NEL QUI E ORA

MANICOMIO

Ho passato una notte terribile, a casa sono successe cose brutte tra i miei genitori...che non ho nemmeno voglia di raccontare, dalle 5 alle 7 del mattino non era una casa...sembrava piuttosto un manicomio. Sensazioni di angoscia, tristezza e solitudine mi hanno accompagnata durante tutto il giorno...sono uscita di casa di primo mattino, non potevo più stare in quel clima di falsità e silenzi. Ho trovato conforto dalle mie amiche. Stasera siamo uscite a cena e sono tornata a casa giusto per finire la valigia. Stanotte si parte. Mi sento piena di lacrime...eppure ne ho già versate tante, ma sembrano non finire. È uno di quei periodi della vita in cui tutto sembra più difficile e pesante. Lo so, fa parte di una trasformazione. Tutto questo porterà a nuove consapevolezze, nuovi traguardi. Ma minchia...è vermamente tosta. Vorrei tanto potermi addormentare in un caldo abbraccio...vorrei tanto che qualcuno mi dicesse che sto andando bene, che sto tenendo duro e che il peggio sta per passare. Vorrei che qualcuno me lo dicesse, perchè in questo momento non riesco a dirmelo da sola... Vorrei che qualcuno tenesse a me, si preoccupasse per me...invece mi sento così triste, così abbandonata. Classico discorso da vittima...e farlo non serve che ad ingabbiarmi maggiormente in questo stato. Però stasera me lo concedo...stasera piango e faccio la vittima. Poi da domani torno up. Infondo..domani sarò al mare...quanto mi è mancato il mare...sono certa che mi farà bene, sono certa che mi riempirà di energia fresca e pulita. E sarò pronta...per tutto ciò che arriverà...

PERCHÈ SI DICE ADDIO

"Da quando ti ho lasciato, con un sms, mi comporto come se potessi incontrarti ovunque. Da quando ti ho lasciato, ogni mio momento è recitato come se tu dovessi assistere. [...] Vorrei spiegarti che la paura dell'abbandono fa fare cose assurde, che per paura di sentirsi dire addio un giorno, si pronuncia per primi, e subito mi chiedi "come stai?" e finalmente lo ammetto "male"; mi guardi tutta e dici "non sembra", "tu non ce l'hai il cuore come tutti gli altri", già, io non ce l'ho il cuore come tutti gli altri, perchè io ne ho uno solo di cuore, gli altri ne hanno almeno uno per ogni occasione. Mi accompagni alla macchina, salgo, provo a mettere in moto. Niente. Provo di nuovo, provi anche tu ma il risultato è lo stesso. Non ho vinto io, non hai vinto tu. Spingiamo la stessa macchina che non è partita, non ha funzionato e non si sa perchè, dev'essere la batteria, la benzina c'è, i presupposti per andare lontano c'erano. Spingiamo e parliamo, le tue parole affilate, le mie così vaghe. Penso: ti sto dicendo mille frasi adesso, ma vorrei dirtene solo una e non riesco."

(Giulia Carcasi)