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Viaggi improbabili di vite seconde.

Post n°1801 pubblicato il 24 Ottobre 2021 da fedechiara
 


Second lifes e viaggi improbabili. 24 ottobre 2020
Ho una seconda vita. No, non la movida notturna, che avete capito, bensì sogni, molti e diversi e realistici nei quali risveglio persone del mio passato e le agito di una 'vita nova', ma dove non vale quasi mai il credo diffuso che 'i sogni son desideri' della nota canzone.
Più spesso sono rimproveri per 'ciò che poteva e non fu' e mestizie da capogiro per la mia inadeguatezza lunga una vita. Chi non ne ha da rimproverarsi scagli la prima pietra.
E alcuni sono 'sogni ad occhi aperti' e 'più veri del vero', per certi aspetti.
Quello di stanotte era un sogno di viaggio. Un viaggio estremo verso est da dove il sole sorge e verso quella Cina dei nostri tormenti, malefico virus compreso, ma anche terra misteriosa da sempre, dal tempo del viaggio a piedi dei Polo, mercanti di Venezia che ci narrarono della loro 'via della seta' e superarono mille difficoltà e conobbero popoli dalle curiosi abitudini e furono ospiti del 'kahn' delle loro fortune, e le molte ricchezze riportate miracolosamente in patria, in barba ai briganti sempre in agguato.
Ma il primo balzo di quel mio 'viaggio a piedi', al modo di B. Chatwin, lo facevo in aereo e dialogavo con una hostess e il co-pilota in pausa, confidando loro i miei dubbi sul senso che ha un viaggio a piedi, di questi tempi e alla mia età, non più fresca. E dicevo loro che non sapevo una parola di cinese e mi ero fatto scrivere da uno studente dell'università su un foglietto gli ideogrammi corrispondenti alle parole 'camera', letto, mangiare', le cose essenziali per chi viaggia e il suo tetto è 'un cielo di stelle'.
E, poiché questi sogni di viaggio ricorrono – e potrebbero essere il residuo notturno di un libro di Rumiz che sto leggendo: 'La leggenda dei monti naviganti' – mi sorge il dubbio che possano nascondere ed elucubrare il timore di un 'estremo viaggio' tipo 'partire è un po' morire' e chi si é visto si é visto, tocchiamoci di sotto.
E anche in questo caso ritorna l'influsso del maledetto virus e la lacrimosa, fastidiosissima proclamazione dei telegiornalisti dell'appartenere, noi della 'gioventù accumulata', ad una fascia di esserini fragili e rinsecchiti e da proteggere costi quel che costa : 'i nostri vecchi'.
Vecchi siete voi, vecchi dentro, non rompete.
E l'idea di un viaggio a piedi alla ricerca della fonte sempre nascosta e che mai si raggiunge della luce del sole è un po' il richiamo di un 'ritorno alle origini', ne converrete, un mitico andare a 'riveder la stella' fissa che ci illumina i giorni ma, insieme, l'abbandono di 'ogni usata, amante compagnia', del poeta sommo che chiede, invano, alla Luna: '(…) che sia questo morir questo supremo scolorar del sembiante e perir della Terra '.
Beh, un finale degno non c'è. Il mio viaggio si interrompe 'alle soglie dell'alba' con la maledizione di una realtà diurna di 'lockdown' annunciati e conclamati che, a Napoli, vedono già i primi scontri per le strade, segno di una insofferenza estrema di clausure e argini al dilagare della vita piena.
Arriveremo a scontrarci coi bastoni tra i guelfi mascherinati di tutto punto e armati dei micidiali d.p.c.m. terra-aria e i 'no masks' ghibellini disarmati, ma che si fan fuggiaschi e viaggiatori nei sogni, per il momento? Chi vivrà vedrà.

 
 
 
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