Creato da nina.monamour il 11/06/2010 |
L'INFERNO CHE HO SCELTO..
Lei gli sussurrò
"Sono il tuo inferno"
e lo guardava con occhi densi di desiderio.
Lui la attirò prepotentemente a sé...
e mentre la spogliava con gli occhi e con le mani rispose...
"TU.. sei l'Inferno che mi sono scelto..."
il resto....è storia...
CARPE DIEM..
Ci sono persone che non vivono la vita presente, ma si preparano con grande zelo come se dovessero vivere una qualche altra vita e non quella che vivono e intanto il tempo si consuma e fugge via..
"Carpe diem, quan minimun credula postero"
Messaggi del 29/01/2019
Post n°8615 pubblicato il 29 Gennaio 2019 da nina.monamour
In quel lontano 3 giugno del 2014 nessuno degli abitanti di Kavumu, un piccolo villaggio poverissimo della Repubblica Democratica del Congo avrebbe potuto immaginare che stava per iniziare un incubo durato tre anni. Un tempo infinitamente lungo in cui non si è più dormito, in cui la sera ha portato con sé paura, in cui la violenza è entrata prepotentemente nella vita delle bambine di Kavumu. Una storia che fa orrore, una vicenda aberrante che ognuno in cuor suo, vorrebbe fosse falsa, eppure in quelle case la realtà ha superato ogni tipo di immaginazione. Di notte, quando ogni bambino si sentiva tranquillo e sicuro tra le braccia dei genitori, i miliziani entravano nelle stanze, rapivano le bambine e le violentavano, abbandonandole poi tra i campi di mais. In tre anni, 44 bambine tra i 18 mesi e gli 11 anni sono state abusate, ferite, maltrattate e private della loro spensieratezza. Un orrore finalmente finito dopo anni di battaglie condotte dalle attiviste per i diritti umani e tra queste anche la giornalista e direttrice del progetto Women’s under siege (Donne sotto assedio), che ha raccontato questa storia di inaudita violenza. Un padre ha passato mesi a fare la guardia alla porta di casa dopo che sua figlia era stata rapita e violentata; alcuni degli stupratori tornavano una seconda volta. È accaduto a una ragazzina di 11 anni che è stata portata via nel marzo e nell'agosto del 2015. Le vittime, poi, venivano fatte oggetto di bullismo a scuola, additate come "diverse e isolate". La dinamica era sempre la stessa, i miliziani entravano nelle case delle vittime, narcotizzavano i genitori e rapivano le bambine che venivano anestetizzate prima delle violenza, per non sentire dolore. Nell’area ci sono diverse milizie locali che vengono chiamate Mai-Mai (letteralmente acqua-acqua), gli uomini si drogano con delle pozioni che secondo loro dovrebbero proteggerli dai proiettili e renderli invincibili. Addirittura ci sono storie di feticisti che consigliano ai combattenti di violentare le bambine per ottenere una protezione sovrannaturale. Adesso l'orrore a Kavamu è finito, gli stupratori sono finiti nelle mani della giustizia, ma nessuno ridarà a queste bambine la loro spensierata infanzia.
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