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1 Uovo,Burro,1 Pizzico Sale
Preparazione:Setacciare la farina, raccoglierla in una ciotola con l'uovo sgusciato, il latte e un pizzico di sale. Amalgamare il tutto lavorando gli ingredienti con un cucchiaio di legno; quando avrete ottenuto una pastella liscia, lasciatela riposare per 1 ora. In un padellino possibilmente antiaderente scaldate una noce di burro, versare un mestolino di composto e scuotere la padella fino a ricoprire il fondo con uno strato non troppo sottile. Lasciate il pancake dorare da una parte e poi dall'altra ...e via così fino ad esaurimento della pastella. Servire, secondo l'abitudine americana, con miele o sciroppo d'acero.
Raviole di ricotta catanesiPer la pasta: 500 g di farina, 1 bicchiere di latte, 50 g di strutto, 2 uova, 1 cucchiaio di zucchero, 1 pizzico di sale Per il ripieno: 500 g di ricotta, 1 bustina di vaniglia 250 g di zucchero, cannella, olio Impastate la farina con le uova, il latte, lo strutto, lo zucchero e un pizzico di sale. Lavorare bene l'impasto fino ad ottenere una pasta morbida; lasciate riposare per mezz'ora e poi stendete una sfoglia. Ritagliatene con una rondella tanti quadrati su cui metterete la ricotta lavorata con lo zucchero, la vaniglia e un pizzico di cannella. Fate dei fagottini di forma triangolare e friggete in olio bollente. Lasciate raffreddare e spolverate con zucchero. |
Post n°522 pubblicato il 13 Gennaio 2012 da sicily_pride
Ragusa: Sì del Vescovo alle unioni gay.
RAGUSA - Parla un uomo di Chiesa e, invocando la laicità dello Stato, tocca un tema delicato e controverso. Lo Stato riconosca le unioni omosessuali mentre la Chiesa si riservi solo il giudizio morale. Lo dice il vescovo di Ragusa, Paolo Urso, convinto assertore di una chiesa dalle "porte aperte". E da tempo mostra una sensibilità spiccata verso questioni cruciali come l'immigrazione, il pacificismo, le convivenze, la fecondazione assistita. Suscitò scalpore nel 2005 una sua intervista al Corriere della Sera in cui, esprimendo un'opinione dissonante rispetto a quella del cardinale Camillo Ruini allora presidente della Cei, invocava la "libertà di coscienza"e annunciava l'intenzione di andare a votare per il referendum sulla fecondazione assistita. Il Vaticano era invece orientato per l'astensione. In questi anni monsignor Urso ha manifestato altre posizioni fuori dal coro. Per esempio, ha voluto che la marcia della pace partisse dall'aeroporto di Comiso dove invece il suo predecessore era andato per benedire le installazioni dei missili Cruise. Ora, in un'intervista alla testata on-line "Quotidiano.net" ripresa anche nel sito di informazione della curia, "Insieme", tocca alle unioni tra gay, verso le quali il prelato esprime giudizi improntati alla comprensione e alla separazione tra il livello civile e quello religioso. "Quando due persone - dice - decidono, anche se sono dello stesso sesso, di vivere insieme è importante che lo Stato riconosca questo stato di fatto. Che va chiamato con un nome diverso dal matrimonio, altrimenti non ci intendiamo". Alla domanda se su questi temi intraveda un ritardo risponde: "Uno Stato laico come il nostro non può ignorare il fenomeno delle convivenze, deve muoversi e definire diritti e doveri per i partner. Poi la valutazione morale spetterà ad altri". Ma rifarebbe oggi la stessa scelta che lo allontanò dall'indicazione di Ruini? "Senza dubbio la rifarei" risponde. "Sono stato educato alla laicità dello Stato e al rispetto delle leggi civili. Quando il cittadino è chiamato a compiere delle scelte concrete, il compito della Chiesa è quello di offrire ai fedeli strumenti per decidere in autonomia e consapevolezza. Per questo ho detto alla mia gente: 'Informatevi, documentatevi, vedete se questo tipo di soluzioni sono giuste e giudicate voi". La distanza da Ruini si misura anche sul piano politico. Quella del cardinale, spiega, fu "un'azione di strategia politica". Monsignor Urso la pensa diversamente: "Credo che i vescovi con la politica e le sue logiche non debbano avere nulla a che fare". E si guadagna subito l'elogio di Equality Italia, una rete per i diritti civili per la quale le parole del vescovo sono "molto importanti".
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