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Tempi moderni... ma non troppo!

Post n°1227 pubblicato il 26 Aprile 2022 da scricciolo68lbr

È paradossale come i problemi più gravosi si verifichino in quelle società che noi oggi amiamo con vezzo, definire industrializzate e più avanzate, come se esistessero società di serie A e serie B. Scienza e tecnologia hanno fatto, non sempre a mio parere, ma generalmente si, meraviglie in molti settori, risolvendo diverse difficoltà, ma lasciando irrisolti i veri problemi dell’umanità. L’alfabetizzazione ha raggiunto livelli senza precedenti, ma questa universalizzazione dell’istruzione non sembra aver incrementato il benessere degli individui, quanto piuttosto l’agitazione, l’ansia e lo scontento.

Non vi sono dubbi riguardo a scoperte e miglioramenti delle nostre condizioni “materiali” e tecnologiche, ma in una qualche misura questo non è sufficiente, perché non siamo ancora riusciti a portare pace e felicità e a sconfiggere la sofferenza.

La sola conclusione a cui possiamo giungere è che deve esserci qualcosa di fondamentalmente sbagliato nella nostra società, nel nostro progresso e nelle nostre forme di sviluppo; e se non ce ne rendiamo conto velocemente ci potrebbero essere conseguenze irreparabili e irrecepurabili nel futuro dell’umanità.

Non sono contrario alla scienza o alla tecnologia: esse hanno dato importanti contributi all’umanità, al benessere materiale, alla nostra salute e a una maggiore comprensione del mondo in cui viviamo, anche se molte scelte tecnologiche posso dire tranquillamente di non condividerle! Tuttavia, se diamo troppa enfasi a scienza e tecnologia, rischiamo di perdere di vista quegli aspetti della conoscenza e della comprensione umana che hanno come obiettivo la socialità, l’onestà e l’altruismo.

Scienza e tecnologia, per quanto in grado di creare enormi benefici materiali, non possono certo rimpiazzare i valori umani, antichi e spirituali, etici e morali che hanno in larga misura consentito lo sviluppo della civiltà, in tutti i suoi aspetti che oggi ben conosciamo. Oggi i nostri problemi fondamentali rimangono: dobbiamo sempre, se non di più, affrontare la sofferenza, la paura, i conflitti nella società e tra le nazioni. È quindi logico e NECESSARIO cercare di ritrovare un equilibrio tra sviluppo materiale, da una parte, e sviluppo spirituale e valori umani dall’altra. E perché questo grande cambiamento possa avvenire, dobbiamo far rivivere i nostri valori umani.

Sono certo che molte persone condividano il fatto che una profonda crisi morale stia attraversando il mondo intero e che in molti si uniranno al mio appello, rivolto a chi pratica i valori umani o una religione, a sforzarsi di rendere le nostre società più compassionevoli, giuste ed eque. Non parlo da cattolico e nemmeno. E neppure parlo da esperto di relazioni umane e sociali. Parlo da semplice essere umano, da sostenitore di quei valori umani che stanno alla base non solo del cattolicesimo, del Buddhismo Mahayana, ma di qualsiasi grande religione del mondo. Da questa prospettiva, desidero condividere con voi la mia personale visione che è:

1.    l’umanitarismo universale è essenziale per risolvere i problemi globali;

2.    la compassione è il pilastro della pace;

3.    tutte le religioni del mondo sono già a favore della pace perché tutte sono a favore dell’umanitarismo

4.    ogni individuo ha la responsabilità universale di fare in modo che le istituzioni siano al servizio dei bisogni dell’umanità

 

Risolvere i problemi dell’umanità trasformando il nostro atteggiamento. Dei tanti problemi che oggi ci troviamo ad affrontare, alcuni sono dovuti a calamità naturali che vanno accettate e fronteggiate con equanimità. Altri, invece, sono problemi che noi stessi abbiamo creato a causa di incomprensioni e che per questo possiamo risolvere: il conflitto tra ideologie, politiche o religiose, o le controversie che sorgono per motivi futili e che ci fanno perdere di vista quell’umanità di base che ci unisce come un’unica famiglia.

Dobbiamo sempre ricordare che le diverse religioni, ideologie e sistemi politici del mondo devono avere l’obiettivo di permettere agli esseri umani di raggiungere la felicità. Non dobbiamo dimenticarci di questo obiettivo fondamentale, né anteporvi altri scopi. La supremazia dell'umanità rispetto ai beni materiali e all’ideologia deve essere sempre preservata! Quella che è di gran lunga il più grande rischio per l’umanità - o meglio, per tutti gli esseri viventi di questo pianeta - è la minaccia nucleare.

Non c’è molto da aggiungere su questo punto, ma vorrei comunque rivolgermi a tutti i leader delle potenze nucleari, che tengono letteralmente tra le mani il futuro di questo mondo, agli scienziati e ai tecnici che continuano a progettare queste terribili armi di distruzione di massa, e in generale a tutte le persone che sono nella posizione di influenzare i propri leader: chiedo loro di usare la propria saggezza e iniziare a lavorare allo smantellamento e alla distruzione di tutte le armi nucleari. Sappiamo che nel caso di una guerra nucleare non ci sarebbero vincitori perchè non ci sarebbero sopravvissuti! Non è terrificante anche solo prendere in considerazione questa distruzione inumana e spietata? E non è del tutto logico rimuovere le possibili cause della nostra distruzione quando le conosciamo e abbiamo il tempo e i mezzi per farlo? Spesso non siamo in grado di risolvere i nostri problemi perché ne ignoriamo la causa o, se la comprendiamo, non abbiamo i mezzi adatti. Questo non è certo il caso della minaccia atomica.

Che appartengano a specie più evolute, come gli esseri umani o più semplici, come gli animali, tutti gli esseri viventi cercano innanzitutto la pace, il benessere e la sicurezza. La vita è cara tanto a un animale quanto a qualsiasi essere umano; anche l’insetto più piccolo cerca di proteggersi dai pericoli che ne minacciano l’esistenza. Esattamente come ciascuno di noi vuole vivere e non vuole morire, lo stesso vale per tutte le altre creature dell’universo, anche se la loro capacità di fare ciò è una materia completamente diversa.

Parlando in generale, vi sono due tipi di felicità e di sofferenza, quella mentale e quella fisica; delle due, credo che la sofferenza e la felicità mentali siano le più intense. Dunque, desidero mettere l’accento sull’allenamento mentale, perché può ridurre la sofferenza e permette di raggiungere uno stato di felicità più duraturo. Ho anche un’idea più generale e concreta della felicità: è una combinazione di pace interiore, sviluppo economico e, soprattutto, pace mondiale. Per raggiungere questi obiettivi penso sia necessario sviluppare un sentimento di responsabilità universale, una profonda preoccupazione per tutti, indipendentemente dalla fede, dal colore della pelle, dal genere e dalla nazionalità.

La premessa che sta a monte di quest’idea di responsabilità universale è il fatto piuttosto evidente che, in generale, i desideri degli altri sono uguali ai nostri. Ogni essere vuole la felicità e non vuole la sofferenza. Se noi, esseri umani dotati di intelligenza, non accettiamo questo fatto, ci sarà sempre più sofferenza su questo pianeta. Se adottiamo un approccio egoistico alla vita e cerchiamo continuamente di usare gli altri per il nostro tornaconto, potremo anche ricavarne dei benefici per qualche tempo, ma alla fine non raggiungeremo la nostra felicità personale e la pace nel mondo sarà irrealizzabile.

Nella ricerca della felicità, gli esseri umani hanno adottato diversi metodi, il più delle volte crudeli e ripugnanti. Comportandosi in modi ben al di sotto del loro status di umani, hanno inflitto sofferenze ad altri esseri umani e ad altri esseri viventi per il proprio tornaconto personale. Alla fine, queste azioni poco lungimiranti hanno portato sofferenza a loro stessi e agli altri. Essere nati come esseri umani è di per sé un evento raro, ed è saggio usare questa opportunità nel modo più intelligente ed efficace possibile. Dobbiamo avere la prospettiva corretta di questo processo universale affinché la felicità o la gloria di una persona o di un gruppo non vengano ricercate a discapito del prossimo.

Tutto ciò ci invita ad avere un nuovo approccio ai problemi globali. Il mondo sta diventando sempre più piccolo - e sempre più interdipendente - come risultato dei rapidi progressi tecnologici, del commercio internazionale e delle relazioni transnazionali. Dipendiamo profondamente gli uni dagli altri. Nei tempi antichi i problemi avevano dimensioni familiari e venivano naturalmente risolti a livello familiare, ma la situazione oggi è completamente cambiata. Ora siamo così interdipendenti, così interconnessi gli uni con gli altri, che senza un sentimento di responsabilità universale, un senso di fratellanza e sorellanza universali, una comprensione e la convinzione  di appartenere tutti alla stessa grande famiglia umana, non possiamo sperare di superare i pericoli che mettono a repentaglio la nostra esistenza, prima ancora che la pace e la felicità.

Un problema di una nazione non può essere risolto in modo soddisfacente dalla sola nazione che lo ha; molto dipende anche dagli interessi, dall’atteggiamento, dalla cooperazione delle altre nazioni. Un approccio umanistico universale ai problemi mondiali  sembra essere l’unica solida base per la pace mondiale. Che cosa significa? Cominciamo dal riconoscere, come abbiamo appena detto, che tutti gli esseri hanno a cuore la felicità e non vogliono soffrire. Così facendo, diventerebbe moralmente sbagliato e pragmaticamente stupido perseguire unicamente il proprio interesse, dimenticandosi dei sentimenti e delle aspirazioni di tutti coloro che ci circondano, membri della medesima famiglia umana. La via più saggia sarebbe tenere in considerazione il prossimo anche quando cerchiamo la nostra personale felicità. Questo atteggiamento ci condurrebbe a quello che io chiamo “interesse personale saggio” e che, mi auguro, si trasformerà in “interesse personale di compromesso” o, meglio ancora “interesse reciproco”.

Sebbene dalla crescente interdipendenza tra le nazioni ci si possa aspettare una collaborazione più solidale, è difficile raggiungere un autentico spirito di cooperazione fintanto che le persone rimangono indifferenti alla sofferenza o alla felicità degli altri. Quando la gente è motivata soprattutto da avidità e gelosia, è impossibile che viva in armonia. Un approccio spirituale potrebbe non essere la risposta a tutti i problemi politici causati dall’egoismo, ma a lungo termine contribuirò a trovare una soluzione alla fonte dei problemi che stiamo affrontando oggi.

D’altra parte, se l’umanità continuerà ad affrontare le difficoltà soltanto con espedienti temporanei, le future generazioni ne sconteranno le tremende conseguenze. La popolazione mondiale è in continua crescita, le risorse naturali sono state velocemente depredate. Guardate gli alberi, per esempio. Nessuno sa con esattezza quali effetti negativi avrà la massiccia deforestazione sul clima, sulla terra e sull’ecologia globale nel suo insieme. I nostri problemi sorgono perché la gente si concentra esclusivamente sui propri interessi individuali, a breve termine, senza pensare minimamente al resto dell’umanità. Non si pensa alla terra a lungo termine e nel suo complesso, ma se non lo facciamo ora le generazioni future potrebbero non avere speranza.

La compassione come pilastro della pace nel mondo. Mostri problemi sono dovuti al nostro ardente desiderio e attaccamento per cose che, erroneamente, consideriamo permanenti. La ricerca degli oggetti del desiderio e dell’attaccamento implica anche l’uso dell’aggressività e della competizione, considerati mezzi efficaci. Questo processo mentale facilmente si traduce in azione, conducendo alla belligeranza come effetto inevitabile, e ciò avviene da tempo immemorabile, anche se oggi le moderne condizioni lo rendono maggiormente attualizzabile. Che cosa possiamo fare allora per disciplinare questi “veleni”, la visione distorta della realtà, l’avidità e l’aggressività? Perchè sono proprio questi tre veleni che stanno alla base di ogni problema al mondo.

Sono convinto che l’amore e la compassione siano il tessuto morale della pace nel mondo. Lasciatemi innanzitutto spiegare che cosa intendo per compassione. Quando provate pietà o compassione per una persona molto povera, lo fate proprio perchè questa persona è povera; la vostra compassione si basa su una considerazione altruistica. L’amore per vostra moglie, per i vostri figli o per gli amici più cari si basa invece il più delle volte sull’attaccamento. E quando il vostro attaccamento cambia, anche la vostra gentilezza cambia fino addirittura a scomparire. E questo non è vero amore. Il vero amore non si basa sull’attaccamento, ma sull’altruismo. In questo caso la vostra compassione sarà la vostra risposta umana alla sofferenza finché le persone continueranno a soffrire.

È questo tipo di compassione che dovremmo sforzarci di coltivare in noi stessi, sviluppandola sempre di più. Una compassione imparziale, spontanea e illimitata per tutti gli esseri senzienti non è certo il genere di amore che si prova abitualmente per gli amici o la famiglia, poiché quest’ultimo è mescolato con l'ignoranza, il desiderio e l’attaccamento. Il genere di amore che dovremmo promuovere è un sentimento più vasto, in grado di abbracciare anche chi ci ha fatto del male, i nostri nemici.

Il fondamento logico della compassione risiede nella convinzione che ciascuno di noi voglia evitare la sofferenza ed essere felice. E questo a sua volta si basa sulla sensazione corretta di “1”, che determina il desiderio universale di felicità. Infatti, tutti gli esseri nascono con gli stessi desideri e dovrebbero avere lo stesso diritto di realizzarli. Se mi confronto agli altri, che sono infiniti, non posso che arrivare alla conclusione che gli altri sono più importanti perché io sono semplicemente una persona mentre loro sono moltissimi. 

Che si creda o meno in una religione, non c’è nessuno che non apprezzi l’amore e la compassione. Fin dal nostro primo istante di vita, siamo oggetto dell’amore e dell’attenzione dei nostri genitori; più tardi, nel corso della nostra esistenza, dovremo affrontare le sofferenze, le malattie e la vecchiaia e di nuovo dipenderemo dalla gentilezza degli altri. Se dunque all’inizio e alla fine della nostra vita dipendiamo dalla gentilezza degli altri, perché non dovremmo comportarci in modo gentile verso di loro nel resto della nostra esistenza?

Lo sviluppo di un cuore gentile (un sentimento di vicinanza per tutti gli esseri umani) non implica quella religiosità che abitualmente associamo con le pratiche religiose tradizionali. Non è appannaggio di chi pratica una religione, ma è un dovere di tutti - indipendentemente dalla razza, dalla fede o dall'appartenenza politica - e di chiunque consideri se stesso come un membro della “grande famiglia umana” e guardi alle cose da una prospettiva più ampia e più a lungo termine. E invece spesso ce ne dimentichiamo, soprattutto nei nostri anni migliori, quando viviamo con un “falso” senso di sicurezza.

Quando prendiamo in considerazione una prospettiva a lungo termine, il fatto che tutti desiderino la felicità e non vogliano la sofferenza e teniamo anche a mente quanto siamo relativamente poco importanti rispetto all’infinità del nostro prossimo, possiamo solo concludere che vale la pena condividere ciò che abbiamo con gli altri. Quando vi allenate in questo genere di visione, un autentico sentimento di compassione, di rispetto e amore per gli altri, diventa possibile. La felicità individuale smette di essere uno sforzo intenzionalmente egoistico e diventa uno spontaneo, e di gran lunga migliore, effetto collaterale dell’intero processo dell’avere a cuore gli altri, mettendosi al loro servizio.

Un altro risultato dello sviluppo spirituale, utilissimo nella vita di tutti i giorni, è che ci dona calma e lucidità mentale. Le nostre vite sono in un flusso costante che porta con sé anche numerose difficoltà, ma se affrontate con una mente calma e lucidità possono essere risolte. Quando invece perdiamo il controllo della nostra mente, a causa dell’odio, della competizione, dell’egoismo, della gelosia e della rabbia, perdiamo anche la nostra capacità di giudizio. Le nostre menti sono cieche e in quei momenti fuori controllo tutto può succedere, compresa la guerra.

 

La pratica della compassione e della saggezza sono di beneficio per tutti, e soprattutto per coloro che hanno l’onere di gestire gli affari nazionali e nelle cui mani sta il potere e l’opportunità di creare i presupposti per un mondo pacifico.


 
 
 
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