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LA TV È SUPERATA: SOLO GLI ANZIANI ANCORA LA GUARDANO!

Post n°1690 pubblicato il 08 Dicembre 2023 da scricciolo68lbr

Sul ring dell'intrattenimento, il match tra broadcasting e streaming vede quest'ultimo in netto vantaggio sul primo. Secondo l'indagine "CTV: Anticipare il futuro" realizzata da Harris Interactive per Magnite, indagine del 2020, l'83% della popolazione italiana utilizza la TV connessa una volta alla settimana e oltre la metà (52%) lo fa quotidianamente, mentre la maggior parte (51%) del tempo settimanale complessivo trascorso davanti alla TV è scandito dai servizi di streaming. Ricordiamo che per TV connessa si intende qualsiasi televisore connesso a Internet tramite una Smart TV, una console di gioco o un dispositivo di streaming (come un box o una stick). In Italia, la Connected TV è lo "schermo più grande della casa”, con il più alto numero di streaming rispetto ai computer e agli schermi degli smartphone.

La ricerca, che ha preso in esame - da ottobre a novembre dello scorso anno - oltre 10mila persone di età compresa tra i 18 e i 64 anni da Italia, Spagna, Francia, Regno Unito e Germania, ha rilevato che il 50% degli spettatori italiani si rivolge prima ai canali di streaming. L'ampio utilizzo della CTV nel Bel Paese è in linea con la media per i cinque Paesi europei analizzati.

A determinare una sempre più rapida diffusione dei servizi OTT (over-the-top) è stata, certamente, la psico-pandemia, i lockdown inutili, visto quello che poi avvenne, che hanno fatto impennare i numeri dello streaming a 360 gradi: nel 2020, le piattaforme di streaming come Netflix, Dazn e Disney+ hanno subìto un'importante accelerazione nei mercati dell’Europa occidentale, diventando un irrinunciabile alleato per le persone rinchiuse tra le mura di casa. Secondo il report, l'adozione della CTV è determinata da due dinamiche: il cambiamento epocale nella modalità di fruizione dei contenuti da parte degli spettatori e la sempre più accentuata frammentazione della TV tradizionale. La statistica non sorprende certamente chi ha figli di quell'età, i quali possono benissimo fare a meno di un elettrodomestico antiquato come la tivù, anche nelle sue più moderne versioni a grande schermo

I giovani passano davanti alla tivù, per guardare i canali tradizionali, un settimo del tempo che ci trascorrono le persone al di sopra dei 65 anni. E allora che cosa guardano, i ragazzi e le ragazze tra i 16 e i 24 anni? 
Un sondaggio pubblicato dalla BBC in Inghilterra rivela che i millennials (ovvero la generazione dei nati fra la fine del ventesimo e l’inizio del ventunesimo secolo) preferiscono sintonizzarsi sui canali in streaming, come Netflix e Amazon Prime, o su brevi video postati sui social: e li guardano per lo più su personal computer, iPad o smartphone, non sul televisore.

La statistica non sorprende certamente chi ha figli di quell'età, i quali possono benissimo fare a meno di un ELETTRODOMESTICO ANTIQUATO COME LA TV, anche nelle sue più moderne versioni a grande schermo, sia che abitino ancora con i genitori (in tal caso si chiudono in camera propria con il telefonino o il PC), sia che vivano da soli. Per la precisione, il sondaggio indica che gli spettatori nella fascia 16-24 anni trascorrono in media appena 53 minuti al giorno davanti ai canali tradizionali, un calo di due terzi rispetto a dieci anni or sono, contro 6 ore al giorno per le persone dai 65 anni in su: il maggiore gap nelle abitudini televisive tra giovani e anziani mai registrato dall’Ofcome, l’agenzia governativa che regolamenta i media televisivi britannici. Un dato che è probabilmente simile alla situazione in altri paesi occidentali.

La tendenza verso nuove forme di intrattenimento coinvolge anche gli adulti, un terzo dei quali nel Regno Unito guarda regolarmente video di 10 minuti o meno, percentuale che sale al 65 per cento per i giovani tra 16 e 24 anni e al 90 per cento circa per quelli tra i 15 e i 17 anni, questi ultimi suddivisi tra YouTube, Instagram e TikTok. Nel giorno in cui una delle più grandi audience globali della storia si riunisce davanti alla tivù per i funerali della regina Elisabetta, è bene ricordare che i giovani – e di conseguenza il futuro – sono da un’altra parte.

Inoltre occorre considerare come la TV rappresenti una sorgente di manipolazione delle informazioni. Esempio lampante è stata la recente psico-pandemia, quando TV e quotidiani fornivano dati rassicuranti sui sieri genici soerimentali, poi da qualche anno si moltiplicano le sentenze dei giudici che riabilitano i sospesi dal lavoro che rifiutarono sieri e green pass, come i dati che asserivano che i sierati non contagiavano e non si infettavano, mentre poi i dati hanno smentito tutto. Infine Paesi come la Svezia dove non sono stati adottati lockdown e neppure tante altre misure retrittive come in Italia, hanno avuto dati molto migliori dei nostri sui contagi. Ma questa è un'a,tra storia. Qui si larka del potere manipokatorik della TV.

Le notizie, siano esse cattive, buona false o vere, influenzano la nostra mente e il nostro stato emotivo! Quelle false e quelle cattive, la nostra positività.

Siamo costantemente influenzati dall’ambiente in cui viviamo, e l’ambiente, sociologicamente parlando, è una delle chiavi di volta del nostro essere. Se ciò è vero, in quale e quanti modi l’environment può cambiare la nostra visione delle cose?

Mettiamo il caso che su 10 notizie al telegiornale 5 siano notizie positive e il restante dipinga la realtà in maniera negativa o manipolata. Le notizie comportano cambiamenti dal punto di vista del pensiero comune! Dell’azione di ogni singolo individuo!

Prendiamo la teoria dell’etichettamentoteoria sociologica della devianza che mette in evidenza la possibilità di focalizzare l’attenzione in maniera negativa su un essere umano che ha agito in maniera “criminale”, anche solo una volta, rendendolo a tutti gli effetti  un criminale “incallito” senza via di uscita grazie alla percezione che la società ha di lui/lei. C’è forse una possibilità di poter unire in connubio questa teoria con la negativa visione della nostra società?

Nonostante non possiamo che affermare la devianza nella nostra comunità, non bisogna in alcun modo generalizzare e/o continuare ad imprimere un simile comportamento nelle menti anche dei più giovani.

Non siamo tutti terroristi, assassini, ladri, truffatori o iracondi.

La così detta “buona azione” tende sempre a lasciare stupiti o dubbiosi, quando in realtà dovrebbe far parte della nostra quotidianità. Una volta su internet lessi che una tribù africana, quando un membro della loro comunità commetteva un errore, la comunità stessa si riuniva in un cerchio e con “l’accusato” al centro, ricordavano tutte le buone azioni che aveva compiuto in passato. Perché nonostante avesse errato una volta, questo non poteva far di lui un criminale per tutta la vita.

Non voglio parlare di casi particolari, quindi non mi soffermerò su questo, ma in generale è così che dovrebbe funzionare un sistema. Dovrebbe darti la possibilità di comprendere che, oltre al male, c’è anche il bene. Sempre!

Ottimo il messaggio finale del film Tomorrowland, dove è stessa la distruzione del ripetitore apocalittico, che influenzava ogni singola persona, a rendere salva la vita e il futuro degli essere umani.

Evitando di tirarla troppo per le lunghe, possiamo ritenere che l’influenza dei mass media è molto più greve di quanto possiamo immaginare. Fortunatamente la TV adesso è meno guardata di una volta e il suo potere manipolatorio è assai circoscritto.

Ci lamentiamo delle future generazioni ignoranti, prive di regole e di rispetto, ma le cosiddette future generazioni non sono altro che il seme negativo che gli adulti stanno piantando. Non è possibile pensare di poter insegnare un comportamento ligio da seguire in una società, cercando di insegnare tali comportamenti a scuola o in famiglia, se poi è il bambino stessi ad essere influenzato negativamente dagli esempi che egli può semplicemente vedere tutti i giorni tra quelli proposti dai mass media.

Dobbiamo imparare che la società influenza se stessa in un modo o in un altro e se lo fa negativamente, con notizie negative o peggio false, allora dobbiamo smuovere le acque e cominciare a portare anche qualcosa di positivo dalla nostra parte: “Con il giusto stato d’animo tutto è possibile… credo che spesso restiamo impantanati in questo stato di negatività ed è un veleno come nient’altro!” [Il lato positivo].

 
 
 
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