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Post N° 46

Post n°46 pubblicato il 26 Settembre 2007 da AracnoMania
 

Piccolo come mi sento quando la vastità mi sommerge, flaccido quando guardo le mie carni trapassate da fuscelli di cattiveria e viltà. Scopro oggi, forse come non avevo mai avuto la certezza, che tutto ritorna indietro, boomerang di astio covato per azioni lontane mille evoluzioni e decine di vite. La musica martella il mio cervello, è autolesionismo e autoregolazione. Cerco di farla stare zitta, mentre lei parla parla parla, solo per il gusto di instillare dubbi e preconcetti, giudizi e bisogni. Ovviamente nessuno di questi ha un briciolo di valore, ma dentro, come macigni pronti a rompere le ossa al primo terremoto, ostruiscono le vie energetiche positive. Eccomi lì, osservo dal basso, mi avvicino e rendo tutto più grande e indissolubile, adesso che è scritto sarà più difficile?

 

Vedo il mio percorso che perde di consistenza, si sgretola. Cerco appigli in nuove forme di comunicazione. Idee, progetti e corsi, seminari, incontri. Ha un senso tutto ciò? Voglio scoprire quella energia che sento forte dentro me, che molte persone mi hanno detto di sentire, ma che non trovo quando ne ho bisogno. Lavorare, impazzire seguendo i “normali”, creare oggetti per la mia casa (che quasi non vivo) e sperare di vedere la Luce.

 

Besitos

Sbrillo

 
Rispondi al commento:
SogniSullaLuna
SogniSullaLuna il 27/09/07 alle 09:20 via WEB
buio e luce, lotta perenne dentro di noi
besitos dalla zia :)
 
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LE AVVENTURE DI MOTANGA

Il vento soffiava leggermente da Nord. Sbrillo esausto contemplava il cielo strappato di nuvole, mentre sorseggiava quella bevanda denominata Adrenina, dal sapore dolciastro e il colore purpureo, sedeva su una sedia in una terrazza del centro del paese di Faglie. Dal balconcino si affacciò Otto, era sudato con gli occhi spiritati, aveva avuto una litigata con una delle sue donne e poi l'aveva posseduta per due ore abbondanti. 
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Sbrillo aveva capito che Otto voleva la sua pozione magica, magari per concludere in bellezza con la dama o magari per riuscire a dirle che era meglio non vedersi più. Controvoglia preparò l'intruglio, lo assaggiò, e lo mise di fronte alla porta di Otto, bussò e si diresse nuovamente in terrazza. Sapeva che in una decina di minuti sarebbe stato lì accanto a lui e avrebbero deciso finalemente il da farsi.
Erano anni che si frequentavano e si scambiavano opinioni varie, avevano avuto la possibilità di fare alcune traversate insieme, ma adesso si trattava di scegliere se formare una ciurma e rimettere in sesto Motanga o continuare ognuno per la propria strada come sempre.

Passarono altre due ore, l'attesa uccideva Sbrillo che nel frattempo aveva cominciato a mischiare Tequila, Adrenina e il suo personale intruglio a base di Foglia del Diavolo. Decise di muoversi, andò a cercare la Musa dei Cerchi di Fuoco.
Faglie era la città natale di Sbrillo, ma non ci si muoveva a suo agio, preferiva viaggiare e stare continuamente in balia della corrente. Ma si sa: i sogni per realizzarsi hanno bisogno di tempo, vera volontà e fatica.
Per sua fortuna trovare una Musa non era un sogno, sua personale confidente era entrata nella vita del giovane Sbrillo poco tempo prima ed aveva occupato immediatamente un ruolo stabilizzante. Infatti Arachiù, così lo conoscevano in paese, era solito avere momenti di follia incontrollabile che manifestava con un arrossamento del viso (diventava magenta in alcuni casi) e un'insaziabile bisogno di sputare veleno e acido citrico su chiunque fosse alla portata della sua voce. Il compito che la Musa assolveva con tenerezza era quello di portarlo nuovamente nel mondo razionale che solitamente ordinava il giovane marinaio.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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