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SPOT NAPOLI PULITA: UNA FURBATA!

Da qualche giorno in tv gira una pubblicità che ricorda a tutti gli italiani che il governo ha ripulito Napoli e che invita gli stessi a tenerla pulita.

E' chiaro: trattasi di una furbata! Una furbata perchè Napoli non è mai stata ripulita, in quanto mentre hanno provveduto a togliere la sporcizia dal centro, hanno lasciato la periferia invasa dall'immondizia. Una furbata anche perchè mettere questa pubblixcità a poco più di due mesi dalle europee equivale a farsi pubblicità (che come abbiamo detto prima è inveritiera.

Nella prima parte del video sottostante c'è la pubblicità in questione interpretata dall'attrice Elena Russo (raccomandata da Berlusconi come le intercettazioni ci hanno fatto scoprire); poi segue una breve spiegazione della vera situazione del napoletano.

 

3193 280409 BIGNARDI - BRUNETTA

Francamente credevo che con quello che avevo scritto qualche post fa sulla sesta puntata di L'Era glaciale ci chiudere l'argomento. Mi riferisco all'intervista che la Bignardi ha fatto a Brunetta. Ma mi accorgo, invece, che in questi giorni non si fa altro che parlare di questo sia sui giornali, che in internet.

Io la mia l'ho già detta e francamente ho trovato Brunetta molto arrogante e non mi sento di rimproverare alla Bignardi di essere sbottata in più di un occasione. Perchè tutto ciò è umano. Noto invece che mentre chi è a favore della Bignardi argomenta (leggere ad esempio il mio pensiero nei commenti del post in questione); chi è favorevole a Brunetta lo fa d'ufficio in quanto elettore del centro destra. E ci capisce da quello che scrive. Ma l'apice l'ha toccato un signore che evidentemente oltre ad essere elettore del centrodestra è anche fan della Bignardi che ha argomentato che i toni devono essere sveleniti da entrambe le parti e che comunque la Bignardi da un anno a questa parte non è più la stessa. 

Che tristezza! Ecco dove va a finire la libera informazione...

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Il Vaticano riconosce la Palestina. Israele deluso.

Post n°5376 pubblicato il 23 Maggio 2015 da lo_snorki
 

Il Vaticano riconosce la Palestina. Israele deluso.

Il Vaticano ha riconosciuto ufficialmente lo stato palestinese, nominandolo per la prima volta in un trattato bilaterale. Il Vaticano aveva già aderito alla decisione presa nel 2012 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, in cui si promuoveva la Palestina da “entità non statuale” a “stato osservatore non membro”. Il trattato di oggi è comunque il primo documento legale in cui il Vaticano parla di “Stato di Palestina” anziché di “Organizzazione per la Liberazione della Palestina” (Olp): si tratta di fatto di un riconoscimento ufficiale. L’annuncio è stato diffuso al termine della riunione plenaria della Commissione bilaterale tra Santa Sede e Palestina. “La Commissione ha concluso il suo lavoro – ha spiegato il portavoce Vaticano, padre Federico Lombardi -, c’è un testo che sarà presentato alle autorità e sarà stabilita la data della firma”.

La riunione, svoltasi in un “clima cordiale e costruttivo” – come si legge in un comunicato ufficiale – ha riconosciuto il lavoro svolto in precedenza a livello informale dal gruppo tecnico congiunto, dopo l’ultimo incontro tenutosi a Ramallah il 6 febbraio 2014. In particolare, si precisa nella nota, la Commissione ha “preso atto con grande soddisfazione dei progressi compiuti nella stesura del testo dell’accordo, che si occupa di aspetti essenziali della vita e dell’attività della Chiesa cattolica in Palestina“. I punti principali riguardano “libertà di azione della Chiesa, giurisdizione, statuto personale, luoghi di culto, la sua attività sociale e caritativa, i mezzi di comunicazione sociale e le questioni fiscali e di proprietà”.

Ma il testo dell’accordo, ha sottolineato monsignor Camilleri, esprime in particolare “l’auspicio per una soluzione della questione palestinese e del conflitto tra israeliani e palestinesi nonché delle risoluzioni della comunità internazionale, rinviando a un’intesa tra le parti”. Sarebbe “positivo – conclude il capo della delegazione vaticana – che l’accordo raggiunto potesse in qualche modo aiutare i palestinesi nel vedere stabilito e riconosciuto uno Stato della Palestina indipendente, sovrano e democratico che viva in pace e sicurezza con Israele e i suoi vicini, nello stesso tempo incoraggiando in qualche modo la comunità internazionale, in particolare le parti più direttamente interessate, a intraprendere un’azione più incisiva per contribuire al raggiungimento di una pace duratura e all’auspicata soluzione dei due Stati”.

“Sì, è un riconoscimento che lo Stato esiste“, ha risposto ai giornalisti padre Lombardi, generando la reazione di Israele, che si definisce “deluso” attraverso le parole del portavoce del ministero degli esteri: “Questa decisione non contribuisce a riportare i palestinesi al tavolo delle trattative”. Ma l’Autorità nazionale palestinese ha voluto precisare, tramite Majdi Khaldi, consigliere diplomatico: “Non si tratta di un riconoscimento. Il riconoscimento palestinese come entità diplomatica, da parte del Vaticano, è già avvenuto anni fa e si è consolidato con l’ammissione della Palestina come stato non membro all’Onu“.

Di per sé, l’accordo Vaticano-Palestina non presenta tratti particolarmente innovativi: esso ha lo scopo, così come i precedenti, di favorire la vita e l’attività della Chiesa cattolica in Cisgiordania (a Gaza è praticamente assente, rappresentando i cristiani di tutte le confessioni meno dell’1% della popolazione) e di promuovere la tolleranza religiosa, ed in particolare di difendere la libertà di fede e di praticare la propria religione della piccola comunità araba cattolica, in un momento particolarmente difficile nei rapporti tra cristiani e musulmani in Medio Oriente. Parti più prosaiche dell’accordo riguardano anche il regime fiscale e la tutela dei luoghi di culto in Palestina, ovvero un aggiornamento dell’Accordo sulla personalità giuridica delle istituzioni cattoliche siglato nel 1997 e un avanzamento dell’accordo economico in corso di negoziazione da oltre 16 anni e ancora non finalizzato. Il Segretario di Stato vaticano, Monsignor Camilleri, smentisce anche il fatto che l’accordo possa costituire un precedente utile per negoziati con altri Stati arabi e musulmani della regione, con l’obiettivo di tutelare le minoranze cristiane ivi residenti: non vi sono, infatti, negoziati attualmente in corso con altri governi musulmani e quello con la Palestina rappresenterebbe un caso particolare, in ragione del ruolo eccezionale “della Chiesa nella terra dove è nato il cristianesimo”.

Naturale, dunque, che l’attuale governo israeliano percepisca la mossa vaticana come un attentato alla propria sovranità e un gesto non motivato dalla ricerca di pace, ma dall’attribuzione della responsabilità dell’attuale stallo nei negoziati ad Israele. E questo sullo sfondo di un clima già teso – in cui molti in Israele e Palestina pensano che gli Accordi di Oslo siano ormai “lettera morta” e l’attuale governo israeliano appena uscito dalle urne non inserisce la questione dei “due Stati” nemmeno più nell’agenda politica- e di una storia vaticana controversa nei confronti dello Stato sionista.
Il Vaticano, infatti, ha riconosciuto lo Stato d’Israele soltanto nel 1993 e in questo mancato riconoscimento dello Stato sionista Israele ha letto una tradizione di antisemitismo manifesta e il desiderio vaticano di minimizzare la creazione di uno Stato sovrano ebraico per la prima volta dopo duemila anni. In questo scenario globalmente contraddistinto dall’inerzia e dal trascinarsi sterile di scelte diplomatiche che scarso o nullo impatto hanno sulla vita quotidiana delle persone, il riconoscimento vaticano, più che coraggioso, appare quasi tardivo gli occhi delle comunità cattoliche di Palestina e Israele – in tutto 210.0000 fedeli-, che si rendono perfettamente conto di non esserne le principali beneficiarie.

 
 
 
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DEBORA SERRACCHIANI, IL VOLTO NUOVO DEL PD

Debora Serracchiani: trentotto anni, avvocato. E' la giovane che all'assemblea dei circoli del Pd ha scosso con un discorso infuocato i tremila delegati del cosiddetto 'territorio'. 

“Chiedo al mio segretario di dirci convintamente che il cambiamento che abbiamo avvertito da quando ha dato le dimissioni Veltroni non è la paura perché abbiamo toccato il fondo, ma è una strategia, che abbiamo la linea di sintesi”. Altri applausi. “Fino ad ora mai una linea netta, mai una linea unica”, incalza. E le mani dei delegati battono più intensamente.

“E' un errore assoluto quello di aver indicato come capogruppo della commissione Sanità chi non rappresenta l'opinione prevalente del partito”. Franceschini sorride. Non sembra affatto preoccupato. Lei prosegue: “Ne ho per tutti”. “E' intollerabile che dopo aver dato mandato all'allora vice segreterio di chiudere l’accordo sulla legge per le Europee, escano il giorno dopo critiche sul giornale”.

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2138 11.02.07 IO DI.CO. DI SI!

Dico Pacs. Diritti e doveri delle persone stabilmente conviventi. Il Consiglio dei Ministri ha varato il decreto legislativo sulle coppie di fatto: non più pacs ma dico. Appena sentita la notizia ho pensato: finalmente il governo di centrocentrocentrocentrosinistra ha fatto qualcosa per i diritti civili. Poi mi sono soffermato sulla prima dichiarazione di RutelliRuini: "e' stata una scelta alta di riconciliazione". E mi sono preoccupato.

Di quale alta riconciliazione si tratta?. Via la dichiarazione congiunta. Una dichiarazione disgiunta che neppure il 730...Il convivente ha l'onere di dare comunicazione all'ignaro convivente numero due con raccomandata con ricevuta di ritorno. Il postino vestito in livrea?.

Alta riconciliazione. Successione: 9 anni. Quanto dura un matrimonio moderno?

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