Scalate ed altre scalate
Post n°1601 pubblicato il 30 Aprile 2021 da fedechiara
Del 'dare la scalata al Cielo'. 30 aprile 2020
Non è che la detenzione ai domiciliari, causa corona virus, abbia evidenziato 'il meglio e il peggio di noi' – come scriveva quel tale tout court. Il meglio e il peggio l'avevamo dentro da sempre ed è il troppo tempo a disposizione e il girare per casa in pigiama e senza farsi la barba che l'ha reso manifesto oltre il lecito. Il bene e il male, il meglio e il peggio delle persone sono anfore mitologiche che stanno nelle cantine di ognuno come gli otri pieni di vento regalo di Eolo a Ulisse e ne attingiamo al bisogno. Ma guai a lasciarli scatenare. 'Esser costretti a farsi anche del male per potere, con dolcezza, perdonare.' scriveva un poeta bolognese scomparso anzitempo. Per dire di quanto siamo strani e complicati, noi esseri umani e poco capaci di ben bilanciare i liquidi arcani delle due anfore che abbiamo a disposizione. Sempre attingendo alla biblioteca universale di Facebook: 'I cretini sono sempre esistiti, solo che, prima di F/book, ne ignoravamo i nomi e i visi'. Intendiamoci: ci sono anche i medici valenti, gli studiati, i volonterosi che fanno volontariato, gli eroi promossi sul campo dell'onore – il meglio e il peggio, insomma, di una umanità varia e diversa che, durando la pandemia, ha mostrato la sua difficile composizione e gli equilibri sociali fragili, come vuolsi dimostrare. E tra il peggio io ci metto i talebani dei d.p.c.m., gli evangelisti del Profeta che, dalla Mecca di palazzo Chigi, ci ha regalato lungo i due mesi del nostro scontento i versetti dalla sharia pandemica – e i suoi scalmanati evangelisti fuori dalle terrazze, a migliaia, intenti a gridare improperi e 'Untori!' agli sconsiderati che se ne uscivano senza mascherina o appaiati. E quegli evangelisti talebani tuttora imperversano ottusi, malgrado sia palese e irresistibile il 'rompete le righe' di intere Regioni e categorie economiche, e ci fracassano gli zebedei già malandati con la loro predicazione furiosa e gli anatemi e i 'Penitenziagite! col capo cosparso di cenere. Che, se quella loro predicazione fanatica fosse efficace e irreggimentasse i pochi riottosi, costringendoli alla divisa e rigorosamente mascherati, passi. Vivremmo in un mondo meno libero e conculcati i diritti fondamentali ai fini della riguadagnata salute, ma così non è, non sarà, perché 'grande è la confusione sotto al Cielo', scriveva Mao tse Dong, il grande condottiero cinese. E concludeva: '...la situazione è, quindi, eccellente'. Fuor di metafora: possiamo provare a porre in essere i migliori propositi e tutti i 'lockdown' presenti e quelli eventuali futuri e le mascherine che trattengono gli aerosoli incollate sulle facce di ognuno e tutti, ma è sempre con la grande confusione sotto al Cielo che ci misuriamo - e dovremmo farcene una ragione dei nostri limiti e delle incapacità palesi a risolvere i problemi e guarire d'incanto le pandemie. Questo significa che dobbiamo essere 'pronti alla morte', come cantiamo durante il nostro inno nazionale, dritti in piedi e con gli occhi lucidi. E' così – e se qualcosa ci ha insegnato la lunga detenzione e gli ascolti obbligati delle cifre dei contagi e dei morti e dei dispersi della infodemia televisiva è che: 'A chi la tocca la tocca', come gemeva Tonio nei 'Promessi sposi'. Perché è la morte il nostro orizzonte mentale, ci ricordava Heidegger, e l'obbedienza in guerra agli ufficiali che guidavano gli assalti fuori dalle trincee maledette ce lo ricorda, ma più perché Il Faust delle vane provette e gli alambicchi fumanti e il tentativo di dare la scalata al Cielo degli uomini-semidei ci ricorda quanto vani siano i nostri sforzi di creare le pietre filosofali. Penitenziagiamo, fratres. ![Nessuna descrizione della foto disponibile.](https://scontent-cdg2-1.xx.fbcdn.net/v/t1.6435-9/95258556_10217721552895587_5479643319187275776_n.jpg?_nc_cat=111&ccb=1-3&_nc_sid=730e14&_nc_ohc=H_Uz1iC4WcIAX9Nu3FK&_nc_ht=scontent-cdg2-1.xx&oh=f13e309c832c1c03558123a3a3041ae5&oe=60B20636)
Viaggio al termine della notte pandemica. 29 aprile 2020
Rieccomi. Appena tornato da un sano giro di mezzo fondo, grazie al fatto che l'ufficio periferico delle Poste è stato chiuso, causa corona virus, e, per arrivare alla Posta centrale, fanno cinque chilometri scarsi andata e ritorno. E le bollette in scadenza vanno pagate, virus o non virus. Se poi, lungo il tragitto del ritorno a casa, fate una digressione di chilometri due a semicerchio largo perché nei pressi c'è il Tigotà (prezzi buoni) finisce che vi perdete nel dedalo delle viuzze retrostanti che menano a un lungofiume placido e lento e fitto di rane gracidanti - e capace che i chilometri totali, alla fine, raddoppino. E pazienza per lo scroscio di pioggia che mi accompagna – la primavera è la primavera e, se è bagnata, è fortunata e purifica l'aere, dicono. E visitare in cotal modo la Mogliano-est dei brutti condominioni e i larghi viali alberati e i licei e il pretensioso centro sportivo è un vero e proprio viaggio nei Sessanta e Settanta delle architetture funzionali e 'sociali', ma che proprio non ci dilettavano con l'idea di bellezza architettonica e armonia urbanistica, ahinoi. Ma, di questi tempi pandemici e claustrofobici, è bene far tesoro del consiglio di quella psicologa che suggerisce di attivare la curiosità di tutto quanto ci avviene intorno per contrastare attivamente la depressione domiciliare e così io faccio. E osservo le persone che mi incrociano di età e sesso diverso (pochi e difficilmente riconoscibili i lgbt), quasi tutte mascherate, ma una buona metà con mascherina a mezz'asta – vuoi perché scivola e scopre il naso, vuoi perché ti si appannano gli occhiali, vuoi perché mozza il respiro se hai il naso chiuso o soffri di rinite o ipertrofia dei turbinati, vuoi, buon ultimo, perché ne abbiamo pieni i serbatoi di questa pandemia che è come l'autunno del Cardarelli Vincenzo, valente poeta: '(…) che incede con lentezza indicibile / e lentamente ci dice addio'. E il frutarolo di via Roma ha anch'esso la mascherina a mezz'asta, ma è simpatico e vende grosse fragole della Basilicata esenti corona virus 'bone da capotarse', scrive in lingua trevisan-casereccia ed è una risorsa, di questi tempi, e va sostenuto malgrado i prezzi perché offre anche merce a km 0 – quella, per intenderci, che sarà bene che compriate/amo per rilanciare l'economia del paese alla fine del viaggio al termine della notte pandemica che abbiamo intrapreso e già ci sembra di vederne l'alba.
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