Creato da littlesparklingstar il 25/05/2007

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post it e fogli sparsi

 

 

Camminando

Post n°258 pubblicato il 14 Marzo 2009 da littlesparklingstar

Ebbene, sì.
Mi sono persa. Tra il sentiero di sassi e quello di spine ho scelto di non scegliere e mi sono inoltrata nella boscaglia, tra l'erba ed i rovi, priva di direzione o meta, ignara di dove mi avrebbero condotta le mie scarpette rosse esploratrici di un suolo mai battuto.
Senza una strada maestra è ardua trovare un'uscita, tanto più quando il viaggio è un viaggio solitario e senza memorie: si rischia di muoversi in tondo, per anni, e anni.
Meglio è lasciare tracce di sè, segni del proprio passaggio: bussole, anzi, non-bussole, che indichino dove si è stati piuttosto che dove andare. E' pur sempre qualcosa.
E credo, infatti, di essere già passata di qua, forse più di una volta, nel vagabondare.
Riconosco i miei segni, nastri annodati tra rovi e rami.
Strisce di abiti strappati e smessi, che nel cammino ho scoperto ingombranti e superflui nonostante, all'inizio, fossero un riparo. L'unico.
Sono già passata di quì.
Cambio direzione ma resto sul mio cammino incerto ma intatto; non sono mai stata affascinata dai sentieri già tracciati.

 
 
 

Pic

Post n°255 pubblicato il 22 Febbraio 2009 da littlesparklingstar

Pic indolor.
La vista dell'ago terrorizza e mentre ci si fa il film di quanto farà male, la cosa è bella che fatta. Finito. Sentito niente? No.
Inizio a credere che nella vita sia tutta una questione di immaginare quanto faccia male qualcosa: questo o quell'altro ago che temiamo ci venga conficcato maldestramente nella carne; così, in base a quanto temiamo di soffrire, agiamo di conseguenza.
E ci sorprendiamo quando, pronti al dolore, a dire un ahi! immaginato mille e mille volte, ci accorgiamo che quella valanga travolgente di dolore non arriva, mentre noi siamo con gli occhi socchiusi, le mani a schermare il viso e le spalle strette per proteggerci.
Sapevo che dolore e febbre erano la voce del corpo, la protezione preventiva, il preallarme che dice qualcosa non va.
Forse quando non si prova più dolore non c'è più pericolo da segnalare; si è guariti e gli occhi restano asciutti. Un pò tristi, ma asciutti.
O forse, più semplicemente, se si agisce senza temere quanto ci si farà male, si riesce a ridimensionare tutto. Anche l'ago indelicatamente conficcato sotto la pelle.

 
 
 

Le versioni di latino e gli integrali

Post n°254 pubblicato il 01 Febbraio 2009 da littlesparklingstar

Il morbo di Facebook, oltre a svuotare il contatore delle visite sui blog, incrementare il tasso di cazzeggio durante l'orario di lavoro, incentivare relazioni extraconiugali e separazioni, azzerare la privacy di chi viene risucchiato dal vortice, aumentando in maniera inversamente proporzionale la curiosità dei cyberpettegoli, ha avuto un ruolo fondamentale anche nell'economia. Il settore ristorazione ha registrato incassi record con le rimpatriate, da "scuola elementare classe 1987" a "quelli che giocavano a calcetto con me nel '91" e svariati altri creativi pretesti per ricerare compagnie ormai decimate dal tempo e dal sollievo di non vedersi più.
Ennò.
Prima o poi la rimpatriata arriva per tutti, e mi ritengo fortunata ad aver partecipato ad una delle più "sobrie" rispetto al previsto: poteva essere la reunion delle pallavoliste di quando avevo 14 anni, o del gruppo di psicolabili dell'ABC, invece è stata la volta dei vecchi compagni del liceo.
Come dire, temevo la preistoria, mi è toccato il basso medioevo: in fondo mi ha detto abbastanza culo.
Inutile narrare la settimana precedente, trascorsa in febbrile ricerca di credibili vite parallele da narrare tra i fumi di quanto più alcool possibile.
La prima idea era "Ho fatto carriera nel porno" (e le 3 bigotte le sistemo per tutta la sera, reciteranno il rosario per me fino a fine cena)
"Ho fatto volontariato in Sudafrica" (ecco perchè sono sparita: no, non era per evitarti)
"Sto allestendo una mostra delle mie opere dal 2001 ad oggi" (dà un certo tono, e per vedere i risultati delle mie fatiche dovrete aspettare ancora con ansia)
Sera X, contattata La Socia (l'unica superstite delle amicizie del tempo che fu, con cui condivido il destino e la sfiga) e Il Fratello Adottivo (condotto a forza alla rimpatriata seppur zoppo e particolarmente propenso alla bestemmia) mi dirigo, con incedere sicuro e petto in fuori, verso il luogo dell'aperitivo.
Tre relitti della pingue scolaresca attendono attorno ad un tavolino tondo stracarico di pizzette e svariati calici ormai vuoti, la cui funzione (ingannare l'attesa o prepararsi al peggio) ancora ignoro.
Mi sfugge un sospiro di sollievo, 2/3 della compagnia ha mantenuto l'idiozia che ricordavo, la spocchia non c'è ancora nonostante l'aspetto sembri denunciare "sono grande e mamma non mi accompagna più a scuola". Bene.
Pizzeria: è lì che si è riunito il plotone d'esecuzione: Lo Zoppo bestemmiante ci accoglie con un "dove caxxo stavate" eloquentissimo, che manifesta tutto il disagio per la mezz'ora trascorsa con 7 persone di cui ricorda solo il cognome e con cui spartirebbe volentieri solo l'ultima cena. La loro.
Saluti baci sorrisi che fine hai fatto chi si rivede, io e La Socia non perdiamo mai il rassicurante contatto visivo, intimorite dall'idea di carriere scintillanti e vite la cui massima increspatura è rappresentata dagli operai in casa che devono ridipingere le stenze degli ospiti nell'ala est del castello.
Lo Sfaticato per antonomasia, pluribocciato, diventerà chirurgo plastico e spera di riuscire a sistemarsi in Brasile.
La Figona non c'è; in compenso c'è colei che ai tempi era la sua Vice, ed è strano guardarci oggi e vedere la persona che c'era dietro l'incantesimo.
Il Trio delle bigotte è diventato Duo, che si guarda bene dal socializzare e quindi non sappiamo, ad oggi, che tipo di carriera abbiano intrapreso; sappiamo però che il  terzo elemento è assente perchè si è sposata a settembre.
Quindi, come previsto, matrimonio=cessazione delle attività ricreative di qualsivolgia genere. Pare.
Il Tontolone fa il finanziere al nord, la sua disinvoltura di un balbuziente davanti a uno scioglilingua non gli ha impedito di fare viaggi a destra e a manca ogni weekend, da narrare minuziosamente al commensale a lui più prossimo (=me).
Improbabili flirt e separazioni storiche che è proibito nominare (motivo della riduzione dei partecipanti, dal momento che i piccioncini di un tempo, poi malamente separatisi, ad oggi capeggiano fazioni che non si possono vedere) aleggiano sulla tavolata.
Il resto della gente che mi circonda, istantanea di 8anni fa, ha subito variazioni irrilevanti, tranne forse qualche rughetta da adulti, un pò di capelli in meno e qualche destinazione lontana verso cui tornare l'indomani.
Addirittura mi sono sorpresa a riconoscerli come persone frequentabili; anche a scadenza mensile, magari.
E io?
Mi guardo attraverso gli occhi di qualcuno di loro.
-Credevo finisse prima, che fosse già al traguardo lavorativo, per come sottolineava col righello anche gli appunti...!!!
-Credevo finisse male, con quel tipo con cui stava...
-Credevo non ridesse mai! E invece stasera non fa altro.
-La ruota gira per tutti, stavolta tocca a me, ho svoltato e mi sistemo!
-Finalmente s'è rilassata.....!!!! Era ora!
-Come al solito, acqua al posto della birra...che noiaaa!
-E' sempre tonta uguale....la cavia perfetta che negli scherzi ci casca con tutte le scarpe!
-Tutta Coccia....Mmm....Se si girasse un secondo...Ecco! Ha mantenuto la carrozzeria!
-L'evoluzione ha fatto bene...Mo le presento i miei amici rugbisti!!!!

Chissà.
Bella serata, però!

 
 
 

Quod fuit, quod est, quod futurum est

Post n°252 pubblicato il 19 Gennaio 2009 da littlesparklingstar

Scattami una foto
mentre volo tra i miei pensieri e sono distratta, se scarto un regalo o quando parlo del mare, se disegno nell'aria improbabili mondi coi miei pastelli estremi.
Che si dica è lei, è così, che si senta quasi ciò che dico, una foto parlante che parli di me.
Scrivimi una canzone
che sappia delle mie parole, dette e pensate, che conosca i miei silenzi e li canti.
Metti le mie mani in musica, parla del mio rosa e del mio viola, racconta il buono e il bello, che si dica è lei anche senza sentire il mio nome.
Scegli un cassetto
che custodisca queste immagini e dimenticati di loro finchè il ghiaccio si scioglierà, i fiori sbocceranno, il sole scotterà, le foglie cadranno e arriverà la pioggia, lascia che il tempo scorra e che il caso frughi per te nei cassetti fino a trovarmi.
Vedrai, scoprirai quel volto guizzante di un eterno ieri, che come oggi ti sembrerà un eterno desiderio da rincorrere, in questo dispetto tra passato e futuro che si chiama presente.

 

 

 
 
 

Post N° 251

Post n°251 pubblicato il 14 Gennaio 2009 da littlesparklingstar

Mentre guido pigramente mi fanno compagnia nuovi passeggeri imbarcati chissą quando, che riscopro essere quei vecchi amici con cui mi accompagnavo allora.
Erano stati i miei compagni di viaggio fino a un giorno che non ricordo pił, quando ci salutammo una sera come tante, ignari che al risveglio non ci saremmo pił trovati, né cercati, come se tutto fosse stato un sogno.
Si sale su treni in corsa, a volte, per il bisogno di andare oltre l'orizzonte a scoprire mondi nuovi e pezzi di sč, con un bagaglio leggero senza ombrello e senza scarpe, carichi dell'entusiasmo che proteggerą da tempeste e guiderą attraverso strade tortuose, il cuore come bussola e l'aria come nutrimento.
Non esistono pił i silenzi fatti di solo pensiero, lunghe ore mute ma cariche di scoperte fanno parte di un altro libro, di una vita che sembra non essere mai stata questa vita, ora cosģ accesa, veloce, una macchina a vapore che produce, scopre, travolge, scuote, volteggia senza sapere come fermarsi.
Poi capita una sera, coi fari accesi ad illuminare una pioggia fina fina, che ci si distragga per un attimo e che la strada che corre diventi un tappeto su cui i pensieri possono essere srotolati.
Basta poco e ci si ricorda cosa significhi rallentare, voler fare due passi per quel sentiero tra le panchine ed i lampioncini, sedersi e respirare per ascoltare la quiete, il cuore che batte, la macchina a vapore che va al minimo senza temere di spegnersi.
E' il momento in cui, se lo si sa capire, ci si gode il teatro a sipario calato, le caldaie al minimo, il rumore delle pagine di un libro.
La quiete.

 
 
 
 

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