COME BACK HOME
...perchè alla fine torno sempre nei luoghi che ho amato...
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E' proprio vero.
Ogni cosa assume un significato diverso a seconda della prospettiva da cui la osserviamo.
Il tempo cambia il nostro atteggiamento, la nostra visuale e gioca strani scherzi.
Ho lavorato per 6 mesi in un'azienda che ho odiato con tutto il cuore. L'ho odiata vivendoci dentro, sopportando cose che non avrei dovuto lontanamente subire.
Ero entrata come segretaria, ma in realtà oltre a rispondere al telefono ed occuparmi del front office sono stata impiegata in mille altre mansioni e addetta alla vendita in fiera a Milano. Non avevo mai fatto niente del genere, non avevo mai avuto un impiego vero e proprio, ero laureata da qualche mese e avevo tutto da imparare.
Beh questo era stimolante.
Mi piaceva rendermi utile, mi piaceva essere colma di cose da fare ed odiavo i momenti morti, quelli in cui giravo su facebook o chattavo con le amiche aspettando l'ora di uscire.
Non era il lavoro che avrei voluto fare tutta la vita, avevo altre prospettive certo, eppure un contratto di apprendistato mi rendeva potenzialmente tranquilla e in un momento di crisi come quello in corso da un po' era una vera manna dal cielo avere un posto fisso.
Vi starete chiedendo dov'era il problema.
Beh il problema aveva un nome e un cognome, quello del titolare. Mi ha reso la vita impossibile in ogni modo, coi suoi doppi sensi a sfondo sessuale, con le sue mani allungate, con il suo metterti sempre a disagio davanti agli altri, con il suo umiliarti pubblicamente, con la sua odiosa calata e con le sue pretese assurde, con le sgridate insensate, con il suo trattarmi come se non servissi a niente.
Ho imparato cosa significasse odiare "grazie" a lui.
La cosa paradossale è che mi rendevo conto che aveva bisogno di me, che mi dava responsabilità grandi e che in fondo, forse, mi stimava pure. Ma nonostante questo la situazione rimaneva la stessa.
Ho iniziato a non dormire la notte, ad avere incubi e svegliarmi fradicia al mattino all'idea di andare a lavoro.
Ho iniziato ad avere vomito frequente, a stare male.
E alla fine, dopo l'ultima umiliazione e dopo le mani allungate un po' troppo, me ne sono andata.
Volevo denunciarlo e non ho potuto, scoraggiata dai sindacati che mi hanno detto "tanto a rimetterci sei solo tu", fuggita senza dare opportune spiegazioni ai colleghi con cui mi trovavo da Dio.
Subito dopo il mio licenziamento la mia salute è tornata in carreggiata. Ma sono disoccupata da 6 mesi.
E oggi, sembra assurdo, ma quel posto di lavoro forse mi manca.
Ora che avrei bisogno di stabilità, ora che tutti i miei ex colleghi mi dicono che manco a tutti, che quella nuova è odiosa, che il mio nome riecheggia nei corridoi ogni giorno.
Ogni cosa appare diversa vista da un'altra angolazione.
Anche se so di aver fatto la scelta giusta.
Questa è l'Italia. Subisci, ti licenzi e rimani pure disoccupata.
E lui? E' al suo posto a fare la vita da nababbo, impunito.
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