Post n°324 pubblicato il 30 Dicembre 2015 da Mr.Nice.Guy
Stamattina mi sono svegliato con il pensiero di metter giù due righe. Mi era già capitato qualche volta nel corso dell’anno e mezzo passato lontano da qui, ma non è che avessi molto da dire, in effetti. Non è che ce l’abbia nemmeno adesso, se proprio dobbiamo andare a spaccare il capello. Poi per quanto possa sembrare strano, per scrivere qui mi ci vogliono sia le cose da dire, che la voglia di dirle, e non avevo nessuna delle due. Il che è perfettamente normale, visto che qui ci scrivo praticamente ad anni alterni. Però mi sento una specie di responsabilità addosso, e per quanto non preveda grandi ritorni di espressività nei prossimi mesi, non si sa mai. Così mi pare giusto almeno lasciare un foglietto appeso per quelli che magari di qui ci passano di tanto in tanto. Tipo quando vai in un negozio e sulla porta ci trovi quello attaccato con lo scotch che dice “torno fra 10 minuti”. Tu lo sai benissimo che il tizio se n’è andato a farsi i cavoli suoi, e col cacchio che torna fra 10 minuti, quindi mentalmente ti dici “torno dopo” e invece vai da un’altra parte. Però sai che prima o poi il tizio torna, e va tutto bene. In altre parole, eccomi qui per dire che sono ancora vivo, e nella migliore tradizione degli “aggiornamenti dal fronte”, butto lì un paio di notizie su vita, amore e lavoro. Casomai qualcuno fosse curioso. Vivo ancora nella casetta in montagna dove mi sono trasferito un paio di anni fa, e il posto è speciale come sempre. Siamo solo 238 abitanti, non ci arrivano né televisione né c’è campo per il cellulare, però ho internet, e questo basta e avanza. Dopo aver perso il vecchio cellulare, con rubrica e foto, sono passato ad uno di quelli di nuova generazione, quindi ho whatsapp, e il problema di sms e telefonate si è risolto da solo. La televisione non la guardo da anni, però ho fatto Netflix. Gran lusso. Per quanto riguarda il lavoro, a luglio dell’anno scorso ero abbastanza in crisi con la nuova attività, e mi hanno offerto un lavoretto di tutto riposo in una grande azienda, una di quelle con sedi negli angoli più sperduti del mondo. Sarebbe dovuto essere una cosa facile facile che mi lasciava tempo anche per l’attività privata, e invece in un anno e mezzo mi hanno caricato di compiti e responsabilità una dietro l’altra. Insomma, addio attività privata. Adesso pare che sono nel direttivo, “Responsabile qualità, ambiente e sicurezza”. Ho persino il biglietto da visita in inglese con scritto “QHSE Manager”, che sembra pure una cosa seria, mica pizza e fichi. Perchè lo so che non sembra, viste le enormi cagate che sparo, ma sono bravo. E non è che abbia avuto molta voce in capitolo, su questa faccenda: io me ne volevo stare tranquillo per un po’, ma questi mi hanno promosso e basta, e a tempo di record. Per la serie “da domani fai anche questo”, e poche storie. Oh, mi pagano bene, intendiamoci, visto che promozioni e aumenti sono andati a braccetto. Però il lavoro è passato da “tutto riposo” a “tutta gastrite” in modo direttamente proporzionale al mio stipendio, e sempre più spesso mi scopro a pensare al mio famigerato piano C. Sole, mare, una ballerina di samba e il baracchino per i turisti. Chiamatemi scemo. La questione soldi che mi preoccupava un paio d’anni fa si è risolta da sola in modo estremamente rapido. Considerato che vivo da solo e che sono ancora in modalità “austerity”, visto che quando ti pigli lo spauracchio dei soldi è difficile uscirne, il mio conto in banca è lievitato come un panettone. Non mi azzardo a toccarlo per paura di scoprire che in realtà è un sufflè, e magari mi si sgonfia fuori dal forno, però ogni tanto lo guardo e mi dà una certa sicurezza. Non ci faccio nulla, ma vedi mai, metti che ne ho bisogno. Il che ci porta all’ultimo argomento, e cioè l’amore. Qui niente di nuovo, due anni e ancora calma piatta. Un paio di errori qualche sera che magari mi sono sentito solo, ma per l’appunto si parla di errori. D’altra parte la morosa prima la devi volere, e poi te la devi andare a cercare. A me non va nessuna delle due cose. Esco poco la sera, quando capita preferisco stare con gli amici, e mi va bene così. Attualmente sono indeciso fra abbracciare la vita dello scapolo, una lunga serie di compagne fino a 70 anni e niente di permanente, oppure fare un ultimo tentativo di accasarmi prima dei 40, ma ultimo per davvero. Entrambe le ipotesi mi sembrano poco attraenti, e quindi non faccio nulla. In generale le cose vanno bene, tralasciando le incazzature furibonde che mi fanno venire al lavoro, e se non consideriamo la persistente sensazione di non avere una particolare direzione nella vita. Per quanto riguarda le incazzature è semplice, in un modo o nell’altro, mentre per la questione direzione nella vita è più complicato. Il che va bene, intendiamoci, se posso permettermi un pensiero del genere vuol dire che non ho niente di più serio di cui preoccuparmi, però a me piace sapere che c’è un senso in quello che faccio. Che c’è una strada da percorrere che mi porta da qualche parte. In questo momento non la vedo, e mi sento un po’ perso. Speriamo nell’anno nuovo, e auguri a tutti!
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Post n°323 pubblicato il 04 Aprile 2014 da Mr.Nice.Guy
Ultimamente ho trascurato un po’ gli aggiornamenti su quello che mi succede nel quotidiano. La verità è che fra le difficoltà al lavoro, la situazione sentimentale e l’attacco di orsite fulminante, oggettivamente non mi andava di mettermi a fare il punto della situazione. Qualcosa tipo che se non ne parli, non è successo per davvero. Però non funziona così, quindi ecco un po’ di notizie in ordine sparso. Chi mi legge da qualche tempo, si è accorto che da qualche mese non sono proprio al massimo della mia forma. Magari ogni tanto tiro fuori qualcosa di simpatico che fa sorridere, ma dubito seriamente che qualcuno si sia fatto una bella risata negli ultimi tempi. Il motivo, è che la bella risata non me la faccio nemmeno io, perchè tengo duro, ma non è che abbia poi tutta questa voglia di ridere. Che se ci pensate, è un po’ una fregatura, quella di non aver voglia di ridere. È tipo dormire su una sedia, lo fai se proprio devi, ma non è che la mattina ti svegli e fai i salti di gioia. Il motivo, è che le cose mi vanno un po’ così e così. Vanno avanti, con difficoltà e impegno, ma per fortuna vanno avanti. Non così avanti però da farmi sentire una persona soddisfatta. Sarà che poi nessuno mi rompe le balle come la mia coscienza, vigorosamente spronata dalle aspettative che ho nei miei confronti, ma comunque il punto è che ancora non ci siamo. Questa cosa di tenere duro, tra l’altro, è pure abbastanza stancante. La mia esistenza è sempre girata intorno al lavoro, alla casa ed alla vita di relazione, per cui senza questi tre punti cardine giro un po’ a vuoto, e le energie mi si esauriscono in fretta. Che hai voglia a tenere duro, quando non hai un granché a cui aggrapparti. Fortunatamente, la casa c’è, e non devo pagare l’affitto. Che solo per questo dovrei baciare per terra e ringraziare il Signore tutti i giorni che manda in terra. Ormai sono due mesi che sono qui, e da un paio di giorni finalmente dormo di nuovo in un letto matrimoniale. Dopo 6 mesi di letto singolo, mi ero scordato di quanto fosse bello. L’unico problema, è che non mi sento a casa mia, perchè oggettivamente non è casa mia. Dopo tutti gli anni in cui ho guardato le pareti delle mie case e ho pensato “questo è il frutto del mio impegno”, stare in una casa che non mi sono guadagnato, non mi fa sentire veramente a casa. Lo so che è stupido, ma sono fatto così. Per quanto riguarda il lavoro, la bella notizia è che il famoso colloquio del 7 marzo è andato bene, per cui adesso sono un “consulente ufficiale dell’associazione”, ed è stata una gran soddisfazione. Purtroppo però come avevo anticipato, non è che i clienti hanno cominciato a fioccare a destra e a sinistra. Non è cambiato nulla, se non la soddisfazione. Per il resto, per tante cose sono fermo, per altre faccio due passi avanti ed uno indietro. Giro parecchio, e questo è un bene, sono in pari con le spese, e questo è già un traguardo, ma ancora le cose non si sono avviate come dovrebbero. Ogni tanto ci sono le giornate in cui ho delle belle notizie, ed ogni tanto mi arrivano brutte notizie. E quelle sono veramente brutte giornate. Soldi, pochi. Prima di mettermi in proprio ho accantonato una piccola cifra da usare per l’avvio dell’attività e per il periodo iniziale. Attualmente l’attività si mantiene da sola, ma fino a quando non avrò visto come girano gli affari, dal conto non prelevo nemmeno i soldi per le mie spese quotidiane. Sostanzialmente mi gestisco la cifra che ho accantonato, e sono entrato in modalità “austerity” come non mi succedeva da tanti anni. Fortunatamente sono sempre stato abituato a fare economia, tanto che quello che gli altri giudicano necessario, a me sembra spesso superfluo. Casomai, il problema è che adesso mi sembra superfluo anche parecchio di ciò che io stesso giudico necessario. L’amore, ne ho già parlato questa settimana, per cui non mi sembra il caso di approfondire ulteriormente. So che dovrei trovarmi della compagnia femminile, perchè io sono uno di quelli che concepisce la vita soltanto come parte di una coppia, e certe volte ne ho addirittura voglia. Il mio problema è che non vado con una donna se non ne sono innamorato, e intorno a me non è che ci siano tutte queste donne interessanti. O forse sono io, che non sono della disposizione d’animo giusta per innamorarmi di nuovo. Però c’è sempre quella storia che l’amore capita quando meno te lo aspetti, per cui facciamo finta di niente, e aspettiamo. Insomma, resistiamo. There’ll be peace when you are done.
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Tutti gli uomini di questo mondo sanno alla perfezione che il letto matrimoniale è un campo di battaglia. Una lotta per le risorse e per il territorio, combattuta durante la notte, che si conclude inevitabilmente sempre allo stesso modo. Ogni volta che dormi con una donna, va a finire che ti trovi su un fianco, a bordo del letto, senza le coperte. E guai a protestare. Il fatto che esistano due metà del letto, per la mente femminile, è pura fantascienza. Una cosa che ogni brava femminista si sentirà in dovere di contestare, è che le donne sono decisamente carenti per quanto riguarda l’elaborazione degli spazi tridimensionali. Insomma, basta guardare una donna che legge una cartina, che quando si mette a girarla per capire da che parte andare, sai già che la catastrofe è in arrivo. Tipo che devi pregare che succeda in città, così al massimo puoi chiedere a qualcuno, perchè se succede senza nessuno intorno, è la fine. Dispersi, morti per fame, freddo, disidratazione, e sbranati dai lupi, tutto contemporaneamente. Garantito al 100%. Tuttavia, l’esempio più lampante di questa caratteristica, è a letto. Un letto matrimoniale è fatto per due persone, e quindi si può dire che sia teoricamente costituito di due metà. Una metà destinata all’uomo, ed una alla donna. Coperte incluse. Per qualche incomprensibile motivo, l’estrema semplicità di questo concetto, risulta assolutamente incomprensibile. La realtà è sotto gli occhi di tutti, e basta osservarla. Quando si tratta di dormire, per prima cosa una donna occupa il centro del materasso, e poi nottetempo espande la sua proprietà fino ai bordi estremi del letto. Roba che se non ti butta giù a pedate, è per Grazia ricevuta. In ogni caso, limitare tutta la questione ad una semplice incapacità di elaborare gli spazi tridimensionali, mi sembra quantomeno riduttivo. Voglio dire, quando passi anni ed anni a ripetere che vorresti almeno un terzo del letto e un pezzetto di coperte per non farti venire la polmonite durante la notte, il concetto dovrebbe passare. Se dopo tanti anni ancora non ottieni il minimo risultato, è chiaro che il motivo deve avere ragioni diverse. Dopo aver elaborato questo problema per anni, purtroppo non sono arrivato a nessuna soluzione. In compenso però ho maturato alcune ipotesi, ed anche se non è niente di conclusivo, ciascuna ha il suo perchè. La prima ipotesi, è la mia ben nota teoria del Tocco del Gelo Paralizzante. In pratica la fisiologia femminile è così diversa da quella maschile, da conferire ad alcuni soggetti la possibilità di congelare un uomo con il solo tocco. Che generalmente avviene di notte, sotto le coperte, sotto forma di piede gelido che tentativamente si avvicina all’ignaro uomo di turno, per sondare la sua disponibilità a condividere il suo calore corporeo. Causando paralisi e surgelamento immediato, stile super poteri, seguiti da lento scongelamento durante la notte come un merluzzo fuori dal freezer. La seconda ipotesi, è quella della Teoria Collettivista dello Stato Sociale, declinata al femminile ed in versione domestica. I beni e le superfici di casa sono quindi in perfetta condivisione, e il tutto si riassume nel motto “ciò che è mio è tuo, e ciò che è tuo è mio”. Che nella mente femminile continua con “quindi mi prendo il tuo lato del letto e le tue coperte”. Il che dimostra tra l’altro che il collettivismo e il comunismo in generale, difficilmente arrecano gli stessi benefici a tutte le parti coinvolte, come nel caso di esempi storici quali URSS e Cina, tra l’altro. Che non è la stessa cosa, ma ci si avvicina parecchio. La terza ipotesi, è la teoria dell’Atavismo. Durante la notte la donna ripercorre inconsciamente le fasi dell’evoluzione umana, risalendo fino ai rettili ed adottandone il comportamento istintivo. Esattamente come un serpente che si infila nel sacco a pelo del campeggiatore per cercare calore, durante la notte la donna si avvicina all’uomo per riscaldarsi, e si avvolge nella coperta come un involtino per simulare la muta della pelle. Questa teoria è inoltre supportata dal fatto che, esattamente come un serpente, se per caso svegli una donna per riprenderti un po’ di coperte, quella come minimo ti morde, e in ogni caso diventa velenosa. Per fortuna, vuoi per la selezione naturale, che ha ucciso tutti gli uomini incapaci di resistere ai rigori di una notte senza le coperte, vuoi per anni di esperienza che hanno temprato il fisico, o forse semplicemente per pura rassegnazione, alla fine gli uomini si sono abituati a sopportare. Meglio quello, di una che ti frega le coperte e basta. Perchè siamo onesti, una che di notte non ti si avvicina nemmeno per fregarti il calore corporeo, però ti leva tutte le coperte, è veramente la cosa più terribile da gestire. Ti frega le coperte, e non ci caga per tutta la notte. Il peggio del peggio.
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CHI È IL MISTER
Mr Nice Guy: espressione inglese per indicare il "classico bravo ragazzo".
Il mio punto di vista è quello di una persona assolutamente normale. Sono il classico bravo ragazzo. Se ci fosse una definizione di bravo ragazzo medio, nel dizionario, beh, ci sarebbe la mia foto di fianco. Ma nella mia esperienza, essere un bravo ragazzo non ha vantaggi di sorta. Solo sfighe.
E questo è il mio punto di partenza.
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