Creato da ortonovo il 08/01/2007
by Claudio PUGNANA
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IL PROGETTO BOTTA, UN MOSTRO CHE POTREBBE DIVORARE LA CITTA’ DI SARZANA
Sebbene non sia stato ancora definito in modo puntuale e particolareggiato, già da ora il progetto di urbanizzazione di Sarzana, il cosiddetto piano Botta, è facilmente decifrabile : costruzione di una torre-grattacielo alta circa 30 piani nell’area del vecchio mercato, attorno ad essa alcune unità urbanistiche di grandi dimensioni e alte, anch’esse, sopra il profilo dell’attuale sky-line, e quindi spostandosi verso la zona cosiddetta ‘ ponti di ferro ’, la costruzione di altre unità urbanistiche notevoli ( i moduli a U rovesciata ). Crediamo che pensare di proporre e di attuare un simile insieme di opere sia un grave errore che peserà negativamente sulla futura vocazione della città di Sarzana.
Dal punto di vista urbanistico il progetto comporta un vero e proprio stravolgimento, in negativo, del profilo della città essendo totalmente avulso dall’attuale tessuto urbanistico. Vengono aumentate le altezze in modo assolutamente dirompente, viene creato un insieme di moduli poco coerenti con il contesto attuale, con una gigantesca torre-grattacielo di altezza più che doppia rispetto agli attuali campanili. Ma soprattutto, ed è la cosa grave, viene creata, di fatto, una sorta di periferia quasi-dormitorio adiacente al centro storico, stravolgendo la vocazione sociale ed anche economica della città, che fino ad ora ha potuto beneficiare di una periferia larga e dolce, in armonia con i ritmi di vita della città. L’inserimento poi di insediamenti commerciali in tale zona completa, negativamente, lo stravolgimento dell’asse socio-economico della città, disgregando, il tessuto commerciale del centro storico, che ha molto contribuito alla ricchezza di Sarzana.
Dal punto di vista sociale si immettono nuove abitazioni e, nuovi abitanti concentrati in spazi molto limitati con il conseguente, ovvio e inevitabile, collasso della viabilità e dei servizi sociali, l’aumento dei conflitti sociali, la probabile insostenibilità dei medesimi; e quindi una significativa perdita della qualità della vita globale per i cittadini.
Dal punto di vista della democrazia e della partecipazione, inoltre, la comunità ha fatto un passo indietro, poiché decisioni di questo tipo, che possono cambiare totalmente un contesto sociale devono essere necessariamente condivise collettivamente e non calate dall’alto mettendo la collettività di fronte a piani urbanistici di fatto compiuti, con la furbizia, oltrettutto, di avvalersi di una firma prestigiosa per meglio motivarli, come in questo caso.
Quello che vogliamo dire è che, si sta di fatto creando un mostro che rischia di divorare una collettività ed il suo equilibrio, e che, di converso, non risolve alcun attuale problema e non risponde a nessun bisogno dei cittadini. In altre parole, così come è avulso dal contesto urbanistico è anche avulso dal contesto sociale sarzanese.
Crediamo, concludendo, che si sarebbe dovuta percorrere tutta un’altra strada per definire il futuro assetto di Sarzana : maggiore partecipazione e anche maggiore modernità nelle scelte, partendo dal principio che il territorio non è inesauribile, e deve essere perciò difeso e salvaguardato, e la sua salvaguardia coincide con la salvaguardia della qualità della vita dei cittadini. In questo modo e in questi termini si risponde ad un bisogno reale di qualità della vita. E allora i piani urbanistici avrebbero dovuto contenere due orientamenti oggi assenti : la creazione di nuovi servizi e non di nuove volumetrie edificabili ed il principio del consumo zero del territorio, vale a dire che se da una parte impegno porzioni di territorio in nuove infrastrutture, contemporaneamente restituisco al territorio altre porzioni liberandole da infrastrutture esistenti. I piani urbanistici di Sarzana di questi ultimi anni hanno invece percorso un’latra strada, consumando sempre più territorio, fino ad arrivare al punto di rottura : oggi generano anche i mostri. Ci auguriamo e ci vogliamo impegnare affinchè la collettività sarzanese abbia la forza di impedire che questo mostro sia realizzato, e contemporaneamente abbia la forza di imporre un modo più moderno e sostenibile di gestire il territorio.
La Sinistra della Val di Magra.
05/03/09 SEC – Oggi l’architetto Botta incontra il comitato che contesta la torre
05/03/09 NAZ - PROGETTO BOTTA/Italia Nostra e Sinistra Val di Magra contro la «febbre da cemento»
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Inviato da: cassetta2
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Inviato da: ortonovo
il 14/02/2014 alle 10:29
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il 26/01/2014 alle 15:57
Inviato da: ortonovo
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