Post n°11182 pubblicato il
15 Dicembre 2009 da
stabia_info
Reportage di scatti degli anni Cinquanta
Titti Esposito Castellammare. Dalle prime rovine delle ville romane, scavando anche a mani nude, all'idea di rendere fruibili i reperti stabiesi, con un originale reportage fotografico degli anni '50. Per recuperare la memoria storica ed utilizzarla per riavvicinare turisti e cittadini alle antichità di Stabia. Giovanna Maglio, docente di storia dell'arte al liceo classico Plinio Seniore non ha dubbi. Soprattutto dopo l'impegno dei suoi studenti nel progetto Vesuvio (finanziato dalla Regione Campania, che ha visto lavorare in rete una decina di Istituti superiori di tutta la provincia partenopea) che ha permesso la realizzazione di un book di immagini del passato, prese in prestito anche dall'Archivio storico del Comune stabiese. Decine e decine di scatti che ripercorrono i momenti più significativi delle prime scoperte sulla collina di Varano ad opera del preside-archeologo Libero d'Orsi, che hanno entusiasmato docente e studenti in questo viaggio a ritroso nel tempo. «Con i nostri alunni anche quest'anno, spinti anche dall'entusiasmo del nostro nuovo preside Stefano Napolitano - precisa la professoressa Maglio che ha lavorato anche con le docenti di lettere, Valeria Longobardi e Paola Spera - abbiamo potuto fare davvero un tuffo nel passato con questo book ”Libero d'Orsi, una sola grande passione: Stabiae”, coinvolgendo gli alunni in un progetto storico che speriamo abbia un seguito nei prossimi anni». Dopo l'esperienza della passata edizione del programma di lavoro fra Istituti superiori del comprensorio napoletano, che per il Liceo Seniore significò un video fra le rovine romane, quest'anno la raccolta di fotografie di un tempo sarà prima di tutto utile per i tour del Maggio dei monumenti. «L'obiettivo principale è come sempre cercare di far conoscere il passato, per poter imparare a valorizzarlo e recuperarlo» - conclude la docente del Seniore - ripetendo le parole del preside d'Orsi nel podere di Martino, mentre un giovane scavava a mani nude, ”ecco la cenere, ecco i lapilli”». il Mattino