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Messaggi di Gennaio 2019

Tutta colpa di Francesco?

Post n°778 pubblicato il 31 Gennaio 2019 da fedechiara
 

Ieri accadeva 31/01/2016

 

 

 

E' tutta colpa di Francesco e di quel suo lamentoso e strascicato : 'Chi sono io per giudicare?' riferito alla lobby dei gay che, oltre al matrimonio, pretendono perfino la comunione, gli sfrontati. 
E uno di felicemente convivente e 'sposato di fatto' ce l'aveva in casa e gli ha fatto clamoroso 'outing', quasi per coglionarlo, giusto a ridosso di quel suo impotente e rassegnato dirsi uomo fra gli uomini e non più papa infallibile e solida roccia di certezze dottrinali su cui si fonda la sua Chiesa ormai in disarmo. 
E la 'misericordia' - prodigiosa invenzione buonista e tanto 'mediatica' (ma forse dai giudici di Giosafatte non sarà molto apprezzata, chissà, chi morirà vedrà) ha fatto il resto e adesso perdoniamo di tutto e di più e perfino quelli del family day – invece di invocare gli sfracelli dell'Altissimo ed evocare il fuoco di Sodoma e Gomorra – hanno fatto una manifestazione all'acqua di rose, buonista, che è un 'addio alle armi' della rocciosa Dottrina e un riconoscimento che, di questi tempi, facciamo tutti un po' il caxxo che ci pare e il Disordine Universale regna sovrano e gli eventuali guasti di futuri adolescenti disadattati usciti dalle 'famiglie gay' dove 'c'è tanto amore', a sentir loro, li vedremo fra dieci anni e chissà che succederà nelle scuole all'epoca, tanto 'noi non ci saremo' e, se ci saremo, saremo vecchietti rincoglioniti e il mondo andrà nel verso che meglio gli pare, come ieri e come sempre.
Però non chiedeteci se siamo felici di quest'andazzo. La felicità è davvero tutta un'altra cosa. 'E' un'ape che se posa / su un bottone de rosa e se ne va.' Amen e così sia. Andate in pace.

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Della sporcizia diffusa.

Post n°777 pubblicato il 31 Gennaio 2019 da fedechiara
 

 

 

 

Si dice che un cane che il morde il padrone non fa notizia, ma il suo contrario si. E' vero. E a questo rovesciamento di ruoli canonici mi ha fatto pensare la notizia di un etiope che, in un supermercato cittadino, ha apostrofato due signore indigene di 'sporche cristiane' .

Di solito si dice 'sporco negro' e questo fatto che anche delle povere cristiane si becchino l'aggettivo tremendo e insultante ci fa entrare di colpo nel ventunesimo secolo delle migrazioni e immigrazioni dei grandi numeri e consolidate.
Dimenticavo: c'è anche lo 'sporco ebreo', ma quella è storia recente e passata in giudicato (processo di Norimberga e dintorni).

Che poi: chissà perché si taccia tutta questa gente di varia origine e cultura e religione di scarsa pulizia - e, magari, i poverini sono igienisti al limite della mania. Mancano all'appello gli 'sporchi islamici', ma è, forse, per via delle abluzioni rituali che costoro fanno nel cortile delle moschee e l'abitudine di togliersi le scarpe prima di entrare.

Ma, secondo voi, i nazisti erano, a loro volta, 'sporchi' - come si dice perfino dei 'comunisti'?

Non sarebbe ora di darci, tutti, tutti, una bella ripulita al lessico ed entrare nel merito delle differenze di cultura e colore della pelle giusto per capirle e averne contezza e, magari, rispetto?

 
 
 

Preghiera laica (2)

Post n°776 pubblicato il 30 Gennaio 2019 da fedechiara
 

 

Chissà se basterà la sentenza avversa a 'quelli della Sea Watch' e ai loro costosi avvocati, - che costituisce una sorta di 'primo grado di giudizio' e ci conferma che non far sbarcare i migranti nei porti chiusi è prerogativa politica e di governo di una nazione e questione di 'ordine pubblico' – chissà se basterà a tacitare e a far meglio riflettere i trinariciuti esponenti di spicco dell'associazione 'Non siamo pesci' e i magistrati del 'tribunale dei ministri' di Catania che hanno commesso l'azzardo politico di mettere sotto accusa l'operato del ministro Salvini relativo ai 177 ('sequestrati' a sentir loro) della nave 'Diciotti'.

Non basterà. Perché quei magistrati e gli esponenti di spicco de 'Non siamo pesci' (che fortuna!) e i loro sostenitori all over the world sono marziani e venusiani della prima ora che parlano lingue diverse e hanno logiche neuronali diverse dalle nostre: di noi terrestri abitatori di questo mondo intristito dalle migrazioni incontrollate e dagli effetti collaterali delle medesime: di rinnegati 'radicalizzati sul web' che hanno ucciso vittime inermi a Parigi, Bruxelles, Nizza e Berlino, per dire delle maggiori tragedie recenti di quest'Europa malata di buonismo - e della Svezia delle rivolte delle periferie urbane che occupano le cronache europee un giorno si e l'altro pure.

Non basterà e su tanta questione si gioca la sopravvivenza del fragile governo giallo/verde, estote parati. E non sarebbe male se Salvini passasse all'incasso elettorale che lo vedrebbe premiato di un consenso intorno al 33 per cento e forse più - e punirebbe, giustamente, quei non-pesci che ammutolirebbero e batterebbero le teste contro i muri di casa di fronte al disastro politico al quale così pervicacemente vanno incontro con le loro reiterate manifestazioni a favore della Sea Watch – o.n.g. di punta delle provocazioni politiche contro il nostro paese, già così tanto esposto ai venti nefasti delle migrazioni incontrollate. Amen e così sia.

ILGIORNALE.IT
Sea Watch ha perso il ricorso alla Cedu: l'Italia dovrà fornire assistenza ai migranti, ma non dovrà farli sbarcare

 
 
 

Onde di marea

Post n°775 pubblicato il 30 Gennaio 2019 da fedechiara
 

29 gennaio 2016

E' come un'onda di marea che si scioglie nella sua risacca. Onda che, in cronaca, nel suo gonfiarsi e abbattersi sulla battigia, mostrava fino a ieri i legni dei barconi naufragati commisti ai corpi galleggianti degli annegati e le plastiche sgonfie dei gommoni e i giubbetti di salvataggio a centinaia di migliaia e il corpo di Aylan pietosamente raccolto e universalmente compianto e, nel suo rifluire schiumando, mostra le fotografie del 13 novembre di Parigi, i commandos terroristi in azione e i botti del capodanno di Colonia e Zurigo ed Helsinki e di molte altre città europee funestate dalle violenze e dai tentativi di stupro di migliaia di 'profughi' e richiedenti asilo assatanati per quell'orgia di potere dei loro numeri strabocchevoli ('Sono troppi, non possiamo farci niente', dicevano i pochi poliziotti presenti nel piazzale davanti alla stazione) e del loro agire indisturbati per bande criminali gridando beffardi :'Ci ha invitati la Merkel' e in tasca i foglietti con la traduzione dell'arabo:'Voglio fare sesso con te'. Postmoderna riedizione de 'il ratto delle Sabine'.

C'è un tempo per la pietà e un tempo per la constatazione dei danni sociali che una indebita e malaccorta pietà e conseguente 'politica dell'accoglienza' hanno causato e continueranno a causare per decenni. E le cronache di ieri e di oggi sono tutte verso la risacca dei guasti causati dal 'troppo che stroppia' che chiude le frontiere una dopo l'altra e la Svezia che annuncia i rimpatri tardivi di ben 80000 'richiedenti asilo' che non hanno passato il vaglio di leggittimità delle commissioni.

Rimpatri improbabili perché, lo sottolineava un articolo letto nel corso della rassegna-stampa a 'Primapagina' (radiotre), basta fare un ricorso al tar ( bibbia e vangelo mandato a memoria dai nostri ospiti immigrati) e l'ordine di rimpatrio dei questori è carta straccia e le strade e le piazze delle nostre città in affanno di mendicismo e nuova ciminalità di importazione tornano a mostrare le facce dei troppi 'senza arte né parte', ma che hanno trovato nicchia e rifugio di accoglienza indebita nell'Europa malata di buonismo.

E se, al Carnevale di Venezia, si entrerà nella bella piazza san Marco solo attraverso cinque varchi di sorveglianza e i metal detector e l'obbligo di togliersi le maschere, una tale 'vita blindata' (che non ci mette al riparo dai rischi) la dobbiamo alle folli politiche buoniste della sinistra europea e nostrana di s-governo che, per anni, hanno lanciato l'effetto di annuncio su tutta la costa mediterranea e in Irak e in Afganistan: 'Correte, venite parvulus! Qui c'è posto per tutti.' - e oggi le colonne dei profughi sono ferme in mezzo alla neve dei Balcani sotto le tende e davanti ai muri di filo spinato; e le televisioni ci mostrano il freddo e la fame dei poveretti commisti con l'impotenza e le faccia di tolla dei nostri Faust di s-governo incapaci di gestire le politiche della catastrofe umanitaria che 'essi stessi hanno evocato'.

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Le 'fake news' e la ridotta pellerossa dell'informazione rai.

Post n°774 pubblicato il 30 Gennaio 2019 da fedechiara
 

 

 

Le 'fake news' e la ridotta pellerossa dell'informazione rai. 29/01/2017

Se si vuole avere una idea precisa di quanto sia scivolosa la china che le sinistre europee – e quella italiana in particolare – hanno deciso di volere discendere col censurare le cosiddette 'fake news' basta ascoltare la mattina 'radio 3 mondo' e i programmi di informazione di radio 3 in genere.

Non ho monitorato scrupolosamente gli altri canali rai che, peraltro, non brillano per autonomia di giudizio e i cui vertici sono ancora sotto la zampa autoritaria dei nominati di Renzi (lo saranno fino alle prossime elezioni e faranno il loro sporco lavoro per condizionarne gli esiti) ma radio 3 è una vera e propria ridotta pellerossa, una riserva indiana dell'informazione buonista che continua a sparare a palle incatenate ogni minuto secondo contro Trump e la signora May con toni e scelte di 'fake news' e 'post verità' spacciate per pareri autorevoli e insindacabili dei 'giornaloni' che dicono tutto il male possibile del presidente americano e delle sue scelte di severa politica immigratoria - e tutt'ora si spendono a favore della maledetta 'globalizzazione' che ci ha precipitato nella crisi economica globale ormai sono vent'anni e, forse, non ne usciremo vivi.

E assistiamo/ascoltiamo le rivolte annunciate e prevedibili (ahi quanto!) dei globalisti e buonisti associati di ogni risma che si indignano e manifestano contro le misure di argine e contenimento anti terroristico firmate da Donald Trump e sapevamo che non sarà facile ricondurre a ordine e governo l'immenso caos di un mondo rotto quale ci hanno consegnato le sinistre europee di s-governo e l'amministrazione Obama, - finalmente entrata nel cono d'ombra post elettorale e che non rimpiangeremo se non per l'assunto popolare che afferma che 'il peggio non è mai morto' e che 'se si semina vento si raccoglie tempesta'.

E il vento delle catastrofi annunciate delle immigrazioni senza freno e argine è sotto gli occhi di tutti e ben leggibile nelle cronache degli attentati terroristici di Parigi, Nizza e Berlino e solo le 'fake news' della rai embedded e dei giornaloni schierati a favore di un buonismo cieco e colpevole riescono a nascondere l'evidenza che, dove la presenza islamica è all'otto per cento del totale della popolazione indigena, ivi è il regno della paura e dell'insicurezza sociale - e le orrende periferie urbane dei ghetti di nuova immigrazione covano il sonno della ragione e ospitano i mostri degli attentati che verranno – come mi confidava un mastro birraio a Bruxelles, l'estate scorsa, e concludeva sconsolato: 'On sait bien que ce n'est pas fini.' 
Non è certo finita, ahinoi, e viviamo vite blindate e rabbiose a causa dell'insensatezza delle politiche immigratorie di un' Europa stolidamente buonista e abbiamo solo il fragile e insufficiente strumento del voto per cacciare dalla scena pubblica i responsabili di tanto disastro civile.

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