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Messaggi del 01/12/2022

Le verità del post moderno.

Post n°2339 pubblicato il 01 Dicembre 2022 da fedechiara
 

Le post verità. (Verità vo' cercando ch'è si cara al mio core) - 01 dicembre 2016

'Siamo nell'era delle post verità.', convengono molti notisti politici e giornalisti di rango - orfani immedicati del loro pomposo ruolo di 'maestri di pensiero' in un'era, quella di internet, in cui mille blog fioriscono e illustri sconosciuti ottengono migliaia di clic e di 'followers'.
E alcuni di coloro – gli ex maestri di pensiero e giornalisti osannati e di grido – fanno mostra di un vero e proprio astio e parlano con disprezzo di questa nuova esplosione di libertà dove, è vero, troviamo anche le discariche degli insulti rabbiosi e la bava velenosa di chi non sopporta l'esistenza di pensieri e persone diverse e tuttavia la città virtuale di internet è cresciuta in fretta e possiamo trovare al suo interno musei e gallerie d'arte e auditorium di buona musica e incontrare belle persone e leggere articoli interessanti. Che poi vi siano anche i quartieri periferici del disagio sociale, quello dei 'radicalizzati sul web' che inneggiano alla jihad e quello dei rabbiosi di varia risma, di destra e di sinistra o di centro, è il nostro inferno quotidiano e tocca tollerarlo, come facciamo nelle città vere della vita reale dove evitiamo di mettere piede nelle avvilenti periferie urbane e scansiamo per strada i marginali aggressivi ed evitiamo di girare di notte indifesi se le cronache ci informano di possibili aggressioni e rapine.
Perché, vedete, cari i miei sinistri e giornalisti di grido orfani immedicati e rabbiosetti di notorietà esclusive, l'aver inneggiato fino a l'altro ieri alla libertà e alla democrazia ha come prezzo post moderno l'emersione delle 'post verità' - che, spesso, sono 'bufale', ma esprimono, a loro modo, a volte con l'insulto, quel disagio sociale che, ad esempio, viene ampiamente tollerato dal vostro pensiero buonista nelle periferie urbane stipate di migliaia di ospiti mal integrati e che vivacchiano nelle discariche sociali del non lavoro e della micro criminalità.
Nell'era delle post verità tocca tollerare l'entropia del caos urbano che voi stessi avete incrementato, Faust improvvisati e malaccorti che avete scambiato le provette del buon governo e delle ragionevoli misure di legge e ordine e di controllo stretto delle frontiere con una attitudine dell'animo disposta alla bontà e alla pietas che ha altri e limitati ambiti di intervento e mal si accorda coi numeri di milioni di pretesi profughi e/o clandestini che premono alle frontiere dell'Occidente e ne minano i fondamenti di buon governo e di ordinato sviluppo economico e urbano.
Così, giusto per incrementare il numero delle post verità che dilagano in rete e per farvi notare con un certo compiacimento che prenderete molte altre colossali cantonate e bastonate elettorali, - dopo la Brexit e Donald Trump - chiusi come siete nelle torri d'avorio delle vostre convinzioni ferree e i brillanti articoli che non servono più a nessuno: semi che si disseccano al vento del deserto di emozioni in cui avete segregato tutti coloro che 'votano di pancia' indicandoli al disprezzo.
E se votiamo 'di pancia' è perchè non tolleriamo più il disordine e l'entropia del Caos globale che voi avete dimostrato di non saper/voler governare.
'Chiedono legge per ciò che risulta eccessivo.' scriveva in una sua mirabile poesia Gabriel Celaya, uomo di sinistra. Altri tempi e milioni di voti di gente di sinistra, nel frattempo, persi nel vento del deserto dello s-governo mondiale delle sinistre arruffone e burocratizzate e incollate alle cadreghe.
Io voto no e per mille buonissime ragioni e rabbiose post verità.

 
 
 

Odissea sull'orizzonte degli eventi.

Post n°2338 pubblicato il 01 Dicembre 2022 da fedechiara
 

2021 Odissea sull'orizzonte degli eventi. 01 dicembre 2021

Come il 'ritratto di Dorian Gray' in soffitta, lo specchio mi rimanda l'effige di uno sconosciuto dai tratti sempre più somiglianti alle vecchie foto ingiallite dei genitori nei cassetti che raramente apriamo.
E' come se la memoria delle generazioni si riflettesse nei corpi e nei visi che si asciugano e si deformano e ne vengono evidenziati gli zigomi e gli archi sopraccigliari e le spigolosità basiche del mento degli avi – che se avessimo foto dei nonni e bisnonni a disposizione riconosceremmo per certo altri tratti tribali: gli 'Enaz', pescatori di 'go' e 'siegoi' nei ghebi e le velme delle calme acque lagunari e, in trasparenza lontana, l'isola coloratissima imperlata nelle nebbie novembrine.
E se non ci fossero gli involucri corporali a dirci transito riconoscibile delle generazioni davvero faticheremmo a ricomporre il puzzle delle mutazioni epocali e dirci 'sapiens' di quei 'neanderthal' che abbiamo seppellito – e già l'intelligenza artificiale ci scolora i sembianti umani e sulle ombre del futuro appaiono i robot che ci sostituiranno nel corso dei viaggi spaziali e l'imprinting dell'umano preistorico sarà serbato solo nelle cellette delle schede di silicio dei computer di bordo mentre viaggiamo verso il nero monolite di 2001 Odissea nello Spazio.
A proposito: siamo in forte ritardo nella tabella di marcia rispetto alle predizioni del film di Kubrik e il 2020 è stato un anno davvero nefasto, ahinoi: un buco nero della nostra galassia mentale la cui gravità pandemica tuttora ci schiaccia. Urge un cambio di rotta, una manovra disperata che dirotti l'astronave umana fuori dall'orizzonte degli eventi assassino. Riusciranno i nostri eroi?
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