Creato da fedechiara il 14/11/2014
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Messaggi di Dicembre 2022

Anni che rotolano nell'eterno.

Post n°2383 pubblicato il 31 Dicembre 2022 da fedechiara
 

L'entropia e il teatro del mondo - 30 dicembre 2019

Spengiti, spengiti breve candela! La vita non è che un'ombra che cammina, un povero commediante che si pavoneggia e si agita, sulla scena del mondo, per la sua ora, e poi non se ne parla più; una favola raccontata da un idiota, piena di rumore e di furore, che non significa nulla. Macbeth: atto V, scena V

Un mio amico coltivava il suo giardino e l'orto in maniera magistrale. Disponeva gli spazi rivolti al sole e nessuna porzione di terra ed aiuola ne era priva e gli alberi da frutto fruttificavano a riempire una mitica cornucopia e la vite aveva grani grossi dal sapore di miele. Il suo paradiso terrestre.
Aveva disegnato una porzione di mondo straordinariamente ordinata e l'apparenza di quella sua famiglia era di serenità e buon vivere – e tutto affondava radici negli insegnamenti del nonno, mi diceva, e del come il nonno aveva disegnato la sua porzione di mondo nell'Istria del tormento degli esuli, - e la sua botanica personale elencava puntigliosamente i nomi e i metodi di coltivazione e il giusto periodo dell'anno per mettere a dimora le piantine e potare e rivoltare le zolle.
Il Signore del Tempo e dello Spazio nello spazio ristretto di un giardino.
Poi venne la malattia e la morte e quel suo spazio di rappresentazione di sé e delle sue vite a contorno abbuiò, mutò e più non esiste nelle forme su descritte e il mondo perse una sua perla e l'universo un grumo di atomi ordinati e rispettosi delle orbite gravitazionali e il Caos e l'entropia si ripresero la scena in quell'hortus conclusus magico e denso di vibrazioni positive.
E il più vasto teatro del mondo, in verità, a ben cercarli, offre spazi conchiusi altrettanto belli a vedersi e fitti del canto degli uccelli più vari e diversi e, insieme, le scene desolate degli slums urbani della miseria diffusa e immedicabile e i naufragi organizzati degli annegamenti in mare e le accoglienze improbabili e caotiche di cui non sappiamo gli esiti ultimi, ma solo le notizie in cronaca di destini grami di miseria aggiunta e piccola criminalità impunita in un paese che di miseria potrebbe esportarne a quintali ma, magicamente, viene detto un grande paese fondatore di un grande progetto di coesistenza pacifica, l'Europa, - di paesi che, nel secolo appena scorso, hanno conosciuto guerre spaventose e morti a milioni e atrocità post belliche, ma siamo rinati dalle nostre ceneri, è ben vero, come l'araba fenice.
A questo pensavo, ieri sera, prima di coricarmi e al mio privato teatro del mondo e di come l'ho vissuto, alle storie finite le cui orbite temporali e le luci fioche che illuminano i volti fatico a rappresentarmi nei molti ricordi dei miei biblici settantanni e ai miei orti conchiusi e paradisi effimeri che ho lasciato in rovina e alle mie poche qualità e ai talenti sprecati di cui all'apologo evangelico e mi sovveniva 'l'eterno e le morte stagioni e la presente e viva' del contino Giacomo e insieme il ruggito di Macbeth de: '… la vita non è che rumore e furore e non significa niente', ma, intorno a questo mio cono d'ombra che si disegna nel Tempo universale e lascia un suo gemito di onde gravitazionali lontane da nessun telescopio raccolte, brulica il mondo nuovo che ci rappresenta i suoi rumori e furori nuovi e diversi nell'anno che verrà - che si aggiunge a quello che già è venuto e abbiamo consumato avidamente e già consegnato agli annali delle infamie ultime scorse di speranze tradite di voltagabbana e avvocati parolai e signori nessuno di un futuro prossimo gramo.
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Mondi ultraterreni, istruzioni per l'uso.

Post n°2382 pubblicato il 31 Dicembre 2022 da fedechiara
 

Mondi ultra terreni e visioni new age - 30 dicembre 2016

C'era un impressionante silenzio nella chiesuola del collegio confinata sull'angolo estremo dell'edificio dove iniziava il grande orto coltivato da Sante, il rude ortolano dalla faccia lunga e scavata. Credo che iniziò lì dentro il mio preteso 'ateismo': da quel silenzio assoluto che lasciava vagare nel vuoto della navata le preghiere che recitavo con grande pathos; e nessuno le raccoglieva, però, e nessuna risposta veniva da quel Dio misterioso e aereo circondato da santi e beati incessantemente salmodianti - e ancora nessuno, dopo tanti anni di vita vissuta, ha saputo spiegarmi in modo credibile come esitano le sue/loro di preghiere e quali echi ne hanno avuto e come facciano a ritenere quel vuoto e quel silenzio una risposta soddisfacente e capace di giustificare la loro 'fede'.
E il secondo riscontro dubbioso e scettico lo ebbi ascoltando un coro delle voci bianche, molti anni più tardi e già quasi fuori della soglia dell'adolescenza, e osservavo quelle bocche fanciulle modellarsi sulle vocali e battere ripetutamente sul 'son' finale del 'kyrie eleison' e sull'erta salita sonora del 'gloria' e mi chiedevo che specie di Dio fosse Colui che ascoltava quei canti ripetuti che si levavano da ogni chiesa e sala di concerto e se ne beava senza mai annoiarsi del repertorio.
E, ieri, disteso sul lettino del massaggiatore che tentava di sbloccarmi la maledetta schiena dolorante, quel valido para medico mi chiedeva come si fa a 'non dirsi cristiani' - e io cercavo di spiegargli che era più facile dirsi atei, invece, in un mondo dilaniato da verità di fedi contrapposte e assassine, e di fedeli che sono detti 'infedeli' da degli idioti 'radicalizzati sul web' che pretendono il loro dio grande (u akbar) ed è, invece, la rappresentazione asfittica e meschina e stupida della loro mente malata di assassini seriali.
E anche il bel film di Eastwood: 'Hereafter', che è passato su Iris l'altro ieri, parlava di quelle nostre strane e inverosimili credenze post mortuarie: di un tunnel che si attraversa e di una luce e di strane presenze e di mancanza di senso della gravità ed ecco i nuovi 'fedeli' new age sbracciarsi su numerosi libri e dirci e provare a convincerci che 'qualcosa c'è', ma dai! Tutto un mondo di sopravvissuti radunati chissà dove e chissà come in una nuova e diversa Giosafatte a fare chissà che. Qualche ulteriore delucidazione un filo più credibile e condivisibile sarebbe oltremodo gradita.
E chissà che cosa raccontavano i sopravvissuti in era medioevale (molto meno numerosi, data la scarsa scienza rianimatoria dell'epoca) intrisi com'erano delle terrorizzanti narrazioni che venivano dai pulpiti savonaroliani e da quella geniale narrazione cinematografica della Commedia, poi detta 'divina', che mostrava gli ignavi e gli iracondi e quegli altri immersi nella palude Stigia - e davvero non era un bel sognare e desiderare di entrarvi e soggiornarvi in quegli scenari ultra terreni da urlo e 'orribili favelle e grida di dolore e accenti d'ira', ma il convento altro non passava e bisognava farsene una ragione e transitare da una sponda all'altra dell'umana vita dubbiosi e avviliti e sconvolti.
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Satyagraha, Sati e lotta armata.

Post n°2381 pubblicato il 30 Dicembre 2022 da fedechiara
 

Ricordate la 'lotta armata' dei rivoluzionari nostrani degli orribili Settanta? Un pugno di 'marxisti immaginari' sacrificò la loro vita per un ideale di riscossa proletaria che non ci fu, non poteva esserci perché, nella seconda metà di quel secolo a noi prossimo, i mitici 'proletari' della agognata rivoluzione avevano ben più da perdere che le loro catene.
E, invece, per gli eventi commoventi che ci vengono raccontati oggi dell'Iran dei pretoni islamici - che brandiscono una repressione assassina contro manifestanti inermi - a me viene in mente la 'Satyagraha' (https://it.wikipedia.org/wiki/Satyagraha) – la resistenza passiva quale venne insegnata dal Mahatma Ghandi ai tempi della sue battaglie politiche contro l'Impero britannico occupante.
Ma, di fronte all'arrogante diktat para religioso dei pretoni islamici al potere – il velo delle donne come simbolo di una dominanza maschile spacciata come atavico e insopprimibile dettame religioso – la Satyagraha dei manifestanti iraniani, in gran parte giovani donne, rischia di consegnarci una mattanza, invece, una 'Sati' (http://www.indianepalviaggi.it/la-pratica-della-sati-le.../) post moderna con l'evidenza dei cadaveri in gran copia di giovani donne che si immolano sulla pira funebre (speriamo, formuliamo gli auguri) di un regime di s-governo islamico mille volte maledetto e che ha al suo attivo il terrorismo internazionale delle 'fatwe' assassine contro Salman Rushdie e contro la libertà di espressione che vige in Occidente - eseguite, in tutto o in parte, da immigrati islamici male o per nulla 'integrati' nei paesi di nuova accoglienza.
E l'augurio è che quella lotta impari risulti vincente, prima o poi, ma l'evidenza di oggi è quella di un suicidio di massa, e se nessun altro ceto sociale decisivo (gli operai, l'esercito) si accosterà e si legherà al movimento di protesta 'Donne,vita,libertà', quel movimento entrerà presto nel cono d'ombra mortifero di un regime apparentemente invincibile.
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Il paradiso può attendere.

Post n°2380 pubblicato il 30 Dicembre 2022 da fedechiara
 

Il paradiso può attendere.
Dunque se n'è andato. O' Rey, come lo chiamavano, è morto. E' morto il re viva il re, si diceva in altri tempi e si passava oltre. The show must go on e le dinastie erano piene di gente in attesa – vedi Carlo, figlio di Elisabetta, che ormai non ci sperava più.
Eleggeremo Messi quale reggente o presidente, in attesa di altro campione che lo superi in perizia pallonistica - e ce ne saranno, credetemi, magari dei robots capaci di rovesciate sull'angolino in alto negate alla nostra fragile ortopedia umana.
Però O' Rey ha il pregio di avermi mostrato come si invecchia dignitosamente. Invecchiano anche gli dei e i semidei, malgrado la loro fama universale, e la senescenza è un po' come la morte: che pareggia tutte le erbe del prato.
Quindi me ne andrò anch'io, prima o poi, senza troppo tediarvi e senza il fastidioso contorno di telegiornali queruli e giornalisti osannanti oltre misura.
Al massimo un coccodrillo su facebook di qualche mio affezionato lettore e cuoricini e faccine lacrimose dazu, come usa.
E Pelé ci illustra, per proprietà transitiva degli umani sogni, che anche in Paradiso si giocherà a calcio – i giornalisti del ramo citano Maradona che pare lo abbia detto – e l'idea che si giochi a calcio anche nel Regno Celeste è buffa, ma non peregrina.
Il Paradiso che sognano gli uomini e le donne (e tutto il resto della combriccola lgbtqrst) è un luogo dove potremo fare letteralmente tutto ciò che ci pare e che ci ha divertito e commosso quaggiù.
Forse faremo anche all'amore, ma è dubbio che ci sorregga il vecchio apparato dei corpi umani, bocche ed altro. Si tratterà, credo, di una unione tutt'affatto speciale, più simile a quelle virtuali e senza il correlato di gelosie clamorose e le annesse scenate e i bronci e il malanimo.
Mi piace di più immaginarlo pieno di colori caldi e vivaci, come quello raffigurato in un film con l'amatissimo Robin Williams, che già lo abita. Quello dei cattolici, mediato dalle raffigurazioni dei grandi pittori del Rinascimento, un po' mi disturba e mi annoia: con quel coro soavissimo di canto gregoriano degli angeloni impalati dalle ali ripiegate in quattro e i santi e le suore e i preti e tutta la compagnia cantante della Curia di quaggiù, inclusi i papi (con qualche sorpresa clamorosa).
Riposi in pace, O' Rey, e torni a saltellare Lassù e a inseguire il pallone dei suoi sogni e dei suoi trionfi, mentre qui ci arrabattiamo con guerre di zona prossimamente termonucleari e con bollette stellari dovute alle cattive politiche dei filo Nato e filo Biden, lo Stranamore un po' svanito d'Oltre-atlantico. Il Paradiso può attendere.
P.s. In un bel documentario su Raiscuola che raccontava dei clamorosi e violentissimi sommovimenti tettonici del nostro pianeta il narratore ci diceva che dopo i dinosauri siamo venuti noi mammiferi, ma che la nostra esistenza e regno precario non era affatto data per sicura e bastava un niente delle condizioni al contorno per premiare un'altra specie meglio dotata. Che sia ateo?
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Gli anni del nostro scontento.

Post n°2379 pubblicato il 29 Dicembre 2022 da fedechiara
 

L'anno che verrà. (Ils sont fous ces Renziens) - 29 dicembre 2016

E' stato l'anno del G.I.R. il Grande Imbonimento Renziano – finito nelle discariche della storia seppellito da una valanga di 'no'. E chissà a cosa brinderanno gli orfani di Renzi e del suo pd di s-governo che si erano riempiti i pensieri degli slogans ex berlusconiani: 'L'Italia è una grande paese' con varianti zuccherose, - il paese dei vouchers e della disoccupazione a due cifre – e dell'avvilente lotta titanica e donchisciottesca contro l'Europa del nostro scontento e dell'austerità permanente che alimenta il mostro del lavoro-zero.
E lo slogan renziano più atroce è stato quello del : 'Salviamo vite' che si è tradotto in cinquemila affogati e il terribile messaggio sedicente buonista lanciato urbi et orbi in Africa e nel Medio Oriente de : 'Venite, partecipate in massa alla Lotteria della Traversata Mediterranea.' Lotteria di naufragi organizzati dai criminali scafisti assassini. Più gente entra più morti si contano.
E contiamo, in parallelo, il conseguente numero dei clandestini che non hanno titolo di profughi e che girano per l'Europa di Schengen come schegge impazzite e alcuni di loro si 'radicalizzano sul web' o sono già radicalizzati in partenza e salgono sui Tir di Nizza e di Berlino e fanno le stragi che abbiamo visto e ascoltato in cronaca.
E chi non arriva a tanta disperazione radicale vivacchia tra mendicismo e piccola criminalità sull'orizzonte di disoccupazione cronica e permanente di un paese che fatica a dar lavoro ai suoi e finanzia l'operazione 'mare nostrum' dei salvataggi in mare con i continui tagli alla Sanità e al residuo welfare.
Sono pazzi, pazzi davvero questi renziani. Prima li seppelliremo a fondo nella discarica della Storia prima potremo concentrarci sulla difficile e faticosa guarigione delle purulente piaghe sociali aperte da questa genia di folli di s-governo.
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