MASSA: 1915-1918
MASSA (MS) NEGLI ANNI DELLA GRANDE GUERRA: MONUMENTI, STORIE, IMMAGINI, RACCONTI
Post n°17 pubblicato il 31 Marzo 2015 da anna_861
I SEGNI DELLA GUERRA PISA
Il 28 marzo si è inaugurata a Palazzo Blu, Pisa, la mostra I SEGNI DELLA GUERRA, allestita in occasione del Centenario della Grande Guerra. La curatela scientifica è affidata al Professor Antonio Gibelli, ordinario di Storia Contemporanea all’Università di Genova e studioso di questo periodo, in collaborazione con il Professor Carlo Stiaccini e del Dottor Gian Luca Fruci, per le ricerche di archivio
Attraverso la narrazione affidata a due personaggi, riesumati dalle pieghe della storia con sapienti olografie, il visitatore è subito messo di fronte a quello che fu il problema più sentito di allora: entrare in guerra o non entrare? Neutralismo o Interventismo? Una introduzione generale di tipo cronologico riassume le principali vicende storiche europee ed italiane nei 10 mesi intercorsi dallo scoppio della guerra all'entrata dell'Italia nel conflitto.
Seguendo il filo della loro narrazione dei due personaggi, il visitatore è introdotto alla scoperta della storia locale attraverso documenti e materiali originali provenienti da diversi archivi toscani ed italiani, di cui molti privati. Antonio Ceccotti, classe 1891, nato a Bagni di Casciana, richiamato in guerra dopo aver già partecipato alla Campagna libica, lascia diari autografi da cui traspare una visione realistica della guerra e la sua posizione neutralista. Di tutt'altro sentore le lettere di Ivo Stojanovich, classe 1893 nato a Pisa, studente di Giurisprudenza e irriducibile interventista. Con inquietanti olografie i due personaggi vengono fatti rivivere e parlare in diversi angoli della mostra.
Un ruolo di rilievo viene dato alle Scritture di Guerra, per l'importanza che ebbero e per la mole di testimonianze ancora esistenti. Con l'ausilio delle tecnologie informatiche, scorrono sulle pareti lettere e segni dei militari inviati alle famiglie dalla trincea o dai campi di prigionia.
La richiesta impellente: cibo e vestiario, fame e freddo. Gran parte delle testimonianze proviene dall'Archivio del Cardinal Maffi, che ebbe un ruolo di rilievo nelle comunicazioni e ricerca dei prigionieri durante gli anni di Guerra.
Gigantografie accompagnano momenti significativi della storia pisana, come la manifestazione di circa 7000 persone contro la guerra nel febbraio 1915, oppure le misure di sicurezza e protezione delle opere d'arte dai bombardamenti e l'arrivo dei monumenti “inscatolati” da Venezia. La nascita della Scuola di Aviazione a S. Giusto. Un piccolo angolo dedicato al lavoro delle donne, alla propaganda dei comitati di mobilitazione civile. Salendo al piano superiore, una promenade di grandi manifesti del Prestito di Guerra che martella il visitatore con lo stesso effetto che doveva avere allora sulla popolazione. Nelle sale superiori, una piccola sezione dedicata ai Caduti e ai monumenti ed ai Mutilati di guerra. Nel corridoio di uscita, una interessante carrellata bibliografica sulla produzione d'epoca.
Due parole sulla mostra...
Certamente una mostra da visitare, da apprezzare e da far conoscere ai più giovani.
Una mostra anche complessa da allestire, data l'ingente mole di materiale archivistico da vagliare e le tematiche più disparate da trattare che sono toccate quasi del tutto. Interessanti i laboratori didattici dedicati ai ragazzi e la possibilità di visita guidata che consiglio vivamente a chi è completamente a digiuno sull'argomento.
Appunti costruttivi...
La mostra si concentra sulla città di Pisa, tralasciando però di evidenziare alcuni aspetti chiave. Per esempio le relazioni della città con gli altri centri della Toscana, in particolare l'importanza del campo di volo di S. Giusto dove venivano addestrati i volontari aviatori provenienti dalle province toscane, tra cui Massa.
Un altro appunto: i Monumenti. Anche se la provincia di Pisa conserva notevoli testimonianze che non potevano essere certo inserite in questo contesto espositivo (ci vorrebbe una specifica mostra in effetti!!), almeno alcune gigantografie le avrei inserite. Avrebbero significato meglio la memoria di quei Caduti rispetto a quell'espositore mignon a centro stanza, con foto di piccole dimensioni, illeggibili che a fatica ti fanno individuare il luogo del monumento. Un esempio? Lustignano, piccolo paese dell'entroterra pisano sul confine grossetano che neppure i pisani conoscono. Si fatica anche a leggerne il nome. Lo cito non a caso perché questo piccolo paese, che immolò un alto tributo di vite umane, ha una storia che si intreccia con quella di Massa. Diversi giovani di queste zone furono infatti arruolati nel 125° Reggimento Fanteria Mobile, di stanza a Massa. http://www.palazzoblu.it/index.php?id=893&lang=it
Orari di apertura Martedì-Venerdì: 10.00-19.00 Sabato-Domenica: 10.00-20.00 Ingresso libero tel. 050.220.46.50 |
Post n°16 pubblicato il 15 Marzo 2015 da anna_861
J'ACCUSE..., 1918 "Amici miei è venuto il tempo di sapere se le nostre morti sono servite a qualcosa! Andiamo a vedere se il paese è degno del nostro sacrificio" Diretto e realizzato da Abel Gance nel 1919, J'Accuse fu il film della protesta, dell'invocazione alla pace. Rievocando in una quanto mai visionaria realtà i Caduti della Grande Guerra, l'autore intendeva manifestare il suo chiaro dissenso verso un nuovo conflitto mondiale e protestare contro di esso, svegliando, ammonendo le coscienze altrui con lo strumento che più gli era congegnale: il cinema. Il film che in Italia sarà intitolato Perla Patria! rappresentava un chiaro e profondo atto d'accusa contro la "arneficina organizzata che fu la prima guerra mondiale". Ebbe un enorme successo in Francia e all'estero e nel 1921 viene proiettato anche negli Stati Uniti Abel Gance (1889-1981), malato di tubercolosi, viene comunque inviato al Fronte nei servizi di Sanità. Come Barelliere partecipa alla guerra, vivendone ogni orrore ed ogni tragedia che furono alla base di altri suoi lavori cinematrografici, tra cui il cortometraggio I gas mortali girato nel 1916. Nelle seu pellicole le sue visionarie fantasie si mescolano agli innovativi effetti speciali, allora sconosciuti e mal accettati dai produttori cinematografici. Lo stesso J'Accuse rappresenta una delle sperimentazioni più interessanti di Gance in fatto di effetti speciali, spesso ottenuti con l'uso di specchi deformati (La Follia del Dottor Tube) in fase di ripresa, ma soprattutto la sua sperimentazione si esprimeva nella fase di montaggio dove riusciva a creare i più imprevedibili effetti speciali, accentuati spesso da una ben congegnata polivisione della pellicola in fase di proiezione. E un efficace effetto zombie nella pellicola J'Accuse.... https://www.youtube.com/watch?v=SNDwVK7Gwlw&list=PLxQxSncFl85D38o_LV-9sylAh7-UraeiW&index=2 Su Abel Gance vedi: http://it.wikipedia.org/wiki/Abel_Gance
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Post n°15 pubblicato il 15 Marzo 2015 da anna_861
MONUMENTO AI CADUTI, MIRTETO
Di fronte a questa tragedia corale la città non è riuscita a conservare questa memoria e non ha mai realizzato un proprio momumento civico, di cui ho parlato nel post precedente. Il ricordo delle giovani vite immolate è stato delegato ad altri monumenti, sepolcri familiari o lapidi rionali. Gli unici monumenti realizzati si trovano infatti nei borghi di Massa, gli antichi Comunelli di sapor medievale: Pariana, Turano. Sono opere in cui ancora non si enfatizza la propaganda del nuovo corso politico, come accadrà invece nel Monumento ai Caduti innalzato nel Cimitero Monumentale di Mirteto, negli Anni Trenta. Con un linguaggio dagli stilemi tipicamente razionalisti, il Monumento ai Caduti di Mirteto, si sovrappone e quasi cancella il più modesto e retrostante lapidario del 1916, per glorificare nella morte dei giovani apuani, la nuova era fascista. Il monumento, rigorosamente in marmo e dalle forme squadrate, propone due pilastri innalzati al cielo, silenziose sentinelle e luminose faci affiancate al milite ignoto, di mussoliniana somiglianza, innalzato sull'ara sacrificale della Patria. La Grande Guerra è già passata da circa 20 anni quando si innalza questa opera e il sacrificio che fu è ora solo uno strumento enfatico di propaganda. Niente a che vedere con le semplici lapidi retrostanti, dedicate ai morti negli ospedali massesi. Niente a che vedere con il bel Fante Morente della piazzetta di Turano, eretto solo 10 anni prima. |
Post n°14 pubblicato il 09 Marzo 2015 da anna_861
MASSA NELLA GRANDE GUERRA IL MONUMENTO CIVICO AI CADUTI DELLA GRANDE GUERRA. La memoria degli anni della Grande Guerra a Massa è affidata ai documenti archivistici e ad alcune memorie di pietra soprovvissute al tempo ed alla distruzione degli uomini. Il censimento realizzato lo scorso anno ha restituto un campionario di circa cinquanta memorie, per la maggior parte in pietra e di tradizione familiare. Dalle pagine del volume in preparazione sull'argomento, Monumenti e Lapidi della Grande Guerra a Massa, estraggo due note storiche... una curiosità per speigare come mai il capoluogo di Provincia non ha un Monumento civico ai Caduti della Grande Guerra. Pochi sono infatti i monumenti collettivi e significativa proprio la mancanza di un monumento civico ai Caduti, eretto invece nella maggior parte delle città e dei paesi, anche più piccoli, della penisola negli anni immediatamente successivi alla fine del conflitto. La grave lacuna a MAssa fu causata da un lungo iter burocratico intercorso tra il Comitato pro Monumento, costituito nel 1918, e la nuova amministrazione comunale che, ormai in pieno ventennio e seguendo il nuovo corso politico, non approvava l'originario progetto del Monumento, disegnato dallo scultore Archimede Zeri, ritendolo sdolcinato e troppo retorico. La costruzione del monumento in verità era già stata avviata, ma una squadra di irriducibili aderenti al nuovo regime fascista ne demolì la base. Pochi giorni dopo un articolo apparso sulla stampa locale faceva riferimento al fatto, sostenendo la necessità di realizzare un monumento nuovo, più rispondente alle nuove idee politiche. E così al posto del Monumento ai Caduti per la Patria, Massa si ritrovò la Fontana del Littorio che di fatto, niente aveva a che vedere con il sacrificio umano profuso dalla città in nome della nuova Italia. Nella foto: una delle due grandi lapidi innalzate nel 1936 sotto il pronao del Duomo di Massa. Oltre a riportare i nomi dei caduti della Grande Guerra (solo una parte), le lapidi riportano anche quelli delle guerre coloniali, della guerra di Spagna e dei moti di Sarzana, i caduti del Regime Fascista. Proprio l'aggiunta di questi caduti, insieme a quelli della Grande Guerra, permise la realizzazione di questo monumento. Fu infatti un compromesso che consentì l'elargizione di un apposito finanziamento statale.
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Post n°13 pubblicato il 28 Febbraio 2015 da anna_861
La Grande Guerra a Massa ... Nel 1919 la gran parte soldati sopravvissuti non era ancora ritornata a casa, la città era invasa dalle truppe di passaggio.... Dai documenti si rileva che gli uomini massesi contribuirono a rinforzare soprattutto i reparti di fanteria, di cavalleria e molti di loro furono i primi germogli di quella che sarà la futura Aeronautica. Gli inizi dell'Aviazione furono di carattere sperimentale, dovuti soprattutto al coraggio di alcuni impavidi giovani manovrati da più esperti e convinti personaggi. Oltre a d'Annunzio, figura di spicco nelle attività di volo fu senz'altro quell'Eugenio Chiesa poi diventato Commissario Generale dell'Aviazione nel 1917. Tra i piloti apuani della Grande Guerra, un posto d'onore merita il marchesino Piero/Pietro Massoni che si arruolò volontario nel Battaglione Aviatori. Decorato con tre medaglie d'Argento per le sue importanti ricognizioni in zona guerra, rischiò diverse volte di essere abbattuto dal nemico. Ardito dell'aria, riusciva a volare a bassa quota fotografando oltre le linee nemiche, riportanto importanti informazioni sulle postazioni e spostamenti. Appartenne a diverse squadriglie di aviatori, anche nel ruolo di istruttore, ma è nella destinazione alla 87a Squadriglia "Serenissima" che trova la migliore opportunità per dimostrare le sue ottime doti di pilota da ricognizione e non solo. Con la Serenissima, fu tra i 5 fedelissimi che giurarono a d'Annunzio di arrivare su Vienna a qualunque costo, in quel famoso volo del 9 agosto 1918, ultima opportunità per la gloriosa squadriglia. A lui e agli altri piloti massesi dedichiamo uno dei ricordi della Grande Guerra in città, in occasione della ricorrenza del Centenario. |
Post n°12 pubblicato il 15 Febbraio 2015 da anna_861
Tra i numerosi diari di guerra che si stanno riscoprendo, mi è capitato di leggere questa Memoria della Campagna Italo Austriaca 1915 e 16, manoscritta da Giuseppe Pozzon, soldato di Castelfranco Veneto. Si trova in ristampa anastatica presso l'editore Kellermann. Giuseppe Pozzobon era un omone alto e grosso. Con la moglie gestiva una trattoria a Castelfranco Veneto. Quando lo chiamano per andare soldato "dolorosa fu la partenza" nel lasciare la "giovine sposa" e il loro "bell'esercizio". Il Soldato Pozzobon rimane per un mese senza divisa perché non ce ne sono della sua misura e così si deve provvedere a farne una. Era un metro e ottanta e le divise erano per uomini all'altezza del re. Arrivato in trincea, appunta su uno di quei libretti di bottega la storia della sua guerra. Con parole semplici, drammatiche, umane... "Si mangia ogni 24 ore e di notte, per andare che si cammina non si vede, la pioggia che viene. il sentiero e stretto, sbagliare di passo vale a dire che non si trova più nemmeno i ossi. Dopo preso l'acqua bisogna a stare bagnati e pensare di asciugarsi con il proprio calore"
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Post n°11 pubblicato il 06 Febbraio 2015 da anna_861
Ci hanno sempre fatto credere che la partenza soldati per il fronte fosse una grande festa. Le Bandiere Tricolore sventolavano agitate da festosi bambini, ignari di trovarsi per l'ultima volta di fronte al padre. Eleganti signorine con cappellini alla francese distribuivano pacchetti di sigarette e dolciumi. La Banda cittadina suonava inni a profusione. I soldati, ammucchiati ai finestrini del treno, un po' ridevano, un po' salutavano. Alcuni tendevano il braccio per acchiappare ancora un po' di quella vita muta che stavano per lasciare. Vestite di scuro, col grembiale e il cencio in capo, le contadine massesi stavano un pò in disparte, immobili accanto al treno. Si fermava il respiro, mentre il treno si metteva in movimento. Il gran frastuono della partenza sembrava non arrivare alle orecchie di queste donne che con una dignità senza pari, subivano in silenzio quelle morti annunciate. Il treno poi andava più forte e usciva dalla stazioncina di Massa. Si stava li a fissarlo, finchè diventava un puntino confuso nell'azzurro del cielo. Un puntino nel silenzio. Canti, musica e parole si attutivano e ritornava, pesante, il vuoto. Poco dopo la curva il treno passava tra i campi e da li si sentivano i lamenti, le bestemmie, gli urli dei soldati che non volevano partire per fare il soldato. |
Post n°10 pubblicato il 14 Novembre 2014 da anna_861
FRA CENT'ANNI, una poesia pubblicata da Trilussa pochi mesi prima che l'Italia entrasse in guerra, quel 24 maggio 1915
Fra cent'anni Da qui a cent'anni, quanno ritroveranno, ner zappà la terra, li resti de li poveri sordati mort'ammazzati in guerra, pensate un pò che montarozzo d'ossa, che frincandò de teschi scapperà fora da la terra smossa! Saranno eroi tedeschi, francesi, russi, ingresi, di tutti li paesi. O gialla o rossa o nera, ognuno avrà difesa una bandiera; qualunque sia la patria, brutta o bella, sarà morto per quella. Ma lì sotto, però, diventeranno tutti compagni senza nessuna differenza. Nell'occhio voto e fonno non ce sarà ne l'odio nè l'amore pe' le cose der monno. Ne la bocca scarnita nun resterà che l'ultima risata a la minchionatura de la vita. E diranno fra loro: - Solo adesso ci avemo per lo meno la speranza de godesse la pace e l'uguaglianza che ciànno predicato tanto spesso!
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Post n°6 pubblicato il 22 Luglio 2014 da anna_861
La Grande Guerra fu un inferno a cielo aperto, vissuto in prima linea dai militari costretti ad una assurda guerra in trincea, ma anche nelle zone lontane dal fronte dove le famiglie private della principale forza lavoro vivevano in situazioni di estrema povertà, aggravata dalle continue malattie dei figli. Il contributo di vite umane immolate nella nostra provincia arriva ad oltre 3000 persone, nella sola MAssa i dati ufficiali contano circa 500 vittime. Un numero, a parer mio, destinato tristemente a salire. Sono infatti diversi i soldati caduti e non ricordati nelle lapidi ufficiali, nei documenti ufficiali e nel piò noto Albo d'Oro dei CAduti della Grande Guerra, facilmente consultabile on line a questo link: http://www.cadutigrandeguerra.it/ La ricerca negli archivi e in ogni altro possibile luogo di memoria, ha lo scopo di onorare questi Dimenticati al Fronte, rinnovare la loro memoria e, per quanto possibile, dare indicazioni, cercare di capire cosa sia successo in quei terribili momenti di quasi 100 anni fa. |
Post n°4 pubblicato il 07 Luglio 2014 da anna_861
Raccogliere testimonianze dirette sul territorio, a proposito della Grande Guerra, è quasi come fare uno scavo archeologico nella memoria delle persone, nella loro vita e nei loro cassetti. Di volta in volta appare uno strato nuovo apparentemente non collegato ad altro. Ancora più interessante ricercare le tracce di pietra rimaste a memoria di questo passato ormai centenario. Ci si accorge così che oltre ai più noti Monumenti ai Caduti esiste una tipologia vasta e varia di manufatti ad essi dedicati insieme ad un intricato movimento più artigianale che artistico, in cui si cimentano ornatisti di varia provenienza e capacità. Un pò come accadeva nel Medioevo, le maestranze si muovono sul territorio chiamate a produrre ricordi di pietra che a memoria perenne ricordino il sacrificio dei Caduti. Oltre ai più noti e pubblciizzati concorsi nazionali, comunali o di categoria in cui prevale uno o l'altro artista, è nei laboratori di scultura ed architettura che più si avverte quel fermento creativo destinato alla produzione della maggior parte di epigrafi commemorative, lapidi e monumenti sepolcrali. Si scopre così che Massa è una fucina in questo senso, favorita dalla comodità di avere a portata di mano la materia prima preferita per questo genere di produzione: il marmo. La maggior parte dei laboratori presenti in città, lungo il Frigido o alla Zecca, all'attività di segheria e produzione marmette per pavimenti, unisce quella di produzioni artistiche con il vantaggio di poter proporre al committente il materiale più adatto, prelevato direttamente dalle proprie cave. Ci sono laboratori che si distinguono per le capacità dei propri addettim scultori di professione tenuti a bottega, come il Laboratorio di Clemente Cuturi, in quegli anni ubicato nel Viale della Stazione. Il Laboratorio Cuturi era già noto ai più perchè nelle sue polverose stanze aveva preso vita la statua di Giuseppe Garibaldi, collocata nel 1906 nell'odierna omonima piazza. L'opera, su bozzetto di Ezio Ceccarelli scultore nativo di Montecatini Val di Cecina ma naturalizzato fiorentino, fu scolpita da un giovane Fernando Tombesi, praticante del Laboratorio Cuturi. Negli anni del primo dopoguerra il Laboratorio produsse molte opere dedicate ai Caduti, in particolare una fontana con lapide commemorativa dedicata ai propri addetti mai tornati a casa, ubicata lungo il Viale Stazione, fuori del laboratorio stesso. Di questa opera, resta oggi la sola lapide, apposta nei pressi della Scuola Media Staffetti. Con qualche errore di trascrizione, nella lapide vengono ricordati i nomi dei Caduti e il luogo del loro sacrificio.
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Post n°3 pubblicato il 06 Luglio 2014 da anna_861
Una parte molto interessante della mia ricerca è stata la ricognizione sul territorio allo scopo di compilare un elenco delle Memorie di pietra. Iniziata nel 2013, questa parte si è conclusa con una schedatura, semplificata rispetto alle normali schede utilizzate dalla Soprintendenza, in attesa di una prossima pubblicazione tematica. Tra le epigrafi, tipologia ristretta a pochi esemplari, metterei anche questa ritrovata a Forno, affissa a quella che fu la Casa Barsacchi. Riporta la data 1922 ed un versetto di Dante, Inferno XXIV, 53 "Con l'animo di chi vince ogni battaglia! Siamo nei primi anni dopo il conflitto e il contenuto di questa epigrafe può ben adattarsi al clima post bellico, ma anche essere una sorta di invocazione scaramantica apposta dai Barsacchi, che da Pietrasanta si erano avventurati in questo luogo infossato delle Apuane per aprire una nuova attività estrattiva nelle vicine cave. A poca distanza dalla casa, nello stesso anno fu infatti innalzata una nicchia con una bella lapide dedicatoria ai lavoratori ed al lavoro in cava.
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Post n°2 pubblicato il 06 Luglio 2014 da anna_861
A distanza di 100 anni, per ricordare i Dimenticati al fronte ho presentato un progetto editoriale al Comune di Massa che partendo da una ricerca sul territorio e da quella storico-archivistica possa disegnare un quadro della situazione della città e del territorio in quegli anni terribili della Prima guerra. Perchè questa ricerca? Soprattutto per non dimenticare l'enorme sacrificio umano che questo guerra immolò alla Patria, alla Bandiera dell'Italia e a quelle dei reggimenti. Sacrificio che non si misurò solo in quel ristretto periodo di guerra e con i milioni di caduti, ma anche negli anni a seguire, nelle case dei sopravvissuti e delle famiglie dei caduti, in cui la perdita affettiva ed umana, si aggravava con la mancanza di sostegni economici e la condizione obbligatoria di sopravvivenza forzata. Condizione in cui si trovarono la maggior parte delle donne e delle famiglie. Questa ricerca per ritrovare i fili e chiudere un cerchio a distanza di 100 anni. C'è una mia foto, bambina di 10 anni, di fronte al Sacrario di Redipuglia. Non avevo ben chiaro cosa rappresentasse allora questa immensa spianata candida, ma sapevo che eravamo andati li per cercare il "nonno". Sapevo che c'era una storia a casa mia che pesava da sempre, anche nella voce, quando se ne parlava. Era la storia di un uomo che era partito per la guerra e non era più tornato. Era la storia di un uomo che non aveva mai saputo di avere un figlio e una moglie che lo hanno cercato ed aspettato per tutta la vita. Una storia che è stata ricamata ad intaglio anche nella mia vita. Un ricamo ad intaglio, in cui si contorna tutta la forma ma.... manca una parte, e la tua forma prende forma proprio dalla parte mancante. Allora io, la mia famiglia, siamo come una parte di questo ricamo ad intaglio e la parte mancante è questo bisnonno. Cercavo così questa forma mancante in archivio, tra le carte poverose dei caduti e a gennaio del 2014, pochi mesi fa ho trovato una cartolina autografa scritta dal mio bisnonno Giovanni. Una cartolina arrivata per caso a destinazione dopo quasi 100 anni. Un ponte nella storia che diventa storia mia e storia di tutti, storia di vite dimenticate al fronte, nei campi di concentramento o nei cimiteri "che nessuno sa". E questo progetto dà voce anche a loro, a quelli ricordati e a quelli dimenticati da sempre. Il 15.03.2014 il progetto ha avuto il patrocinio del Comune di Massa. La ricerca sul territorio è partita nel 2013 con una ricognizione a tappeto al fine di realizzare una documentazione delle "Memorie di pietra". I dati rilevati sono stati registrati in una apposita scheda riassuntiva creata ad hoc, derivata dalle schede di censimento più complesse usate dalla soprintendenza. In questa prima fase della ricerca è stato possibile quantificare le memorie di pietra e compilare una loro tipologia, tipologia che può variare da territorio a territorio per la variabilità dei manufatti e soprattutto per le possibilità di conservazione. Nella seconda fase della ricerca gli archivi statali e privati sono diventati un punto di riferimento fondamentale per ricostruire le vicende storico artistiche legate alle memorie di pietra, ma soprattutto per ricostruire le vicende umane. Lo spoglio dell'Archivio Storico del Comune di Massa è stato inoltre basilare per ricostruire lo status quo, per delineare le trasformazioni della città in una zona di guerra, con tutte le conseguenze derivanti. La creazione del blog invece dovrebbe funzionare come collettore di memoria, raccogliendo testimonianze, racconti e memorie delle famiglie. |
Inviato da: anna_861
il 18/09/2016 alle 12:16
Inviato da: sexydamilleeunanotte
il 13/09/2016 alle 13:16
Inviato da: sols.kjaer
il 12/07/2016 alle 09:56
Inviato da: anna_861
il 02/07/2016 alle 19:40
Inviato da: sols.kjaer
il 17/06/2016 alle 07:35