Ricevo in regalo da una amica una copia di Men's Health.
Supplemento omaggio di Sorrisi e Canzoni TV, mi dice lei.
Proprio lo stesso target, penso io.
Già me lo vedo il lettore abituale di MH, fra una contrazione del bicipite e uno sguardo alla tartaruga davanti allo specchio, sospendere gli allenamenti perchè deve assolutamente leggersi il resoconto dell'ultima uscita in esterni del Tronista di turno con la rispettiva Tronata.. Troniera.. beh, sempre con Tro.. comincia.
Comunque accetto di buon grado l'omaggio perchè oltre ai soliti esercizi e suggerimenti muscolar/sessuali ce ne sono alcuni per migliorare la propria corsa.
Poi magari darò un'occhiata anche agli atri, non si sa mai.
I suggerimenti sono sensati ma per lo più ovvii, fra tutti il più curioso è senz'altro quello che invita a "crearsi un mantra" ovvero ripetersi durante la corsa pensieri positivi che servano da stimolo continuo.
Per quanto mi riguarda, durante la corsa passo da un continuo turbinio di pensieri a momenti in cui ho la mente completamente sgombra.
Senza saperlo, comunque, ho già applicato il metodo del mantra lo scorso settembre, durante la mia prima e finora ultima maratona, gli ultimi dieci chilometri li ho fatti ripetendomi continuamente MACHICCAZZOMELHAFFATTOFARE..MACHICCAZZOMELHAFFATTOFARE.
Non credo però che sia esattamente quello a cui si riferiva il servizio sulla rivista.
Comunque sia, durante la corsa di stamattina decido di provare il metodo.
Quindi dalla metà in poi, quando inizia, in pratica, la penosa (anche perchè ho raddoppiato di punto in bianco la distanza abituale di allenamento) fase di rientro, adotto il mantra SPAGHETTI ALLE VONGOLE.
Dopo tutto cosa c'è di più motivante di un fumante piatto di pasta che ti aspetta all'arrivo?
Proseguo così, ricorrendo al mantra ad ogni cedimento della mia andatura, sostituito solo, come elemento motivante, dai culi di due turiste/podiste tedesche che per un certo tratto hanno svolto la medesima funzione della classica carota legata davanti al muso del somaro, e come lei, irraggiungibili.
Fatto sta che fra culi e mantra, arranco finalmente fino a casa.
Dove mia madre ha già cotto degli entusiasmanti MACCHERONI IN BIANCO.
Dopo un prevedibile disappunto iniziale e una doccia bollente e sbollente allo stesso tempo, faccio buon viso al maccherone triste e a questo punto, pure un po' freddo.
Finalemente arrivo sul divano, intenzionato a non lasciarlo fino a domani, senonchè mi ricordo di aver promesso ad un vicino di aiutarlo dopo pranzo a portare via dal suo giardino i residui di pino frutto della nevicata del mese scorso.
Con un entusiasmo pari a zero mi rivesto e mi presento a casa del vicino armato di carriola e buona volontà.
Tutto sbarrato, il vicino non c'è.
A questo punto mi dico, ormai sono qui, che sarà mai per due carriole di ramaglie.
Alla fine, comnpresi un paio di svarioni per presumibile calo di zuccheri, sono cinque carriole per un totale di dieci viaggi.
Una volta iniziato mica potevo lasciare a metà.
Morale della favola, rientro a casa di nuovo sudato come dopo la corsa e con le mani cosparse di resina refrattaria sia alla pasta lavamani che allo spazzolino.
Raschio via il 95% della resina e mi butto in doccia, dopo di che, finalmente divano.
Sarà la volta buona?
Che può succedere ancora?
Per ogni evenienza, ho un nuovo mantra.
QUNDOCAZZOARRIVALORADIANDAREALLAVORO?
Inviato da: PECORAELETTRICA
il 27/01/2023 alle 18:34
Inviato da: nataieri_notte
il 20/01/2023 alle 15:38
Inviato da: nataieri_notte
il 03/02/2016 alle 09:42
Inviato da: PECORAELETTRICA
il 02/02/2016 alle 19:44
Inviato da: nataieri_notte
il 02/02/2016 alle 16:01