Insegnami a essere figlia: Una magica serata.Post n°581 pubblicato il 14 Aprile 2013 da lascrivana La guardai andarsene sconsolato, il cuore e la mente in fiamme. Maledissi il momento in cui avevo accettato l'invito di Serena, così come maledissi la malalingua che sicuramente aveva avvisato Danila, una delle sue care amiche certamente. Stavo quindi per voltarmi e andarmene, quando la vidi fermarsi di colpo ed esitare. Non credetti ai miei occhi vedendola tornare sui suoi passi, per la seconda volta in pochi istanti rimasi paralizzato, incapace di muovere qualsiasi muscolo. Appena mi fu di fronte, iniziai a farfugliare parole prive di senso, scuse trite e ritrite che sicuramente l'avrebbero allontanata nuovamente. Invece, con mio grande stupore, mi mise le dita sulle labbra quindi iniziò a baciarmi. Il suo corpo, caldo e sensuale sotto il leggero abito, aderì meravigliosamente al mio, mentre la sua lingua cercava la mia con passione e desiderio. Sentii i suoi denti mordicchiarmi il labbro, mai il sapore del sangue mi fu più gradito.- Andiamo al casolare...- Mi disse con una voce talmente roca e sensuale da farmi rabbrividire. Nonostante siano passati parecchi anni, ho un ricordo vividissimo di quella sera. Frustrazione e delusione, paura ma anche rabbia furono i sentimenti che vissi tutti insieme, ma Danila riuscì a quietarli tutti. Appena giunti nel nostro rifugio segreto, lei si distese sulla paglia e protese le braccia in avanti.- Vieni...- Mi sussurrò, gli occhi accesi da una luce diversa. Improvvisamente mi sentii impacciato, titubante e quasi spaventato da quell'invito. Ciò che tanto avevo agognato, la cosa che desideravo più al mondo stava per avverarsi ed io come reagivo? Ma non feci in tempo a recriminare su queste cose. Danila mi afferrò una mano e mi trascinò accanto a se. Fui quasi stordito da tale impeto, che svanì subito appena iniziò a baciarmi. Mi mise una mano dietro la nuca e mi attirò vicino a se, il leggero profumo che aveva indossato ad inebriarmi completamente. Le sue labbra iniziarono a sfiorarmi il collo e le guance, mentre la lingua saettava velocissima a leccarmi, i denti a mordermi. E fu allora che decisi di rompere gli indugi. Assolutamente perso nei suoi baci e dalle carezze, insinuai una mano sotto il tessuto della gonna. Ma lei, delicatamente e senza gesti bruschi, me la tolse subito.- Non ancora...- Disse, mentre le sue labbra continuavano ad esplorare la mia pelle, ormai sudata e bollente. Sentii la sua mano infilarsi sotto la camicia, le sue dita accarezzarmi il petto quasi privo di peli. Sempre più eccitato, cercai nuovamente di farmi strada attraverso i suoi veli, ma ancora una volta venni respinto con gentilezza ma anche con fermezza.- Aspetta...sarà bello ugualmente...- Mi disse di nuovo. M'irritai molto per quei rifiuti che non capivo, e stavo per dirglielo quando la sua mano scese e non capii più nulla. Dopo avermi abbassato lentamente la cerniera, sentii le sue dita cercarmi avidamente e, quando mi trovò, la stanza cominciò a roteare. Nel frattempo, non smise mai di baciarmi il petto ormai libero dalla camicia. Quando tutto fu finito, si distese sopra di me e mi baciò a lungo.- Quando accadrà sarà bellissimo amore mio...porta pazienza...- Se non fossi stato ancora incredulo per ciò che era appena accaduto mi sarei messo a ridere. L'attirai a me accarezzandole i capelli, restammo così, allacciati e abbracciati fino a notte inoltrata. C@nt@storie |
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