di pena o amnistia perchè saranno comunque senza lavoro, senza regole, senza futuro e torneranno a delinquere per necessità, per ignoranza o svogliatezza ma la mia grande fiducia nell'essere umano mi porta a pensare che se ci fosse qualcuno disposto ad aiutarli tanti si potrebbero salvare....

ma questo è un pensiero troppo grande per delle formiche come noi ...gli elefanti dovrebbero riunirsi con i leoni e tutti gli altri e insieme cercare soluzioni che però non li interessano.... e ancora mi interrogo inutilmente: tutti questi clandestini partiti dai loro paesi con un carico di disperazione e speranza, che senso ha accoglierli tutti per poi rinchiuderli nelle carceri? ... non sarebbe forse meglio se i grandi si impegnassero di più a livello internazionale per arginare questi ignobili traffici d'uomini e donne dai paesi più poveri.... accogliere significa dare una possibilità di vita dignitosa ma un paese non può avere capacità infinite di accoglienza...purtroppo constatiamo tristemente ogni giorno che continuano a prevalere gli interessi e i loschi traffici di coloro che sfruttano la disperazione e la miseria altrui per guadagnare, di coloro che non si curano della vita delle persone e trattano questi esseri alla mercè di animali da macello anzi anche meno....

...il lavoro nobilita l'uomo come una dice una frase di cui non si conosce l'autore ma ormai tanto conosciuta da essere proverbiale....

....Il lavoro è l'amore reso visibile. (Kahlil Gibran)

 

 
 
 

Sant'Ermete

Post n°10 pubblicato il 28 Agosto 2009 da marina1811
Foto di marina1811

Oggi Forte dei Marmi festeggia Sant'Ermete e simbolicamente saluta l'estate. Il centro della piccola cittadina sarà invaso come ogni anno da centinaia di bancarelle colorate che vendono ogni genere di mercanzia e migliaia di persone si aggireranno per le strade in un rito che ormai è diventato tradizione. La grande festa si chiuderà alle dieci quando dal pontile verranno sparati i magnifici fuochi d'artificio e i tre colpi finali daranno l'addio alla magica stagione. ....

Quei tre colpi finali, mentre i piedi affondano nella sabbia e gli occhi brillano ancora delle luci dei fuochi, stringono il cuore in una morsa di nostalgia che fa venire il nodo alla gola. ....Quei tre colpi ti dicono che tra poco ricominceranno le scuole, le case estive verranno chiuse, i turisti se ne andranno, le spiagge si spopoleranno; torneranno i cappotti e le giornate di pioggia, la pelle non avrà più il sapore di sale e pian piano anche l'abbronzatura sparirà....

malinconia di tarda estate...perchè la stagione più bella pare sempre la più breve...così come la giovinezza forse...in cui il tempo accelera il suo scorrere in un turbinio d'emozioni e scoperte...batticuori e parole, musica e colori, suoni e bagni in mare, serate affollate di gente e di sogni....giorni come granelli di sabbia scivolano via dalle mani....

Chi fu costui?...

Sant'Ermete (... – Roma, 120) è stato un martire; venne sepolto nel cimitero di Bassilla.Nato in Grecia, morì a Roma da martire nel 120. È venerato come santo dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa Ortodossa Orientale. Il suo nome appare nel Martyrologium Hieronymianum non appena entra a far parte della Depositio Martyrum all'interno del Cronografo del 354. Papa Pelagio II (579-590) dedicò al santo il cimitero e una basilica costruita sopra il suo sepolcro che fu poi restaurata da Papa Adriano I (772-795). Una catacomba sulla Via Salaria porta il suo nome.Nel Rito romano la sua festa ricorre il 28 agosto. Sotto questa data compare anche nel Martirologio Romano, la lista di santi, seppur incompleta, riconosciuta dalla Chiesa cattolica. La sua esistenza è confermata dal fatto che il culto è molto antico. Nonostante ciò, i suoi Atti, inclusi in quelli di Papa Alessandro I, sono leggendari. Affermano che Sant'Ermete fu martirizzato a Roma con i compagni e furono uccisi sotto l'ordine di un giudice chiamato Aureliano. Ermete era un ricco liberto.

 
 
 

Lentamente muore

Post n°9 pubblicato il 27 Agosto 2009 da marina1811
Foto di marina1811

Lentamente muore
chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle "i"
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno
di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo,
chi e' infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza
per l'incertezza per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita
di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge, chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente
chi distrugge l'amor proprio,
chi non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore
chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande
sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde
quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore
del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà
al raggiungimento
di una
splendida felicita'.

 
 
 

Villa di Napoleone

Post n°8 pubblicato il 26 Agosto 2009 da marina1811
Foto di marina1811

Dopo un post dolce eccone uno amaro anzi polemico!

Questi giorni sono stata in vacanza sull'isola d'Elba, isola bellissima dal mare stupendo....ma nota dolente: oltre il mare e la spiaggia cercavo un appiglio culturale e ho deciso quindi di visitare la casa di Napoleone....la delusione è stata totale; innanzitutto sono andata di lunedì in pieno agosto ed era chiusa...cosa che mi pare già di per sè inaccettabile, chiudere la maggiore attrattiva storica di un'isola nel mese di maggior afflusso turistico; ...torno il giorno dopo e ancora peggio!!!

Il parco esterno è una discarica a cielo aperto dove le erbacce convivono con i rifiuti in uno stato di totale abbandono e degrado; si paga un biglietto da tre euro per visitare il complesso ma in realtà si vedono solo tre misere stanzette in cui sono collocati dei mobili che presumibilmente avevano diversa posizione e infine un salone spoglio. Tutte le altre parti sono chiuse al pubblico! Non ci resta che uscire, delusi e arrabbiati per aver buttato via i soldi...dato però che il caldo e l'afa costringono a bere spesso, le necessità fisiologiche sono impellenti, ci dirigiamo quindi verso i bagni e scopriamo che sono pressochè inutilizzabili vista la sporcizia e l'odore nauseabondo...tenendoci stretti i nostri bisogni ci allontaniamo e decidiamo di visitare la Villa dei Mulini sperando in una migliore sorte,.. chiediamo informazioni in biglietteria e colmo dei colmi: il martedì la casa dei Mulini è CHIUSA, ...non ci sono commenti perchè ogni parola sarebbe superflua; la sera del martedì partiamo e lasciamo l'Elba senza aver visto traccia del fasto napoleonico che ci eravamo immaginati ma schifati dall'italica incuria che nutrendosi d'ignoranza trascura i propri tesori anzichè farne fonte di vanto e ricchezza.

 
 
 

L'estate

Post n°7 pubblicato il 26 Agosto 2009 da marina1811
Foto di marina1811

In questa mia prima estate ho vissuto così tante emozioni e momenti bellissimi che vorrei poterli descrivere ad uno per non perderne il ricordo ma ormai la stagione volge al termine e non potrò che farne una sintesi nei miseri ritagli di tempo che ruberò ad altre attività.

....L'estate è per antonomasia la stagione dell'amore ed io come non mai posso dire che lo è stata per me...parlare di questo argomento mi imbarazza e al tempo stesso mi terrorizza l'idea di cadere nello scontato e nel banale, nel già detto o nel frivolo; non mi piacerebbe diventare sdolcinata o zuccherosa, anche perchè non mi piace lo zucchero, nemmeno nel caffè!!!...ma come posso parlare d'amore e d'emozioni, di dedizione e d'affetto, di gioia e felicità reciprocamente donate senza far venire una carie a chi sta leggendo...?

Per una vita mi sono chiesta cosa fosse mai quell'amore tanto sbandierato ed esaltato da cinema, letteratura e tv; oltrepassati i trent'anni disperavo di riuscire un giorno a conoscerne il senso se non in qualità di figlia, madre, sorella, amica, amante.... e invece contrariamente alle mie aspettative è arrivato....

L'amore è giunto, l'ho conosciuto...non era un principe alto e muscoloso, dagli occhi azzurri e dai biondi capelli fluenti ... ma un uomo timido e impacciato, con i pochi capelli brizzolati, gli occhi piccoli e scuri; non indossava spada e mantello ma occhiali e un camice bianco....

Mi ha fatto conoscere l'amore attraverso le parole...mi ha scritto decine, forse centinaia di lettere a tutte le ore...mi ha parlato di mille splendide cose e soprattutto di sè...a passi leggeri e delicati è entrato piano piano nel mio cuore e quando me ne sono resa conto  ormai era suo!!!

 
 
 

SETTE ANIME...

Post n°6 pubblicato il 11 Gennaio 2009 da marina1811

Ben Thomas, dopo essere stato causa di un dramma che ha coinvolto sette persone, decide di compiere un cammino di redenzione che cambierà per sempre la vita a sette sconosciuti: ma prima di entrare nella loro esistenza con il dono più grande, la vita, vuole verificare, osservandoli, se meritino davvero il suo sacrificio.

Film tanto forte quanto bello; emozionante e coinvolgente, pugni allo stomaco e nodi in gola. Registicamente e attorialmente ben realizzato, con musiche e scenografie calzanti, appasiona e sconvolge fin dal principio, in un turbinio di sentimenti contrari e sprazzi di disarmante chiarezza. Pone davanti agli occhi uno spaccato d'umanità, perlopiù infelice e sfortunata, in un puzzle da ricostruire pezzo dopo pezzo secondo incastri terribili e angoscianti; fino all'agonia della scena finale.

La crudeltà del destino, l'ineluttabilità del fato e la potenza della fatalità guidano le vicende e i personaggi su un palco straziante di vita e morte, dolore e resurrezione, speranza e perdita.

Lascia qualche lacrima incipiente e tanti pensieri roteanti nella testa; cosa spinge il protagonista ad agire così? forse la forza schiacciante del senso di colpa o il bisogno impellente di giustizia...forse sarebbe auspicabile in tutti una maggiore presa di coscienza delle condizioni di vita altrui e una più forte consapevolezza del destino di ciascuno...forse questo potrebbe donare più altruismo...chissà...

 
 
 

L'epifania...

Post n°5 pubblicato il 06 Gennaio 2009 da marina1811
Foto di marina1811

Anche quest'anno siamo arrivati all'epifania che tutte le feste porta via; da domani ricomincia la vita quotidiana; sono finiti i pranzi interminabili e le cene lente, le mattine a pisolare nel letto fino a tardi e i pomeriggi sonnolenti.

Domani mattina suonerà la sveglia e la quotidianità frenetica riprenderà i suoi ritmi. All'alba di un nuovo anno sempre con la gioia nel cuore.

La befana

Viene viene la Befana
vien dai monti a notte fonda.
Come è stanca! La circonda
neve, gelo e tramontana.
Viene viene la Befana.
Ha le mani al petto in croce,
e la neve è il suo mantello
ed il gelo il suo pannello
ed il vento la sua voce.
Ha le mani al petto in croce.
E s’accosta piano piano
alla villa, al casolare,
a guardare, ad ascoltare
or più presso or più lontano.
Piano piano, piano piano.
Che c’è dentro questa villa?
Uno stropiccio leggero.
Tutto è cheto, tutto è nero.
Un lumino passa e brilla.
Che c’è dentro questa villa?
Guarda e guarda...tre lettini
con tre bimbi a nanna, buoni.
guarda e guarda...ai capitoni
c’è tre calze lunghe e fini.
Oh! tre calze e tre lettini.
Il lumino brilla e scende,
e ne scricchiolan le scale;
il lumino brilla e sale,
e ne palpitan le tende.
Chi mai sale? Chi mai scende?
Co’ suoi doni mamma è scesa,
sale con il suo sorriso.
Il lumino le arde in viso
come lampada di chiesa.
Co’ suoi doni mamma è scesa.
La Befana alla finestra
sente e vede, e s’allontana.
Passa con la tramontana,
passa per la via maestra,
trema ogni uscio, ogni finestra.
E che c’è nel casolare?
Un sospiro lungo e fioco.
Qualche lucciola di fuoco
brilla ancor nel focolare.
Ma che c’è nel casolare?
Guarda e guarda... tre strapunti
con tre bimbi a nanna, buoni.
Tra la cenere e i carboni
c’è tre zoccoli consunti.
Oh! tre scarpe e tre strapunti...
E la mamma veglia e fila
sospirando e singhiozzando,
e rimira a quando a quando
oh! quei tre zoccoli in fila...
Veglia e piange, piange e fila.
La Befana vede e sente;
fugge al monte, ch’è l’aurora.
Quella mamma piange ancora
su quei bimbi senza niente.
La Befana vede e sente.
La Befana sta sul monte.
Ciò che vede è ciò che vide:
c’è chi piange e c’è chi ride;
essa ha nuvoli alla fronte,
mentre sta sul bianco monte.

(Giovanni Pascoli)

 
 
 

I giovani…

Post n°4 pubblicato il 05 Gennaio 2009 da marina1811
Foto di marina1811

La domanda: cosa sarà mai questa specie sconosciuta, questa razza persa nei meandri di una vita bruciata troppo in fretta?

Mi chiedo: può dirsi gioventù…

L’ombra triste negli occhi di tredicenni pesantemente truccate e poco vestite che ancheggiano sul corso così come sui cubi di una squallida disco?

La desolazione di una ragazza che invia foto sconce in cambio di una ricarica telefonica o offre favori sessuali in cambio di vestiti firmati?

Lo sguardo perso di ragazzi che hanno fumato una canna, ingoiato una pasticca o provato qualche acido ancor prima di poter guidare un motorino?

L’andatura sbandata e il vuoto di un viso che ha trangugiato alcool fino a dimenticarsi il proprio nome o l’efferatezza di una persona che si è messa alla guida imbottita di sostanze alcoliche e/o stupefacenti?

Il linguaggio sguaiato, sporco, violento e bestemmiatore di voci ancora bambine che s’atteggiano a lugubri eroi di una società malata?

Li osservo e penso…

Penso alla bellezza della vita, alla grandiosità del miracolo di ogni nuova alba, alle sensazioni meravigliose che possono donare la realtà e la fantasia

e non capisco, non comprendo, non giustifico e non tollero tutta la violenza che c’è in giro, l’approssimazione, il qualunquismo, la cafonaggine, l’arrivismo vuoto e insolente, la superficialità, la leggerezza dei rapporti umani, i voltafaccia ricorrenti, la mancanza di altruismo, l’incapacità di comprensione e condivisione, la chiusura mentale, la grettezza …

allora mi dico se questo è il mondo in cui crescono i nostri bambini come faranno ad essere diversi? Come faranno a crescere altruisti se vedono solo egoismo? Come faranno a crescere sinceri se intorno scorgono soltanto bugie? Come faranno a crescere pacifisti se da ogni parte ci sono guerre e violenza? Come faranno ad ascoltare gli altri se nessuno ascolta loro?

Essere una società civile significa essere capaci di crescere adulti sani sia mentalmente sia fisicamente, seppur ognuno diverso nella sua irrinunciabile e preziosa individualità. Può dirsi quindi tale la nostra società? Mi rincresce dover rispondere negativamente a questa domanda ma purtroppo la realtà mi propone solo esempi riprovevoli e pochi, rari sprazzi di vera umanità intesa nel senso più ampio e corretto del termine.

Sono però ottimista di natura e per questo mi auguro, spero e confido che qualcosa possa cambiare, che non distruggeremo il mondo e l’umanità, che la ragione prevarrà sulla stupidità, che la pace vinca sulla guerra e che l’amore in tutto e di tutti, per tutto e per tutti, trionfi su ogni male. (...per finire un pò di miele sul limone! )

 

 
 
 

Water

Post n°3 pubblicato il 04 Gennaio 2009 da marina1811
Foto di marina1811

Come sempre...

...Una questione di soldi in nome della religione. 

Un film che tocca il cuore ma anche la mente; un turbinio di emozioni, lacrime e rabbia!

"Water", della regista DEEPA MEHTA, fa commuovere e riflettere, piangere e pensare.

Pensare soprattutto alla condizione delle donne nel mondo, sempre ultime, sempre svantaggiate, spesso maltrattate, sfruttate o segregate in nome di una fantomatica inferiorità, in nome di false religiosità ipocrite e ottuse, ma in fondo sempre in nome dei soldi e della violenza prevaricatrice, frutto dell'ignoranza e dell'egoismo più deletereo.

«Un familiare in meno da sfamare, un sari, un letto, più spazio dentro casa. Una questione di soldi in nome della religione. Come sempre», questo dice uno dei personaggi della pellicola e subito introduce il punto della questione, una questione politica, quindi, materiale, che viene spacciata per fatto religioso, divino, e che, nonostante il film sia ambientato nel 1938, rimane purtroppo ancora aperta.

Purtroppo la questione non riguarda solo la condizione delle donne ma una marea di altre drammatiche situazioni dove gli interessi fanno da padroni e ignoranza e violenza fanno il resto; basti pensare ai popoli africani o alle caste indiane, ai fondamentalisti o ancora al popolo cinese etc...ci sarebbe da parlare per ore sull'argomento quindi per ora mi fermo qua, lasciando il pensiero legato solo al bel film che ho appena visto.India, 1938: Chuyia è una bambina di otto anni, con lo sguardo, la spontaneità, la voglia di giocare di qualsiasi coetanea. Solo che lei è diversa, è una baby-sposa. A cui, per colmo di sfortuna, muore il marito: così, come prescrivono i rigidissimi rituali religiosi indù, la piccola è costretta a lasciare la famiglia, l'adorata mamma, per essere segregata in una "Casa delle vedove". Una sorta di lager dove - tra amicizie, umanità dolente, prostituzione occulta, divieti di ogni genere - finirà, dopo l'ennesimo trauma, per perdere definitivamente l'innocenza. Tutta la luce che aveva negli occhi.
Succedeva nell'India di quasi settant'anni fa, succede anche nell'India di oggi: secondo un censimento del 2001, nell'immenso subcontinente ci sono 34 milioni di vedove, e almeno 12 milioni vivono nelle "Case". A fornire questi dati è la regista indiana (trapiantata in Canada) Deepa Mehta: è lei ad aver scritto e diretto Water, l'intenso, toccante film (nelle sale da venerdì 6 ottobre) che racconta - appunto - la storia di Chuyia. Personaggio di finzione, certo, nato dalla fantasia dell'autrice; ma che simbolizza il destino infame di tantissime donne, emarginate e perseguitate. E non solo in quel paese: secondo Amnesty International, ogni anno nel mondo ci sono 80 milioni di matrimoni con spose bambine.
Ma Water non è solo la denuncia di un fenomeno inquietante, e che esiste tuttora. E' anche un film molto rifinito, con una bella fotografia, musiche suggestive e un gruppo di interpreti notevoli. Acclamato al festival di Toronto, candidato del Canada agli Oscar, e amato da molti personaggi celebri. Tra cui un uomo che di India e di fondamentalismi religiosi se ne intende, Salman Rushdie: "E' un'opera magnifica - ha detto - che affronta un argomento serio e difficile ma dall'interno, attraverso gli occhi delle protagoniste. Toccando irrimediabilmente il nostro cuore".
Eppure, malgrado le qualità cinematografiche, è inevitabile che la presentazione italiana di Water diventi soprattutto un'occasione per denunciare quanto c'è ancora da fare, in tema di diritti civili. Specie al femminile. La prima a sottolinearlo è il ministro del Commercio estero, Emma Bonino, testimonial della pellicola (così come Amnesty International, che la patrocina): "La cosa che più mi ha colpito del film - racconta la storica leader radicale - è che tratta un tema molto attuale: il rapporto tra religione e società. O meglio, tra interpretazioni particolarmente reazionarie della religione e società. E questo non vale solo per l'induismo, ma anche per la nostra religione e per l'Islam". Da qui l'impegno del ministro: "Nel 2007, l'India sarà il punto focale della mia attività. E non si tratta di occasioni solo commerciali: cercherò di avere con gli amici indiani un dialogo franco anche su altri temi".
La Bonino, dunque, sottolinea un punto importante: a rendere "esplosivo" Water non è solo il riferimento alla crudeltà di certe tradizioni, ma anche il mostrare senza reticenze l'orrore a cui può condurre il fanatismo religioso. Un'interpretazione avallata dalla regista, Deepa Mehta: "Il cuore del film - spiega - è il conflitto tra coscienza e fede: se non si ascolta la propria coscienza, ma di obbedisce pedissequamente alla fede, si rischiano cose disumane".
A dimostrarlo, c'è anche la travagliata lavorazione del film. Come spiega il produttore, David Hamilton: "Abbiamo tentato di girare Water nel 2000, in India. Il set era già pronto, ma poi, a pochi giorni dalle riprese, il movimento dei fondamentalisti ha bruciato il set. Allora abbiamo cominciato a girare nell'hotel dove alloggiavamo, ma fuori la gente urlava e bruciava foto di Deepa. Per due anni lei ha dovuto avere la scorta". Conseguenza: il film è stato girato solo quattro anni dopo, ma nello Sri Lanka. E quasi clandestinamente.
Del resto, Mehta non è nuova alle minacce dei fanatici: già un suo film precedente, Fire, fu oggetto di proteste furiose e ritirato dalle sale, perché parlava di donne lesbiche. E adesso, in novembre, toccherà a Water uscire nei cinema indiani. Una pellicola che, almeno vista con occhi occidentali, presenta tutti i personaggi con molto rispetto: la piccola Chuyia, certo (interpretata dalla debuttante dello Sri Lanka Sarala); ma anche la bella Kalyani (Lisa Ray), vedova-prostituta che si innamora del laureato in legge Narayan (John Abraham), seguace di Gandhi; e la religiosissima sadananda (Kulbhushan Kharbanda), che vive sulla sua pelle il conflitto tra fede e coscienza.
Ma è proprio Gandhi - di cui in questi giorni si celebra il centenario della nascita - a chiudere il film, in una scena intensa e un po' a sorpresa: "Lui è il simbolo della nostra liberazione - conclude Mehta - per questo ho deciso di farlo apparire in un film come il mio. Che non vuole mostrare solo le discriminazioni delle vedove, ma denunciare qualsiasi oppressione contro gli esseri umani: in nome della tradizione, della religione, del colore della pelle". 
(trama e commento tratti da Repubblica)

 
 
 

Sui figli

Post n°2 pubblicato il 04 Gennaio 2009 da marina1811
Foto di marina1811

E una donna che reggeva un bimbo al seno disse, Parlaci dei Figli.
E lui disse:
I vostri figli non sono figli vostri.
Sono i figli e le figlie della brama che la Vita ha di se stessa.
Essi vengono attraverso voi ma non da voi,
e sebbene siano con voi non vi appartengono.
Potete donare loro il vostro amore ma non i vostri pensieri.
Poiché hanno pensieri loro propri.
Potete dare rifugio ai loro corpi ma non alle loro anime,
giacchè le loro anime albergano nella casa di domani,
che voi non potete visitare neppure in sogno.
Potete tentare d’esser come loro, ma non di renderli
come voi siete.
Giacchè la vita non indietreggia nè s’attarda sul passato.
VOI SIETE GLI ARCHI DAI QUALI I VOSTRI FIGLI ,
VIVENTI FRECCE,
SONO SCOCCATI INNANZI.
L’Arciere vede il bersaglio sul sentiero dell’infinito,
e vi tende con la sua potenza affinchè le sue frecce possano
andare veloci e lontano.
Sia gioioso il vostro tendervi nella mano dell’Arciere;
poiché se ama il dardo sfrecciante,
così ama l’arco che saldo rimane.

di Kahlil Gibran

 
 
 

Benvenuti

Post n°1 pubblicato il 04 Gennaio 2009 da marina1811
Foto di marina1811

Anno nuovo, propositi nuovi!

Questo è il primo per me! Era da tanto tempo che desideravo aprire un blog per scrivere in libertà tutto ciò che mi passava per la testa e oggi l'ho fatto.

Come una brava padrona di casa dò quindi un caloroso benvenuto a tutti quelli che si troveranno per caso o meno a passare da queste parti! 

 
 
 
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