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TV ITALIANA: OGGETTO VOLANTE NON IDENTIFICATO!

Post n°1644 pubblicato il 15 Ottobre 2023 da scricciolo68lbr
 

Sempre più basso il numero di spettatori davanti alla Tv: non si salva neanche il Prime Time!

 

Un'erosione lenta, continua, inesorabile: il numero di spettatori medio giornaliero della televisione italiana nel 2018 era di 9,51 milioni, lo scorso anno 8,44 milioni, -11,2%. Solo il 2020 della psico-pandemia e dei lockdown illegittimi, è stata l’unica eccezione. Il calo dell'audience della prima serata è ancora più evidente: 22,38 milioni nel 2018, 19,48 milioni lo scorso anno, -13%, quasi 3 milioni di persone in meno davanti al piccolo schermo. Così Marco Livi espone i dati su Italia Oggi.

 

 

Gli italiani disertano ormai sistematicamente la tv!

L’elaborazione dei dati di ascolto Auditel fatta dall’Agcom per il suo osservatorio trimestrale (si veda ItaliaOggi del 22/04/2023) non ha fatto che certificare quello che già si sa da diversi anni: anche la televisione non è esente dal grande cambiamento delle abitudini di fruizione dei media che in misura più o meno maggiore interessa tutti i mezzi tradizionali. E i più recenti dati Auditel del 2023 pubblicati mensilmente da questo giornale proseguono sulla stessa scia, se si eccettuano i picchi che derivano da grandi eventi ad esempio il Festival di Sanremo.

I canali Rai, per esempio, a marzo hanno perso circa 700 mila telespettatori in prima serata, mentre quelli Mediaset sono calati di quasi 600 mila rispetto ai dati rilevati a marzo 2022. Stesso discorso vale per i principali TG nazionali: a “guardare” quelli della sera (le edizioni dalle 18.30 alle 20.30) erano cinque anni fa 17,1 milioni di persone in media, nel 2022 questo numero è sceso a 15,85 milioni, -7,3%. Anche in questo caso, nel 2020 la cifra si è alzata e ha superato i 20,33 milioni, ma la tendenza nel lungo periodo resta quella delineata. Nei cinque anni considerati, in particolare, il Tg1 (4,61 milioni di spettatori nel 2022) ha perso il 6,3% degli ascolti totali mentre il Tg5 (3,7 milioni) il 2,9%. L’eccezione arriva dal Tg3 e dai telegiornali regionali della Rai che, oltre a essere al terzo e al quarto posto, sono stati sostanzialmente in pareggio il primo e in crescita (+1,1%) i secondi. 

L’erosione degli ascolti è una costante del mezzo anche a livello internazionale. Negli Usa o nel Regno Unito è ancora più evidente, con la tv lineare che da ben prima del 2018 perde a doppia cifra. I motivi sono differenti, come si può vedere anche dagli altri articoli in queste pagine. I giovani, soprattutto, sono sempre meno legati ai programmi e ai palinsesti tradizionali, che comportano una scelta temporale ed editoriale su cui ormai vogliono dire la loro, scegliendo quando, come e cosa guardare.

D’altronde la qualità anche dei programmi è scesa, e di molto, così come la veridicità delle informazioni date dai TG, oramai il pubblico è più maturo, più esigente, si accorge quando le notizie sono forzate, manipolate a fini politici e sceglie di informarsi in maniera differente: un’ottima notizia.

Rimbalza ormai anche una notizia, da diverso tempo, che gli eredi del colosso Mediaset, dopo la morte del patron Berlusconi, stiano pensando di “sbarazzarsi” del settore televisivo, non più in linea con le richieste del grande pubblico. Inoltre bisogna anche considerare che il gruppo Mediaset ha diversi milioni di buco nel bilancio, ed in qualche maniera bisognerà recuperarli.

Anche la serie A di calcio piange miseria: gli ascolti TV sono in calo, Panorama nella sua inchiesta afferma che sono soaritk 3,3 milioni di telespettatori. 

Scrive ancora Panorama, come sia presto per arrivare a giudizi definitivi, ma nelle ore in cui la Serie A sta cercando l'affondo definitivo per la vendita dei diritti tv dal prossimo 2024, stretta tra le trattative con Dazn-Sky-Mediaset e la tentazione di mettersi in proprio con il canale della Lega, (a noi non frega nulla, ma questo scrive il giornalista Capuano), c'è un dato che deve far riflettere sullo stato di salute televisivo del "prodotto calcio". Nelle prime otto giornate dell'attuale stagione della massima divisione, prendendo come riferimento i dati comunicati da Dazn che della Serie A è il partner esclusivista, sono letteralmente sparito quasi 3,5 milioni di telespettatori. Poco meno del 10% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, prima della fuga scudetto del Napoli che nella seconda metà dell'anno ha di suo contribuito a comprimere la platea televisiva. Gli individui totali che si sono connessi per seguire le prime 80 partite della Serie A sono stati 40.218.139 contro i 43.565.085 dell'estate-autunno del 2022. A parità di turni infrasettimanali (1) e con un avvio migliore perché la scorso agosto si scese in campo addirittura nei pressi di Ferragosto per lasciar poi spazio al Mondiale invernale in Qatar. E, infatti, la prima giornata allora fu la peggiore in assoluto come poco più di 3,6 milioni di telespettatori. Una tendenza al ribasso che si è spalmata lungo i primi due mesi della stagione. Solo in occasione del turno di debutto (+529.113) e della 4° giornata (+573.536) il saldo è stato positivo, ma nel secondo caso si è trattato di un week end calcistico contro un infrasettimanale che per tradizione penalizza gli ascolti. In generale, questo campionato ha faticato a superare la soglia dei 5 milioni e mezzo di individui collegati, quando un anno fa si era già abbattuta quella dei 6 milioni e in pieno inverno sarebbe arrivata anche quella dei 7 abbondanti.

Del resto sono uno di quelli che considera la tv e i media in genere, mezzi di manipolazione delle menti, delle grandi masse e dell'opinione pubblica, oer certi aspetti, anche se a ben vedere, la sua influenza pare sia in notevole diminuzione, visto che molte persone scelgono di non guardarla più! 

Beh… che dire… c'è da essere contenti per chi come me, non guarda ormai più da lungo tempo la televisione, in vista del fatto che grandi svolte si prospettano all’orizzonte, e come al solito, chi vivrà, vedrà.

 
 
 
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