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Creato da pinosilvestre1 il 13/11/2006

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Post n°339 pubblicato il 14 Maggio 2007 da pinosilvestre1
 

Come ho già detto in un mio precedente messaggio, non trovo alcuna difficoltà a sottoscrivere parola per parola il pensiero di Padre A. Valensin. L'ho voluto proporre all'attenzione dei miei 5 lettori (ma forse 2 o 3 di più) proprio perché ne condivido pienamente la sostanza. 
Credo infatti in Dio creatore del mondo, credo in Dio origine e fondamento di ogni cosa, credo in Dio che ha chiamato all'esistenza tutto il creato e lo sorregge di continuo regolandone la vita mediante leggi eterne le quali da sempre obbediscono a Lui prima che ai postulati della scienza, credo in Dio che ogni giorno rinnova l'atto supremo della creazione rigenerando incessantemente la vita in tutti i suoi stadi evolutivi e in tutte le sue forme, credo in Dio Padre di tutti come Gesù ci ha insegnato.
Ciò detto, devo però precisare che un conto è credere in Dio che ha creato gli uomini e l'intero universo e altro conto è prestar fede agli uomini che hanno "creato" Dio.
Il Dio Uno e Trino dei cattolici - anticipato dalla paganissima Trimurti - non può essere il mio Dio. Il Dio Unico, saguinario e vendicativo di Abramo-Isacco-Giacobbe neanche. Il Dio Unico, Misericodioso e Compassionevole rivelatosi a un cammelliere sognante nel deserto nemmeno.
Pure le teologie apparentemente più vicine alla nostra cultura, la cattolica e la protestante - che pretendono di assegnare a un uomo la qualifica di Figlio di Dio e di resuscitarlo dai morti - sono senza ombra di dubbio invenzioni del tutto umane ed affondano le loro radici nel magma ormai freddo di tendenze religiose, miti e riti antichissimi.
Così anche i cosiddetti testi "canonici", adottati dalla Chiesa e considerati scritti sotto l'ispirazione divina, hanno - come tutti i libri di questo basso mondo - poco o nulla di divino essendo essi opera esclusiva dell'uomo come qualsiasi altra. Dio, all'infuori del grande libro della natura - mirabilmente dischiuso sotto gli occhi di tutti - non ha scritto alcunché. Né in aramaico, né in greco, né in arabo, né in alcuna altra lingua del mondo. Sembra anzi che avesse una certa idiosincrasia per le lingue e - come la torre di Babele insegna - furono proprio le varie lingue a confondere le menti dell'uomo.
Ma è proprio in forza di queste arbitrarie impalcature teologiche, elevate dall'uomo in ogni epoca della sua storia ed inequivocabilmente create dalla sua fertile fantasia, che le Chiese, richiamandosi a trascendenti precetti divini ricevuti e trascritti non si sa bene né come né da chi, finiscono - e con successo - per condizionare e rendere tesi i nostri rapporti sociali. Sia che si tratti della questione dell'aborto o del divorzio, di pillola o di sterilizzazione, di eutanasia, di pena di morte o, da ultimo, di coppie di fatto.

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Commenti al Post:
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 16/05/07 alle 09:12 via WEB
il fatto è che le parole di Gesù, i suoi insegnamenti circa il Padre, ma abnche Gesù stesso, ci arrivano attraverso una trasmissione umana, quella che tu stigmatizzi tanto. non attraverso una comunicazione diretta.
secondo me bisognerebbe avere il coraggio -intellettuale- di capire ciò. e di trarne le dovute conseguenze. o in un senso o in un altro.
 
 
pinosilvestre1
pinosilvestre1 il 16/05/07 alle 14:26 via WEB
La fede - lo ammetto - può essere una delle più confortanti esperienze della vita. Dà coraggio e forza nelle avversità, aiuta a riconoscere l’immagine stessa di Dio nel proprio simile, rappresenta un forte stimolo a coltivare i valori dello spirito, sembra soddisfare il bisogno di infinito e di immortalità che da sempre è presente nell’animo umano. Inoltre, nell’ottica di un premio ultraterreno, essa favorisce di fatto uno stoico e spesso nobile distacco dalle ricchezze e dai beni caduchi di questo mondo… Tuttavia - come in tutte le attività originate dalla mente e dal cuore degli uomini - essa può rappresentare anche il frutto di manipolazioni e di mistificazioni. Mistificazioni e manipolazioni molto pericolose perché volte ad assoggettare altri uomini che, abilmente manovrati da ricatti psicologici e sotto costanti minacce di pene e fuoco eterni, sono talvolta indotti a calpestare e disprezzare non solo i beni materiali ma perfino la propria identità, i propri sentimenti, i propri affetti. E’ evidente che si tratta di un modo sottile e perverso di realizzare lo sfruttamento dell’uomo da parte dell’uomo ed è lo stesso meccanismo psicologico che è alla base delle fortune economiche delle sette, dei circoli fondati da santoni di vario tipo, delle congreghe presiedute da gente senza scrupoli… Anche io sono vissuto nella certezza assoluta che “si potevano spostare le montagne”, che si poteva “camminare sulle acque”, che tutto quello che fin da piccolo avevo assorbito in fatto di religione fosse inattaccabile e inossidabile, che nei vangeli fosse davvero presente l’ispirazione di Dio e descritte la vita, la morte e la risurrezione di Suo Figlio. Cionondimeno - avendo voluto approfondire le ragioni della mia fede per corroborarla e renderla più forte -. mi sono dovuto arrendere di fronte alle contraddizioni ed alle inverosimiglianze che proprio da quei testi provengono e che in modo evidente tradiscono la mano e talvolta la falsità dell’uomo. Oltre tutto noi non disponiamo al momento di redazioni originali dei vangeli e degli altri scritti del Nuovo Testamento; anzi non possediamo nemmeno le prime trascrizioni: esistono soltanto trascrizioni di trascrizioni di trascrizioni. Devo anche dire che questa inaspettata “scoperta” non è stata indolore. E’ stato come veder crollare di colpo tutte le certezze sulle quali uno si è costruita la vita, come assistere attoniti all’abbattimento di un palazzo che è costato tempo e fatica a progettisti, muratori, carpentieri, manovali…Ciononostante ritengo che su queste desolate macerie si possa e si debba ricostruire qualcosa proprio partendo da quel grande e intatto messaggio umano che dall’Uomo Gesù proviene e che da quei testi traspare in modo evidente: la certezza che Dio ci ama così come ama tutto il creato, l’obbligo di rispettare noi stessi e tutte le creature come fratelli di un unico Padre, la necessità - per questo - di amarci anche quando l’amore per il nemico costa sacrifici e fatica, la libertà assoluta di pregare Dio senza bisogno di intermediari, di templi e di riti. E - sinceramente - non mi sembra roba da poco! Questa è la mia attuale posizione rispetto alla fede ed ai testi "sacri" sui quali vien fatta poggiare. Libero e lieto di cambiare opinione anche domani se altre evidenze me lo dovessero imporre. Un caro saluto.
 
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