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La mia aria, la mia droga, il mio antidepressivo

Post n°340 pubblicato il 15 Settembre 2010 da Sinestesia86
 

Ok, ho rotto il ghiaccio.
Sono pronta, faccio un respiro profondo e mi butto.
Ammetto che faccio fatica a trovare l'argomento giusto da cui partire. Molte cose sono successe dall'ultima volta che ho scritto qui nonostante le sensazioni interiori siano più o meno le stesse.
Avrei così tanto da raccontare che i pensieri si incrociano creando dei frullati di spaventose dimensioni.
Nella mia giovane vita credo di aver attraversato grandi ostacoli, specialmente negli ultimi tre anni, molte cose che credevo stabili sono mutate ed hanno assunto forme improbabili, consistenze traballanti. Eppure in tutto questo è rimasto un punto fermo a cui aggrapparsi, l'ancora da gettare in alto mare, il salvagente con cui rimanere a galla. La musica.
Sembra scontato detto così, ne sono consapevole.
Ma vorrei introdurvi per tre minuti all'interno del mio corpo, farvi ascoltare il mio cuore e toccare la mia pelle per rendervi testimoni che niente è prevedibile come sembrerebbe.
Chi mi segue dagli albori sa che sono una cantante, al momento è anche la mia unica professione, se così si può chiamare. In Italia la musica è sempre considerata un hobby, mai un lavoro.
Ma lasciamo da parte le polemiche.
Nel turbine di avvenimenti che hanno sconvolto la mia tranquillità e la mia pace interiore la musica è rimasta sempre a farmi compagnia, tacitamente, senza chiedermi nessuna spiegazione, senza forzarmi, senza lasciarmi mai la mano, emozionando la mia pelle.
Anzi mi ha dato la forza di lottare e rialzarmi, di trovare il coraggio e tirare fuori le mie emozioni attraverso le note, le espressioni, l'energia sprigionata su un palco.
Avete una situazione in cui vi sentite tranquilli, qualunque cosa stia succedendo intorno a voi? Riuscite a trovare la pace anche nei momenti di sconforto in un posto specifico?
Ecco. Il palco è la mia calma, il mio antidepressivo, il mio sedativo e allo stesso tempo la mia droga.
Credetemi che anche nelle giornate più nere io riesco a salire sul palco e sprigionare tutte le mie energie, annullare i dolori, sorridere, spegnere la mente. Vorrei che poteste provare per un attimo ciò che provo io, vorrei rendervi tutti partecipi di cosa significhi.
Le parole rendono tutto banale e scontato, lo fanno sembrare un luogo comune. Io vivo per lei.
Voglio vivere di questo, umilmente, onestamente.
Non fatemi diventare una popstar, non mi interessa la fama.
Ma per favore non toglietemi la possibilità di renderlo un lavoro, nel mio piccolo io ho bisogno di cantare, di vibrare, di lasciar uscire tutto ciò che ho dentro. La voce porta fuori il dolore, lo allontana dal corpo e dalla mente, lo fa fluttuare nell'aria e lo trasforma in vita.
A quel punto posso respirare aria pura. Sono libera.

 
 
 
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